CAMPAGNE

Chi ha letto i commenti, ieri notte, conosce gli ultimi sviluppi della vicenda che vede una delle trasmissioni televisive che è fra le principali responsabili dell’uso del corpo femminile come silente e svestito oggetto di arredamento, cercare di ribaltare la protesta delle donne a proprio uso e consumo. Chi ha letto quei commenti, dicevo, immagina giustamente che la campagna andrà avanti ancora, nel tentativo di far passare a milioni di spettatori il concetto che le manifestazioni del 13 febbraio sono state organizzate contro Repubblica, assolvendo tutti gli altri. Chi li ha letti, sa anche che sotto tiro c’è chi ha scritto articoli  contro “Il corpo delle donne 2”: nel caso, Natalia Aspesi. Sono stati consultati gli archivi alla ricerca di dichiarazioni che potessero essere usate contro di lei. Per chi volesse controllare di persona, ecco il link.
Su altri versanti, e sorvolando con reale pietà umana sulle dichiarazioni di Oliviero Toscani, mi sembra interessante riportarvi una chiacchierata con alcuni studenti di quarta e quinta liceo artistico, dopo aver visto, in sequenza, il documentario di Lorella Zanardo e il successivo plagio che ne è stato fatto.  Volti stupiti, meccanismo comunicativo smascherato senza bisogno di alcun commento.
E anche consapevolezza. Una delle ragazze ha citato l’esempio della Dove, che con un diverso progetto comunicativo ha incontrato l’assenso delle donne a cui si rivolge.
Gli esempi possono essere infiniti. Laura Albano ne propone uno che viene dal nostro passato, neanche così lontano: qui.
A me sembra che un ideale tavolo con chi si occupa di pubblicità si stia aprendo, per esempio.
Aggiornamento. Segnalerò qui le reazioni dalla rete. Grazie a chi ha tolto dalla pagina Wikipedia di Natalia Aspesi la sua dichiarazione sul “puttanone”, intanto.
Il post di Zauberei.

Il post di Skeight
Il post di Sabina Ambrogi

56 pensieri su “CAMPAGNE

  1. Aggiunta eliminata. Che una dichiarazione fatta con intento chiaramente ironico da una giornalista seria e intelligente finisca su Wikipedia decontestualizzato mi pare veramente idiota, oltre che fascista. Grazie per la segnalazione, Adrianaaaa

  2. A Toscani ce vole la pietà umana ma a Ricci il trattamento sanitario obbligatorio. Mi dispiace molto per la Aspesi e le persone che lavorano a Repubblica, mi dispiace anche per le coscienze che possono essere manipolate. Ma non riesco a smettere di trovare Ricci, fondamentalmente patetico.

  3. Concordo in pieno con l’articolo di Zauberei, chiarissima analisi del caso Ricci, mi domando però perché su Repubblica.it non ci sia neppure una riga dedicata a questa vicenda, che vede coinvolti sia il giornale che una sua collaboratrice storica e apprezzata come la Aspesi, a cui chiaramente va tutta la mia solidarietà, capisco che il direttore non si voglia far coinvolgere in questo polverone ma concedere alla Aspesi diritto di replica mi sembra il minimo, Loredana se tu hai altre notizie o aggiornamenti facci sapere..

  4. Fare, lavorare, smacherare: è così che si riporta a galla la realtà, la verità, con i fatti, con il confronto.
    Una volta scoperto il gioco, il suo potere svanisce.

  5. Se penso ai soldi che Oliviero Toscani è riuscito a farsi dare dal Comune di Venezia (sempre in bolletta riguardo alle cose utili) per troiate come Il Cielo dei Sospiri o La Torre di Pisa in piazza San Marco… posso ben capire la sua diffidenza nei confronti di chi non lo ritenga un genio.

