Per cominciare, il solito dettaglio, con domanda: ma chi è il genio della comunicazione di Sinistra e libertà a Roma? Perché, dopo il manifesto a lutto per Steve Jobs, sconfessato da Nichi Vendola, adesso arriva quello per la manifestazione di domani. Con coscia.
Seconda questione. E’ in corso una discussione delicata, e proprio per questo importante e che va svolta con animo sereno. Riguarda la scelta di Se non ora quando di non partecipare, come sigla, alla manifestazione di domani.
Terza questione. Il consulente del Ministro della Gioventù difende Nonciclopedia. Son cose.
Sorry: iMpegno, non iNpegno. L’abitudine da dattilografo di usare il pollice destro, cicico e goffo, sulla tastiera fa bruttissimi scherzi
” Per dignità non per odio”, sfondo rosa confetto, due ragazzi in primo piano… ho pensato:- bella la copertina di questo romanzo della collezione Harmony, quasi quasi lo compro….
P.S. nonostante conoscessi la foto di Vancouver, nonostante non legga gli Harmony
a me è piacuta tantissimo quella foto quando uscì, per i motivi che sono già stati detti (tenerezza, forse freschezza), ma quel che non mi piace è il contesto e per una volta non ha nulla a che vedere con la sottana sollevata (ho ben presente il contesto di allora e non riesco a prescinderne, quindi so che la gonna sollevata non era un obiettivo e in quel momento non aveva importanza).
Anzitutto non mi piace la didascalia: dignità contro odio? perchè? perchè invocare l’odio? perchè parlare di dignità su due soggetti in un momento privato (la foto è per me proprio questo, un momento strettamente privato, intimo, di tenerezza, in un contesto pubblico, concitato, violento)? cosa c’entra?
e infine, da assoluta profana, una banale questione estetica: non è bello! non so cosa sia, ma non attrae, credo abbia a che fare con la disposizione dell’immagine che già ha 3 piani (gli agenti in primo piano sfocato, la coppia e gli agenti sullo sfondo), ci si aggiunge la didascalia e sopra ancora l’etichetta gialla…
davvero! qualcuno ci salvi da questi comunicatori!
elena
oh mio dio, che paura: ho visto una coscia!
Raccogliendo l’invito di Girolamo a contestualizzare il manifesto, direi che il suo senso è molto semplice: domani, a Roma, baciatevi e non fate scontri. Tra l’altro, non è un manifesto che si rivolge a tutti indistintamente; piuttosto mira a confermare SEL come partito presente all’evento del 15, a differenza del PD o di altre organizzazioni di “sinistra”. SEL, con questo manifesto, è come se mettesse le mani in avanti: qualsiasi cosa succeda, violenza o forzatura, io non sono d’accordo. Se l’intenzione è questa (e secondo me lo è, viste le posizioni prese da Vendola in recenti occasioni “di piazza”), il manifesto è, dal punto di vista comunicativo, perfetto. Questa non è una comunicazione “sessista”; è una comunicazione politica. La foto è stata scelta non perché riporta una coscia scoperta (questo sarebbe sessismo), bensì perché rimanda a una situazione precisa: lo scontro, appunto. E domani non sarà una giornata tranquilla …
Stan. L.
Criticare l’uso pubblicitario di una foto (di cronaca e non da studio) in cui una porzione di corpo viene mostrata in modo funzionale alla narrazione e né strumentale né volgare mi sembra un comportamento paranoico.
La foto ha fatto il giro del mondo, e ha attirato l’attenzione non certo per le cosce.
Per non perdere il forte valore simbolico di quell’immagine propongo di fugare ogni dubbio alterando la realtà con un “Braghettone” contemporaneo, abile nell’uso di Photoshop.
Il discorso che si è fatto, Michele, è molto più complesso di così, se hai la pazienza di leggere e non partire con gli slogan: comodi quanto inutili. I braghettoni al cervello sono molto più dannosi. E più diffusi.
Stan: permettimi, ma la comunicazione politica, se elitaria, è inutile.
per gabriele lenzi: cerchiamo di non avere reazioni spropositate che alla fine mascherano anche il giusto e sacrosanto sdegno per le cose “veramente violente”. sono cresciuta in un paesino di campagna e sinceramente se una bella donna passava in bici e qualche vecchietto gli gridava “bimba che dio ti benedica bada come sei bella!” non faceva nulla di male e di solito la passante rideva del complimento non richiesto.
a volte ci vuole un po’ di serenità, altrimenti poi quando ci si arrabbia per le cose vere si rischia di aver finito le parole.
io non credo, sinceramente, che SeL abbia messo quella foto per far vedere un paio di cosce. penso che abbiano preso una foto che semmai c’entra poco con lo slogan “per dignità non per odio”, ma non ci vedo malizia sessuale, semmai un po’ di povera scemenza. (che in politica è grave, gravissima, ma su piani diversi dal discorso “corpo delle donne”).
dopo aver letto altri punti di vista, e di chi ha ricordato la storia della foto, riesco a vederla anche in maniera differente…ma il primo impatto è stato chiedermi se si trattasse della locandina di qualche film anni 70 tipo: Giovannona Coscialunga e la rivoluzione.
