APPELLO

Questo è il testo dell’appello di Michela Marzano, Barbara Spinelli e Nadia Urbinati lanciato oggi da Repubblica:
È ormai evidente che il corpo della donna  è diventato un’arma politica di capitale importanza, nella mano del Presidente del consiglio. È usato come  dispositivo di guerra contro la libera discussione, l’esercizio di critica, l’autonomia del pensiero. La donna come lui la vede e l’anela è avvenenza giovanile, seduzione fisica, ma in primissimo luogo è completa sottomissione al volere del capo. È lì per cantare con il capo, per fare eco al capo, per mettersi a disposizione del capo, come avviene nelle fiere promozionali o nei dispotismi retti sul culto della personalità. Le qualità giudicate utili per gli show pubblicitari si trasformano in doti politiche essenziali, producendo indecenti confusioni di genere: ubbidienza e avvenenza diventano l’indispensabile tirocinio per candidarsi a posti di massima responsabilità. Diventano il burqa gettato sul corpo femminile, per umiliarlo sulle scene televisive e tramutarlo in  arma che ferisce tutti  e tutto. Contro questa cretinizzazione delle donne, della democrazia, della politica stessa, protestiamo. Quest’uomo offende le donne e la democrazia. Fermiamolo.
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32 pensieri su “APPELLO

  1. Firmato. Non ravviso alcuna esagerazione, anzi, semmai, toni fin troppo miti rispetto a una situazione umiliante che va avanti da lungo tempo, peggiorando di giorno in giorno.

  2. @milena
    l’esagerazione era riferita all’ennesima sottoscrizione di un altro appello (che non porterà a nulla di rilevante) per mezzo di Repubblica… Non ci piove che la situazione sia umiliante e che vada avanti da fin troppo tempo… ma per lasciare il segno ed ottenere qualche cosa di concreto, aldilà di una gran visibilità sul sito di un quotidiano per qualche giorno, i canali credo siano altri.

  3. Firmato.
    E meno male che ci sono gli appelli.
    Non è un complotto contro Berlusconi, onestamente avrei frimato contro chiunque si fosse permesso di dire certe cose. Soprattutto se è un Primo Ministro. E’ una situazione che non mi va più bene. Proprio più.
    E siccome non è la prima che dice…..

  4. Scusate ma ho postato lo stesso commento su due thread differenti.
    A me qusto governo mi sta facendo diventare letteralmente scema.

  5. E che nun firmo?
    A voja che firmo.
    Solo che avrei preferito che l’appello fosse stato autonomi o correlato a qualcosa d’altro. Repubblica ne trarrà grandissmo vantaggio – Repubblica sta catalizzando un movomento d’opinione, uno stile di pensiero. Ma le donne secondo me lo trarranno di meno. La loro posizione sarà correlata al movimento Repubblica e in certo senso sminuita. Certo mejo di gniente. Ma insomma.

  6. Certo, concordo, e ci metto pure un po’ più di pessimismo: potrebbe avere un effetto boomerang? Ovvero potrebbe essere letto come una delle ingrate frecce contro quel povero San Sebastiano alla colonna che tanti miracoli fece per il Popolo?
    E vabbé, Zaub, però come dici te: mejo di gniente!

  7. Che fastidio dover firmare un appello del genere su un giornale che ospita quotidianamente foto e link di donne seminude e ammiccanti. E che accanto alle parole di indignazione sul comportamento del premier pubblica la fotogallery delle escort, presunte escort, invitate alle cene di Palazzo Grazioli, dandole in pasto agli sguardi voyeuristici dei lettori e anche di molte lettrici. Qui c’è tutta una mentalità da fermare, anzi, da cambiare, e Repubblica a mio avviso ne fa decisamente parte.

  8. ahimè condivido Smilla …
    @ Gabriele: gli appelli non sono inutili … male che vada sensibilizzano le persone (che leggono Repubblica ovviamente!) …
    e speriamo di arrivare a giornali a tiratura nazionale che se ne freghino della copertina di Venus nuda e dei vari GQ … (ma purtroppo la “tetta” vende … ne sa qualcosa Playboy!)

  9. Io vedo in tutto questo, nonostante ritenga molto utile firmare, un ulteriore rischio: identificare in Berlusconi l’unico Maschio Cattivo e Sessista del Reame. Dunque: cacciato via lui, cacciato il cattivo sessismo.
    Mi assumo il rischio di quello che affermo: Berlusconi ha avuto il merito di far emergere il sessismo che c’è in questo paese, lo ha sdoganato e lo ha per un verso legittimato (il modello), per un altro verso, avendolo amplificato quasi all’inverosimile, ne ha mostrato tutto il grottesco intollerabile che contiene.
    Per cui mi prendo la Repubblica e l’Espresso come veicoli da uitilizzare, ma certo non come maestri da cui prendere lezioni. Perché di lezioni ne hanno bisogno, eccome, pure loro.
    Un po’ di sano e consapevole utilitarismo non fa male, secondo me.
    Il re è nudo, ma il principe non è azzurro. Questo dobbiamo averlo bene in mente.

