ANTOLOGIE

Magari non dovrei dirlo io, ma le antologie letterarie si stanno moltiplicando a ritmo notevole. Qualche esempio: Roma capoccia, che esce per Deriveapprodi a cura di Lanfranco Caminiti, e raccoglie gli esperimenti di Accattone (ve la ricordate? Era una rivista vissuta poco tempo, veniva recapitata agli abbonati del servizio quotidiano e cappuccino a casa) con ventitre racconti su come si vive e si sopravvive a Roma. Ci scrivono Giosuè Calaciura, Rocco Carbone, Antonio Cipriani, Eleonora Danco, Tommaso Giagni, Tommaso Giartosio, Nicola Lagioia, Francesco Longo, Francesco Màndica, Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Francesco Pacifico, Valeria Parrella, Lorenzo Pavolini, Francesco Piccolo, Lorenza Pieri, Laura Pugno, Christian Raimo, Bia Sarasini, Elena Stancanelli, Domenico Starnone, Carola Susani, Emanuele Trevi.
Poi, a modesto parere della sottoscritta imperdibile: Alta criminalità, Mondadori Strade Blu, ovvero il noir italiano che diventa a fumetti. Anzi, diventa graphic novel di rango. Accoppiate: Eraldo Baldini e Mario Mondo, Carlo Lucarelli e Claudio Villa, Andrea Pinketts e Matteo Cremona, Diego Cajelli e Marco Guerrieri, Massimo Carlotto, Luca Crovi e Andrea Mutti (la versione di Arrivederci amore, ciao è strepitosa), Wu Ming 2 e Onofrio Catacchio, Sandrone Dazieri e Maurizio Rosensweig, Roberto Recchioni e Leomacs.
Poi c’è  Crimini, nove racconti noir da Ammaniti a Faletti (Einaudi Stile Libero, qui la recensione di Fahrenheit).
Poi c’è Semi di fico d’india, venti racconti a tema estivo.
Infine, da leggere subito: Copyleft, Gaffi editore. Date un’occhiata alla recensione su Blackmailmag e sappiate pure che uno dei partecipanti, Girolamo De Michele, ha scritto un gran libro, che sta arrivando. Scirocco.

31 pensieri su “ANTOLOGIE

  1. Ricordo inoltre che l’editore Sparatutto regalerà a chiunque acquisti almeno tre copie di “My name is doom” un materassino gonfiabile a forma di teschio marziano.

  2. @ ANDREA B
    “il materassino gonfiabile a forma di teschio marziano”? No, dài, è una vita che vado cercandolo. Non me lo posso lasciar sfuggire assolutamente. Praticamente è un acquisto che farò di sicuro a “bruciapelo”. :-)))
    Grazie Andrea, la segnalazione non m’è aliena. 🙂
    Iannox

  3. Da non perdere anche le antologie: “Pallottole di sangue” ed. Piombino; “Codice armato” ed. La spranga; “Prima pagare poi morire” ed. Piede di porco; Veleno (con un racconto inedito della Santacroce” ed. Rivahorror; “Ti scanno, t’uccido, bevo il tuo sangue” ed. Vlad; “L’uomo che si pentì e fu sparato” ed. Hororrvacui; “Rapine” ed. La fiamma ossidrica; “Breve vita di Violetta Violence, ancora ed. Piombino; ma sopra tutti, il nuovo libro di Alessandra C. “My name is doom” ed. Sparatutto.
    Se è rimasto qualcosa fuori fatemi un fischio 🙂

  4. a propos…oggi 18.30 sulla terrazza del vittoriano a Roma c’è un aperitivo aperto a tutti per festeggiare l’uscita di una piccola antologia di racconti, “Le Finestre sul cortile”, che raccoglie 49 racconti sul tema “cosa vedi dalla tua finestra” svolti da autori eterogenei, molti dei quali saranno presenti (Trevi, Viganò, Sanvitale, Bordini, Di Consoli, Stancanelli…). L’edizione è di Quiritta (sì, c’è di mezzo l’ormai mitico Parpaglioni, che stasera offre da bere!)

