DAGLI SCAFFALI SI TOLGA SAVIANO

Chiamiamola Emme.
Ho rimosso il suo nome anche dai commenti suoi e altrui sostituendo quello vero. Emme lavora in una biblioteca, nella provincia di Treviso, in un Comune che non nomino. Voglio tutelare la sua identità, e ringraziarla per il suo coraggio.
Emme ha raccontato qui e poi in privato una storia che ancora una volta riguarda le biblioteche. Il day after del caso Speranzon ( su Carmilla, per inciso, trovate un importante intervento di Massimo Carlotto) sta aprendo un varco, dunque: molti bibliotecari stanno contattando la sottoscritta e Michela Murgia per denunciare le censure striscianti o esplicite. Alcune sono già note: per esempio, quella dell’ottobre 2009 in cui il Sindaco di Musile di Piave chiese alla biblioteca comunale di rimuovere le pubblicazioni “politicizzate”, ovvero La Repubblica e Il Manifesto. Qui la risposta dell’AIB (che ha anche ufficialmente preso posizione sul caso Speranzon)  Il secondo caso è sempre del 2009, maggio, quando ad una biblioteca di Genova si chiese di censurare l’iniziativa “Due regine due re“.
Torniamo a Emme. Siamo nei giorni successivi alla messa in onda di Vieni via con me. Uno dei dirigenti della biblioteca, non senza imbarazzo, riporta agli impiegati il malumore del sindaco (leghista). Non è opportuno, per il medesimo, che dopo quel programma si tengano libri di Roberto Saviano nella biblioteca.  Più o meno nello stesso momento, anche l’assessore alla Cultura esprime il proprio malumore: nota che una delle bibliotecarie sta catalogando opere di Marco Paolini e, mi scrive Emme, “ha espressamente chiesto di essere informato in anticipo sugli acquisti librari, per dare il proprio parere vincolante e insindacabile”.
Il dirigente propone la linea morbida: togliere i libri dagli scaffali “finché non si calmano le acque”. Emme chiede un ordine scritto. Che non arriva. Arriva Natale, arriva il nuovo anno. Ora, in quella biblioteca, Saviano risulta nel catalogo ma non fisicamente sugli scaffali. Nessuno risponde alle domande sul perché.
Emme mi dice: “Ho deciso di scrivere perché dovevo pur buttare fuori la malinconia”.
Io la ringrazio per questo. E invito gli altri bibliotecari a scriverci e a raccontare. Quando le storie diventano tante e diventano di tutti, forse, diventano anche forti.
Aggiornamento dal Corriere Veneto: l’assessore regionale all’Istruzione, la pdl  Donazzan, dichiara che, con il placet dello stesso Governatore Zaia, scriverà una lettera a tutti i Presidi del Veneto ( e attraverso di loro agli insegnanti), invitandoli a non diffondere tra i giovani le opere degli autori messi al bando. A chi le contesta di operare una censura, risponde che la sua non è un’imposizione  ma un “indirizzo politico”.
Traduzione in inglese del post (grazie di cuore a V., lettrice italiana dall’estero):

Let’s call her “Em”.

I have erased and replaced her name also in previous comments by her and by other readers.

“Em” works in a public library of the Province of Treviso, I will not tell in which town. I want to protect her identity, and also to thank her for her courage.

“Em” has told here, and then privately, a story regarding libraries, once again. The day after the Speranzon Case (on which you can find an important article by Massimo Carlotto on Carmilla, by the way), a breach is opening: many librarians are contacting me and Michela Murgia, in order to denounce explicit or underlying forms of censorship.

Some episodes are already well-known: for instance when, in October 2009, the mayor of Musile di Piave asked the library of his town get rid of “politically-oriented” newspapers, namely “La repubblica” and “Il manifesto”.

Here you can read the official reply from AIB (TN the National Association of Librarians), which has also taken an official stance on the “Speranzon case”. Another episode of censorship dates to May 2009, when a library in Genoa was requested to block the public initiative “Due regine due re” [“Two queens two kings”].

Back to “Em”, now. We are in the immediate aftermath of the broadcasting of Vieni Via Con Me [TN a popular TV show on the national channel RAI 3, featuring Roberto Saviano]. One of the library supervisors, vaguely embarrassed, tells his librarians about the criticisms he received from the Mayor (a member of the Northern League). More or less in the same days, the local Councillor for Culture has also expressed his concern: he has noted that one of the librarians is cataloguing works by Marco Paolini [TN a popular left-wing actor in Italy] and, as “Em” refers, “he has explicitly asked to be informed in advance of our new acquisitions, in order to give us his indisputable and binding advice” The supervisor suggests opting for a soft line: to remove the books from shelf, just “until the dust settles”.

