Chiamiamola Emme.
Ho rimosso il suo nome anche dai commenti suoi e altrui sostituendo quello vero. Emme lavora in una biblioteca, nella provincia di Treviso, in un Comune che non nomino. Voglio tutelare la sua identità, e ringraziarla per il suo coraggio.
Emme ha raccontato qui e poi in privato una storia che ancora una volta riguarda le biblioteche. Il day after del caso Speranzon ( su Carmilla, per inciso, trovate un importante intervento di Massimo Carlotto) sta aprendo un varco, dunque: molti bibliotecari stanno contattando la sottoscritta e Michela Murgia per denunciare le censure striscianti o esplicite. Alcune sono già note: per esempio, quella dell’ottobre 2009 in cui il Sindaco di Musile di Piave chiese alla biblioteca comunale di rimuovere le pubblicazioni “politicizzate”, ovvero La Repubblica e Il Manifesto. Qui la risposta dell’AIB (che ha anche ufficialmente preso posizione sul caso Speranzon) Il secondo caso è sempre del 2009, maggio, quando ad una biblioteca di Genova si chiese di censurare l’iniziativa “Due regine due re“.
Torniamo a Emme. Siamo nei giorni successivi alla messa in onda di Vieni via con me. Uno dei dirigenti della biblioteca, non senza imbarazzo, riporta agli impiegati il malumore del sindaco (leghista). Non è opportuno, per il medesimo, che dopo quel programma si tengano libri di Roberto Saviano nella biblioteca. Più o meno nello stesso momento, anche l’assessore alla Cultura esprime il proprio malumore: nota che una delle bibliotecarie sta catalogando opere di Marco Paolini e, mi scrive Emme, “ha espressamente chiesto di essere informato in anticipo sugli acquisti librari, per dare il proprio parere vincolante e insindacabile”.
Il dirigente propone la linea morbida: togliere i libri dagli scaffali “finché non si calmano le acque”. Emme chiede un ordine scritto. Che non arriva. Arriva Natale, arriva il nuovo anno. Ora, in quella biblioteca, Saviano risulta nel catalogo ma non fisicamente sugli scaffali. Nessuno risponde alle domande sul perché.
Emme mi dice: “Ho deciso di scrivere perché dovevo pur buttare fuori la malinconia”.
Io la ringrazio per questo. E invito gli altri bibliotecari a scriverci e a raccontare. Quando le storie diventano tante e diventano di tutti, forse, diventano anche forti.
Aggiornamento dal Corriere Veneto: l’assessore regionale all’Istruzione, la pdl Donazzan, dichiara che, con il placet dello stesso Governatore Zaia, scriverà una lettera a tutti i Presidi del Veneto ( e attraverso di loro agli insegnanti), invitandoli a non diffondere tra i giovani le opere degli autori messi al bando. A chi le contesta di operare una censura, risponde che la sua non è un’imposizione ma un “indirizzo politico”.
Traduzione in inglese del post (grazie di cuore a V., lettrice italiana dall’estero):
Let’s call her “Em”.
I have erased and replaced her name also in previous comments by her and by other readers.
“Em” works in a public library of the Province of Treviso, I will not tell in which town. I want to protect her identity, and also to thank her for her courage.
“Em” has told here, and then privately, a story regarding libraries, once again. The day after the Speranzon Case (on which you can find an important article by Massimo Carlotto on Carmilla, by the way), a breach is opening: many librarians are contacting me and Michela Murgia, in order to denounce explicit or underlying forms of censorship.
Some episodes are already well-known: for instance when, in October 2009, the mayor of Musile di Piave asked the library of his town get rid of “politically-oriented” newspapers, namely “La repubblica” and “Il manifesto”.
Here you can read the official reply from AIB (TN the National Association of Librarians), which has also taken an official stance on the “Speranzon case”. Another episode of censorship dates to May 2009, when a library in Genoa was requested to block the public initiative “Due regine due re” [“Two queens two kings”].