  6. No, Zauberei, Ricci non è patetico: è uno dei principali ideologi della campagna mediatica di distruzione dell’ethos pubblico che è stata attuata in Italia a partire dagli anni Ottanta. Fare sconti a Ricci presentandolo come diversamente capace di intendere è già una remissione delle armi. In questo momento Ricci sta, come suo solito, facendo lavoro d’avanguardia: sperimenta l’effetto mediatico di una strategia di inquinamento delle falde (vedi il fascississimo attacco a Lagioia, tanto per esemplificare), che in caso di esito positivo sarà fatta propria (e già ci sono segnali in questa direzione) dall’attuale classe dirigente del paese: che non è solo il signor B., ma l’intero ceto politico, culturale e morale craxiano che ci governa da trent’anni, avendo colonizzato non solo la maggioranza, ma anche l’opposizione.

  7. Quello che mi fa impressione è che la difesa a oltranza di striscia, di Drive in e il modello di donna che si è insinuato nell’immaginario da oltre 15 anni a questa parte, si inscrive perfettamente nella cornice di tutto l’atteggiamento dei rappresentanti di questa politica, anche su altre questioni. Le donne sono ingabbiate nel modello che vediamo, ma tutt* sono tenut* a bada dall’ossessiva ripetizione di un frame che considera moralista e obsoleta la denuncia di chiunque voglia uscire dalla corruzione, dal qualunquismo, dall’imbecillità. L’importante è negare l’evidenza, a tutti i costi!
    Gli attacchi alla scuola, al presidente della repubblica, al percorso democratico in sé, alla magistratura: questo tentativo, portato avanti massicciamente, di appiattimento, è un brutto sintomo. Mi sembra una ruspa mediatica che voglia distruggere non solo tutto ciò che è opposizione, ma soprattutto il dibattito, il dialogo, il confronto, il ragionare.

  8. @girolamo non voglio parlare a nome di Zauberei ma per quel che mi riguarda definire Ricci patetico non è certo una resa, ne un deporre le armi, definirlo tale non mi esula dal ragionare sulla modalità con cui utilizza il proprio potere mediatico, dall’analizzarne i processi e le conseguenze, anche perché tolta questa premessa sono d’accordo con il resto della tua analisi e nel mio piccolo non starò certo qui ad osservare l’applicazione delle strategie d’avanguardia senza fare nulla, come credo farai anche tu:)

  9. Non avevo ancora letto questo post quando ho scritto questa cosa:
    Non voglio filtrare niente, solo esprimere le mie sensazioni. Sfoglio settimanali cosiddetti femminili, rotocalchi nazionalpopolari, giornali da parrucchiere, che entrano nelle case della maggior parte degli italiani. Sfoglio, dicevo, e vedo donne. Donne a cosce spalancate per pubblicizzare una borsa. Donne appecoronate per pubblicizzare una scarpa. Donne che simulano orgasmi per pubblicizzare una crema. Donne che si rotolano tra le lenzuola per pubblicizzare una mutanda. Donne che simulano un rapporto orale per pubblicizzare un gelato. Donne spalmate a pollo alla diavola su un cofano per pubblicizzare un impianto a gas per auto. Donne ignude palpeggiate da quattro o cinque paia di braccia maschili per pubblicizzare un profumo. Donne ridotte a pezzi: bocche, tette, culi, cosce, inguini. Donne e, sempre piu’ spesso, bambine. Bambine impuberi sdraiate su letti sfatti con addosso biancheria intima di cotone, vecchia maniera per essere piu’ efficaci nel loro invito. La pubblicita’ ormai ha travalicato il porno-soft per sfociare nell’hard. I nostri creativi ormai fanno apparire il povero Hugh Hefner un bigotto di provincia con le sue conigliette tutto sommato caste e ingenue. Ma quello che non capisco veramente e’ che tutto questo accada su giornali destinati alla fruizione sostanzialmente femminile. E io, che sono una donna, perche’ dovrei sentirmi attratta da una borsa lasciata dondolare tra le levigate cosce aperte di una modella?
    Qualcuno mi risponda, per favore.

