CHIARA VALENTINI SU L'ESPRESSO

Che i vecchi siano malsopportati nella nostre società schiacciate sul presente è abbastanza noto. Perché sono troppi, inutili, portano via lavoro ai giovani, come ripetono stereotipi sempre più insistenti. Ma c’è una condizione ancora peggiore e finora poco analizzata, quella delle donne quando diventano anziane. Lo ha fatto con un certo coraggio Loredana Lipperini in “Non è un paese per vecchie” (Feltrinelli, 206 pp., E15) , dove fin dal titolo si affronta la parola tabù della vecchiaia declinata al femminile, più simile a un insulto o a una maledizione e che infatti nel linguaggio corrente viene sostituita da meno imbarazzanti sinonimi: anziana, pensionata, nonna.
Al centro della questione c’è ancora una volta il corpo femminile, ossessione dell’immaginario italiano, che oggi più che mai perseguita le donne nelle varie fasi della loro esistenza. Perché, sostiene Lipperini, se è il corpo, prima ancora di ogni valutazione intellettuale e sociale, l’unità di misura in base a cui viene catalogato e giudicato ogni essere di sesso femminile, è evidente che la vecchiaia diventa una non esistenza, un buco nero da cui tenersi a ogni costo alla larga. È quel che fa la pubblicità, dove le over 60 degli spot sono figure scattanti e senza età, pelle liscia e capelli al vento.
“Vietato invecchiare” diventa l’imperativo di legioni di donne frastornate da offerte di siliconi e botulini, per non parlare di una tv sempre più crudele, che suggerisce alle anziane gli abiti delle figlie e delle nipoti, per poi sbeffeggiarle nella rappresentazione delle velone. Ignorate se si adattano a fare in silenzio le nonne, prese di mira se osano scelte abituali per i maschi, per esempio prendersi un partner più giovane, le anziane di Lipperini (titolare del blog www.lipperatura.it) si rifugiano molto più di quel che si crede nel Web. Ed è da lì che Lipperini ci fa arrivare le loro voci, perplesse, ironiche, spesso convinte che anche la vecchiaia “può essere un’altra cosa”.
Chiara Valentini
L’Espresso in edicola

9 pensieri su “CHIARA VALENTINI SU L'ESPRESSO

  1. condivido tutto tranne l’incipit unisex, che parla di “vecchi”. in una gerontocrazia come la nostra, in cui i più importanti posti di potere sono occupati da over 70enni, meglio fermarsi alla condizione femminile, oggettivamente svantaggiata.

  2. Come al solito,una visione parziale,la parte per il tutto.Se dovessimo prendere la pubblicità come fotografia della realtà,staremmo freschi!
    E’ ovvio che è sempre sopra le righe,dentifrici compresi.
    E tutte queste legioni di donne frastornate da botulini…io per strada non le vedo,solo in tv,giornaliste comprese.
    E perchè tanto disprezzo per il corpo?E’ la prima immagine che l’altro ha di noi e che certamente non basta a qualificarci,dopo dieci minuti se uno od una sono delle mezzecalzette,non c’è corpo che tenga.Ma da qui a farne quasi una colpa.Non sempre esser bella equivale a stupida.
    La stessa Simone de de Beauvoir,spesso qui citata,non consigliava certo alle donne di trascurar il loro corpo.
    Sembra di passar da un estremo all’altro.
    Certo,la vecchiaia può esser altra cosa,ma molto più facile per chi ha privilegi…

  3. Non mi pare che il corpo venga disprezzato e che nessuno abbia consigliato alle donne di trascurare il proprio corpo, e neanche che si sia fatta l’equivalenza fra belle estupide. ma che esista un problema per cui le donne soprattutto ma anche in parte noi maschi dobbiamo privilegiare il corpo sul resto mi pare difficile da negare.

  4. Lampante è che nessuno di quelli che mi hanno preceduto ha letto il libro.
    Io ne ho due copie, una ve la regalo e un’altra va dritta dritta in biblioteca.

  5. Lady Oko, ma SUL SERIO non ha mai sentito il commento del tono “ma quella lì perché non si va a nascondere, vecchia com’è?”
    “Quella lì” lo senti riferito alle varie Brigitte Bardot, &c. ovvero qualunque celebrità over 60, ma anche alla vicina di casa, la conoscente &c. che evidentemente in quanto over 60 si deve ‘vergognare’.
    e preciso che ho ‘circa’ 30 anni 😉 per cui sono fuori target ;))

  6. Certo che l’ho sentita,ma dò il giusto valore,quello delle solite battute da sempre in uso per argomenti svariati e che lasciano il tempo che trovano,altrimenti troveremmo da speculare ogni istante,al bar,in ufficio…su qualsiasi cosa.
    E di battute ce ne sono anche di più ironiche e crudeli su tutto,ma tali restano.
    Magari a lei come a me è capitato di dire:”guarda un po’,ma chi
    è quello lì?”,ad un anziano\a che ci attraversa improvvisamente la strada,mentre invece mai ho sentito dire ad uno\a over 60 che si deve vergognare solo per questo.
    Pure io ho trent’anni.

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