HOW TO

Le dichiarazioni delle donne a Striscia sono state ottenute in questo modo.
Ho appena sentito via telefono Geppi Cucciari, una delle intervistate di oggi. Le si è presentata una donna con la parrucca, che si è spacciata per una giornalista di “Lei, canale tematico”. Le ha mostrato la fotografia di una pubblicità per un divano, chiedendole  “Che ne pensi?”. E Geppi: “deprecabile”. Poi le ha chiesto cosa pensa degli uomini che legano le donne per avere un rapporto sessuale. Il resto della dichiarazione di Geppi (intuibile) , così come si può vedere nei servizi di ieri e oggi, viene utilizzata “contro Repubblica”.
Capito come si fa?

227 pensieri su “HOW TO

  1. quando sono arrivata a “livore comunista” ero stremata, basta.
    Toni da talk show televisivo con vari/e sgarbi qua e là – o sempre lo stesso in tante salse? – ad inquinare. E con gli stessi toni del vecchio paranoico, a scagliarsi contro “la sinistra”. ma basta.
    Sono con tutti coloro che chiedono di smorzare i toni da polverone, e intanto, ogni tanto vado a vedere sul sito del Corpodelledonne cosa se ne dice: niente, mi pare. Anzi, il progetto della Zanardo è arrivato fino a Bruxelles, alla faccia di ricci e delle sue strategie ormai obsolete. Dice che là sembra già primavera:)
    E poi mi piace un sacco “il 25 aprile dell’immaginario femminile sta arrivando”, grande Maurizio! A me sembra che sia già arrivato! Il 13 febbraio ero nel fiume di persone incredula e felicissima, e sono convinta che nessun gabibbo riuscirà a spegnere questa circolazione di idee e di energie che sta dilagando al di là dei generi, delle età e dei partiti.

  2. Sì, Stefania, questo “25 aprile dell’immaginario femminile” piace tanto anche a me. Ieri sera ho guardato Striscia, ma che tristezza! nel senso che trasmette un senso di regime affaticato, anzi rantolante. Non credo che sia solo una questione mia personale: un sedicente chirurgo estetico – chiaramente che fa punture alle labbra delle donne, le quali ovviamente sono sempre sceme alla ricerca solo di quello e se le fanno fare da uno incontrato al bar – inseguito per strada, con la scena ripetuta all’infinito, al grido, più o meno, di “ma non si vergogna”. Non saprei da dove cominciare a elencare la lista dello squallore e delle umiliazioni, in cima forse metterei quella autoinflitta di chi non riesce a smettere di fare una tv del genere. E poi il messaggio intimidatorio alle giornaliste. Pietoso. L’unico accompagnamento appropriato sarebbe una bella campana a morto, c’era un’allegria da funerale. In fondo guardarlo mi ha tirata su di morale, la tristezza è nel programma. Ma come si fa a pensare che la paura di essere svergognati in tv debba essere la strategia per stimolare a non vendere alcolici ai minori? Nel paese delle feste di Arcore? Ma qualcuno sente mai parlare di una politica seria su questi temi? Credo davvero che i discorsi che finalmente stanno prendendo il posto della farsa di regime stiano curando il cervello di chi è stato reso assuefatto a certi anestetici. E poi ci si occupa dell’alcool ai ragazzini….
    Ah, dimenticavo, c’erano le veline, appropriatamente e castamente vestite di nero (a proposito di funerali), perché qualcuno pensa che il problema sia solo di centimetri di pelle scoperta.
    In fondo mi sono divertita a vedere che proprio non sanno come uscirne.
    Intanto Lorella è arrivata a Bruxelles.

  3. se andate sul sito di se non ora quando ci sono tutte le attività per ogni città. A Roma se non ho capito male si va a piazza Vittorio (co tutti fiocchi rosa sig! quanno se dice credere, obbedire e combattere….)