“Em” then asks for a written order, which will never come. Christmas comes, a New Year begins. Now, Saviano’s books are formally registered in the library catalogue: yet they are materially missing from shelf. Nobody answers those who ask why.

“Em” says: “I decided to write because I had to share my sadness with someone”.

I really thank her for this, and I invite more librarians to write, and tell us more stories. When the stories proliferate, and when they become a collective heritage, they also gain strength.

An update from Il Corriere Veneto: The Regional Councillor for Education, Donazzan, declares that she will write a letter (with the formal support of Governor Zaia) to all the Headmasters of the Region of Veneto (and through them, to all teachers), asking not to let the works of the blacklisted authors circulate among the youth. To those who denounce her act as a censorship, she replies that hers is not an imposition, but a “political address”.

63 pensieri su “DAGLI SCAFFALI SI TOLGA SAVIANO

  1. Ciao a tutti, qua Lello da Treviso…. (cazzo, mi pare di scrivere dal Mondo dell’Incubo!)
    altri aggiornamenti sulla faccenda Battisti… Ora l’assessora Regionale, la leghista Donazzan dice che scriverà ai Presidi per invitarli a non diffondere le nostre opere tra gli allievi.
    Ho messo on line i fatti e il mio parere qua
    http://www.absolutepoetry.org/Hai-firmato-l-appello-per-Battisti
    besos y carinos dal Triangolo delle Maldive
    Lello

  2. Giusto per rispondere a quelli che pensavano che la questione dell’assessore-censore fosse solo la sparata di un isolato minchione. Si è trattato senz’altro di una sparata poco accorta, che spero sortirà l’effetto opposto a quello voluto dal suo autore, ma non è affatto isolata. Per una palese e da molti condannata che è balzata ai disonori delle cronache, altre cento ve ne sono che rimangono sottotraccia. E rendono silenziosamente meno libero questo paese. E lo tramortiscono. E lo avvelenano. Un pezzetto per volta.

  3. Anche questa è mafia, ‘ndrangheta, camorra! Perchè tutte queste criminali associazioni si basano sulll’ignoranza, sull’omertà e sul silenzio!

  4. Lello ha dato la notizia con molto understatement. Pure troppo.
    La dò anch’io:
    ATTENZIONE: FOLLE ESCALATION CENSORIA IN VENETO – DIFFONDETE PER FAVORE
    L’assessore alla scuola del Veneto, Donazzan (Lega), scriverà ai presidi di tutti gli istituti perché “non diffondano tra i giovani” gli autori in “lista nera”. C’è l’escalation, la presa di distanza della Zaccariotto era solo un palliativo, e in ogni caso l’hanno scavalcata.
    La notizia è sul “Corriere del Veneto” di oggi, a pag. 5
    Qui Lello Voce spiega la cosa.
    A questo punto, devono muoversi gli studenti. Oltre a #nogelmini, ci vuole #nodonazzan.

  5. Ora capisco perchè la Lega in tutti questi anni ha attaccato il sud ma non ha mai parlato di mafia, perché ne condivide i metodi!!!Minacce, omertà, finte verità, nepotismo, rituali (vedi ampolla d’acqua del dio Po)potere assoluto e tanta bella censura. ma li capisco è meglio evitare che gli studenti prendano il brutto vizio di leggere, di farsi domande e non accontentarsi di rispostine precotte altrimenti poi come fanno a votarli!

  6. Istituto Micropunta
    BANDITI A VENEZIA – In lista nera con Stickyboy “Per Dio e l’Impero” Edizioni TEA 2009.
    Dichiarazione dell’ autore: “Deve esserci un equivoco. Parlando di “prostituzione” dovrebbe piacere, al Doge.”
    Poco male, una lista di più nella borsetta, insieme a quella delle Forze dell’Ordine, e a tutte le altre. Passeggiamo anche con questa, ci siamo abituate alle blacklist…
    http://www.facebook.com/profile.php?id=754729693

  7. E molto probabilmente Emme e i suoi colleghi lavorano con un “contrattino” o una cooperativa… come mi muovono a schifo le costumanze di questo mondo!

