CARO DIARIO

Due cose che ho fatto.
Ho letto un libro, L’istinto del lupo di Massimo Lugli, e ne ho (sinteticamente) parlato sul Venerdì. Così:

Una storia sbagliata, e bellissima. Dopo “La legge di lupo solitario”, Massimo Lugli racconta la nascita di un ribelle e la sua iniziazione all’amicizia, all’amore, alla strada. Lupo è un adolescente per bene che incontra un barbone. Da lui impara a sognare, a usare un coltello, a lottare. Per lui cambierà nome, città, vita. Per lui, infine, ucciderà. Sullo sfondo, gli anni bollenti del movimento: in primo piano, la storia di un padre e di un figlio nelle cui vene non scorre lo stesso sangue.

Ho chiacchierato col mio giornalaio, stamattina, osservando la solita rivista per bambine che allegava mutande (giuro), pubblicizzando le medesime con foto di due piccole delle elementari con sorrisino ammiccante, canottiera, e slippino-omaggio fra le mani. Parere del giornalaio: “Se le bambine vanno matte per questa roba, non c’è niente di male”. Parere della vostra eccetera: lo conoscete già. Risposta del giornalaio: “Ma anche le madri sono d’accordo”. La vostra eccetera va a prendere la metropolitana.
Una cosa che farò.
Domani sera, a Pordenone, intervisto Alessandro Baricco su I barbari. Se ci sono domande da parte vostra, dite pure.

23 pensieri su “CARO DIARIO

  1. Ho letto un saggio di Franco Brevini “Un cerino nel buio”.
    Non saprei fra Brevini e Baricco chi si è fatto ispirare da chi. Direi che, leggendo Brevini poco tempo fa e avendo letto Baricco all’epoca delle pubblicazioni di Repubblica, ho avuto la piacevole sensazione di assistere a una conversazione fra amici. E’ così? Certo Baricco appare più provocatorio e affascinante nella sua disamina del barbaro, mentre Brevini sembra un vecchio saggio che fa qualche rassegnata concessione al nuovo che avanza.

  2. Sono serissimo. E non credo di essere l’unico a pensarla così (vedi Luttazzi, ma lungi da me il volermi paragonare a un grande come lui).
    P.S.:Ringrazio per il cazzaro e mi dispiace di non aver postato nel giusto orario.

  3. Cara Loredana,
    le pubblicazioni per bambine mi stanno molto a cuore. Sono oggetto di molti dei commenti del post di discussione sul libro. Ricordo anche la bella lettera che hai ricevuto mesi fa da una che per quelle riviste scrive. La controparte non e` certo l’edicolante. Possibile che noi, come donne e mamme, non si possa fare niente? Ricordo le campagne di boicottaggio alla Nestle` o a Nike degli anni passati. E` chiaro che la maggioranza ha continuato ad acquistare Nestle`/Nike, ma le campagne hanno almeno sollevato la questione morale. Possibile che non si riesca a fare qualcosa di simile, almeno per smuovere le coscienze non ancora arenate?

  4. Io sono in conflitto sul concetto di scuola di scrittura creativa. So antica pure qui si vede. Mi chiedo come fa uno che ritiene e si ritiene che abbia il talento per scrivere a patrocinare un organismo che strutturi e canonizzi il talento stesso. Io leggo questi parti delle scuole creative americane, dove magari a suon di soldono insegnano scrittori che amo, e vedo che i risultati sono tutti di una gradevolezza simile di un’analogia di fondo. e quando il talento c’è – che so ZZ. Packer – mi sa che annega nella scuoladiscritturacreativa. Si dimezza.
    Io gli chiederei queste cose al Baricco. Poi non ne vado pazza io eh, ma è secondario qui.

  5. Sandra, il punto è che gli ultimi dati relativi al prodotto Winx sono impressionanti: un trionfo dal punto di vista del merchandising. Un trionfo. Questo non vuol dire che il boicottaggio è sacrosanto.
    Su Baricco: l’incontro verte sui Barbari, non sul medesimo…

  6. Come donne e mamme con coscienze non arenate, non compriamo le riviste con le mutande…
    sembra poco? a me non pare. Sapere opporre un NO alle richieste dei figli, motivandole, ma sapendo che a un certo punto il no è anche etico, e quindi indiscutibile, a me non pare poco. Certo, la strada è individuale…ma di questi tempi sembra l’unica praticabile, io non abdicherei anche a questa.

