DALLA PARTE DEI BAMBINI. UNA MAIL

Una mail, stavolta. Una di quelle importanti, mi scrive uno studente e io, col suo assenso, pubblico. E ringrazio infinitamente.
Sono un ragazzo di 23 anni, studente di Scienze dell’Infanzia. Il mio Docente di Sociologia dell’infanzia mi ha assegnato un suo libro, “Ancora dalla parte delle bambine”.
Leggendo e studiando questo libro, ne sono rimasto colpito, ma allo stesso tempo mi ha angosciato.
Sono rimasto incredibilmente colpito dalla sua luciditá con cui ha smascherato tutte quelle strutture invisibili all’interno del contesto familiare e sociale che si celano dietro la presunta affermazione del femminismo e della liberazione delle donne.
D’altra parte, come affermava lo stesso Bourdieu, dietro i cambiamenti visibili della condizione delle donne, si nascondono delle strutture invisibili che permangono pressoché inalterate, tanto che in Italia la discriminazione di genere, da fatto storico e culturale, viene sentita così naturale, così ovvia e legittima da essere praticata anche da uomini colti, educati, progressisti.
Ciò che mi colpisce particolarmente nella odierna società é l’enorme speculazione sulla presunta liberazione delle donne, cosi elevata soprattutto da quest’ultime da non rendersi conto che é una liberazione più percepita piuttosto che reale, e che si intravede essenzialmente attraverso i mezzi di comunicazione, quali televisione e pubblicità, molto attente a produrre qualcosa che molto spesso non é reale ma percepito a livello dell’immaginario ( E quanto ha ragione quando scrive, nel testo, che il bersaglio di molti politici, esperti, intellettuali é sempre stato sbagliato. A tal proposito, la metafora del tiro a bersaglio mi ha fatto molto sorridere).
D’altra parte, come diceva lei stessa nel libro, la principale caratteristica del marketing e’ quella di andare di pari passo con la psicologia dello sviluppo, e quindi deve pur produrre qualcosa di percepito a livello dell’immaginario popolare e collettivo. (Leggere la parte sulla barretta di cioccolato Yorkie mi ha lasciato senza fiato.)
Ma io mi chiedo: se lei ed Elena Gianini Belotti vi schierate dalla parte delle bambine, chi, al contrario, si schiera dalla parte dei bambini? Quei bambini che ancora non sanno, quei bambini che dovranno inevitabilmente ed inesorabilmente essere educati a quel “naturale” e prestabilito destino: vale a dire alla molteplicità di miti, antiche leggende, simbolismi, stereotipi e pregiudizi maschili che li eleveranno e costruiranno come classe dominante?
Ed é proprio questa la mia angoscia di cui le parlavo all’inizio di questa email: non solo la “biologizzazione” dei generi e dei ruoli, ma soprattutto come si potrà educare il popolo ad una nuova visione del maschile e del femminile dopo millenni, secoli di gerarchizzazione di ruoli, considerata cosi ovvia, legittima, normale, naturale?
Come si potrá spiegare che il rosa e il blu non sono altro che costruzioni sociali? D’altra parte, non é forse la stessa Antropologia ad insegnarci che non esistono differenze per natura, ma per cultura?
Sono terribilmente cosi angosciato….
Sa, fin da bambino sono sempre stato vigile per la paritá, per l’uguaglianza nei confronti delle bambine: questo é il mio modello. Non mi sento/ non voglio essere un dominante nè un dominato, non mi sono mai rispecchiato e non sono mai stato ciò che la società avrebbe voluto che io fossi. Durante il corso della mia vita go avuto la fortuna di incontrare una ragazza splendida e che ho amato, fortunatamente liberata dalle stereotipie.
Noto altresì una grande complicitá nei modelli vigenti, questo sì, in particolar modo nelle donne che, assuefatte da antichi miti, simbolismi e stereotipie millenarie, sembra si considerino inconsciamente inferiori e subordinate, nonché “affascinate” dalla dominazione maschile.
A volte mi sento un po’ solo in mezzo ad una folla che sembra quasi “contagiata” da quei virus che manipolano la mente come si vedono in certi film, lo ammetto, ma non demordo, né mi farò mai complice dei meccanismi invisibili dei miti e delle stereotipie.
Credo, peraltro, che questo suo libro non debba restare nel comodino di sole donne, ma anche ( e soprattutto) di uomini.

7 pensieri su “DALLA PARTE DEI BAMBINI. UNA MAIL

  1. Davvero interessante questa mail. Da sottolineare la parte in cui il nostro amico si sfoga e dichiara, : “ come si potrà rieducare il popolo?”.Oh Poveri noi! Ecco davvero speriamo che un domani ( anche per alleviare le sue personali sofferenze) giunga finalmente il giorno in cui, scuola televisione, mezzi di comunicazione sempre più invasivi e sofisticati, e soprattutto leggi dello stato e una potente e scalfarotta polizia del pensiero unico, agiscano e concorrano insieme affinchè tutti quanti abbiano le stesse luminose idee del nostro amico. e nessuno più , mai nessuno più osi, nessuno desideri, ribellarsi alla numinosa e perfetta Scienza.
    Abiologica Acromatica Disistereotipata.
    (nonché comodina)
    Un saluto!
    Ciao,k.

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