CAMILLE E LA LADY

Diciamo che una scrittrice che mi lascia perplessa parla di un fenomeno che mi lascia perplessa. Ad ogni modo, Camille Paglia su Lady Gaga (da Repubblica)
Gran parte di ciò che ha raccontato di sé non è stato confermato in via indipendente. I suoi fan si bevono senza batter ciglio le sue affermazioni più strampalate e più volte ribadite: “La musica è falsità”, “L´arte è falsità”, “Gaga è falsità”, per terminare con un “Io mento molto spesso”.
Lady Gaga sbandiera il suo legame simbiotico con i suoi fan – i “piccoli mostri” li chiama – che lei incoraggia ad “amarsi”, come se fossero oggetti danneggiati che necessitano del suo intervento terapeutico e riparatore. «Siete delle superstar! Non importa chi siete davvero!» urla loro dal palco, mentre i loro soldi vanno a finire nelle sue tasche. A una rivista ha confidato con fervore quasi messianico: «Adoro i miei fan più di qualsiasi artista mai vissuto». Dichiara di aver cambiato la vita dei disabili, rimasti elettrizzati dalla sua parodia con le grucce ricoperte di pietre preziose nel suo video Paparazzi.
Benché si presenti come la portavoce di tutti i personaggi più strani e disadattati della vita, vi sono poche prove che lo sia davvero. È cresciuta in una famiglia benestante, negli agi, e ha frequentato la stessa elegante scuola privata a Manhattan di Paris e Nicky Hilton. Vi è un divario abissale tra l´autoritratto melodrammatico che Gaga dà di sé come artista solitaria, ribelle ed emarginata e la potente macchina imprenditoriale che sovvenziona il suo look e il suo trucco e che ha fatto trasmettere le sue canzoni dalle emittenti radiofoniche in sequenza pressoché ininterrotta e pressoché ovunque.
Lady Gaga è un personaggio costruito a tavolino, e anche da poco. Alcune foto di Stefani Germanotta scattate pochi anni fa mostrano una spumeggiante brunetta dall´aspetto raggiante. La Gaga di fama mondiale, tuttavia – quella che indossa vistose parrucche e giganteschi occhiali da sole (indossati villanamente anche nelle interviste) – la si vede fare smorfiosamente la bambolina oppure cadere nel macabro, senza traccia alcuna di spontaneità. Ogni sua apparizione in pubblico, addirittura (che assurdità!) negli aeroporti – dove la maggior parte delle celebrità cerca invece di passare inosservata – è stata precedentemente studiata in ogni dettaglio, con tanto di completino sgargiante e vistoso, e i suoi capelli sono stati pettinati in modo bizzarro e quanto mai stravagante da un team invisibile di folletti.
Oltretutto, malgrado il fatto che metta in mostra interi metri quadri di pallida carne e indossi i classici orpelli dei feticisti e masochisti della prostituzione urbana, Gaga non è affatto sexy, essendo piuttosto simile a una marionetta spilungona o a un androide di plastica. Come è mai possibile che una figura così costruita a tavolino e artificiale, così morbosa e stranamente antisettica, così sprovvista di autentico erotismo, sia diventata l´icona della sua generazione? Può essere che Gaga incarni la fine ormai estenuata della rivoluzione sessuale? Con la maniacale parodia di Gaga di un personaggio dopo l´altro – esasperata, eccessivamente calcata e claustrofobica – potremmo aver raggiunto la fine di un´epoca…
Gaga ha preso in prestito così tanto e così intensamente da Madonna (come nel suo ultimo video intitolato Alejandro) che dovremmo chiederci a che punto l´omaggio si trasformi in plagio. In ogni caso, il fatto è che Madonna da giovane era tutta un fuoco, era davvero l´incontrastata erede di Marlene Dietrich. Per Gaga, invece, il sesso è più che altro decorazione, apparenza, e lei è come un falso mobile rococò realizzato in laminato. È inquietante tuttavia che la Generazione Gaga non riesca a coglierne la differenza. È la morte del sesso? Forse, lo status simbolico che il sesso ha rivestito per un secolo è andato perduto. Forse, la sua traiettoria innovatrice può dirsi conclusa…
Gaga assomiglia a una cometa, a una raffica stimolante di novità, quantunque di fatto si limiti a riciclare con determinazione e senza problemi il lavoro altrui. È la diva del déjà vu. Gaga si è facilmente impossessata di un po´ tutto, rubacchiandolo ad attori come Cher, Jane Fonda nel suo ruolo di Barbarella, Gwen Stefani e Pink, ma anche ad autentiche muse della moda come Isabella Blow e Daphne Guinnes. Le drag queen – che Gaga dichiara apertamente di ammirare – sono di gran lunga più sexy nei loro completini audaci di quanto sia lei.
Le espressioni facciali di Gaga si limitano a occhiate furtive e accigliate attraverso tutto quel ciarpame. Nei suoi filmati avvicina il suo lugubre e vacuo volto alla telecamera e a noi fa venire i brividi. È coatta. Marlene e Madonna davano quanto meno l´impressione, vera o finta che fosse, di essere pansessuali. A dispetto di tutto il suo dimenarsi e atteggiarsi, Gaga è asessuale. Andarsene in palestra in pieno giorno indossando un bustino nero, calze a rete e tacchi a spillo come ha fatto Gaga di recente non è affatto sexy, bensì sintomo di una sessualità disfunzionale.
Proviamo a confrontare le insipide canzoni di Gaga, con le loro sillabe insulse da filastrocca infantile, con il titolo e l´ipnotico ritornello della prima canzone e del video di Madonna studiati per attirare l´attenzione su Mtv, Burning Up, con tutto quel fondamentale immaginario di fuoco e la famosa proposta di fellatio, allora scandalosa. Al posto della valorosa forza vitale di Madonna, in Gaga riscontriamo soltanto un´inquietante tendenza alla mutilazione e alla morte…
Gaga tende a essere al di sopra delle sue stesse pretese di avanguardia… Vuole tutto e il contrario di tutto, essere hip e all´avanguardia ma anche popolare e universale, una che pratica lo show biz in modo fanatico. La maggior parte dei suoi devoti ammiratori pare avere scarsi rapporti o forse nessuno con personaggi travolgenti come Tina Turner o Janis Joplin, con le loro ricche personalità e la loro impetuosa passione.
La Generazione Gaga non si identifica con stili vocali potenti, perché le voci dei giovani che ne fanno parte si sono atrofizzate: comunicano senza parlare, con un flusso ininterrotto di telegrafici sms sparsi qua e là. La piatta affezione di Gaga non li affligge affatto, perché non sono sintonizzati sulle espressioni del volto.
I fan di Gaga sono isolati in una tecnocrazia globale fatta di gadget bizzarri, ma caratterizzati da una povertà di sentimenti. Le linee di demarcazione sfumano tra pubblico e privato: i reality show alla televisione si moltiplicano, le conversazioni al telefono cellulare si fanno ovunque, i segreti sono sventatamente spiattellati su Facebook o Twitter. Ed ecco, infatti, Gaga chiacchierare senza motivo alcuno della sua vagina…