  8. Se ne deve parlare anche fuori dall’Italia, dove c’è meno “nebbia” e i riflessi sono più pronti. Ci vuole una *nostra* escalation, più vasta e ossigenante. Se loro compiono la miserevole escalation da provincia a regione, noi dobbiamo compiere quella dall’Italia al mondo… Bisogna impedire che questa merda venga accettata nel normale ordine dei discorsi e nel “corso delle cose”. Chiamare merda la merda, ecco il da farsi.
    Per favore, attivare ogni contatto estero possibile. Gli scrittori scrivano ai loro editori esteri e ri-contattino i giornalisti stranieri che li hanno intervistati (in molti lo stiamo già facendo). Chiunque conosca bene una lingua straniera, scriva resoconti di quel che accade e li spedisca in giro, li metta su FB, sul suo blog, ovunque. Chiunque, molto semplicemente e banalmente (ma non è banale per nulla), abbia amici stranieri, li informi. I “cervelli in fuga” diffondano quel che accade nel loro paese d’adozione.
    Per favore, chi è su Twitter usi sempre l’hashtag #rogodilibri

  9. Purtroppo proporre misure che vanno contro le libertà, i diritti e i principi fondativi del Paese sembra di gran moda da queste parti. La boutade provocatoria per cercare il plauso del proprio “popolo” forse fa ormai parte dello zeitgeist politico di tutto il Paese, però i leghisti ne sono veri maestri. Fare pum pum agli immigrati, che gli omosessuali sono dei malati da rinchiudere, non festeggiare il 25 aprile, introdurre il dialetto nelle scuole e tante altre … e ora la censura delle biblioteche. Poi magari non se ne fa nulla, davanti all’imbarazzo di alleati e superiori, e all’indignazione di tanti cittadini, si fa prima o poi marcia indietro. Ma intanto, per un po’ di campagna elettorale a buon mercato, si ottiene di mettere in discussione un principio che sembrava ormai si potesse dare per scontato.

  10. Francesca: esattamente. Non a caso il nuovo partito di Berlusconi pare si chiamerà “Italia”. Chi è con lui è italiano, chi no… Popoli, nazioni… ahia.
    WM1: ottima iniziativa quella dei contatti esteri, provvedo subito.

  11. @WuMing1
    Lo faccio continuamente di informare la famiglia francese del mio compagno delle nefandezze italiane, che peraltro arrivano oltralpe regolarmente tramite i normali canali di informazione.
    Ogni volta che ci sentiamo e ci vediamo la domanda imbarazzante che mi pongono in quanto italiana è sempre la stessa: ma perché Berlusconi continua a vincere le elezioni? Come potete sopportare tutto questo?

  12. Poche righe di intro, più una lista di link che, nel complesso, riassumano l’intera questione. In italiano, tanto se sono corrispondenti qui lo leggono. Simone, puoi farlo tu? Qui siamo già oberati di lavoro. I link sono in ordine cronologico
    .
    Da Venezia partono i roghi di libri, vogliamo fare qualcosa?
    http://www.wumingfoundation.com/english/wumingblog/?p=1661
    (alla bisogna, disponibile anche in inglese, spagnolo, francese, catalano e portoghese)
    .
    Lista parziale dei libri che andrebbero banditi
    http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/01/17/pennac-fuorilegge-a-venezia/
    .
    Resoconto dell’avvio della campagna e primi risultati
    http://www.carmillaonline.com/archives/2011/01/003755.html#003755
    .
    Gli articoli usciti su Repubblica e Unità:
    http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/01/18/il-contesto/
    .
    Bibliotecaria veneta riferisce di pressioni “informali” per rimuovere i libri di Saviano
    http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/01/19/dagli-scaffali-si-tolga-saviano/
    .
    L’Assessore alla Cultura della regione Veneto chiede ai presidi di boicottare i libri nella “lista nera”
    http://www.absolutepoetry.org/Hai-firmato-l-appello-per-Battisti

  13. Stavo riflettendo proprio ieri sul fossato antropologico che si è scavato all’interno di questo paese (parlo ovviamente degli elettorati leghista e berlusconiano rispetto al resto, che corrisponde più o meno ai connotati di varia umanità presenti in un paese occidentale). E’ un fossato rispetto al quale le storiche differenze tra nord e sud mi sembrano ridursi ai minimi termini. Temo che la curiosità zoologica e l’umana compassione con cui ho assistito finora alle manifestazioni dei portatori di ampolline e dei cantori di “meno male che Silvio c’è” siano indici di una debolezza moralmente iniqua, che però ha investito non solo un reduce disgustato, ma un’intera classe intellettuale. Comunque, innanzitutto, mea culpa.

