DICIOTTESIMO INTERLUDIO: C'E' CHI CHIEDE DI CENSURARE BIANCA PITZORNO IN NOME DEL GENDER.

Serve, davvero, che vi racconti chi è Bianca Pitzorno? Devo davvero elencare i libri che ha scritto, i premi che ha vinto, l’impegno, la fantasia, la forza che continua a mettere nell’immaginare storie per le bambine e i bambini? Permettetemi di saltare la presentazione (c’è il link a Wikipedia, nel caso: seguitelo) e di sottolineare solo un particolare: qualche anno fa, scorrendo le biografie delle giovani fan writer (che, partendo da una storia originale, ne scrivono una completamente nuova) ho scoperto che Bianca Pitzorno è la scrittrice prediletta della loro infanzia. Vuol dire che con lei hanno scoperto la lettura, e che, grazie a lei, stanno scoprendo la scrittura. E’ tantissimo.
Ieri Bianca Pitzorno ha scritto questo status su Facebook:
“Posso dirvi che sono esterrefatta? Scopro solo oggi che una famigliola di Carpi, dopo aver ritirato il figlio da una scuola perché vi si insegnava, a loro dire, la cosiddetta ‘teoria gender’, hanno scoperto con orrore che nella nuova scuola si faceva leggere ai bambini ‘Ascolta il mio cuore’, e hanno chiesto che il libro fosse ritirato dalla biblioteca e MAI PIU’ LETTO. Troverete tutte le accuse al libro nell’articolo qua sotto. E le accuse a me, ‘questa personaggia’, tanto pericolosa da far sì che i genitori non mandino più i figli alla scuola pubblica ma li tengano in casa e formino, come nell’America più retriva, ‘scuole paterne’, per evitare loro di imbattersi in uno dei miei libri.
Ora, poiché so che molt* de* visitator* di questa pagina mi hanno letto quando erano piccol*, vi chiederei una testimonianza personale. Vi ho spinto a diventare omosessuali? O vi ho semplicemente ‘spinto’ a rispettare tutti gli altri anche se non la pensano come voi e non hanno fatto le vostre stesse scelte?”
E, più tardi, ha scritto ancora:
“Grazie dei vostri molti commenti. Vorrei aggiungere due cose:
-La prima, che ringrazio il Direttore, gli insegnanti e i bibliotecari della scuola primaria di Carpi.
-La seconda è che comincio ad avere paura. Non per me, che ormai la mia vita l’ho vissuta, ma per chi è bambino oggi, a cominciare dal piccolino di Carpi, controllato ossessivamente dalla madre ‘casalinga’, spostato di scuola in scuola chissà con quali spiegazioni… E se da grande dovesse rivelare di avere tendenze omosessuali, come verrà trattato da genitori tanto attenti al suo benessere? Verrà data la colpa a me, e lui sottoposto a elettroshock come il partner più giovane, 22enne, del ‘caso Braibanti’?
E poi, comunque, tutti i bambini, a prescindere di chi ameranno da adulti, che mondaccio li aspetta? Questo è solo un segnale. Staranno tornando i roghi? Sapete perchè li chiamavano (chiamano) ‘finocchi’? Perchè la carne bruciata mandava un cattivo odore, e allora si aggiungevano alle fascine mazzi e mazzi di finocchi per profumare l’aria”.
Che ci sia una brutta aria è evidente. Siamo qui che ci indigniamo, giustamente, per le censure sui libri in Turchia, e non ci accorgiamo, troppo spesso, che sta avvenendo qualcosa di analogo da parte di coloro che consideriamo a torto solo folcloristici: quelli del Family Day, dei pullman no gender, quelli che scrivono alle scuole, quelli che vogliono per i loro figli un mondo ipercontrollato, a propria misura e soprattutto incurante delle vite degli altri. Se qualcosa sfugge al controllo, va censurato. Sono infinite le motivazioni che hanno portato molte giovani madri (soprattutto, purtroppo) a questa fobia del contrasto, di ciò che non si incasella, di quello che sfugge alla gabbia.
Ma la letteratura per ragazzi, quando è buona, fa esattamente questo: apre le gabbie, grazie al cielo. E, dal momento che questa continua a sembrare una vicenda secondaria (e che sarà mai? una famigliola indifesa), e in attesa di ricominciarla, quella battaglia per l’educazione sentimentale nelle scuole, che è l’unica che potrebbe permetterci in futuro di non piangere altre morte ammazzate peraltro, sogno almeno uno sberleffo collettivo alla famigliola di Carpi, alla mamma che qualche mese fa voleva censurare Roald Dahl perché contro gli adulti, a suo dire, e sogno un corteo dove Polissena del Porcello, Bilbo Baggins, Matilda, il merlo parlante di Mary Poppins, l’elfo Dobby di Harry Potter dimostrino che la fantasia è fatta di diversità, e che le creature fantastiche servono, peraltro, proprio a raccontare questo (ma forse, alla fine, ci vorrebbe Smaug).