  4. Vorrei segnalare il corteo notturno che si svolgerà a Roma l’8 marzo, su inziativa di collettivi e realtà territoriali che esprimono contenuti ulteriori e in parte divergenti (ad esempio la dignità delle donne indissolubilmente legata alla nazione, i costanti rimandi alla loro funzione riproduttiva, confermata e rafforzata simbolicamente nella scelta dei fiocchi rosa,l’assenza di precisi riferimenti ai femminicidi e alla condizione delle donne migranti,ecc.) rispetto al comunicato di Senonoraquando.
    Qui potete avere più informazioni, sia sul corteo romano che sulle manifestazione nelle altre città:
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/02/27/roma-otto-marzo-corteo-notturno/
    Evento facebook:
    http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=195205350503998
    P.s. al bianco virginale e al rosa materno, io preferisco il ribelle e indecoroso rosso 😉

  5. Andrei cauto col trionfalismo. Chiedo scusa.
    E’ l’inizio di marzo, qui fuori neve e freddo. Aprile è lontano.
    Il 25 ancor di più.
    L’ho vista anch’io la faccia tirata e imbarazzata di Greggio ieri sera.
    E allora? Greggio? E chi è?
    Vi chiedo ancora scusa, ma non mi convince proprio questo dare per archiviato, o quasi, un tempo nel quale invece siamo ancora del tutto immersi. Un tempo, tra l’altro, che puzza di escrementi.
    Un sistema viene giù, e noi ne abbiamo pronto un altro migliore.
    Davvero?
    Se mi fornite qualche esempio vi sarei grato, perchè io vedo una distesa di macerie. Non la Zanardo a Bruxelles, per favore.
    Per favore.
    Ammettiamo pure di essere al km. 41 della maratona. C’è qualcuno che in onestà possa ritenere quegli ultimi mille metri i più facili? Che si percorrano da soli?
    Se avete un nonno che la guerra di liberazione l’ha vissuta davvero, chiedetegli come sono stati gli ultimi mesi. Cosa sono stati.
    Ci sono enormi ostacoli da affrontare. E non siamo messi bene.
    Abbiamo contro la demografia. Quarantacinque anni di età pro capite.
    Nello Yemen diciotto. In Tunisia ventiquattro. In Egitto venticinque.
    Era l’età media che avevamo noi nell’Italia risorgimentale. E poi quella della fine del ventennio.
    Il 13 Febbraio Piazza del Popolo aveva tutte le caratteristiche per diventare piazza Tahrir.
    Bastava dire: Noi non andiamo via. Non c’era niente da assaltare, nè da assediare. Tutto uguale. Solo, non andare via.
    Non è accaduto. E non è colpa di nessuno, sia chiaro, non è accaduto e basta.
    Dice: la gente doveva tornare a casa, al lavoro il giorno dopo, alle famiglie ai figli, i centomila impegni.
    Ecco, appunto.
    Ma è vero o no, allora, che il 30% dei giovani e il 50% delle donne sono privi di occupazione? E ‘sti cazzi di impegni quali erano?
    Dice: la famiglia, i figli.
    E le migliaia, decine di migliaia, di donne di Piazza Tahrir erano tutte single senza prole?
    Eccola, la demografia, che mescolata insieme alle tre Q, fornisce la formula dell’intruglio esplosivo.
    Le tre Q. Quanti, Quanto, da Quanto Tempo. Poveri. Noi.
    Purtroppo la chimica non ci è favorevole. E questo rende l’ultimo miglio ancora più duro.
    Da parecchio ormai ho smesso di guardare nel campo avverso. il 30% di fascisti, qui da noi, è un dato fisiologico. Ci sono sempre stati, ci saranno sempre.
    E’ il made in Italy. Un prodotto locale, una gloria nazionale. Doc. Insieme alla mafia i due grandi regali fatti al mondo nell’ultimo paio di centurie. Due straordinari sistemi di controllo che abbiamo fornito al pianeta, e che vengono altrove rideclinati con modalità e gradazioni differenziate. Ma il software è nostro.
    Non si può pensare a una redenzione di massa. Non si può sperare di trasformare le cosche di Platì, o gli scissionisti di Secondigliano, in centri culturali o associazioni di volontariato. Non si può puntare alla conversione di Pinochet in sincero democratico.
    Si può, e si deve, solo metterli nella condizione di non nuocere. Troppo.
    Guardo solo nel mio campo. E non siamo messi bene.
    Se te lo dice pure Camilleri, 85 anni, dopo Monicelli, mi manca la sua faccia, che senza una rottura non si va da nessuna parte, non ci sarebbe altro da aggiungere.
    Camilleri, uno che nel ’68 sceneggiava il Tenente Sheridan per la RAI, mica tirava le molotov.
    Chi guarda oltre fa un esercizio giusto, utile e necessario. Ma se dimentica di avere una pistola puntata alla bocca dello stomaco, beh Houston abbiamo un problema. E ce l’abbiamo.
    In ogni caso, anche quest’anno, in un modo o nell’altro, il 25 Aprile arriverà.
    Speriamo faccia almeno un po’ più caldo.
    L.