  14. Rirpovo a postare.
    Con Davide Malesi e Girolamo De michele abbiamo inviato una lettera aperta alla presidente della Provincia.
    Credo, a questo punto, che vada avviata una raccolta di firme da consegnare a Napolitano

  15. Allora ragazzi, quand’è che cominciamo questi pogrom?
    Finché ci limitiamo a bloccare libri nelle biblioteche non si può andare avanti, ci vuole una strategia più incisiva, chessò! qualche decina di treni merci sui quali caricare tutti questi comunisti che cercano di far fuori zio silvio. Per non parlare di quello che dicono su zio emilio, è ora di finirla, non si può più nemmeno fare una festicciola ad hARdCORE che tutti si mettono a fare gossip coinvolgendo giudici dalle toghe rosse.
    E’ ora di finirla

  16. Questi episodi di censura sono semplicemente vergognosi. Fate bene a denunciare, per quel che vale sappiate che il mio sostegno è totale.
    @binaghi, anche per me è difficile provare compassione per questa gente, ma se non ti sforzi di dialogare pure con quelli che cantano meno male che silvoo c’è (che comunque non sono mai diventati maggioranza assoluta nel Paese, per fortuna) cambierà poco o nulla.

  17. cit. Loredana Lipperini: “Più o meno nello stesso momento, anche l’assessore alla Cultura esprime il proprio malumore: nota che una delle bibliotecarie sta catalogando opere di Marco Paolini e, mi scrive Emme, “ha espressamente chiesto di essere informato in anticipo sugli acquisti librari, per dare il proprio parere vincolante e insindacabile”.”
    Ricordo che Marco Paolini subì già una decina di anni fa una fatwa del genere dall’allora sindaco di Treviso, il ben noto Gentilini, perché “si era permesso” di criticare la chiusura del Teatro Comunale e di ridicolizzare la decisione dell’amministratore leghista di togliere le panchine dal centro cittadino per evitare che ci dormissero i senzatetto. Gentilini disse più o meno che, per quanto lo riguardava, Paolini non avrebbe mai più fatto uno spettacolo a Treviso: http://www.studiodiscrittura.it/n64.html
    Per cui, a costo di ripetermi rispetto alle cose già scritte in un altro commento: anche senza arrivare a Paolini (e restando al livello, assai più modesto e meno appetibile mediaticamente, delle piccole associazioni giovanili che muoiono per lenta eutanasia) la situazione in Veneto è così da anni.
    Giornali sgraditi che spariscono dalle biblioteche con la scusa dei tagli al bilancio, canti della Resistenza che vengono rimossi dalla scaletta delle bande cittadine nelle celebrazioni per il 25 aprile, esaltazione idiota di una “cultura tradizionale locale” posticcia e strumentale… insomma: la cultura viene marginalizzata e la figura dell’”intellettuale” viene ridicolizzata da anni, in modo sempre più intenso e pervasivo.
    Ancora, a costo di ripetermi: si tratta ANCHE di un problema territoriale. E, di nuovo, rilacio quell’appello: scrittori, intellettuali, bloggers… sostenete, nei modi che trovate più opportuni, le poche realtà che, sul territorio, resistono a questo scempio sistematico.

  18. Credo che se vogliamo stare sul fatto i tempi stringono. Va presa un’iniziativa forte che vada oltre i confini. Si può organizzare una conferenza stampa alla salastampa estera. Chiedono un contributo ma è una grande occasione di visibilità. Ci potremmo autotassare o parlare con i colleghi affinchè ci ospitino gratuitamente.
    Se passa ancora tempo la notizia si perde tra i fidanzamenti di Berlusconi ed altro.
    Domani esce la Nuova Venezia ed anche il Gazzettino. Nel senso che pubblicheranno la nostra posizione. Ma bisogna insistere.

  19. Ci sono molti smottamenti in corso, ancora invisibili. Il mio “senso di ragno” pizzica, eccome se pizzica…
    Sulla conferenza stampa alla sala stampa estera, può essere una buona idea, si dovrebbe muovere chi sta a Roma, scrittori e giornalisti.

