DUE CONGEDI

Due congedi, due persone che mi sono care che lasciano i luoghi dove hanno agito.
La prima è Concita De Gregorio, che fra pochi giorni non sarà più alla guida de L’Unità. Un grazie, per quanto ha fatto in questi tre anni (per le donne, per questo paese, per dare uno scossone alla velenosa apatia in cui siamo immersi) è poco. Sono orgogliosa di conoscerla, e mi auguro che, dovunque andrà, potrà continuare al meglio il suo lavoro. Per salutarla, scelgo le parole scritte per lei da Bruno Tognolini, che su L’Unità aveva una rubrica. Eccole di seguito.
Capitana, se con questa spada
Da anni porto in giro le mie storie e le mie rime “per bambini” in festival, corsi, incontri con genitori e insegnanti, e cento altre occasioni di dialogo con gli adulti d’Italia. E da anni vedo occhi luccicare, orecchie rizzarsi, persone emergere dall’ombra e farsi presenti. Un poeta per bambini è “poeta per”. Scrive per qualcuno, non per la poesia, e questo qualcuno, grande o piccolo che sia, se si sente interpellato da parole che lo guardano negli occhi risponde: eccomi.
Concita De Gregorio, nel marzo dell’anno scorso, ha sentito nelle mie rime per bambini questo “per” che era più forte dei “bambini”, e mi ha chiamato a pubblicarle, un giorno sì e due no, nella pagina tre de l’Unità, per i suoi lettori adulti d’Italia, per tutti.
Lo ha sentito perché è mamma, si affretterà a dire qualcuno, per rimetter gli uccelli fuggiaschi nelle gabbbiette; o ancora, perché è donna, altra bella gabbietta d’oro: ma fuori delle gabbie, ne sono certo, lo ha sentito perché ha orecchie per le voci raminghe d’Italia che parlano agli altri: non ai target, alle categorie, agli elettorati, ma alle persone, a tutti e a ciascuno. E lo ha sentito – questo lo voglio aggiungere perché faccio il mestiere, e tengo a cuore la sua maestria – perché lei è maestra collega dell’amata lingua. Concita e Gregorio scrive bene, e chi scrive davvero bene legge meglio.
Come me, come molti del mio mondo, Concita ha capito una cosa. Che gli adulti, “con la scusa dei bambini”, si concedono belle deroghe fiorite alla legge del disincanto, della scaltrezza, della sapienza sagace e fallace dei grandi; si riappropriano – alcuni, ahi loro, per quel momento solo – di interi acri d’anima perduti. Con la scusa dei cani per strada facciamo amicizia con chi, senza cani, non guarderemmo in faccia. Con la scusa di una sciarpa da tifoso ci scambiamo segni d’intesa. Con la scusa dei passeggini ci sorridiamo. Il fatto è che non ne possiamo più, semplicemente, del Codice Unico degli adulti disincantati, sgamati, scafati, e non cerchiamo altro che un varco, una crepa per scappare da questa Alcatràz.
Ma non è mille volte più puerile fare qualcosa che si desidera, di cui si ha bisogno, con la ridicola foglia di fico di una scusa? Di un cane, di un passeggino? Un vero adulto ha bisogno di questo?
I sedicenti adulti omozigoti, adulti e basta; gli sgamati scafati realistici, i disincantati; quelli che chiamano gli altri “anime belle” (mi ha sempre incuriosito la locuzione: loro dunque cosa sono, “anime brutte”?): costoro non sanno che esiste un giardino per veri adulti, che non si trastullano più con quelle scuse; un posto dell’anima e del pensiero che si chiama Consapevole Incanto. Dove il sogno, come dice in un magnifico librino Gabriella Caramore, è una mera potenza di realtà. Consapevole come un vecchio e incantevole come un bambino, colomba e serpente, frutto e fiore, umano maturo: adulto.
Concita De Gregorio in questo giornale ha ospitato poeti, musicisti, narratori, fabulatori del teatro. Perché lei stessa parlava e ha saputo ascoltare questa nostra lingua adulta, quella dei portatori di Consapevole Incanto, cioè di sogno nella realtà.
Non so se sia per questo che ora parte.
E non voglio parlarne, anche se mi amareggia: dell’amarezza che ha già detto con parole perfette Mila Spicola, su questo giornale. Voglio guardare avanti, da subito, da ora. E cosa vedo?
Vedo che le storie esistono, per nostra fortuna. Lo garantisco, ci lavoro da trent’anni, da mille e ottantotto poesie e mille e settecento puntate di Melevisione. Le storie accadono, e anzi niente accade, ormai è appurato, se non sappiamo narrarlo in una storia. E allora io che le storie le scrivo e le vivo, ho scritto a Concita in partenza coi toni della storia giusta, con le parole di un bel ciclo arturiano. Con un sorriso ironico di consapevolezza e gagliardo di incanto, le ho scritto così.
Capitana, se con questa spada o questa penna io posso ancora servirti, non appena avrai pronta un’altra nave, non hai che da chiamare, e io prenderò armi, rime e bagagli, e partirò da dove sono e verrò con te. E credo proprio che non sarò il solo.
Bruno Tognolini
Ps. C’è il secondo congedo di cui parlavo . Uno scrittore che è intervenuto anche nel commentarium, e che è uno dei migliori autori di fantastico italiani, ha chiuso il blog, cancellando tutti i post. E’ GL D’Andrea. E’ stato costretto a farlo da un’ignobile campagna di annichilimento dell’avversario durata mesi, e ancora perdurante. Stesso sistema di certe trasmissioni televisive: con la scusante della satira, aggressione e infamia (fino alla creazione di pagine Internet razziste e omofobe). Chi ha provato, come Lara Manni in questo post, a ragionare sul meccanismo che porta a questa situazione, è stato minacciato di querela (esattamente come certe trasmissioni televisive nei confronti di certe giornaliste di Newsweek). L’augurio è che anche per Internet le cose comincino a cambiare, e che la riproposizione di meccanismi di isolamento e di incitamento all’odio mutuata dal piccolo schermo, infine, abbia termine. Forse.