  10. Paola, se ci pensi l’idea che “nessuno costringe le veline, le ragazze di Arcore o dell’Olgettina, le pattinatrici del Drive In” a fare quello che fanno, senza mettere in questione la colonizzazione dell’immaginario collettivo che fa credere “libera scelta” l’imposizione di modelli dominanti, è del tutto coerente con l’idea che ogni famiglia ha diritto di veto sui principi e sui programmi scolastici: la libertà viene identificata non con un principio che comporta un di più di responsabilità, senso etico, ecc., ma con un menù à la carte dal quale scelgo quel che mi pare (cioè più arbitrio, meno responsabilità). E lo stesso nel campo dell’economia, della società, ecc. Vedere i nessi tra questo e quello è solo il primo passo: il secondo è riconnettere le lotte contro i diversi obiettivi, solo in apparenza distinti. Scuola, lavoro, precarizzazione, diritti dei migranti, dignità delel donne…

  11. Segnalerei anche che a Toscani e’ stata affidata una campagna pubblicitaria per l’Unita’ e che nessuno ha mai fatto considerazioni pubbliche sul conflitto di interessi fra questo incarico e l’immagine delle donne che Toscani propone col suo lavoro e le sue parole.
    Concita De Gregorio e’ una persona che stimo ma su questo punto ha sempre glissato. Ci vorrebbe un po’ di autocritica, credo

  12. Però, dopo queste dichiarazioni, troppo offensive per essere considerate semplicemente provocatorie, Toscani non dovrebbe più (e sottolineo più) lavorare per giornali che ritengano di proporre immagini della donna almeno dignitose. Questo chi lo spiega a Concita?
    E se Ricci è uno dei più insidiosi artefici dell’obnubilamento delle coscienze nonché inventore del velinismo, perché una certa sinistra gli ha fatto il verso?
    Se vogliamo cambiare le cose non dobbiamo più fare sconti.

  13. spero che in un futuro prossimo (adesso è semplicemente impensabile) intervenga un qualche provvedimento per vietare tout court le pubblicità rivolte ai bambini.. e se ciò non sarà possibile, vietare almeno le pubblicità sessiste per bambini, orrende, orripilanti, patetiche, discriminanti, abominevoli (aiutatemi, non ho più aggettivi) nella loro trita e ritrita retorica bimbi/guerrieri o geni, bambine/massaie od ochette… e se proprio non si potrà far nulla, smettiamo di lasciare i nostri piccini di fronte alla televisione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  14. Altra cosa che mi viene in mente: l’atmosfera plumbea in cui siamo immersi, la sensazione di soffocamento che prova la gente soprattutto in questo periodo, può portare anche a cercare di ‘sollevare gli animi’ con la difesa proprio di quel modello che ci ha portato a questa situazione. Perchè evita qualunque dibattito: tecniche di rovesciamento per delegittimare, e poi per far dire ‘non se ne può più’. Sarà solo una mia impressione…
    Assolutamente, la parità dei diritti e la dignità delle donne è uno dei temi (su cui pure convergono tutte le politiche internazionali, facendo il punto e riproponendo strategie), che deve andare insieme ad altre lotte, insieme ad altri obiettivi, come dice Girolamo. Sono questi gli argomenti di cui occuparsi nei programmi (ma dove sono i programmi?) perchè queste sono le questioni in ballo di cui deve occuparsi la politica. E quello che sta succedendo con la dignità delle donne è fondamentale per capire anche il resto.

  15. @girolamo, sono totalmente d’accordo con te, non dobbiamo commettere l’errore di sottovalutare questa gente, Toscani compreso Marina Terragni propone dal suo blog una class action contro quest’ultimo ma io la estenderei sapendo che c’è un primo della lista non rappresentato certamente da questi “geni”.