  5. “generazioni. nove per due”?
    lo dico così, perchè l’ho visto in libreria, non conosco nessuno degli autori, nè della casa editrice.
    bello “alta criminalità”, anche se la longa mano di bonelli ha forse segnato per sempre l’aspetto visivo del fumetto italiano. peccato, perchè di talenti ce ne sono, solo che non c’è un pubblico e, nonostante quello che dicono i vari organizzatori di mostre e fiere rimane per lo più un fenomeno da sfigati e mentecatti con un orizzonte culturale che non va oltre una pippa tirata nascosti nel cesso su una discinta sqaw.
    ma perchè in italia non escono le strisce sui giornali?

  6. Calma calma. Bonelli e il fumetto d’autore sono due strade diverse che stanno benissimo, che non corrono parallele anche se alcuni disegnatori bonelliani sono anche bravissimi autori in proprio. Nel fumetto, proprio come nella letteratura, c’è spazio per tutto, per le puttanate e per i lavori di Marco Corona, di Gipi, di Igort… Ognuno ha il suo pubblico e anche le case editrici di qualità vendono. In Francia vendono di più, ma questa è un’altra storia.

  7. non so, andrea b, la mia sensazione è che c’è stato un momento, a cavallo degli anni novanta, in cui anche dylan dog sembrava voler fare un passettino in avanti, i disegnatori erano riconoscibili (alcuni numeri erano di micheluzzi per esempio), e questo ha avvicinato molti lettori al fumetto ‘dotto’.
    ma poi, subito dopo questa ‘rinascita’ (pazienza allora era quasi dimenticato), è successo qualcosa, e adesso il fumetto ‘dotto’ ha un pubblico che rispetto alla francia, ma anche agli usa, è veramente ridotto.
    le mostre sono dei mercatini per collezionisti, in edicola trovi solo bonelli e i negozi specializzati (già cghe esistano è un po un paradosso) sono stati invasi da (diciamo la verità) monnezza giapponese, robottini e puttanate varie.
    non c’è una cultura del fumetto.

  8. OT: Ho notato più volte, sul tuo blog (ossia di L.L.), un indizio di paranoia galoppante: la tendenza a interpretare messaggi a carattere generale come diretti “ad personam” (facendo un po’ violenza al senso latino di “ad”, ma si capisce, credo).
    Ciao, buona giornata a tutti.

  9. Scirocco? Immagino sarà il solito malloppone di quasi 600 pagine con il solito poliziotto silenzioso, magari ex militante di sinistra, affiancato da qualcun altro che, in carcere, starà scontando un omicidio politico, leggerà Manzoni e avrà fatto i conti fino in fondo con la violenza.
    Siamo sicuri che il narratore non sia il solito detective ingenuo e disilluso, sempre un passo indietro agli eventi, e che poi a un certo punto non salti fuori la solita giovane bellissima, o il solito hacker cinico e nichilista, che con i Settanta non c’entrano nulla?
    Sai, Loredana, ho il terrore di incappare in uno di quei romanzi in cui ogni personaggi è un mondo, ritratto con precisione e ironia, coinvolto in un disegno oscuro, salvo poi scoprire che c’è di mezzo, tanti anni dopo, chessò io?, … la strage di Bologna (si fa per dire). Se poi, per sventarla, si mettessero in viaggio sfidando pericoli di ogni genere mi cadrebbero definitivamente le palle.
    Be’, in sostanza, infliggitele tu queste 600 pagine:-/

  10. @ LUCIO ANGELINI
    Mi hai tolto la voglia di leggere, eventualmente, il libro: perché me l’hai raccontato tutto, dall’inizio alla fine? Sei un bambino cattivo, e io adoro i bambini cattivi.
    Iannox