  20. Traduzione spagnola di questo post – Fate girare please:

    miércoles, 19 de enero de 2011
    QUITEN A SAVIANO DE LAS ESTANTERÍAS
    Llamémosla Emme.
    También borré su nombre de los comentarios propios y ajenos, sustituyendo el verdadero. Emme trabaja en una biblioteca, en la provincia de Treviso, en un municipio que no voy a nombrar. Quiero proteger su identidad, y darle gracias por su valor.
    Emme contó aquí, y luego en privado, una historia que una vez más se relaciona con las bibliotecas. El día después del caso Speranzon (en Carmilla, a propósito, se encuentra una importante intervención de Massimo Carlotto) está abriendo una grieta, por tanto: muchos bibliotecarios están poniéndose en contacto conmigo y Michela Murgia para denunciar las censuras rastreras o explícitas. Algunas ya son conocidas: por ejemplo, la de octubre de 2009 con la que el alcalde de Musile di Piave pidió a la biblioteca municipal que quite los periódicos “politizados”, es decir, La Repubblica y Il Manifesto. Aquí la respuesta de la Associazione Italiana di Biblioteche (que oficialmente también adoptó una posición en el caso Speranzon). El segundo caso también es del año 2009, en mayo, cuando a una biblioteca de Génova se le pidió que censurara la iniciativa “Due regine due re”.
    Volvamos a Emme. Estamos en los días posteriores a la transmisión del programa Vieni via con me.* Uno de los directores de la biblioteca, con cierta vergüenza, informa a los empleados del mal humor del alcalde (miembro de la Liga Norte). No es oportuno, para el mismo, que después de ese programa los libros de Roberto Saviano tengan lugar en la biblioteca. Más o menos en el mismo momento, el consejero de Cultura también expresa el propio mal humor: ve que una de las bibliotecarias está catalogando obras de Marco Paolini y, me escribe Emme, “ha pedido expresamente que se le avise con anterioridad sobre las compras de libros, para dar la propia opinión vinculante e indiscutible”.
    El director propone la línea blanda: quitar los libros de las estanterías “a la espera de que se calmen las aguas”. Emme pide una orden escrita. Que no llega. Pasa la Navidad, llega el nuevo año. Ahora, en esa biblioteca, Saviano figura en el catálogo pero no está físicamente en los estantes. Nadie responde a las preguntas sobre el porqué.
    Emme me dice: “Decidí escribir también porque quería sacar fuera la melancolía”.
    Yo le doy gracias por esto. E invito a los demás bibliotecarios a que escriban y cuenten. Cuando las historias comienzan a ser tantas y comienzan a ser de todos, tal vez, también comienzan a ser fuertes.

    Actualización del periódico Corriere Veneto: el consejero regional de Instrucción, la miembro del PDL Donazzan, declara que, con la aprobación del gobernador Zaia, escribirá una carta a todos los directores de las escuelas de la región Véneto (y a través de ellos, a los profesores), invitándoles a no difundir entre los jóvenes las obras de los autores incluidos en la lista. A quienes le objetan que está poniendo en acto una censura, les responde que la suya no es una imposición sino una “orientación politica”.
    * Programa televisivo de la cadena RAI3 con Roberto Saviano como uno de los conductores principales.

  21. se non sbaglio è proprio nella trasmissione di saviano che ho sentito parlare per la prima volta delle pressioni leghiste fortemente interessate par ottenere,credo riuscendoci,dell’abolizione del reato di banda armata.Non sto dicendo che ci sia un nesso di casualità con quest’ostracismo nei confronti della letteratura poco rassicurante,il quale è da imputare esclusivamente alla premiata ditta ignoranza-presunzione,che per esempio un tipo come castelli continua a sbandierare involontariamente quando è chiamato a partecipare ai finti dibattiti televisivi,interpolando affermazioni dozzinali con parole altrui.Se poi ricordo male,la sostanza non cambia

  22. Posso formulare una facile previsione sulla loro prossima mossa, se non li fermiamo subito? “Boicottaggio” (in realtà censura e rimozione dagli scaffali delle biblioteche) di tutti gli autori che firmarono la petizione che chiedeva le dimissioni del commissario Calabresi, pubblicata su “L’Espresso” nel giugno 1971. L’elenco è da tempo disponibile su Wikipedia, è stato già oggetto di una campagna di stampa sui giornali di destra, e comprende, fra gli altri, Bianciardi, Bobbio, Eco, Carlo Levi, Primo Levi, Moravia, Pasolini e tanti altri. Tutti biechi fiancheggiatori del terrorismo. Scommettiamo?