  16. sembra una caccia alle streghe, ai sedicenti ‘geni’ che hanno rovinato la nostra cultura diffondendo una mercificazione della donne come se tutta la colpa sia la loro, ma scusate se certe cose le fa la repubblica va tutto bene? Anche se in questo blog si condanna tutti quelli che lo fanno, poi verso ricci c’è un accanimento. certo ha dei modi molto forti e provocatori per dire la sua ma per esempio barbara ha ragione perché il direttore Di Gregorio ha fatto fare il lancio dell’unità a toscani dove viene usato il sedere di una donna in primo piano? lei glissa, repubblica glissa, per dimostrare che loro non si sentono chiamati in causa? e se io dico questo devo per forza essere una di parte? secondo me no. Perchè in fondo a me non va giù che sul corpo delle donne il confronto sia diventato una guerra tra parti ‘culturali’ e politiche dove però a fare la voce grossa sono due uomini: ricci e lerner. è evidente che c’è qualcosa che non va da parte di ricci e di chi lo condanna.

  17. E’ vero Vanessa, le responsabilità sono ben distribuite, ma io comincerei da quelli che si sentono autorizzati a infierire sapendo di non essere perseguiti da nessuno. Poi, certo, sempre dal primo della lista che simbolicamente rappresenta una collettività, ma bisognerà pur cominciare a difendersi e a me la proposta di Terragni piace davvero molto.

  18. Visto che, incredibilmente (o prevedibilmente?) l’ufficio stampa di Striscia la Notizia, dal momento del mia lite con Ricci, sente il bisogno di aggiornarmi quotidianamente sui loro ugualmente incredibili tentativi di manipolazione delle cose, ecco qui in anteprima (appena arrivata nella mia casella di posta elettronica, e che si tratta di un’anteprima era scritto nell’intestazione, io non lo so perché il programma non lo vedo quasi mai) il pezzo che Striscia manderà in onda questa sera: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?12780
    A me sembra che, non tanto il messaggio, ma la “tecnica narrativa” utilizzata si commenti da sé.

  19. @ Vanessa
    non si tratta di fare sconti a qualcuno, ma di capire che quella di Ricci non è una campagna di denuncia, ma il tentativo di far passare il messaggio che tutto è uguale a tutto. Questo è fascismo: è un uso raffinato di una delle caratteristiche di base del fascismo evidenziate da Eco, il sincretismo (qui il testo), il mettere insieme Sant’Agostino e Stonhenge. E infatti nella clip che andrà in onda stasera si passa senza soluzione di continuità ai commenti negativi su “Repubblica” alla presunta macchina del fango contro Striscia. In questo modo l’espressione “macchina del fango”, che è stata coniata con un senso molto preciso da Roberto Saviano (creazione di notizie false, spionaggio, diffamazione, reti di protezione giuridica ed economica per i diffamatori, relazioni con la malavita organizzata), viene generalizzata, svilita, e di fatto neutralizzata: l’uso di termini presi dal fronte avverso è un altro sintomo della presenza di una strategia fascista (Mussolini rubò alla sinistra rivoluzionaria simboli, camicie nere, parole-chiave). Se Saviano usasse ancora questa espressione, lo spettatore Striscia-dipendente sarebbe autorizzato a rimanere indifferente, cioè inerte. Infine, l’apparente confronto tra due “opposizioni” (che fa passare come ovvio il fatto che fare informazione significa fare politica d’opposizione: altro messaggio subliminare): una “buona” come “Il Fatto”, una “cattiva” come “Repubblica”. Alla macchina del potere berlusconiano conviene senz’altro il primo, come emblema dell’opposizione, perché “Il Fatto”, con le sue modalità politiche e retoriche, reitera il frame del “di qua o di là”, e volente o nolente gioca in favore dell’avversario (così, almeno, la vedono da Arcore). Infine, il richiamo alla “satira”: che viene identificata con quello che fa Ricci, come a suo tempo i peti e i rutti di Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali furono spacciati per comico, depotenziando la satira come forma di lotta al potere.
    Ecco cos’è in gioco. Del resto Ricci è un uomo di potere, mica uno qualunque, e non solo difende le proprie posizioni (oltre a quelle di chi lo ha messo là dove sta), ma forse mira anche a qualcosa di più.