  11. Per Iannox. Puoi sempre consolarti con ‘Roma Capoccia’, di cui mi limto a dirti che lì Roma non è solo una città: è metafora, norma, paradigma, canone, testo, immaginario, meta e percorso dello sguardo, del cervello e dell’anima, oltre che del linguaggio, naturalmente: accademico e comune. Insomma si lavora, si fa l’amore, si canta, si cucina, si muore, si uccide come dovunque. Ma tutto ciò che è relativo in questa città, tutto ciò che è cronaca di questa città, tutto ciò che accade giorno dopo giorno in questa città non può non condividere, secomdo me, un’aura di assolutezza, di eternità, di terreno e di sovrannaturale. Sono certo che converrai che è un privilegio assoluto vivere lì, benché anche una fatica. Si può buttarlo via e restarvi indifferenti, distrarsene: è un modo di sopravvivervi. Si può restarne schiacciati, afasici, imbambolati: è un modo per viverci. Chiunque viva o sopravviva lì mostra il massimo dell’affezione e il massimo della distrazione verso ciò che lo circonda, in cui è immerso. È nello stesso tempo radicato e in esilio, è in esilio da ciò in cui è radicato. Sarebbe davvero un’estrosità, una stravaganza considerare solo «locale» e «stracittadino» quel che accade lì. Insomma, Roma sarà anche capoccia, ma io qui a Venezia sto così bene:-)

  12. ho visto “scirocco” in libreria e ho avuto l’impressione che si tratti dell’ennesimo grande romanzo italiano di quest’anno. peccato che a parlare di capolavoro ancora una volta si rischia di non essere creduti.

  13. PER LUCIO:
    Be’, vedi Caro Lucio, magari “Roma Capoccia” ci sta pure – per quanto non ami le antologie. Ma visto che non c’ho voglia di dire perché non digerisco le antologie – non di nuovo -, glisso su questo punto, sicuro che mi perdonerai. Roma è una città caotica, è forse questo il suo lato migliore (o peggiore, a seconda dei gusti): indubbiamente non si può far a meno di amarla e di odiarla, allo stesso tempo. Io l’amo, io l’odio, dipende da come il mio capriccio, e soprattutto da quanto ne sento la mancanza; ma ti confiderò che io a Torino ci sto bene, e non vedo perché cacciarmi nell’Urbe, che tra Giubilei e Beatificazioni è proprio una Bolgia Infernale – traffico automobilistico escluso. Poi qui c’è pure l’Einaudi, è praticamente a un tiro di schioppo da casa mia, e così non vedo perché dovrei muovermi. Ad ogni modo se Derive&Approdi mi manderà la Roma Capoccia forse mi sprecherò pure di leggerla ‘sta Roma, altrimenti ne farò a meno tranquillamente. Perché con tutte ‘ste antologie dovrei tirar fuori qualcosa come 100 euri – manco fossi il buon samaritano o la croce rossa, per poi fare il critico, per scrivere quattro righe! Ma non esiste, dài, sono una persona seria io anche se mi spaccio per buffone. Ok, ciò detto mi rifugio in un superpocket come ogni gentiluomo sano di mente dovrebbe fare e vi lascio, vi lascio a dire se dell’altro ancora c’è da dire. O da scrivere. Però io per stasera ho già dato.
    Buona serata a Tutti/e
    Iannox

  14. Io, invece, pongo a Loredana una domanda seria: quanto ci metti a leggere un libro di 600 pagine? Leggi TUTTE LE RIGHE o pilucchi qua e là?

  15. Vado in OT? Mah, forse che sì forse che no, però segnalo qui, un appetiso assaggio d’un romanzo importante che ho avuto l’onore di leggere in anteprima, “IL NORMALE” di Fabio Ciofi.
    Alcuni capitoli de “IL NORMALE” li trovate qui:
    http://kinglear.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=581174
    Poi, chi fosse interessato – e io spero che siate interessati – c’è lo Speciale a Fabio Ciofi che realizzai già qualche tempo fa in occasione dell’uscita de “I Personaggi” – altro romanzo dell’autore che ebbi l’onore di leggere in anteprima e di cui firmai l’introduzione:
    http://biogiannozzi.splinder.com/1105447266#3796158
    Forse sono in OT, e se lo sono chiedo venia, ma giacché si parla di libri, credo che Loredana mi perdonerà l’invadenza. E in caso contrario, be’, un caffè almeno le offrirò. 😉
    Buona serata.
    Iannox

  16. Alta Criminalità? leggiucchiato da Feltrinelli. Posso dirlo? Delusione massima. Si va dall’appena decente alla comicità involontaria.