@ Loredana
scusa, ma chi stabilisce se una comunicazione è elitaria? Se quel manifesto è stato pensato per un interlocutore preciso, perché criticarlo come se fosse stato fatto per un “tutti” indistinto? Quel manifesto è prima di tutto un’affermazione: noi ci siamo. Dopodiché, aggiunge un particolare di non poco conto: nella baraonda (e domani sarà baraonda, credimi), noi siamo quelli che si baciano. Lo slogan “Per dignità e non per odio” conferma questa lettura: noi scendiamo in piazza per difendere la nostra dignità e non perché odiamo qualcuno. Ecco, quel manifesto è prima di tutto rivolto a quel “noi”: militanti, simpatizzanti, potenziali elettori di SEL. Qui non c’è nessun elitarismo, giacché quel “noi” conosce la foto, e la conosce molto bene. In seconda battuta, il manifesto è rivolto anche ad altri interlocutori: agli elettori di altri partiti di sinistra, ad esempio; e anche qui la foto è conosciuta. Senza dimenticarsi del fatto che in politica, e soprattutto in politica, il “tutti” non esiste …
Sulla mancata adesione di “Se non ora quando”, forse è la vicinanza al PD la causa? Ricordo ai distratti che la manifestazione di domani non gode del sostegno del PD, tutt’altro!
Stan. L.
Riguardo Nonciclopedia e il diritto di satira, riporto l’ultima analisi di Vasco Rossi e la sua proposta per il nuovo “disclaimer” del sito:
Quando ho sentito che i fondatori di nonenciclopedia la difendevano in nome della “satira” o della libertà di espressione non ci ho visto più.
Ma quale satira è scrivere o lasciare scrivere che Anna Frank se l’è voluta perchè è ebrea e Jan Palach immolatosi per la libertà dandosi fuoco in una piazza cecoslovacca era uno con le palle fumanti o una testa calda.
Poi ho pensato che queste sono le c…retinate che tante volte ho letto sui muri dei cessi degli autogrill o le cazzate che ho sentito uscire, in gare a chi le sparava più grosse, dalle bocche impastate di festanti ubriachi.
Se ci fossimo capiti subito avremmo evitato che tanti “ignoranti”
(e arroganti della propria ignoranza) vomitassero i loro velenosi insulti sulla mia bacheca, carichi di una cattiveria inaudita e una rabbia feroce al solo pensiero che io, potessi togliere loro il giocattolo nuovo con cui baloccarsi e rigirarsi nella propria melma esistenziale….
Poi improvvisamente la folgorazione! Ho capito.
Nonenciclopedia è una idea… “straordinaria” …per tirare fuori il peggio dalle persone. Per permettere loro di vomitare idiozie e insulti, fare battute e sparare cazzate. Per sguazzare, grazie all’anonimato, nella più stupida e torbida irresponsabilità ed offrirci così, alla fine, lo spettacolo della peggiore parte dell’umanità.
Per chi volesse esser informato “su questo argomento” (io sto bene lo stesso), ecco che il web, dopo aver inventato la enciclopedia più inaffidabile e forse più “vera” dell’umanità, quella scritta da chiunque lo voglia, ci offre la nonenciclopedia, uno spaccato fedele della parte più oscura di noi, quella che si può conoscere solo attraverso le scritte (anonime) nei cessi o le sparate delle menti ubriache di vino e disperazione, quando al sabato sera si torna a casa, con buona pace delle nostre mamme sotto gli occhi degli ultimi posti di blocco della polizia e la frustrazione di dover tornare a lavorare il lunedi mattina. Naturalmente per chi è fortunato e un lavoro ce l’ha!
Ai fondatori lancio questo “agreement”:
togliete satira ed ironia (per rispetto a queste) e, come sottotitolo alla vostra piattaforma, vogliate scrivere:
…noenciclopedia…
“Il lato più oscuro dell’umanità…il muro del vomito esistenziale…
lo sfogo anonimo e giustificabile delle nostre povere anime disperate.”
V.R.
provate a sostituire le scritte con l’infelice slogan di quella pubblicità di salvaslip: “CULOTTE OGGI, RIVOLUZIONE DOMANI”.
Perfetto, no?