  20. Gentile Lagioia, ci teniamo a informarti, ma ti facciamo presente che il link si riferiva a un servizio andato in onda ieri. http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?12780
    L’ anteprima riguardava solo altre opinioni di donne che in un filmato trasmesso questa sera commenteranno le pagine tratte dal quotidiano “la Repubblica”.
    Sappiamo perfettamente che non guardi “Striscia la Notizia” e che non hai mai visto “Drive in”, se no non scriveresti le scempiaggini che fanno ridere chi è minimamente documentato.
    Cordialmente.
    L’ufficio stampa di Striscia la Notizia

  21. Se “scempiaggini” può aver offeso Lagioia ci dispiace per la sua delicata sensibilità. Pensavamo che uno che ci apostrofa come “covo di fascisti” fosse un po’ più temprato. Speriamo non lo dica alla maestra.
    Cordialmente.
    L’ufficio stampa di Striscia la Notizia

  22. Sentite, cari: la titolare del blog sono io, e se non vi dispiace i toni e i modi, in questa sede, vanno adeguati. Di fascismo ha parlato Girolamo, e mi sembra che, se ne avete voglia, è ai suoi argomenti che dovreste rispondere.

  23. 😀
    Questo e’ davvero l’ULTIMO posto in cui mi sarei aspettata di trovare l’Ufficio Stampa di Striscia la Notizia che fa il troll. Fantastico, e’ la prima volta che mi diverto leggendo qualcosa che hanno scritto loro (ma sopratutto il tono da bullo delle medie, tipo Nelson dei Simpson)

  24. Girolamo e Donatella – no non intendo minimamente sottovalutare Ricci e sono perfettamente d’accordo con voi quanto meno nel riconoscerne l’effetto pestilenziale sull’immaginario collettivo e sul linguaggio collettivo – anche se dissento dall’uso della categoria fascismo in merito che mi pare fuorviante. Pure mi pare patetico lo stesso – le ragioni non riguardano l’efficacia dei suoi gesti ma il cervello che li produce, e lo stato d’animo che li accompagna – come ho scritto nel post linkato da Loredana. Credo anche che in questo scenario che si cala in una situazione in cui il paese è culturalmente spaccato a metà – non ci saranno vincitori e battaglie definitive – tuttavia ho ragione di essere ottimista e di credere che Ricci con questo modo di fare sta contribuendo alla presa di coscienza di una necessità politica e culturale. E questa necessità non può fare a meno di processare i prodotti che ha messo in onda. Penso cioè che se i sedotti da Ricci non mutaranno opinione – sono i non sedotti prima molto più acquiescenti a essere ora cambiati.

  25. Anche a me il termine fascismo pare fuorviante – anche se capisco le intenzioni di Girolamo. Capperi, l’ufficio stampa di striscia tiene una coda di paglia che fa ben sperare
    barbara 1 (visto che c’è omonima commentatrice e non vorrei la Lipperini impazzisse cogli ip)

  26. “Da un po’ di tempo si è messa in moto una macchina del fango per delegittimare Striscia. Ma noi resistiamo, resistiamo, resistiamo”. Come vedi, Giro, due in un colpo. Peraltro, questa sera Greggio invita a desistere dalle “polemiche irresponsabili”. Dopo aver mostrato Geppi Cucciari, Isabella Ragonese e altri davanti alla solita pubblicità. Scrivo a Geppi, intanto.