  7. Tanto per unire i due temi del post, potresti chiedere a Baricco come trova possibile “governare la mutazione”, a fare “un lavoro raffinato, di cura”, un “intelligente navigare nella corrente” (cit. da I Barbari) quando si arriva perfino (ma è solo un esempio) alle mutande nelle riviste per bambine e soprattutto alle mamme che sono d’accordo; non avverte mai come “troppo” quello che sta dall’altra parte, talmente “troppo” che non si riesce più a navigare?
    PS è vero che la controparte non è l’edicolante, ma un po’ di boicottaggio il tuo giornalaio se lo meriterebbe pure…

  8. paola, secondo me la strada individuale non basta piu`: bisogna boicottare personalmente e trovare il modo di diffondere le ragioni del boicottaggio! bisogna svegliare le coscienze assopite! rai due alle 7:30 del mattino ha sostituito un cartone con una ragazzotta che insegna a un gruppo di bambine a ballare, e il logo winx che campeggia a mezzo schermo! Ecco, questo e` inaccettabile, non basta che io spenga a mia figlia la televisione, devo trovare il modo di salvaguardare anche le bambine le cui mamme non spengono la televisione!

  9. Ciao Loredana.
    Sarei curioso di sapere da Baricco:
    – se la nostra civiltà sta davvero scomparendo perchè ci stiamo chiudendo in noi stessi e abbiamo paura del diverso, e la propaganda ci martella in continuazione su questo;
    – se ha senso difendere così tenacemente i nostri confini per sopravvivere nel nostro piccolo tinello, col fucile appoggiato alla parete;
    – se gli italiani sono secondo lui condannati ad essere sempre un popolo uguale a se stesso, incapace di mutare, o se hanno qualche speranza
    – se ha mai pensato di scrivere un giallo/noir o se lo ha scritto ma se lo è tenuto per sè.
    Grazie.

  10. Io a Baricco chiederei se ha qualche opinione sui suoi colleghi che stanno lavorando alla New Italian Epic. Li guarda con simpatia, con partecipazione, con distacco, non li guarda proprio?

  11. Post un po’ schizofrenico: Baricco e le Winx… si potrebbe chiedere al primo cosa ne pensa delle seconde, oppure dire che entrmbi sono sopravvalutati… ma visto che sono padre di una settenne (si dice?) mi interessano più le fatine. Ora io sono piuttosto ottuso da questo punto di vista, ma mi par di ricordare discorsi simili sulla violenza dei fumetti e sul potere diseducativo dei film di arti marziali di quando ero bambino. Credo che se mia figlia vuole la rivistina io la posso pure accontentare, casomai cercando di non comprare tutte le rivistine che sono in edicola e facendole capire che il mondo ruota su altre cose, troppo poco? …e poi non è che fra 20 anni ci troviamo con nuovi mostri (sicuramente cartoon in 4 dimensioni) sexissimi, violentissimi, fighissimi e tutti a lamentarsi di quanto era meglio quando c’erano le Winx etc. etc. (come si fa oggi nei confronti di quell’assurdo e sbrodolante Zecchino D’oro in b/n)? …e su Baricco? mah… signora Lipperini ma ci deve proprio andare a Pordenone?

  12. La mia domanda su Baricco è questa (sperando non sia troppo tardi).
    Nel finale del saggio lui parlava di come le cose che noi consideriamo imprescindibili debbano mutarsi nella corrente ed essere pronte per i tempi nuovi.
    Ora, mi sto arrovellando da tempo su come Beethoven possa mutare nella corrente…Che cosa ha in mente lui?
    Citava “Pulp fiction” come esempio di film “mutante”, ma “Pulp Fiction” è tutto sommato roba nuova. Qual è un possibile sentiero in cui educatori, e tramandatori possano realmente trasmettere ai barbari i classici senza tradirne lo spirito?
    Sull’altra questione, visto che mi avete toccato lo Zecchino, volevo dire che il miglior metodo per giudicare un prodotto (per bambini o no) è sempre puntare sulla qualità. Una buona fetta degli anime giapponesi anni ’70-’80 vista oggi resta godibilissima (ho provato di recente con “Lady Oscar” e “Conan” e mi sono parsi eccezionali). Magari ci sarà stato il cartone non propriamente “femminista”, ma se ben fatto al bambino arriva la bellezza della storia, che non dovrebbe nuocere troppo. Le winx sono un prodotto di qualità? Questo dovrebbe essere il punto.
    Poi, certo, anche le belle storie possono essere pericolose. L’ho sentito a Radio3, forse proprio negli anni di “Lampi”: “Tolkien è pericoloso”. Probabilmente è vero. Ma la vita non è facile neanche per un bambino, e magari i genitori possono dargli una mano.