  17. Uh, tutto questo parlare di
    scrittura e poi lasciare che sia il
    correttore automatico di word a
    inventarsi i nomi degli autori…
    Onofrio Catacchio, cara Lippa,
    non Batacchio.

  18. Informo Lucio Angelini che il tempo di lettura standard di una pagina Einaudi è di un minuto esatto. Mi sono cronomentrato personalmente utilizzando una “popolazione statistica” significativa di trenta pagine. Per 600 pagine il conto è presto fatto: 10 ore di lettura senza interruzioni. Conto valido, credo, per tutti i lettori forti.

  19. Beh, Iannox, 10 ore è il tempo complessivo di lettura. Poi uno le distribuisce come crede. Quanto al minuto x pagina, si parla di romanzi scritti in italiano standard. Poi, certo, il classico discorso dei due affamati e della gallina vale anche in questo caso. (o le galline erano due?)

  20. @ PAROLEDISICILIA
    Dopo 10 ore di lettura, praticamente gli occhi non ce li hai più – praticamente peggio che spararsi ripetutamente delle s****e (è intervenuta la censura). ^___^ Scherzi a parte, bisogna anche capire quello che c’è scritto: un minuto se si stratta d’un libro all’acqua di rose, ma se ti trovi davanti un tomo di Immanuel Kant voglio vedere quanto diventa lungo il minuto. 😉
    Saludos o Besos 😉
    Iannox

  21. Be’, Mauro, sai le galline credo d’essermele pappate, quindi non ti saprei dire con esattezza quant’erano. E se sono mai state, soprattutto. ^___^ Ad ogni modo, galline a parte (preferisco le pollastrelle ^___^”’), sì, io parlo d’un libello, d’un libretto semplice: un minuto a volte basta, a volte soverchia, come per “Alta criminalità” – dato uno sguardo in libreria, praticamente letto a scrocco, ma era meglio se mi fossi fatto prendere da un vento di scirocco. Insomma, bel coraggio ci vuole a pubblicare certa robaccia, perché altrimenti non m’è possibile definirla. Vabbe’, ecco perché in genere non amo le antologie; ma questo è solo un motivo fra tanti. Mi son dilungato troppo e t’ho preso quasi un minuto per legger le mie fesserie, quindi meglio che vada a fare una doccia fredda. 😉 Poi, semmai, leggerò un libro vero: il Decamerone però nella versione di Aldo Busi. Ieri ho letto il Decamerone quello classico, oggi leggo un altro Decamerone, ma sempre classico rimane.
    Saludos
    Iannox

  22. Rosa, hai ragione, il correttore di word è un’entità diabolica. Ho provveduto.
    Quanto al tempo di lettura: beh, ognuno ha i suoi. Mi picco di essere alquanto veloce, salvo tornare indietro e rileggere. Comunque, qualora la cosa interessi davvero, quando leggo leggo tutto.

  23. ciao a tutti
    dopo aver letto numerose recensioni favorevoli mi sono precipitato ad acquistare scirocco … che devo dire ? dopo più di 200 pagine il libro é sempre lì, non decolla, non mi coinvolge …. a me sembra un subappalto di wu mig, un incrocio fra storie estrapolate da ascie di guerra, lavorare con lentezza, romanzo criminale criminale, un intreccio che parte larghissimo e con punto focale i soliti luoghi e personaggi comuni di bologna …. i barettini, l’aperitivo, il barbone colto, l’hacker sovversivo ma a fin di bene, lo sbirro incazzato di sinitra (ma quando mai?) il p.i. sfigato ma che piace e per finire la figazza principesca che si innamora di lui (ma guarda che originalità); il tutto fra flashettini di servizi segreti, Grandi Vecchi, avvocati fascisti e preti comunisti
    Francamente mi sta deludendo … se vogliamo prendere come esempi narrativi del filone De Cataldo, Wu Ming e Daniel Chavarria sono lontani anni luce da De Michele

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