Dal quotidiano di oggi (qui in versione large):
I bar, le pensionate, le frustrazioni, le birre calde, le sbronze, i motorini, i delitti di Quarto Oggiaro: e, in assoluto, di ogni periferia cittadina e di ogni luogo di seconda scelta cui non sempre la narrativa ama guardare. Questo è il cuore dei romanzi di Gianni Biondillo, architetto, saggista, acquisto recente (ma già prezioso) del giallo italiano. Di Biondillo esce in questi giorni il secondo romanzo, Con la morte nel cuore (Guanda, pagg. 444, euro 16,00), che segue di non molti mesi l’ottima accoglienza riservata a Per cosa si uccide. Identico il protagonista, l’ispettore Ferraro: mezza età, non aitante, non felice, persino scalpitante non fumatore e pessimo gourmet, a dispetto degli stereotipi illustri. Dote primaria, testardaggine investigativa a parte, l’attenzione che molti recenti antieroi del noir nostrano riservano non alla middle class ma agli ultimi nella scala sociale, che siano barboni, extracomunitari, sottoproletari in genere, persino piccoli criminali.
Come nel precedente romanzo, il crimine su cui indagare non è uno solo: e alla vicenda principale si intrecciano quelle, meno cruente, di un ragazzo scomparso il cui bancomat continua misteriosamente a funzionare, dell’incendio appiccato al giaciglio di un senza fissa dimora, di uno scippo di dentiera. Poi accade che uno di questi delitti minimi si trasformi e ingigantisca: un giovane bandito compie azioni di disturbo e probabile reclutamento davanti ad una scuola. Fra gli studenti c’è il nipote di un vecchio boss redento. Il giovane bandito viene ucciso, sta per accendersi una faida tra famiglie, il collega surreale di Ferraro, l’ispettore Lanza, rischia la carriera e la vita. Ferraro, appunto, indaga: ma nel frattempo cerca di riprendere gli studi universitari, si lesiona il ginocchio per conquistare l’ammirazione di figlia ed ex moglie, dà fuoco ad un fuoristrada, si innamora (forse).
Tutto qui, sì: perchè l’abilità di Biondillo sta non soltanto nel rendere viva e narrante l’umanità dei margini, ma nel rasserenare i tempi e le griglie del noir con l’ironia leggera sul quotidiano: e fra un colpo di scena e l’altro, spalma piccole storie umoristiche sulla fauna genitoriale delle feste scolastiche o sulla frustrazione di una macchinetta per il caffè. O si avventura in una disquisizione dettagliata sulla superiorità della pizza milanese rispetto a quella della capitale.
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Non posso dire, non l’ho letto. ^___^”’ La morte nel cuore, intendo, quindi ogni mio giudizio non sarebbe tale. Non me ne si voglia però.
Saludos.
Iannox
@ GIANNI
Sapessi quante cose non ho letto ancora. Ma prima o poi. ;-D Però non lo diciamo troppo in giro che non sono un onnisciente tuttologo. ^__^”’
Con amicizia.
Grazie, Lippa.
Non hai detto che sono il più grande genio dell’umanità, ma va bene lo stesso. 😉
IANNOX.
Nessun problema. Non sei mica obbligato a leggere tutto! 😉