  23. Speranzon rilancia: “Invito tutti questi scrittori e intellettuali ad un dibattito pubblico, che stiamo pensando di organizzare all’Ateneo Veneto, affinché spieghino per quale motivo non intendono ritirare una petizione che favorisce da parte del Brasile il respingimento della richiesta di estradizione formulata dal governo italiano. Se ne devono vergognare”
    (Gazzettino di oggi)

  24. Una domanda a Loredana Lipperini, Wu Ming, Lello Voce e (virtualmente) agli altri autori che si trovano al centro di questa vicenda agghiacciante.
    .
    Avete ricevuto richieste, solidarietà, testimonianze o altro dai docenti o dagli studenti degli istituti superiori e dei licei del Veneto o della provincia? Più in generale, quanto spesso vi capita di avere a che fare con quella particolare fascia della popolazione che va dai 14 ai 19 anni?
    .
    Il focus della questione infatti si sta allargando, e non riguarda più solo le biblioteche ma anche le scuole, con un appello a Presidi e insegnanti affinché le opere degli autori incriminati non siano “diffuse fra i giovani”. (Tra l’altro faccio notare che tutti gli istituti scolastici hanno una biblioteca interna)
    .
    Ora, ecco invece un tipico esempio del genere di mentalità che le istituzioni scolastiche si prodigano a “diffondere fra i giovani” in un liceo scientifico della provincia di Venezia (sotto “Altre iniziative di orientamento” nella colonna centrale): http://www.liceoggalilei.it/index.php?option=com_content&task=view&id=7&Itemid=1
    .
    Notate niente? Beh, per chi non sapesse che cos’è Rotaract, ecco la risposta: http://it.wikipedia.org/wiki/Rotaract_Club
    .
    Ora, in quel Liceo mi ci sono diplomato, ormai parecchi anni fa (quasi dieci… come passa il tempo). Lasciando da parte la qualità o meno degli insegnamenti (non è questo il punto; nel corpo docenti c’era e c’è tuttora una maggioranza di insegnanti bravi e competenti), posso assicurarvi che la mentalità media che circolava lì dentro – a parte onorevoli eccezioni – era un ottimo brodo di coltura per quel tipo di idee che sdoganano, in modo più o meno diretto, le uscite di politici come Speranzon & Co…
    .
    Di qui la mia curiosità: quanto spesso scrittori, intellettuali, editori vengono invitati a tenere seminari, lezioni, conferenze nelle scuole medie superiori (eccezion fatta per chi già ci insegna, ovviamente)?
    .
    Dopo tutto penso che se un* ragazz* di 16-18 anni, oltre che dell’agghiacciante “addestramento alla leadership” rotariano, potesse usufruire di dibattiti – che so – sul NIE o sul significato dell'”essere vecchi” nella realtà sociale contemporanea, forse svilupperebbe qualche anticorpo in più nei confronti della mentalità in cui sguazzano i “pesci ciechi e deformi” (cit. Wu Ming) che promuovono censure ed epurazioni.

  25. Caro Don Cave, anch’io ho studiato in un liceo veneto come quello che segnali tu. A 16 anni mi sono trovata ad essere vessata in maniera sia diretta (attacchi verbali) sia indiretta (mobbing sul rendimento scolastico), perché mi presentavo a scuola col Manifesto e manifestavo – appunto – idee politiche molto precise, come fa d’altronde ogni studente di qualsiasi orientamento politico a quell’età (anzi, trovo abbastanza impressionante il fatto che oggi i miei studenti non manifestino alcun orientamento politico, o nemmeno un’idea qualsiasi con cui confrontarsi, neanche di estrema destra: il nulla, a parte un monte di cazzate che vi risparmio per pietà cristiana). Volgio però precisare che svolgendo oggi la professione di insegnante in un sistema scolastico radicalmente diverso (quello trentino), mi sono resa pienamente conto che nessuna autorità politica può imporre alcunché né a dirigenti scolastici (i vecchi Presidi) né tantomeno al corpo docente. Quegli insegnanti e dirigenti scolastici che accetterano il consiglio di indirizzo politico dell’assessore che non ha nesusn potere in materia lo faranno perché già allineati, ergo basta rogliere i porpri figli da quella scuola e spostarli in una migliore, comefecero all’epoca i miei genitori.
    Detto ciò, il solo fatto che gli assessori si permetano di interferire con l’attività educativa edi dvilgazione delle bilbioteche con sordidi ricatti (perché altro non sono) dà la misura, oinsieme ai fatti di politica interna gravissimi diq uesti giorni di cosa sia diventato questo paese: una fogna a cielo aperto.