  27. Caro Ufficio stampa di Striscia la Notizia, “Drive In” e “Striscia” li ho visti bene, e poi li ho rivisti quando mi è comparso sullo schermo Silvio Berlusconi durante uno dei suoi primi comizi da uomo politico. Però, che diamine, imparate a metterci la faccia e i nomi una volta tanto. Come ti chiami, di grazia? La cattiva fede del servizio che mi avete mandato via mail è palese per chiunque non soffra di analfabetismo di ritorno. Per questo l’ho trovato offensivo. Se anziché i culi di Repubblica fossero stati mostrati, nello stesso contesto, i culi del “Drive In” o di “Striscia”, la reazione sarebbe stata identica. Come cazzo fate a non rendervene conto non lo so. Siete per caso scemi? Se siete in buona fede la cosa è ancora più preoccupante perché vuol dire che non vi rendete conto neanche di quello che fate. Del resto, quella volta che il vostro capo Antonio Ricci mi telefonò fracassandomi le palle per un’ora di monologo, non sembrava del tutto in sé. Ho sempre creduto che il Gabibbo fosse un pupazzo manovrato da Ricci. Ora inizio a temere il contrario.

  28. @ Loredana
    I tipi dell’uff. stampa di Striscia dovrebbero rispondere alla mia accusa di fascismo, dici? Mica facile: gli tocca andare a scuola, intanto. A farsi inculcare.

  29. mi sono imbattuta per caso ieri sera in Striscia la notizia e proprio nel momento in cui stavano parlando del documentario “Il corpo delle delle donne 2” anadato in onda su Matrix. Si è trattato di uno spettacolo rivoltante: hanno usato il documentario della Zanardo in modo completamente distorto per poter sparare a zero su Repubblica e L’Espresso. Sono molto molto arrabbiata. Possibile che nessuno dica niente?

  30. 1) In primo luogo ci chiediamo perché la titolare di questo blog ci riprenda per aver scritto che Lagioia “scrive scempiaggini”, mentre permette allo stesso di utilizzare ogni genere di insulto nei nostri confronti. Perché non è intervenuta anche questa volta, signora Lipperini?
    2) A Nicola Lagioia rispondiamo che quanto andava in onda l’ultima edizione del “Drive in”, nel 1988, lui aveva 14 anni. Capiva già tutto? Era un ragazzo prodigio?
    Quando Silvio Berlusconi nel 1994 entra in politica, Lagioia, a soli 21 anni, si accorge da subito di cosa sia Silvio Berlusconi.
    Per tutta risposta, con tutti gli editori che ci sono, il nostro eroe cosa fa? Dal 2004 pubblica per la casa editrice di Berlusconi.
    Nicola Lagioia ci è o ci fa?
    Ci prende veramente tutti per scemi?
    È il Gabibbo di se stesso?
    3) Lagioia, in maniera furbesca, ci accusa sul post del blog di non aver firmato con un nome, ma, pochi minuti dopo il commento, ci invia una mail identica al post, in cui ha tolto la frase che ci accusa di non aver specificato un nome. Evidentemente si rende conto che la mail mandata nel pomeriggio con i link dei servizi di Striscia ha nell’intestazione il nome di chi ha inviato la mail. La sottoscritta, Sara Testori. Vogliamo commentare? Spero di no.
    4) Del “Drive in” parlavano Umberto Eco, Federico Fellini, Omar Calabrese, Beniamino Placido, Giovanni Raboni, Maurizio Cucchi, Oreste Del Buono, Luciano Salce, Angelo Guglielmi… Ora abbiamo gente del livello di Nicola Lagioia, Loredana Lipperini… Quanta strada ha fatto la Sinistra! Ma Lagioia e Lipperini sono di Sinistra o ci fanno?
    5) Lagioia e Lipperini sono fiancheggiatori della macchina del fango. Come si fa a sostenere che autori di “Drive in” come Staino (l’Unità), ElleKappa (la Repubblica), Origone (Il Secolo XIX), Disegni (il Fatto Quotidiano, Sette) siano stati gli aedi del berlusconismo?
    6) Colpisce anche l’atteggiamento “squadrista” della Lipperini, la quale sostiene che chiunque commenti l’articolo sul suo blog e non sia in linea con il suo pensiero è certamente qualcuno che lavora per l’ufficio stampa di Striscia la Notizia. Vedi per esempio Vanessa.
    7) La Lipperini, ospite in studio nella puntata di “Matrix” di mercoledì 2 febbraio 2011, tra una serie di inesattezze (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/news/2011/02/04/news_6310.shtml) aveva sostenuto che Silvio Berlusconi, intervistato da Luca De Biase per “Fortune Italia”, avrebbe affermato: “Io cambierò l’immaginario degli italiani attraverso tre trasmissioni: ‘Dallas’, ‘Maurizio Costanzo Show’ e ‘Drive in’”. Ma, come potete constatare (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/template/template_fortune.shtml), l’autore del pezzo non cita in alcun modo il “Drive in”, soprattutto come mezzo utilizzato da Berlusconi per cambiare l’immaginario degli italiani.
    8) La macchina del fango si basa su delle menzogne come quelle di Lipperini e Lagioia, la nostra reazione è basata su fatti e filmati assolutamente inequivocabili e inattaccabili.
    Sara Testori
    Ufficio stampa Striscia la Notizia