116 pensieri su “DUE CONGEDI

  1. Io so solo una cosa che preferisco che qualcuno mi faccia notare che in un libro pubblicato da una grande casa editrice e superpubblicizzato, a un certo punto il protagonista affronta 8 nemici calando le braghe ai 4 maschi e dando il via a un’orgia. Preferisco saperlo prima di aver pagato per una tale genialata.
    O dove si dice che una sta piangendo e tre righe dopo che la stessa non voleva iniziare a farlo per non dare soddisfazione al nemico.
    O che far tendere un arco a un bambino è assurdo. Cosa che se autore e editore (che sarebbe un professionista) si fossero informati avrebbero saputo.
    etc. etc.
    Sostenendo tutte quelle osservazioni sulle mancanze con estratti dai testi. Il motivo per cui lo fanno non mi interessa fintanto che portano prove che poi posso valutare io stesso.
    Ma un autore e un editore che non fanno nemmeno la fatica informarsi sull’uso dell’arco trattando fantasy che poi spacciano a decine di euro non meritano troppo rispetto.

  2. Wu Ming 4 ha già risposto in modo ineccepibile, Mario.
    Albarello: c’è una grandissima differenza tra il Morandini e i blog di critica. Non lo leggo con costanza, ma non mi sembra che Morandini si sia mai permesso di dare del “cerebroleso” a chi gradisce un film da lui stroncato. Ripeto, è un dialogo fra sordi: una bella recensione – che sia positiva o negativa – non deve essere necessariamente “educata”. Ma avere una finalità che non sia offrire divertimento al pubblico.

  3. Ripeto, perchè simili menate capitano regolarmente solo per quanto riguarda un numero limitato di ‘generi’ (fantasy, horror, vampiri, fantascienza – ma più per film e telefilm che per i libri – cyberpunk, steampunk etc) mentre capita molto meno e soprattutto in maniera non organizzata, non ‘istituzionale’, per tutti il resto della letteratura, di genere e non?
    Questo specifico livore non sarà parte integrante della psicologia degli appassionati di quei generi come pure la loro tendenza ad accusare di idiozia o mafia chiunque non la pensi esattamente come loro?