  6. Banalmente.
    Le donne di Piazza Tahrir non hanno la pancia piena.
    Ne sono convinta.
    Ci si arrovella, ci si scandalizza per il trattamento che subiamo ogni giorno ma le comodità ci anestetizzano.
    Parlo anche per me, che sono qui, non lavoro abitualmente ma ho la connessione wi-fi…
    Scenderò ancora in piazza; vorrei fare di più perchè questo è solo un piccolo passo.

  7. Ho guardato questo filmato, se è di questo di cui si parla:
    http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?12761
    piuttosto noioso, foto da catalogo già viste non solo su Repubblica ma anche su altri periodici in quanto immagini pubblicitarie. Tra l’altro si butta tutto nel calderone, mentre c’è anche un ottimo servizio fotografico di Marcus Ohlsson pubblicato sull’ultimo Velvet, immagini di stile avangtarde molto innovative.
    La questione è, purtroppo, sovraordinata, va cioè oltre, o al di sopra, di Repubblica, dei giornali “progressisti”, e di Striscia, ed è l’immagine del corpo, soprattutto femminile (ma non solo, anche maschile), e del suo uso. Ne parla Natalia Aspesi in un articolo proprio su Velvet. Questa immagine del corpo femminile – immagine dominante – proviene soprattutto da una estrema volgarizzazione di un’estetica anni ’80, che aveva come maestro Helmut Newton. Si è proceduto con un progressivo screditamento, una banalizzazione (per esempio attraverso i calendari, di stile newtoniano, cioè forti, ma volgarmente para-pornografici) di quello stile, che arriva fino ai giorni nostri. La Repubblica, come tutti, fa pieno uso di questa estetica, non è utile negarlo, ma invece sarebbe utile riflettere di come idee, stili che vorrebbero essere progressisti assumano idee e stili invece reazionari. In questo modo le idee progressiste diventano compartimenti stagni all’interno di un contenitore di stampo reazionario, che li ospita. In altre parole: il vero potere sta nel mercato pubblicitario e mediatico, un potere sovraordinato che “usa” tutti, reazionari e progressisti, indifferentemente, per i suoi scopi. E tutti accettano, perché questo è il mercato bellezza.

  8. Luca, anche a me non piacciono i trionfalismi. Io non penso neanche che ci troviamo al chilometro 41 e alla redenzione di massa non credo proprio per nulla. Se le cose cambiano è perché cambiano i rapporti di potere e perché questo avvenga bisogna che emerga sta benedetta cosapevolezza di condividere il destino con i propri simili, attualmente sepolta sotto stratificazioni geologiche di individualismo, apatia, ignoranza. Nessuno ha detto che sia una passeggiata e nessuno s’è scordato della pistola alla bocca dello stomaco, credo.
    Guardare oltre però è il primo passo, sennò neanche si parte ma si resta fermi a frignare e a tentare disperatamente di pararsi le chiappe. Che poi è quello che sta facendo Ricci, tra l’altro.