  31. Che noia.
    Comunque.
    1. Insulti no. Argomentare sì. Lagioia ha argomentato. Voi vi limitate a dire “scempiaggini”.
    2.Sull’annosa questione Mondadori Einaudi ecc. qui
    http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/mondadori.html
    3. Di mail, con tutto il casino che avete combinato con gli Ip in questo blog, è meglio che non parliate.
    4. Ci faccio.
    5. Sostengo che Drive In sia stata uno dei primi passi verso un immaginario devastante. Era difficile accorgersene allora, di certo è impossibile non accorgersene ora.
    6. Vanessa è un troll. E’ intervenuta/o su altri post sempre e soltanto per bloccare la discussione. Se volete vi spiego che significa troll. Altrimenti, andate a consultare Wikipedia. Anzi, andateci direttamente perchè ho sonno.
    7. Se aveste guardato il blog di De Biase, sapreste che solo una parte di quell’intervista è stata pubblicata e che il resto diventerà un libro. Non ve lo linko altrimenti vi annidate anche da lui. Quanto alle altre inesattezze: sulla querela, ho precisato in onda che non ne ero certa. Comunque, se la querela in questione era quella di Verdiglione, sai che paura! Alla Gabanelli dovrebbero erigere una statua? Sul Bagaglino, mentite spudoratamente. Sapete molto bene che Il Bagaglino televisivo, sotto altri nomi, ha decollato dopo Drive In ed è durato fino a pochi anni fa. Sull’inesattezza relativa al Pomofiore, che era stata citata da molti studiosi televisioni, ho immediatamente corretto il tiro, qui su Lipperatura.
    8. Avete deciso di mandare in onda le interviste alle donne del 13 febbraio complete di domande? Vi faccio i miei complimenti, bravi.
    Buonanotte cari.

  32. Certo che hanno una faccia come il didietro, questi. Lagioia pubblica con Einaudi, ma scrive quel che vuole. Loro lavorano per gli interessi del padrone e abbaiano a comando. E LA PIANTASSERO DI USARE LE PAROLE DI SAVIANO CHE NON SONO DEGNI DI BACIARGLI I PIEDI, VERGOGNA!

  33. Le sue non sono risposte plausibili, si tratta più che altro di una crisi isterica.
    p.s.: comunque la cosa mistificante è che lei abbia postdatato di 9 anni la presunta intervista a Berlusconi (non è stata realizzata all’inizio degli anni ’80, ma nel 1989, anno in cui il Drive in non andava più in onda), della quale abbiamo chiesto a De Biase e non esistono nè appunti nè registrazioni.

  34. Sara Testori eccetera. Le assicuro che per quanto vi sforziate non mi farete mai venire una crisi isterica. 🙂
    Gli appunti esistono, tanto che De Biase ha annunciato pubblicamente che ne trarrà un libro. 🙂 Buona giornata e tante care cose.

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