  4. @Ant: “Con uno scettro magico le quattro tartarughe viaggiano indietro nel tempo, nel Giappone del 1603, per salvare la loro amica April (P. Turco), catturata da un signore della guerra e da terribili pirati. 3° e ultimo film della serie: il peggiore. Diminuiti i mezzi, e senza idee. Per bambini un po’ scemi.” (Tartarughe Ninja III, Il Morandini).
    Hai ragione, lui non dice “celebrolesi” dice “bambini un po’ scemi”. Trovo che sia decisamente meglio, consiglierò anche ai gestori dei blog di adottare questa terminologia colta. ^^
    E se non ti basta, qui trovi un’altra sua recensione: http://sylvesterstallone.it-ilforum.forumfree.it/?t=21810679
    Nota bene come qualcuno dica con molto tatto: “il morandini è una testa di cazzo.”
    Vi ricorda qualcosa? ^^ Se ancora ne vuoi, eccoti:
    “Cosa manda in tilt la famiglia Ristuccia (marito, moglie, figlio e figlia: quattro mediocri)? Il padre che tenta il remake di un amore di gioventù ma finisce sotto un’auto. La famiglia sembra ricomporsi, ma è un’illusione. Osannato dalla critica con poche eccezioni, lanciato alla grande, il film, scritto con Heidrun Schleef, conferma che G. Muccino è il vero continuatore di Castellano & Pipolo e dei fratelli Vanzina, ma con una marcia in più: la scorrevolezza dinamica dell’azione che fa dire ai lodatori: ma come gira bene! Qui il dinamismo si risolve in un ritmo veloce senza vere motivazioni e in dialoghi mitragliati da attori ansimanti, alle prese con personaggi fortemente connotati in tipi: il Sognatore Fatuo, la Moglie Isterica, la Zoccola Volitiva, l’Adolescente Insicuro. Così amara e così falsa, la commedia passa per una sarcastica denuncia della volgare mediocrità televisiva dell’Italia d’oggi. Chi sa? Tra dieci anni apparirà forse come il 1° vero film del regime forzitaliota. Per la procace N. Romanoff è un trampolino di lancio; ai due professionisti del quartetto abbassa la media.” (Ricordati di me, il Morandini).
    “Zoccola Volitiva” lo userò d’ora in avanti nei blog citandolo rigorosamente tra virgolette. Non vorrei passare io per volgare.
    A me le recensioni del Morandini hanno sempre divertito molto. Ed è un dialogo tra sordi perché io stavo paragonando il fatto che Morandini recensisce TUTTO mentre qualcuno ci tiene a fare selezione. Ho solo portato un altro esempio di critica. Comunque prima che tu dica: “Si, ma il Morandini non è spesso cattivo” ti consiglio di leggere prima il suo dizionario e non uscirtene con un brillante: “Non lo leggo con costanza, ma non mi sembra”. Informarsi prima di parlare è il modo migliore per evitare “figure di merda” (cit. Morandini).
    @Sascha
    Permettimi di riassumerti i fatti. Un minorenne ha insultato un autore di fantasy sul suo blog. L’autore del blog ne ha parlato ad una collega. La collega ha indetto una crociata in terra santa. Alla crociata si sono uniti altri personaggi. In reazione (legittimata da Wu Ming 4) a questa crociata sono partiti colpi di cannone. Morale? La colpa è del livore dei critici/lettori. Se vogliamo citare la psicologia, posso dirti che qui chi ha problemi è qualcun altro, sempre secondo me.

  5. Albarello, non c’è alcun paragone con quello che mi è capitato di leggere, non prendiamoci in giro. Non ho il tempo nè la voglia di mettermi a spulciare, ma non credo di essere imbecille o di memoria corta. Quanto alla vicenda del minorenne, mi interessa poco: mi interessa di più, come ho già scritto, che ci siano da tempo blog che, ripeto, si sentono ispirati dall’alto per parlare in nome dei lettori. Continuate pure a divertirvi, ma i lettori, per fortuna, non sono tutti assetati di sangue. Arrivederci.

  6. Marco: a me non risulta che sia andata proprio come dici tu, mi risulta invece che tu stia occupando uno spazio non tuo ribadendo la stessa cosa (altro errore di comunicazione) – facendo un po’ anche una brutta figura. E poi, dai, l’ipse dixit è da parecchio che è fuori moda, no? 🙂

  7. Ah. Come diceva Wu Ming 4, la differenza di esprimersi salta agli occhi. Anche fra me e te. Non mi interessa chi dice “merda” più volte. Mi interessa chi dialoga. Penso che tu abbia posti che ti sono più consoni dove esprimerti.