  10. Avete visto la replica delle veline a Gad Lerner?
    Mi ha ricordato la replica di Rossella, attorniato dalle ragazze di mediaset, al video ‘Il corpo delle donne’ a Matrix.
    Questo tentativo di ricucire un tessuto ideologico lacerato deve essere simile al fenomen della resilienza.
    Secondo me è un buon segno. Pericoloso, ma buono.

  11. Cerco di chiarire quello che ho detto nell’intervento precedente: secondo me il segno è ‘buono’ perché il tessuto comunque si può lacerare, ‘pericoloso’ perché di fatto è moolto resistente e tende a rimarginarsi.

  12. Trovo che lo spettacolo di due ragazze ammaestrate che recitano parole scritte da altri mentre si vantano di non fare foto di nudo (come se fosse uno sforzo NON fare calendari), sia parecchio avvilente.

  13. a proposito di inflazione di appelli:
    “Il feticcio tecnologico e’ per noi “politico” e ci consente di andare avanti nella vita senza sentirci in colpa perche’ forse non stiamo facendo la nostra parte, e forti della convinzione che dopotutto siamo cittadini informati e impegnati. Il paradosso del feticcio tecnologico e’ che la tecnologia che agisce in nostra vece di fatto ci mette in condizione di rimanere politicamente passivi. Non dobbiamo assumerci responsabilita’ politica perche’, ancora una volta, e’ la tecnologia a farlo per noi.
    E’ l’ assuefazione a questa “roba” a farci credere che tutto cio’ che occorre e’ universalizzare una particolare tecnologia, e che allora avremo un ordine sociale democratico o riconciliato.”
    Jodi Dean – Communicative capitalism: circulation and the foreclosure of politics, 2005

  14. Avete letto i commenti al video delle due veline che recitano (leggono) la parte imparata a memoria contro Lerner? Sono terribili, quei commenti, originati dalla medesima mentalità che ha creato il “prodotto di consumo-veline”. Se le veline li leggessero… e se nel leggerli si rendessero conto che i maschi che scrivono quelle sconcezze e quegli insulti sono con ogni probabilità i medesimi che le guardano, bavosi, davanti allo schermo… e se si rendessero conto che è alla medesima matrice culturale, alla medesima “forma mentis” che devono sia il momentaneo successo che gli insulti più beceri e maschilisti…

  15. firmato, diffuso, e con convinzione.
    quello che mi convince meno è la gallery di foto inviate dalle donne offese su repubblica.it: ce ne sono tante belle e, come dire, sentite, ma altrettante sembrano lì solo per mostrare il loro bel faccino. Non bastano il mio nome e cognome per sostenere l’idea? Devo per forza mettermi in posa con i capelli in ordine e la smorfietta simpatica?
    Mi sembra una contraddizione.

  16. a che serve? Chi lo leggerà se non chi ne è già convinto? Berlusconi lo leggerà? Mediaset lo leggerà? E’ come i fax di reclamo ammonticchiati nel retrobottega di un ufficio di una cattiva azienda. Sta la. No, grazie

  17. ps: le donne delle foto della galleria a me non sembrano volersi mettere in mostra, mi preoccupa è piuttosto un esserci solo per reazione, l’assunto sottinteso diventa “esisto in quanto contro B” (che riflette un po’ il dramma dell’attuale sinistra…), mentre le donne reali devono esistere per se stesse – e devono ripartire dal dimostrarlo, per quanto sembri assurdo.

  18. magicamente, dal lato destro del sito di repubblica sono spariti i servizi fotografici su pamela anderson o kate moss o cristina del grande fratello, le sfilate di biancheria intime, la animaliste che si mostrano nude contro le pelliccie, le anticipazioni del calendari del 2010, la spallina che cade a tradimento durante una passerella o un balletto, ecc.
    vediamo quanto dura.
    (non ho firmato, trovo che questa coazione all’appello e alla creazione dello slogan “siamo+tutti o tutte+ultimo insulto usato da berlusconi” crei assuefazione e limiti la creatività e l’ampiezza delle reazioni)

  19. @ Fata: “magicamente, dal lato destro del sito di repubblica sono spariti i servizi fotografici su pamela anderson o kate moss o cristina del grande fratello, le sfilate di biancheria intime, la animaliste che si mostrano nude contro le pelliccie, le anticipazioni del calendari del 2010, la spallina che cade a tradimento durante una passerella o un balletto ecc.”
    Vero. Per il sito di Repubblica ora le donne sono utili alla firma dell’appello contro B., e – temporaneamente – le tette di Cristina del Grande Fratello o il calendario delle cameriere americane vanno sotto formalina.
    Appena l’appello scivolerà fuori per far posto al prossimo, ecco che il colonnino di Repubblica tornerà a ripopolarsi di gnocca.

  20. Per un po’ di verità e memoria storica, copio qui di seguito i titoli delle gallerie fotografiche del colonnino di Repubblica.it dei giorni precedenti all’appello delle donne:
    “bellezza e bisturi, miss Plastica e Reika”
    “Voglia di normalità, le star senza silicone”
    “Il calendario delle cameriere Usa”
    “Signori si scende, alla fermata c’è Sophie”
    “Nel barattolo del caffè c’è Amanda”
    (tutte gallerie di immagini, ça va sans dire, con donne più nude che vestite, come usa dire in questo periodo)

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