  13. Non solo le winx. non solo quelle putroppo. Credo che gran parte di ciò che oggi è comunicazione, sia instigazione al sesso deteriore, criptato o palese. Gran parte di ciò che tempo fa era educativo ora è finalizzato all’imbarbarimento collettivo, al disinnesco del pensiero critico, delle coscienze: di conseguenza della civiltà dei valori etici, politici, sociali. Le trasmisioni telvisive della mattina, del pomeriggio, della prima serata… restano i programmi della notte e qualche scheggia su rai tre: il resto è barbarie. Direi che siamo all’inizio: l’imperio del commercio (marketing?), il delirio dell’ imbonitore senza scrupoli – mutandine da bambina nelle riviste: pedofilia palese), della manipolazione delle ex coscienze sta avendo inizio. Sono molto pessimista per il futuro. Bisognerebbe che l’economia, la finanza, le borse, e tutto ciò che profitto passasse in secondo o terzo ordine rispetto all’educazione, alla civiltà, al progresso sociale. Una rivoluzione, insomma. Ma è possibile opporsi alla calata dei barbari? Con quali mezzi, visto che i barbari hanno nelle mani le armi della comunicazione di massa? Baricco, il baricco di Castelli di rabbia, di Oceano mare, di Seta… io ricordo quello. E mi stava bene.

  14. Intervista a Baricco? Oggi? Mannaggia! Non lo sapevo : (
    Poi ci dici come è andata?
    Io quel libro me lo sto rileggendo proprio in questi giorni per la seconda volta. Per me è tutto da sottolineare.
    Buon Pordenone!

  15. Sandra, arrivo tardi sul post ma mi è saltata la linea. Certo che sono d’accordo con te, la strada individuale la sento frustrante – e a volte anche disperante, c’è una solitudine di fondo nelle riflessioni sull’educazione dei figli. E ho una “ottenne” e un “decenne”: quindi mi preoccupano sia le winx che i modelli da maschio. E’ che conosco a memoria le conversazioni tra mamme (e tutte si qualificano come mamme: “ciao sono la mamma di…”, mica “ciao, sono paola e oltre ad essere la mamma di sono anche impiegata insegnante casalinga, ecc.”) davanti a scuola, ai giardini, e mi accorgo che tentare di aprire un canale di comunicazione è impresa quasi impossibile. Questo non vuol dire rinunciare a priori a parlare e discutere: ma ti ritrovi a parlare da sola. Purtroppo. Nasce da questo senso di solitudine la constatazione che la via individuale appaia come l’unica praticabile. Detto questo, però aggiungo una nota di ottimismo: la figlia ottenne e il figlio decenne non sembrano soffrire del fatto che la tv in casa non sia accesa a tutte le ore, che non abbiano libero accesso al telecomando, che i cartoni che vanno tra i loro compagni li abbiano visti pochissime volte. Riescono a integrarsi nel gruppo, e vedo con un certo interesse come tutti insieme rielaborino a modo loro i temi e i personaggi, inventandosi mondi e narrazioni a volte sorprendentemente distanti dai modelli proposti. Quindi, qualche speranza c’è…
    paola

  16. Caro Stefano, forse hai ragione: ho dimenticato di sottolineare il fatto che i valori etici che evocavo sono assolutamente laici, il progresso sociale non necessariamente quello della dottrina sociale della chiesa di Roma.
    Per la politica, è notorio, putroppo, a tutti, che che i valori cristiani non sono mai stati presi in considerazione dai partiti sedicenti ‘cattolici’, essendo questa una forma sfacciata di strumentalizzazione per avere i voti dei cattolici: ed è su questo punto che si gioca il futuro dell’italia civile, che sarà tale solo quando sarà affrancata dal potere bimillenario della religione: ciò non succede putroppo neanche per le nazioni guidate da gente come Almadhinejad. Ma noi siamo (saaremmo) l’Occidente…

  17. Il tuo libro è fantastico e fa aprire gli occhi su molte realtà che personalmente credevo risolte.
    peccato che adesso devo farci sopra una trattazione!:D.
    mhm…che commento inutile.

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