Back to “Em”, now. We are in the immediate aftermath of the broadcasting of Vieni Via Con Me [TN a popular TV show on the national channel RAI 3, featuring Roberto Saviano]. One of the library supervisors, vaguely embarrassed, tells his librarians about the criticisms he received from the Mayor (a member of the Northern League). More or less in the same days, the local Councillor for Culture has also expressed his concern: he has noted that one of the librarians is cataloguing works by Marco Paolini [TN a popular left-wing actor in Italy] and, as “Em” refers, “he has explicitly asked to be informed in advance of our new acquisitions, in order to give us his indisputable and binding advice” The supervisor suggests opting for a soft line: to remove the books from shelf, just “until the dust settles”.
“Em” then asks for a written order, which will never come. Christmas comes, a New Year begins. Now, Saviano’s books are formally registered in the library catalogue: yet they are materially missing from shelf. Nobody answers those who ask why.
“Em” says: “I decided to write because I had to share my sadness with someone”.
I really thank her for this, and I invite more librarians to write, and tell us more stories. When the stories proliferate, and when they become a collective heritage, they also gain strength.
An update from Il Corriere Veneto: The Regional Councillor for Education, Donazzan, declares that she will write a letter (with the formal support of Governor Zaia) to all the Headmasters of the Region of Veneto (and through them, to all teachers), asking not to let the works of the blacklisted authors circulate among the youth. To those who denounce her act as a censorship, she replies that hers is not an imposition, but a “political address”.
Cit. da Repubblica: “Carmela Palumbo, direttore scolastico regionale uscente, immagina si tratti di un semplice ‘invito culturale senza effetti normativi o giuridici’. Mentre Giorgio Corà, preside del liceo classico Pigafetta di Vicenza, è convinto si tratti ‘più di una provocazione politica che di una reale volontà di mettere all’indice dei volumi’.”
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Proprio quello che c’era da temere (e, purtroppo, si poteva prevedere). Inerzia, acquiescenza, passività, tendenza a minimizzare. Invece serve una risposta, una reazione.
Sulla Donazzan. La perfetta “disponibilità” e “malleabilità” è ciò che preoccupa di più. Oggi l’operazione parte contro “un furfante”, domani potrebbe partire per una posizione sulle “coppie di fatto” o sulla “interruzione di gravidanza” o sulla “legalizzazione delle droghe” o anche, dato che una volta rodato il meccanismo non vi è limite ai possibili usi utili, sui “nuovi rapporti di lavoro”. E, domani, potrebbe riguardare direttamente anche i lettori, ovvero noi tutti, cittadini. Il fatto che nessuna posizione ideologica su questi argomenti si configuri come reato diventa un particolare assolutamente secondario, perché, appunto, accettando anche un sola volta il meccanismo (eversivo rispetto ai nostri principi costituzionali) della “censura morale” coniugata all'”indirizzo politico”, tradotti amministrativamente in “esclusione di fatto”, insomma dello “stato etico” con un’etica decisa volta per volta a seconda della convenienza e della credenza da imporre, si cede per sempre, in nome del nostro “pubblico bene” garantito da una parte privata che si è imposta sull’istituzione pubblica, al “diritto di leggere e fare quello che si vuole, nel rispetto della legge” (citaz di L. Zaia). + lungo qui http://goo.gl/YiH0K
Saviano scrive male, questo si può affermare.
Berlusconi sta alla morale politica italiana come Saviano alla letteratura; Santo Mazzarino direbbe – un altro segno della decadenza!-
Fatanuda: come già detto ad altri: in questi post si richiede di commentare i fatti, non i gusti personali dei singoli lettori. Questa non è l’occasione per regolare vecchi conti. Grazie.
Le persone libro dell’Associazione Donne di carta stanno oganizzando una Marcia di voci da portare sul territorio veneto nelle biblioteche e nelle scuole.
Veniamo su autogestite, gratuite, libere come sempre, cerchiamo un centro che accolga le nostre voci che saranno quelle di Saviano, di Pennac, di Lipperini e di tanti tra i Titoli messi all’Indice.
Saranno anche le voci della ns Carta dei Diritti della Lettura che sta diventando drammaticamente importante.
Chi ci auta? il 12 febbraio da Roma, da Bari, da Arezzo, da Firenze…
segreteria@donnedicarta.org
Ogni giorno, molti studenti mi dimostrano di “bramare” il sapere che gli viene rifiutato. Con loro bisogna lavorare per far implodere, sul medio-lungo periodo, questo mortifero “corso delle cose”. Bisogna “nuovamente” incollare i libri ai polpastrelli dei ragazzi…come 40 anni fa…