  26. @ claudia b.
    .
    Intanto grazie per la tua testimonianza. Vessazioni come quella di cui parli sono molto più frequenti di quanto si pensi in molti istituti scolastici (non solo in Veneto, ovviamente), e coinvolgono pressoché ogni aspetto della vita di un/a adolescente: pressioni, dileggi, ricatti e a volte pure molestie, da parte di insegnanti, dirigenti, compagni di classe che toccano la sfera politica, quella affettiva, le scelte di abbigliamento, l’aspetto fisico…
    .
    Però c’è qualcosa di meno evidente, e quindi più subdolo, delle vessazioni esplicite: il fatto che siano sistematicamente cancellate tutte quelle occasioni di socializzazione, scambio e partecipazione capaci di generare “cornici narrative” diverse, alla luce delle quali sia possibile, da parte di individui in piena fase formativa, dare a quelle vessazioni il giusto peso e imparare a difendersi da esse.
    .
    Anche se non è paragonabile alle molestie fisiche o al “mobbing” ricattatorio praticato dagli insegnanti nei confronti degli studenti per mezzo delle valutazioni, il fatto che si sottraggano libri da una biblioteca o che un assessore regionale detti “indirizzi politici” dalle evidenti connotazioni clericofascistoidi rappresenta secondo me una forma di “vessazione passiva”.
    .
    “Vessazione” perché in questo modo vengono sminuite e mortificate, anziché incoraggiate, la curiosità, la capacità di scelta e discernimento degli studenti, manco fossero dei minus habens. “Passiva” perché anziché basarsi su azioni, si basa su non-azioni: sull’inerzia, sulla pigrizia, sul “moderatismo”, sullo scetticismo rinunciatario che tanto fanno comodo ai conservatorismi e ai fascismi vecchi e nuovi.
    .
    Per questo, secondo me (umile opinione di un comune cittadino), è utile che si ristabilisca (o si rafforzi ancora di più se già esiste) un contatto diretto fra chi fa cultura (scrittori, filosofi, giornalisti, editori, bloggers) e il mondo della scuola…
    .
    Se – faccio un esempio – le ragazze e i ragazzi delle scuole della Provincia di Venezia conoscessero Wu Ming perché magari un insegnante di lettere
    si è preso la briga di promuovere un incontro-lezione sul NIE invitando qualche autore o critico, ed invogliando così i suoi studenti a leggere quei libri; beh, in un caso del genere forse quegli studenti avrebbero uno strumento in più per farsi un’idea sull’affaire Speranzon, e per “cantarle” ai loro assessori.
    .
    Può essere che questo già succeda, per carità… non è certamente mai successo nulla di simile in quel particolare liceo dal 1997 al 2002, però non ho idea di quale sia la situazione oggi. Di qui la mia domanda.

  27. Chiedo scusa, ma forse dovremmo cominciare a usare una parola diversa da “censura”. Qui siamo addirittura al di là.
    Censura è quando un potere – di solito il potere politico – decide quello che posso leggere e quello che non posso leggere e lo fa di solito sulla base dei *contenuti*: cioè non devi leggere quella cosa perché altrimenti vai all’inferno, o fai la rivoluzione, o uccidi il re, ecc. ecc. Certo ci sono intere bibliografie cancellate dai censori nella Storia, ma – diciamo – si estrapola(va?) dalla pericolosità della persona la pericolosità dei contenuti che poteva esprimere.
    Ora il discorso è diverso e – se possibile – peggiore. L’assessore regionale ha detto che “non è censura, ma un indirizzo politico”. Il che è come dire: non mi interessa, neppure teoricamente, quello che scrivono o come lo scrivono, mi interessa solo “dare una lezione”. Sia nel senso figurato (agli autori che hanno commesso atti politici disdicevoli), sia nel senso proprio agli allievi (visto che stiamo parlando di scuole): abbiamo teorizzato “l’indirizzo politico” dell’insegnamento nelle scuole pubbliche italiane. Siamo – mi sembra – ben al di là della “semplice” censura di opere sgradite al potere.
    MTL