  9. È nata una nuova pagina del movimento delle donne?
    «È stata la dimostrazione di una vitalità che in molti non avevano saputo vedere. Le donne hanno dimostrato con disinvoltura e allegria di non essere complici di un modello maschile esemplificato dal capo del governo. Che l´opera sia completata, certo non si può dire. Ci vorrà un´altra ondata di femminismo, oppure finalmente andremo incontro a una risposta più intelligente da parte degli uomini». Ecco: in questo momento il simbolico e lo storico maschile devono, come si dice negli States, take the back seat, sedersi dietro, lasciar guidare alle donne, e aspettare di venire interpellati. Perche’ tanto, anche se ci sforziamo, noi maschi, sapremo solo mettere in campo quelli. Vecchi e triti. Pistole e violenza, velata o diretta. Buona visione.

  10. @Luca
    Ho parlato di un sistema migliore fondato sul rispetto, non di un sistema migliore tout court.
    Nemmeno io penso che Lorella Zanardo a Bruxelles sia la soluzione di tutti i mali, né che lei lo sia, in generale, ma che tu sottovaluti così tanto lo sforzo, e la competenza con cui lo sforzo si compie per dare almeno alle ragazze e ai ragazzi la possibilità di modelli migliori di quelli che ci propina questo che, sono con te a definire fascismo, beh, mi dipiace un bel po’.
    Per dirla tutta, Luca, io non penso affatto che siamo al 25 aprile delle donne, penso che da un lato manchi ancora molto e dall’altro che molto è già nelle mani delle donne. La penso proprio come Luisa Muraro nell’intervista di cui al post più avanti.

  11. Ciao Loredana, a Striscia hanno parlato di te. Sarebbe il caso di chiedere una replica e di dimostrare le tue ragioni valide, sbugiardandoli anche in ordine alla sotria di Geppi Cucciari.
    Ciao, Mario.

  12. Cara Loredana…
    è impressionante vedere in quel breve filmato, come la Hunziker non faccia altro che sottolineare la profonda verità del tuo articolo sul NYT in ogni istante in cui parla e\o sorride.
    Non so se gli italiani spettatori di Striscia siano in grado di cogliere la contraddizione. Temo in pochissimi.
    E mi spiace che il tuo nome venga pronunciato da Ezio Greggio. Altro che silenzio dei prosciutti gli servirebbe. Sicuramente si alzeranno le voci che ti vuoi fare pubblicità. E molti lo crederanno. Perché oramai la dignità è senza valuta, quindi non conta. Non si nota, non si riconosce.
    Per questo motivo, persone come Antonio Ricci possono addormentarsi la sera.
    Non ne nego certo le capacità autoriali. Ma sotto, cosa c’è?
    Greggio è come Gmork. Anche se forse neanche lo sa. La sua maschera invecchiata stona ancor di più nel tentativo di nascondere l’età.
    Lottiamo per tutti i Bastian. Come Loredana.

  13. Mah, tutti quelli che ho sentito dicono che Striscia sta diventando davvero una noia mortale, ed è anche fastidiosa. Sta diventando troppo ovvio che ce l’hanno con le donne e che usano donne per parlar male di altre donne. Speriamo che continuino così! La vecchia cara zappa sui piedi. Temo che a replicare gli si darebbe l’importanza che vanno cercando, appunto, là dove è.

  14. Ekerot e Ilaria. Credo che, nonostante le intenzioni degli autori, quel filmato, così come il famigerato “Corpo delle donne 2” si stia rivelando un boomerang. Adesso, è ora di andare avanti: la replica esiste già. In tutto quello che ho e abbiamo scritto in questi anni. Ed è, appunto, sotto gli occhi di tutti. Abbracci.

  15. Un commento arrivato al New York Times 🙂
    Today your article was mentioned on “Striscia La Notizia” as an example of “the mudslinging machine from abroad.” The conductors, Ezio Greggio and Michelle Hunziker, then went on to show how on Canale 5, many of the television presenters are women. What they failed to reveal is how these presenters are filmed on TV. Usually, any woman on TV is fillmed from her feet. The camera follows her legs, to her hips, breasts, and, lastly, almost as an afterthought, her face (Many times she has already begun speaking before the camera reaches her face). Of course, “Striscia” conveniently forgot this and other examples of sexism in TV. I am American and have lived in Italy since 1997. Before coming here, I had never seem a camera pointed on a woman’s behind as she danced.
    “Striscia La Notizia” claims that their “veline” are “ironic.” To me, it seems they are just there, like dancers in most shows, to attract male viewers with their attractive bodies. As a female viewer, I find it all very degrading…
    Lisa Mary Vecchione

  16. Nel mio commento mi riferivo a una replica al ‘trattamento’ del tuo articolo da parte di Striscia, Loredana, non al filmato. E vedo infatti che non hai bisogno di replicare. Ahahah! Buonissimo 8 marzo! E’ proprio vero, noi andiamo avanti, anzi, ci siamo già avanti.

  17. La frase finale del commento all’articolo del NYT mostra il punto di vista che all’estero hanno più o meno tutti: le giustificazioni sono inutili, che c’entrano l’ironia, la libertà, l’innovazione, ecc. con una operazione mediatica che è semplicemente ‘to attract male viewers with their attractive bodies.’ ? A mio parere, con una visione direi ‘pragmatica’, all’anglosassone maniera, non si riduce o semplifica affatto il problema, si cerca di mettere un punto fermo. Da cui ripartire.

  18. Ottimo! Far fare la figura del chocolate dealer in mondovisione al “sistema striscia” penso proprio sia un’ottima cosa, intanto. Sulla faccenda del ridicolo ma dirimente (secondo loro) sondaggio rivolto alle giornaliste via e-mail segnalo l’ottimo Alessandro Gilioli: «… chi non risponde semplicemente non risponde, e schierarlo con una delle risposte è scorrettezza che solo Mediaset si poteva inventare.» Fra l’altro fantastica, loro malgrado, la rassegna degli “spiriti critici” al femminile del palinsesto quotidiano di Canale5 nel “servizio” di ieri sera su striscia: il dono della parola 🙂 Poi dice: – ma, i volti tirati dei conduttori… – o certe sparate miserevoli che mi è capitato di leggere perfino qui… il fatto è che non c’è dignità; non mi va proprio di affettare indulgenza verso una legittima difesa della pagnotta, perché trattasi di pagnotta avvelenata e pagata profumatamente dalla comunità tutta dei consumatori (parola, quest’ultima, che  fa schifo). Nella ricorrenza di questo 8 marzo 2011 mi va, invece, di omaggiare tutte le donne dedicando un profondo e ideale inchino alla giornalista Maria Luisa Busi.

  19. Una breve riflessione sulla campagna di killeraggio in atto da parte dei Ricci-boys e Striscialanotizia.
    Quel programma, un po’ come tutto l’infotainment trash, vive di “crociate” del genere, tormentoni che servono loro per parlare di qualcosa, oltre che, in questo caso, per legittimare i propri obbrobri.
    Penso che, al pari di tutti gli altri i tormentoni del genere, prima o poi la smetteranno; è nella logica delle cose: se insistono troppo, finiscono per stancare il loro pubblico. Insomma: se non vuole rimanere impantanata a sua volta, a un certo punto la macchina del fango massmediatico deve fermarsi.
    Quello che non si fermerà, e che sopravviverà anzi a certo lordume ipocrita, è il lavoro perenne, sistematico, carsico che fanno Loredana Lipperini e molt* altr* nel costruire un’alternativa allo stato delle cose.
    Per cui sul breve termine, magari, grazie alla loro maggiore visibilità, potrà sembrare che gli ipocriti al soldo di Ricci “vincano”, o siano addirittura imbattibili. Ma, sul lungo termine, sarà quel lavoro, condotto su tutt’altro livello e con tutt’altri presupposti, ad avere la meglio.
    Ne sono convinto. Il tempo e la storia faranno giustizia delle loro miserie.

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