Il problema (in questo contesto) di questa foto è che sembra finta e patinata, anche per i colori con cui dev’esser stata trattata in postproduzione.
Le foto di Tano d’Amico non imitavano certo l’estetica pubblicitaria di allora (@Girolamo, mi sa che la “tua” non c’è neanche qui)
http://www.arengario.it/tano/pdf/2008-donne-bologna.pdf
Ho letto tutto il dibattito sul blog di SNOQ, molto interessante. Non solo per la questione 15 ottobre.
Fatta vedere a mio marito:
Reazione a caldo, senzi peli sulla lingua:
… sembra un tentativo di stupro…
…ma che c’entra con tutto il resto, Vendola e company?…
…decisamente non azzeccata…
@ Stan
la tua lettura presuppone una divisione tra i manifestanti: da un lato quelli che praticano (e credono a) amore, pace, gioia. Dall’altra, quelli che si pongono in contrasto con questi valori e causano scontri e baraonde. In questo contesto, le forze dell’ordine stanno con i buoni, perché vanno a contrastare quelli che “se la cercano”. Se domani qualcuno sarà colpito da manganellate o fumogeni sparati ad altezza d’uomo, gli si potrà dire: poteva restarsene a fare l’amore.
E già che ci siamo: quel riferimento all’odio (contrapposto alla dignità) è di una stupidità comunicativa degna della campagna elettorale di Ventroni 2008. Ce l’eravamo quasi scordato il mantra del “partito dell’odio” Vs “partito dell’amore”, aveva smesso di usarlo perfino B.: ed ecco che un pessimo copy gli fa il favore di rievocarne il frame. La strategia di dire: “siamo noi il vero partito dell’anore” non fa che rafforzare il detentore del copyright sulla formula odio Vs amore (e sostituire amore con dignità non cambia i termini). Per una formazione politica che ha avuto, nel 2005 come nel 2010, uno dei punti di forza in strategie comunicative innovative e spiazzanti, questo versante “romano” è una netta regressione.
@ laura a.
No, infatti non c’è. Mi sono scaricato tempo fa i cataloghi delle foto archiviate da quel sito, e non c’è. Ce l’ho su carta, ma non so se la qualità della stampa reggerà la prova della scansione.
Stan, il tuo insistere sul Pd mi fa sorridere: come se pensassi che io, o altri di questo blog, siano militanti o simpatizzanti del medesimo. Tranquillo, non è così. 🙂 E, sinceramente, anche la precisazione denota quel “noi siamo così”, gli altri no, che sottolineava Girolamo. Parlo per Sel, e gli altri si fottano. E’ un errore: comunicativo, e politico.
@ loredana
ho letto con MOLTA attenzione, e il tuo “Con coscia” (letterale) l’ho trovato molto più provocatorio della foto stessa, ma lo giustifico pensando che in quella foto c’è chi ci vede un tentativo di stupro, basti guardare qualche commento sopra.
Io e Guglielmo di Ockham ci vediamo solo un gesto d’amore e di protezione, cosa peraltro corrispondente alla realtà dei fatti, ma sono evidentemente un sessista senza appello.
Non sei un sessista: ma qualcuno che evidentemente si compiace di ridicolizzare le opinioni altrui, invece di discuterle. Molti cari saluti a Guglielmo: è magnifico, credo, sentirsi così perfetti. Mai riuscita.
@ Girolamo
hai ragione, su tutti i fronti. Ma la divisione tra buoni e cattivi non la faccio io; la fanno SEL e Vendola. O meglio, l’hanno fatto di recente in occasione degli scontri del 14 dicembre scorso o in Valle di Susa. Poi, certo, so bene che Vendola è più misurato con le parole di un Bersani o di un Gasparri; dice che le motivazioni sono giuste ma le pratiche di rottura no … Ma alla fine, stringi stringi, si arriva alla stessa cosa. Su un unico punto non concordo con quanto scrivi: io non credo che il manifesto sia una regressione della strategia comunicativa di SEL; credo anzi che sia perfettamente il linea con il suo “vuoto” politico … Ma si esce dal tema (e poi devo andare a dormire; domani non sarà facile) …
@ Loredana
mi scuso se ti ho dato quella impressione; non era nelle mie intenzioni. Volevo solo provare a leggere il manifesto nel contesto di ciò che si prospetta domani …
Stan. L.
Stan, nessun problema. E comunque, ci si trova domani. Speriamo che sia meno difficile di quanto previsto.
Per Michele (e la signora Lipperini mi perdonera’ l’intromissione). Secondo me il punto non e’ questo. Non e’ che chi vede nell’immagine “amore e protezione” sia un sessista senza appello. E’ che il messaggio e’ troppo ambiguo.
La prima impressione che questa immagine mi ha, soggettivamente, provocato e’ di fastidio – mi ricordava troppo i manifesti del PD e la loro gonnellina svolazzante. Allo stupro non avevo proprio pensato, ma l’immagine che avevo non era certo “empowering”, mi sembravano due ragazzi in un momento di improbabile intimita’ in mezzo alla folla e di lei non vedevo il viso ma solo le gambe (una carica della polizia non e’ proprio il posto adatto per pomiciare). Al mio uomo, che pure legge i giornali, l’immagine aveva fatto lo stesso effetto – quello di una immagine “finta” (e di fatti, quando la foto fu pubblicata ci fu un dibattito in rete per chiarire se si trattasse di una situazione reale o di due attori pagati per drammatizzare un bacio).
Dopo la spiegazione di Michela Murgia, mi sono tornati in mente i fatti di Vancouver (di cui pure avevo letto, senza che questa foto lasciasse su di me una impressione duratura) e sono stata in grado di vedere le cose da una prospettiva differente – ho capito, ad esempio, perche’ della ragazza non vedessimo l’espressione del viso (che tante cose avrebbe raccontato della situazione). L’immagine non e’ poi cosi’ iconica ed e’ comunicativamente AMBIGUA – non immorale o volutamente “furba” solo molto ambigua. Ed e’ questo, secondo me, il madornale errore comunicativo.
Non discuto ogni obiezione sollevata circa la scelta di SEL o l’idoneità della foto a pubblicizzare una manifestazione, ribadisco solo la mia convinzione nel considerare errato ridurre la foto ad una foto “con coscia”. Le semplificazioni fatte col machete non mi avvicinano certo a certe posizioni, anzi.
Con estrema pazienza, ti è stato spiegato il motivo. La frase era semplificata? Può darsi: ma un blog è fatto dal suo commentarium, oltre che dal titolare. Naturalmente, da quella parte del commentarium che discute, invece di venire a puntare il dito e a dire dalli ai bigotti. Buona vita.
@ letteredalucca (e mi scuso per il lungo off topic)
Il punto non è che il complimento è non richiesto: anche quello di un sincero spasimante che non ci piace è non richiesto. Il punto è che è *inopportuno*. Ridere a un complimento *inopportuno* credo che sia una reazione di disagio, di imbarazzo, che però cerca di non essere aggressiva (una donna raramente può permettersi di essere aggressiva, specie nella provincia italiana). Si può anche arrossire, ammutolirsi, voltarsi, oppure rispondere. A me, maschio, un complimento *inopportuno* darebbe fastidio sempre. Immagina un tipo a un convegno scientifico che parla, e qualcuno dal pubblico: “a parte che lei è un gran figo, ma cosa ne pensa dei protozoi parassiti?”. Pensi che detto a una conferenziera sarebbe più opportuno o per le donne in bicicletta c’è una deroga speciale?
Credo che costruire una cultura in cui un uomo non si sente legittimato a manifestare il proprio desiderio (ma sarà desiderio?) *inopportuno* sia importante, e lo si fa partendo dagli atteggiamenti quotidiani, perché le cose “veramente violente” non sono virus marziani: trovano terreno fertile e legittimazione in un atteggiamento diffuso.
Sono una persona serena, ma non ci riesco ad avere serenità su questi temi. Ma perché quel vecchietto, o quel giovane che sia, deve ergersi pubblicamente a giudice della presentabilità di quella donna? Ma pensi che ci sia tanta distanza tra una battuta del genere e una mano morta, una “strusciata” o uno stupro? Anche se non tutti percorrerebbero questa distanza, sono atteggiamenti dentro la stessa cultura. Io su certi temi rilassato non ci sto. Attenzione a non scivolare nella logica “a molte donne fa pure piacere”. Secondo la barzelletta di Sacconi a tutte le suore fa piacere essere stuprate (tranne una, la sua eroina; le altre immagino che con molta serenità le avrebbe definite puttane).
Gabriele, il problema non sta nel complimento: sta nel fatto che se a un uomo dici
“a parte che lei è gran fig*, ma cosa ne pensa di?
ad una donna si omette il link tra “a parte” e “pensa”
sì, penso che ci sia differenza.
penso che ci sia un’enorme differenza fra il capufficio che passando dalla stagista col contratto a tempo determinato le dice “belle gambe” e il vecchietto che smette di giocare a briscola per gridare “ciao bella!” a una ragazza che passa in bici.
perchè la differenza la fa la posizione fra i due, la subalternità o meno di due posizioni.
io mi riferivo al fatto che non occorre perdersi dietro al vecchietto della briscola, occorre concentrarsi sul proteggere la stagista.
Insomma, continua la saga dei manifesti paraculi di SEL…