  8. @Ant, è bello perchè finchè credevi di aver ragione il mio modo di esprimermi non l’avevi criticato. Mentre ora che non hai altre argomentazioni te ne esci criticando quello. Potevi usare un più maturo: “Secondo me hai torto perchè porti gli occhiali”. Io sto dialogando con te, tu esponi la tua tesi ed io la mia. Il fatto che io sia strafottente non è un’attenuante alle mie argomentazioni, nè alle tue. Tu hai più ragione perchè sei più educato? Contento tu, hai ragione. ^^
    @Giuseppe X
    Se hai altri dettagli sulla vicenda illuminaci invece di accusarmi di usare uno spazio non mio (anche perchè è apposta uno spazio di confronto). E non sto ribadendo la stessa cosa, ho dimostrato a Sascha l’incoerenza tra le premesse e le conseguenze delle azioni svolte in questi giorni. ^^
    Non capisco poi perchè starei facendo brutta figura, volevate parlare di critica e vi sto accontentando dando un respiro più ampio al discorso ed uscendo da quella letteraria.
    Per quanto riguarda l’ipse dixit… Wu Ming 4 cita un personaggio di Harry Potter e io non posso citare Morandini? Davvero Harry Potter vale più di Morandini?

  9. Signor Albarello, guardi che frequento la Rete e anche quegli specifici forum e blog di ‘genere’ da parecchio tempo e ne riconosco anche qui il tipico stile. Continui pure e si diverta e si legga qualche bel romanzo di elfi e vampiri gnokki in città dove è sempre notte.

  10. Albarello, con estrema pazienza abbiamo esposto le nostre tesi. Tu continui a rispondere a suon di “figure di merda”. Ti facciamo contento: noi facciamo figure di merda e tu hai vinto. Ciao. Quoto Sascha: lo stile è quello. A me non interessa e per come conosco i commentatori di questo blog, penso di poter dire che non interessa neanche loro. Ripeto per la centesima volta che è un dialogo fra sordi: non mi piacciono quei blog, li ritengo dannosi, chiedo solo che non parlino a nome di tutti i lettori ma per quel gruppo – ha ragione Sascha – di quella porzione di appassionati in lotta contro l’universo. Ciao.

  11. “per quel gruppo e per quella porzione”, intendevo dire. E, per la cronaca, non paragonarti a Wu Ming, Albarello. I livelli sono decisamente diversi, per nostra fortuna.

  12. Concludo con un paio di provocazioni:
    @Sascha
    Non ti piacciono ma li leggi lo stesso? Mi ricordi un pò quegli intellettuali che conosco che affermano di non amare i reality show e poi sanno tutto dei partecipanti. ^^
    @Ant
    Mi spaventi perchè parli al plurale, e dire che credevo che fossimo noi il “branco”. Se poi conosci i commentatori di questo blog come conosci il Morandini, direi che sei a cavallo di un mulo zoppo. Ciao! Ci vediamo al prossimo articolo in cui vi lamenterete della critica cattiva, ho sempre adorato le discussioni fra sordi. ^^
    Mai voluto paragonarmi a Wu Ming 4. Ho solo voluto porre l’accento sui due pesi e le due misure che tutto il mondo applica, ma che riconosce solo negli altri.
    Un abbraccio.

  13. Non so se siate un branco e ripeto che non mi interessa. Ho parlato al plurale perchè ti stavi riferendo a tre persone che mi pare ti abbiano risposto più o meno nello stesso modo. Forse non conoscerò il Morandini: non mi preoccupo, visto che non mi interesso in modo approfondito di cinema. Preferisco occuparmi di civiltà. Ora, però, saluto davvero.

  14. @ Ant. Ma cosa vuol dire “occuparmi di civiltà”?
    Poi scusa il Morandini l’hai citato e non lo conosci e nemmeno ti interessa? Ammettilo hai voluto tirare in ballo un critico famoso senza conoscerlo e quando ti hanno sgamato e smentito “riportando i testi” (o questa maledetta mania di riportare i testi) allora fai il superiore con il più classico “allora non gioco più”. Che figura di melma.

  15. Mario. Capisco l’abitudine a sparare a zero purchessia. Il Morandino l’ha citato Albarello. Non io. Buona sera.

  16. “Morandini”.
    Occuparsi di civiltà=tutto quello che non sia girare per la rete a dire “ecco! Visto! Hai sbagliato! Ho ragione io! Truffatori!”

I commenti sono chiusi.

Torna in alto