13 pensieri su “DICIOTTESIMO INTERLUDIO: C'E' CHI CHIEDE DI CENSURARE BIANCA PITZORNO IN NOME DEL GENDER.

  1. Secondo me di problemi ne abbiamo due. quello più immediato, ovviamente, è difenderci (non solo i libri, proprio il nostro pensiero) dalla voglia di censura, che non avrei mai pensato di rivedere ma che purtroppo è qui; il secondo, che è alla radice del primo e quindi è incommensurabilmente più grave, è prendere atto che questo Paese è ormai profondamente diviso tra due culture e due sensibilità agli antipodi che si fanno la guerra e continuano ad andarsene alla deriva in direzioni opposte. La parte maggioritaria del Paese sta allegramente tornando agli anni venti del ‘900, noi guardiamo sbigottiti. Mi domando se sia ancora possibile risalire da questi livelli, e se mai torneremo a concepirci come una comunità con un destino comune anziché come un insieme polverizzato di monadi reciprocamente indifferenti, quando non ostili.

  2. Molto bello il commento di Maurizio, da rifletterci su. penso che dobbiamo anche prendere atto, ( questo è l’importante) che la nostra società, per come si sta evolvendo, sarà sempre più striata da culture e sensibilità differenti tra loro, anche di molto. cercare il modo di farle convivere anche soprattutto in ambito educativo sarà una delle sfide più difficili.
    Polarizzare lo scontro mettendo alla gogna chi ha opinione diverse non mi sembra il sistema migliore, tantomeno evocare dal passato brutalità e violenze da associare piacimento. Invece magari

  3. Ho apprezzato molto che si sia dibattuto di questo proprio oggi pomeriggio a Fahrenheit. Non si dovrebbero mai sottovalutare queste tendenze ottuse e grette che pretendono di incolonnarci in un modus vivendi a senso unico e di una limitatezza sconfortante, oltre che ignorante. Ancora una volta mi sorprendo di questi immotivati balzi culturali all’indietro, dopo tutta la fatica che le generazioni precedenti hanno fatto per andare sempre e nonostante tutto avanti. Mi accorgo di essere fortunatamente cresciuta in un contesto in cui la tolleranza e il rispetto del prossimo, in ogni sua manifestazione, fossero dei valori ormai inalienabili e mi accorgo che stiamo rapidamente scivolando di nuovo nell’oscurantismo…La gente che professa una mentalità tanto meschina dovrebbe essere più da condannare che da compatire…

  4. Ho letto che il brano seguente fa parte del libro che veniva chiesto che non fosse disponibilie per la lettura di bimbi di una scuola primaria (6-11 anni): lei ritiene appropriato questo tipo di contenuti per chi ha una identità in formazione, magari senza l’avallo dei genitori o senza una lettura “accompagnata”?
    Non le sembra di usare a sproposito il termine “censura” visto che si parla di contenuti certamente “sensibili” (ad es. la possibilità di cambiare di sesso) resi disponibili a dei bambini?
    “E poi le donne a fare i toreri non ce le vogliono” – aggiungeva Gabriele dispettoso.
    “Bè vuol dire che cambierò sesso” – pensava Prisca.
    Elisa le aveva mostrato, su una rivista medica dello zio Leopoldo, la foto di un camionista svedese che si era fatto fare un’operazione ed era diventato una bellissima ragazza.
    “Se fossi maschio potrei anche fare il mozzo su una nave mercantile e andarmene in giro per il mondo” – pensava Prisca.
    (…) “Va bé, vuol dire che prima mi sposerò e avrò i miei diciassette bambini, e solo dopo cambierò sesso e farò il torero”. Era un pensiero consolante avere quella doppia possibilità grazie al progresso della scienza.

    1. Gentile Simona, mille volte sì. I bambini non sono imbecilli. Hanno letto e ascoltato, nei secoli, vicende ben più oscure e spinose di queste poche righe. Sono le fobie, sempre crescenti, degli adulti, il vero problema, non certo i bambini. Ps. Gradisco, nel blog, che ci si firmi e non si usino identità fittizie come quella che appare dalla mail. Mille grazie.

  5. Il commento di Maurizio è sicuramente assai centrato e da meditare, ma vorrei sommessamente far notare che Bianca Pitzorno, moltissimi dei suoi lettori o lettrici (tra le quali sono lieta di annoverarmi) e moltissimi di coloro che sono rispettosi della diversità nella legalità non stanno facendo la guerra a nessuno; mi sembra proprio che i cannoneggiamenti la maggior parte delle volte partano da un lato solo, ben preciso. La reazione della Pitzorno su FB brilla per civiltà e misura.

  6. Signora Simona, lei pensa che i bambini e perfino i preadolescenti ignorino il mondo che li circonda? E che non se ne diano spiegazioni assurde e strampalate e paradossali per la logica adulta ci
    E quelle del personaggio Prisca? Poi crescono. E la famiglia è lì, partecipe di questo processo. E comunque “diciassette bambini, poi cambierò sesso e farò il torero”… non so se il suo commento sia sottilmente umoristico, ma il testo della Pitzorno lo è.

  7. mi pare che nessuno dica o pensi che i bambini sono imbecilli
    l’umorismo e le fobie? questo cambio di aspetto tra uomini e donne c’è in tante pubblicità nella moda sulle copertine
    resta il fatto che a 10 anni si tratta di bambini e non di preadolescenti ed è logico che sia dei genitori la responsabilità su di loro

  8. mi pare che nessuno dica o pensi che i bambini sono imbecilli
    l’umorismo e le fobie? questo cambio di aspetto tra uomini e donne c’è in tante pubblicità nella moda sulle copertine
    sono d’accordo con simona che non è certo censura se chi ha la responsabilità dei bambini interviene e qui non si tratta di preadolescenti ma di bambini
    allora a 10 anni dovremmo lasciar vedere anche i film da bollino rosso tanto che male fa

  9. Signora Giulia mi spiace ma credo che stia facendo un errore di prospettiva. I film “da bollin rosso ” di solito sono bollinati così da adulti che ritengono tali film contengano espressioni di concetti, raffigurazioni di atti ecc che appartengono ad una realtà di fatto o fantastica che i bambini potrebbero non comprendere e non riuscire ad elaborare da soli, o pedissequamente imitare senza capirne le conseguenze o il valore. Ma qui non c’è niente di tutto ciò mi pare. Ci sono bambini che ragionano assurdamente – secondo la logica adulta – facendo quello che i bambini normalmente fanno sperimentando con i pensieri e le parole per imparare a ragionare e ad esprimere se stessi. Tradotto in pensiero adulto, credo proprio che Prisca stia dicendo “ci sono molte cose nella vita che credo mi piacerebbe fare: avere una bella famiglia e anche partecipare ad imprese grandi professionalmente, mi fanno capire che non posso perché sono una femmina e non un maschio ma a me non importa, non mi arrenderò ” . E lo dice come lo dicono i bambini, non c’è l’imposizione di elementi del mondo adulto. Per questo poi, crescendo, dalle concettualizzazioni strampalate su passa ad un senso di realtà adulto in modo armonico, senza forzature e adultizzazioni precoci di cui giustamente si ha timore perché quelle sono mancanze di rispetto che fanno danni.

  10. Gentile Loredana, mi piacerebbe conoscere i quali sono secondo lei o motivi di questa “fobia del contrasto” specialmente tra le giovani madri, cui accenna nel post.

  11. “ma forse, alla fine, ci vorrebbe Smaug”.
    Andrea (esterrefatto, davvero. Riascoltando e rileggendo Harry Potter, quanto c’è di apertura, uguaglianza, amicizia, verso chi – umano o creatura – che poi è lo stesso – diverso? Basterebbe questo. Leggere tutti insieme la Rowling, e naturalmente tutta la buona letteratura per l’infanzia (o forse tutta la buona letteratura).

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