65 pensieri su “CAMILLE E LA LADY

  1. @ Binaghi
    scusa ma al punto 1) vabbè, ti sei divertito a smontare un tuo alunno
    al punto 2) la “novità” è il valore di un gesto
    al punto 3) mi dispiace ma non puoi non starci
    la batteria campionata aggiunge alla musica altre possibilità, che vuoi che debba aggiungere?

  2. La novità è il valore di un gesto? E perchè mai?
    Il valore di un gesto è la sua umanità, la sua capacità di confermare e promuovere l’umano. Novità per novità è solo stravaganza.
    Al punto 3, caro mio, dovremmo discuterne per delle ore.
    Ti concedo il “de gustibus…” ecc.

  3. fra i valori di un gesto, tu lo carichi di umanità e altre belle cose, c’è appunto, anche l’esser novo. Non solo, ma anche, Walter. cmq, i libretti belli tui su quelle cariatidi de’ Reed e Floyd se troveno ancora?

  4. Sull’esser novo, dolente declinare.
    L’ingresso del bravo imprenditore in politica fu novissimo per l’italico costume, ma se qualcuno qui pensa che abbia portato gran valore, vado a disseppellire la spranga dal famoso orticello…

  5. mi sa che non ci capiamo. A parte che parlavo soprattutto di gesto musicale, ma poi, ripeto: un gesto nuovo non è appunto valido perché nuovo, si vedrà. Ma la novità riconosciuta comunque aggiunge, porta con sé un qualcosa, la novità stessa; e basta. Ecco perché in musica è così importante, la musica è fatta di poche cose, appena la cambi un poco già ti si apre un mondo.

  6. @vincent. Ok, ci siamo capiti, per quel che riguarda Paglia e Lady Gaga 🙂
    sul fatto che diana sia un virus, invece, non sono d’accordo.
    @zaub. Mi trovo in una situazione strana: sono d’accordo con te e sono d’accordo con valter binaghi.
    In effetti il tuo primo intervento l’avevo interpretato in modo diverso da come lo hai spiegato successivamente. Lady Gagà non è Stefani Joanne Angelina Germanotta: quello che posso dire di una, probabilmente non lo direi dell’altra, che nemmeno so chi sia e non mi interessa saperlo.
    Ho cercato di arrangiarmi con la parola ‘monstrum’ che secondo me dà conto delle cose che scrivi tu: un fenomeno pop non inventa di sana di pianta, intercetta. Anche quando è costruito completamente a tavolino e le antenne della ‘star’ vengono sostituite da quelle del marketing.
    A questo punto il discorso si sposta dal piano musicale, che diventa un puro pretesto, al piano sociologico e di costume.
    Penso questo. E penso pure: ma possiamo sta’ sempre a vedé se dietro a ogni fulmine si nasconda Giove?
    Come dire: una sòla è una sòla è una sòla è una sòla …. (nell’accezione romanesca del termine), con tutto il mistero conturbante della solaggine, non dico di no.
    Però o uno fa il sociologo, l’etnologo urbano, l’osservatore del costume, lo psicologo ecc. o può pure distrarsi, mettere in atto embarghi personalizzati.
    Detto questo, le soap (alcune) piacciono pure a me.

  7. Mah, io veramente dal punto di vista musichino non l’avevo proprio considerata Lady Gaga. E quando parlavo degli scarrafoni era un esempio musichino si ma per lo più pretestuale. Sono cose che ho ascoltato poco, in modo superficiale non sono i miei territori musicalmente – perchè sono una forzata del jazz, e da più di vent’anni non guarisco. Vi è anche da dire, che le seghe musichine anche nei miei territori più amati mi lasciano fredda. Perciò su questo piano Valter non sono in grado di risponderti, non sono l’interlocutore adatto. Ciao 2001 lo comprai prima della conversione e me morivo de pizzichi, dopo la conversione ho bazzicato a tratti Musica Jazz e altre affini e mi rimoro di pizzichi. Non so parlare di musica.
    Non è detto che sappia parlare di psicologia invece, o di sociologia, ma almeno mi interessa, è sotto questo profilo che tutto è materia Valter. Non ci sono soggetti singoli o gruppi più sostanziali di altri, più significativi di altri, più strutturati di altri. Nè generazioni più interessanti, meno interessanti più sofisticate meno sofisticate più complesse o meno. Ecco, ci sono tante cose combinate tutte diversamente.
    E quindi una cosa può essere una sòla – Valerissima 🙂 – ma anche no.

  8. Zauberei, tutto è sostanza, d’accordo, ma noi della sostanza percepiamo neanche gli attributi, ma i modi degli attributi. Capire la tendenza generale dal particolare quotidiano che pare insignificante è la differenza tra un Benjamin, o un Andy Warhol e un D’Agostino. Dare vita a una tendenza che trent’anni dopo è ancora viva, e quindi cogliere il sottile filo che dura all’interno della matassa, è una cosa che è riuscita, per rimanere sul crinale musica/moda, al David Bowie del periodo glam. Lady Gaga è un laccio di una scarpa usata di Bowie, e la studiosa in questione, rispetto a Walter B. ed Andy W., idem.
    (Valter, sta’ buonino, che il ferro nella terra fa bene alle piante 😉 )

  9. Con riferimento all’annuncio del Presidente del Consiglio On.
    Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro “Due anni
    di governo”, mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON
    riceverlo,essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela
    della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella
    fattispecie articolo 13 comma e), e che la spesa relativa che si
    risparmierà, venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica
    istruzione e/o del Ministero della Sanità.
    Ringraziando per l’attenzione porgo distinti saluti.
    da incollare sulla pagina
    http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp

  10. Ciò che mi lascia un po’ perplessa è che ho l’impressione che si parli di ciò che non si conosce… buona parte di chi commenta Lady Gaga e fra questi anche Paglia, credo, la conosce assai poco. In primis una cantante non si giudica dal primo disco: cioè si può giudicare il disco in sè e per sè, buono oppure no, ma pontificare sul futuro musicale o imprenditoriale della stessa in base al primo disco è assurdo. La storia della musica e dello showbiz è piena di meteore.
    La seconda questione è che il modo di porsi di Lady Gaga nei confronti dei propri fan è diverso e oserei dire opposto al modo di porsi delle altre reginette del pop. Lo stile di Britney Spears, Aguilera, Madonna stessa è uno stile “Sii come me”. Qualcosa di molto, molto, molto americano, così come sono molto americani i video con le attrici che fanno step, se seguirai questi semplici passi sarai bella, figa, bionda come me. Così come i libri di autoaiuto, così come i programmi di MTV dove il personal trainer va dal grassone di turno, in un paese in cui gli adolescenti obesi sono il 60% e lo segue per 6 settimane finchè lui non riesce a dimagrire e a diventare “Prom King” al ballo di fine anno.
    Lady Gaga è la prima popstar di questa “generazione” (ma mi sa anche di quella precedente) che dice ai ragazzini: “Hey, vai bene così come sei. Guarda me, sono una freak. Eppure mi piaccio e milioni di persone mi adorano. Non sono orgogliosa di come sono perchè sono famosa e posso permettermi di fare quello che mi pare. Al contrario, sono diventata famosa perchè sono sempre stata orgogliosa di essere come sono”. Questo tipo di messaggio è praticamente commovente per un qualsiasi adolescente, perchè da adolescenti ci si sente mostri, gli standard di bellezza o bravura cui assomigliare sono troppo alti. Non mi stupirei affatto se davanti a una fan di Britney Spears che dice: “Vorrei essere come lei” una fan di Lady Gaga dicesse: “Voglio essere consapevole come lei”. Certo, c’è una ricerca di mercato dietro, è ovvio, ma questo è il motivo del suo successo. Per comprenderlo basta ascoltare le sue canzoni e intendo tutte le sue canzoni, non solo il singolo che passa per caso per radio.
    Per quanto riguarda l’asessualità, beh, direi che in un momento difficile come l’adolescenza, anche solo riguardo ai cambiamenti corporei che si attraversano, la sessualità è una cosa che può intimorire, la si conosce eppure non la si conosce, il corpo è un nemico che può tradirti da un momento all’altro, non sai ancora come usarlo e come sentirtici bene dentro. Che dite, ci si identifica meglio con una figura androgina e vagamente “a disagio” come Gaga o con delle belle gnocche che appaiono come obiettivi irraggiungibili?
    A mio avviso i fan di Gaga si identificano con lei. Il paragone con Marilyn Manson è assolutamente calzante, tendenzialmente chi lo criticava non aveva mai letto un suo testo. Sempre riguardo agli Stati Uniti, dove il bullismo infantile è una piaga più che in Italia, la sua canzone Lunchbox (dove si parlava appunto di bullismo e della scatola per il pranzo di metallo) come poteva non colpire e non portare all’identificazione migliaia e migliaia di ragazzi?
    Io ascolto musica di diverso genere, quando vado a ballare mi piace la musica commerciale, quindi ho cominciato ad ascoltare Lady Gaga e soprattutto i testi delle sue canzoni.
    Se sia un artista ovviamente si vedrà con il tempo e non ha nemmeno senso paragonarla a grandi della musica: lei fa pop, è il suo lavoro, non è l’erede dei Queen o di Janis Joplin. Solo che a mio giudizio ha delle differenze non molto sottili con il generale modello americano della cantante pop, differenze tendenzialmente positive. Mercato, come mercato è tutto il mondo della canzone pop e non. Ma le considerazioni della Paglia sono errate. I fan sfegatati di Lady Gaga, per altro, non sono i ragazzini fighetti che non sanno fare altro che smozzicare parole negli sms. Sono i nerd o gli adolescenti gay che finalmente, per una volta, hanno una beniamina che li difende a spada tratta. Non so, a me una che, fosse anche per guadagno e marketing, rompe le palle ai politici con il Don’t Ask Don’t Tell sta infinitamente più simpatica di una qualsiasi Britney Spears che agita il culo mormorando “I’m a slave for you”.

  11. Guarda Tigre che Lady Gaga non dice affatto “sono orgogliosa di essere come sono”, dice “Io sono perché mi travesto”. Questo il senso di dichiararsi “menzogna”. La trasparenza generazionale sta nell’atteggiamento da cosplay. Un autore di cui di sta discutendo in altra sezione, ha sostenuto che è giunto il tempo dell’Halloween tutto l’anno. In altre parole, non si va più verso una moda collettiva o di gruppo che identifichi un gusto e una tendenza, bensì verso un travestismo continuo e quotidiano, per cui ad esempio, il tipo che invade i campi di calcio si veste da Superman (con tanto di maglia azzurra aderente e logo) però magari un giorno che si sente giù di corda esce vestito come Hakira. Il percorso della Società dello Spettacolo, sta disegnando una società in cui al vecchio narcisismo del “dovete accettarmi per come sono”, si è sostituito “in questo momento io sono (o mi sento) come quel tal personaggio”. La recita in costume diventa la sostanza espressiva dell’Ego vissuto nell’istante. Dopodichè non voglio farla troppo difficile, in quanto i motivetti di Lady GaGa non sono altro che il vecchio pop orecchiabile, strutturalmente, compositivamente vetusto. Invito ad ascoltare il divertentissimo e illuminante CD dei The Baseballs, un gruppo Rock’a’Billy tedesco. Fanno delle cover dei brani attualmente in classifica (incluso uno di Lady Gaga) eseguendoli come rock-n-roll degli anni 50 e 60. Risultano perfetti, non alterati, ma restituiti alla loro autentica natura e struttura compositiva. Roba vecchia, non per questo meno divertente.

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