  28. @Don Cave, sottrarre libri da una biblioteca a mezzo di ricatti non lo vedo come vessazione passiva, bensì attivissima. Dal mio punto di vista, è tutt’altro che una non-azione – aggiungo violenta (come quel silenzio inquietante tipico del mobbing d’azienda, che conduce dritto dritto alla depressione), ma un’azione vera e propria. Sono d’accordo con te sul fatto che l’accettazione passiva da parte degli studenti di direttive farlocche e abusi di stampo fascista poggi sull’inerzia e sullo scetticismo rinunciatario (ingredienti che non mancano oggi fra i giovani, come dicevo prima), ma non bisogna dimenticare che il corpo docente di una scuola è un organismo molto vitale, spesso pronto a confronti aperti, a vere e proprie litigate su questioni di principio, per lo meno nelle sale insegnanti e nei collegi docenti che vedo personalmente, dove incontro insegnanti inviperiti, per non parlare dei dirigenti, che di sicuro non aderiscono a iniziative del genere se non, come dicevo, per essere già di parte. La realtà è che il contatto diretto fra chi produce cultura e chi la diffonde esiste già, e – sottolineo – gode di ottima salute. Nonostante i tagli di scrittori nelle scuole se ne vedono parecchi, e le biblioteche organizzano frequentemente incontri con gli autori (anche perché, diciamolo, spesso gli autori sono disposti a muoversi a titolo gratuito, cosa che trovo sconfortante). L’orientamento culturale di questi incontri è a completa discrezione del corpo docente, sono decisioni che si prendono nelle riunioni di dipartimento (o di area disciplinare per le secondarie di primo grado), e in linea di massima derivano da proposte e accordi fra i docenti di lettere. Ti garantisco che fra gli insegnanti di lettere c’è scarsissimo aggiornamento sul dibattito culturale in corso in tema di narrativa contemporanea e di critica letteraria. Gli scrittori che si invitano in genere sono fortemente legati al territorio, per una questione quasi esclusivamente di costi (soldi ce n’è veramente pochi).
    Inoltre (e questo lo dico a parte, cioè non ha a che vedere con il tuo commento), a me personalmente piacerebbe che quando si parla di scuola, si capisse anche che si tratta di un ecosistema molto delicato, in cui diverse componenti culturali operano e condividono spazi e obiettivi formativi, spesso tentando di muoversi nella massima diplomazia per non urtare le mille convinzioni personali, fedi religiose, credo politici che esistono dentro un microcosmo delicato come quello di una singola scuola.

  29. @ Don Cave _ Io sono un insegnante del Liceo Artistico di Treviso. Testimonianze di solidarietà da parte degli studenti ne ho registrate a bizzeffe e su FB e anobi gli studenti medi e universitari veneti stanno tentando di organizzarsi per rispondere a questi signori. Anche in piazza e nelle scuole…
    Per quanto riguarda insegnanti e sindacati, la faccenda è molto più ‘grigia’…
    Io comunque inizierò da stasera a diffondere i link alla faccenda sui gruppi di resistenza anti-gelmini.
    Riuscire a organizzare una serie di incontri NELLE scuole e nelle Università con gli autori messi al bando ( i ‘BANDITEN’…. 🙂 sarebbe a mio parere un’ottima idea
    besos

  30. @Lello Voce:
    Intanto grazie per la risposta. Ovviamente il suo caso è un po’ particolare, essendo lei insegnante. Per cui rilancio la domanda anche a tutti gli altri.
    E’ comunque incoraggiante sapere che gli studenti medi si stanno organizzando. Spero con tutto il cuore che l’idea di una serie di incontri con gli autori “banditi” prenda corpo sempre di più e che, soprattutto, la cosa non nasca e muoia lì… meglio Banditen che rotariani! 🙂
    .
    @claudia b.
    Quando connotavo come “passivo” quel tipo di vessazione facevo riferimento proprio al rischio che venga a mancare la risposta, a tutti i livelli di competenza… forse sbaglio a prendere come metro la mia esperienza personale, e forse ne esagero la “negatività”, ma se molti dirigenti, insegnanti, studenti e genitori “incamerassero” o recepissero in modo passivo e financo ossequioso gli “indirizzi politici” della Donazzan non mi stupirebbe affatto.
    Per questo secondo me potrebbe essere utile che il mondo intellettuale risponda a queste tendenze inerziali con le armi i pugno, magari facendo, con obiettivi opposti, la stessa cosa che fa il Rotary: lavorando affinché certe modalità e certi approcci penetrino e si diffondano nel mondo della scuola, sfidando i limiti (non solo economici) di cui anche tu parli.

  31. Bene, allora da domani gli insegnanti tutti a scuola con i libri di Carlotto (Jimmy della collina è un buon libro per ragazzi), Daniel Pennac (consiglio L’occhio del lupo), Sandrone Dazieri (Ciak, si indaga), Gianfranco Manfredi (alcuni numeri del fumetto Magico Vento spiegano efficacemente la conquista del West), eccetera…

  32. Leggo con gli occhi sempre più sgranati: ma solo in Veneto vengono messe in atto queste forme di intimidazione così grave?
    Comunque, se non ricordo male, circa due anni fa diversi scrittori veneti organizzarono delle letture pubbliche di poesia per protestare contro l’ondata delle circolari razziste.
    Non sono riuscita a leggere tutto e magari è stato già proposto: non si può organizzare qualcosa di simile anche oggi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto