ECOBRAND CON FATINE

Non bastasse l’INValSI, ci sono le eco-Winx. Quello che leggerete più sotto è un comunicato stampa del ministero dell’ambiente: che forse dovrebbe documentarsi un po’, e interrogarsi sul significato di adottare “un brand” per parlare ai ragazzi.
Non entro, stavolta, nell’annosa polemica sulle Winx. La conoscete, credo, e volendo potete rinfrescare la memoria qui. E’ il brand che mi dà da pensare. E’ come se, quando si cerca di coinvolgere i più giovani, ci si dovesse rivolgere giocoforza a personaggi che a loro volta sono nati studiando a tavolino le caratteristiche che dovevano avere per ottenere consenso fra bambini e ragazzi: le Winx, qualsiasi cosa si voglia dire, sono nate così. Geronimo Stilton anche. Pippi Calzelunghe o Harry Potter sono nati dalla fantasia libera delle loro autrici. Poi, magari, sono diventati brand, ma non sono stati concepiti sulle indagini di mercato.
E’ che le istituzioni, spesso e volentieri, si annoiano o si impigriscono all’idea di studiare il personaggio giusto da proporre e adottano il più popolare (come dimenticare la celeberrima winx-frase “a grande potere corrisponde grande popolarità”?). Una cosa simile all’indimenticato festeggiamento della Barbie patrocinato dal comune di Cagliari di cui parlò Michela Murgia (il suo post sulla Barbie emancipata è qui).  Ecco il comunicato, e buona festa della Liberazione (accidenti).
“Se le risorse del nostro mare sono delle vere magìe, chi meglio di un gruppo di giovani e celeberrime fatine può insegnarci a conoscerle ed apprezzarle?
Nasce così il progetto “Le magie del Mare – Winx Club”, che associa le famose fatine Winx, nate dalla penna e dalla fantasia di Igino Straffi e ormai note in tutto il mondo, alla promozione del mare e in particolare del sistema delle aree marine protette.
E’ al via infatti il progetto è stato promosso dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in qualità di unico ente gestore delle due aree marine protette da ultimo istituite di Santa Maria di Castellabate e Costa degli Infreschi e della Masseta.
L’iniziativa è stata realizzata dal Parco con il patrocinio ed il contributo del Ministero dell’ambiente grazie alla collaborazione della casa di produzione di Winx Club, la Rainbow S.r.l., con la collaborazione della Fondazione Symbola.
Nel progetto saranno coinvolte, attraverso un Road Show, di sette aree marine protette (Santa Maria di Castellabate e Costa degli Infreschi e della Masseta, Miramare, Portofino, Torre Guaceto, Capo Carbonara-Villasimius, Plemmirio), più un concorso per scuole primarie.
“Le istituzioni chiamate alla tutela delle straordinarie bellezze ed l’immenso valore naturalistico del nostro mare – afferma il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini – si associano ad un fortunato brand italiano, le Winks, per avvicinare alle suggestioni delle nostre aree protette il pubblico, soprattutto quello giovanile. Un modo nuovo, originale, accattivante per insegnare ai bambini ed ai ragazzi, con l’allegria dei personaggi di Staffi, ad amare e difendere l’ambiente marino”.
Saranno infatti le notissime fatine Bloom, Stella, Flora e le loro amiche a guidare i ragazzi alla scoperta delle aree marine protette.
Ad ogni tappa verrà proiettato un video didattico e verrà realizzata un’animazione ed allestita una piccola esposizione, con momenti di incontro e confronto tra scuole, istituzioni, comunità locali e promotori del progetto durante i quali si parlerà delle criticità e delle potenzialità del Sistema delle Aree Marine Protette e verrà inoltre presentato il concorso per le scuole che coinvolgerà 500 mila studenti.
Per partecipare al concorso le scuole potranno iscriversi entro il 30 giugno e fino al 31 ottobre potranno inviarsi i lavori. La classe vincitrice si guadagnerà un soggiorno didattico di tre giorni nel Parco Nazionale del Cilento per passare dalla teoria alla pratica”.

30 pensieri su “ECOBRAND CON FATINE

  1. non concordo mi dispiace.
    educare, motivare e migliorare attraverso il divertimento funziona per moltissime persone, specialmete i piu’ giovani.
    Forse le Winxs non sono la scelta migliore, ma sempre meglio del solito premio al disegno piu’ bello per l’ennesima iniziativa salviamo il mare!!!
    Ci lamentiamo tanto di quanto sia obsoleta la scuola, ma credo questa sia una buona iniziativa, forse non perfetta.

  2. Questa cosa qui del marchio famoso e discutibile, alleato con un ente pubblico tipo ministero, ecc. diventa un guaio perchè è diffusa a tanti altri settori, e perchè è frutto di cialtroneria e disinformazione. Sono d’accordo con Francesca, appassionarsi e imparare sono indissolubili, ma penso che potremmo pretendere degli accostamenti molto migliori, senza accontentarci – mai. Mica chiedo molto: vorrei una scelta migliore: che studino bene un brand, una ditta, prima di fare alleanze. Ma qui bisognerebbe chiedersi anche qual’è l’idea di ‘ambiente’ che si vuole trasmettere ai più piccoli, e la percezione che ne hanno gli stessi adulti che propongono questo progetto. Se ne sta parlando anche al festival del giornalismo a Perugia – a proposito, ci sarai anche tu Loredana vero? Mi sembra il sabato.

  3. Francesca, ci sarà pure un’alternativa fra il supermarchio e il disegnino, o no?
    Ps. Sì, sono al Festival ma per pochissimo tempo, dalle 14 a fine dibattito e poi alle sei riprendo il treno.

  4. Non so, Loredana, se ci sia un’alternativa.
    Probabilmente, tappandomi il naso, sarei costretto a fare una scelta simile nel rivolgermi alle “grandi masse” dei giovanissimi.
    .
    Il punto non credo sia soltanto su quale icona una campagna decide di appoggiarsi per veicolare il suo messaggio, ma come si arriva in certi periodi a non trovare icone alternative, che non siano commerciali, che abbiano la stessa potenza seduttiva espressa ora dalle Winx.
    .
    L’altro punto è su quel che dici riguardo la pigrizia. Questa c’entra molto: le Winx rappresentano una scelta facile, senza critica. D’accordo. Ma c’è anche da considerare la paura di mettersi in gioco all’interno di un tavolo consultivo, che magari non spicca per cultura. Ad esempio, se proponessi di usare le Masche per comunicare un messaggio di rispetto dell’ambiente all’interno delle scuole italiane, quanto verrei preso sul serio? Come sarei considerato alla successiva seduta? Esisterebbero ancora delle sedute per me che non riguardassero soltanto il Piemonte?
    Questo è un fattore che secondo me sarebbe da considerare, oltre a quello della pigrizia naturalmente.

  5. A me pare un’enorme cazzata, fatta in buona fede magari, ma non tanto per il marchio delle winx, proprio per l’idea di fondo che ai bambini vada insegnato l’amore per qualsiasi cosa di buono, in forma di trasmissione di messaggi. Come se passare una giornata o realizzare un progetto abbia un minimo peso per la vita di un bambino. Mentre scrivo mi sovviene di quando visitai da piccolo le fosse ardeatine, cosa perfettamente inutile. Oppure mi viene in mente che alle medie un giorno portarono dei libri e ognuno se ne prendeva uno e se lo portava a casa. Immagino un’iniziativa per promuovere la lettura. Inutile anche questa, chi già leggeva ha continuato a leggere, chi non leggeva e in casa non aveva genitori che leggevano non ha scoperto la lettura, e non si capisce per quale motivo avrebbe dovuto cominciare a farlo.

  6. c’e’ un mare di alternative, certo.
    vorrei solo che la scuola italiana si svegliasse un po’.
    per @_@ si, credo molto che i bambini vadano educati per essere persone migliori. e se anche solo uno di quei bambini lesse il libro ricevuto, ne valse la pena. a te sembrano cose inutili, pero’ le ricordi ancora bene

  7. Non mi sembra che i prodotti commerciali menzionati meritino tutto il disprezzo che leggo. Sono divertenti e in molti casi educativi. Le Winx, ad esempio, avvicinano le bambine alla lettura. Qual è un altro prodotto che può vantare gli stessi risultati? Il fatto che siano commerciali sminuisce il merito? Non tutti i prodotti commerciali sono superficiali. Topolino è commerciale eppure è considerato un classico. Mi chiedo se chi giudica così severamente abbia mai letto Harry Potter o Geronimo. Penso che sia l’ottusità e lo snobismo di pochi contro milioni di fans. Possibile che tutti gli appassionati, grandi e piccoli, siano ebeti e la verità sia in mano a questi pochi detrattori?… Mmm… C’è da meditare sui numeri e pesare bene le parole di questi “saggi” che vorrebbero illuminarci. Come e quando naturalmente non si sa…

  8. A me questo tentativo sembra più che altro goffo. Vedo i ragazzini di oggi, forse non molto diversi da quelli che siamo stati noi o forse sì, la memoria deforma e non saprei dire, ma li vedo svelti, curiosi, ficcanaso, e mi viene spontaneo pensare che non sarà l’amo delle Winx a catturare la loro curiosità. Non solo quello, almeno. Come non la catturerebbe Iron Man, e nemmeno Topo Gigio o il mostro di Loch Ness. E quindi a colpirmi (negativamente) è il programma esposto: cattedratico, impostato su una comunicazione che vede il bambino come soggetto passivo, allo stesso modo in cui lo è a scuola. La proiezione del video “didattico”, l’esposizione, i “momenti di incontro e confronto tra scuole, istituzioni, comunità locali e promotori del progetto durante i quali si parlerà…” sembrano tutte cose fatte apposta per gratificare gli adulti e annoiare mortalmente i bambini. I quali, senza voler vantare competenze che non ho, credo si appassionino quando le cose le possono vivere, non quando le devono osservare sotto una teca da museo o quando sono in qualche modo invitati a conformarsi a un pensiero elaborato da altri, per quanto ammantato di “progressismo” come è il pensiero ecologista. E’ tutto, io credo, molto più complicato e molto più semplice al tempo stesso: se ci sono operatori entusiasti del loro lavoro e capaci di appassionare, i bambini giocheranno con loro e saranno (positivamente) segnati dall’esperienza; altrimenti si annoieranno e inganneranno gli sbadigli prendendo per i fondelli tutti quei barbosissimi presentatori ufficiali che sfileranno loro davanti. Winx o non WInx, che mi pare una cosa del tutto marginale e, a voler essere cattivi, uno spreco di risorse – che certo il marchio non si può sfruttare gratis – che avrebbero potuto essere usate per migliorare i contenuti dell’iniziativa, invece che per strombazzarne l’esistenza. Certo, bisogna avercelo, il personale entusiasta…
    @Faccina: in parziale contraddizione con quanto ho appena scritto, spezzo una lancia a favore di iniziative come la visita d’ordinanza alle Fosse Ardeatine, tanto in voga negli anni ’70 e adesso non so. Pure io ho reagito come te, allora. Avevo undici, dodici anni, e proprio non arrivavo a concepire di cosa mi si stesse parlando, che dentro quelle cave erano morte centinaia di persone. Però, chissà perché, quella visita non l’ho mai dimenticata e un bel giorno, avrò avuto un 25 anni, passando da quelle parti in macchina lessi la targa e accadde tutto quasi come se non fossi io a decidere: parcheggiai, scesi, andai e stetti lì quasi tre ore. Ricordo che a un certo punto l’emozione quasi mi paralizzò, fu difficile andar via. Evidentemente, anche senza che ne fossi cosciente, quella lontana visita qualche seme lo aveva gettato.

  9. Cara Simona, non solo ho letto Harry Potter, ma sono cresciuta su Topolino, e ho anche giocato con la Barbie. Se non si fosse capito – possibile – la critica non è al “commerciale” ma al “brand”. Ovvero, a quel prodotto che nasce studiato a tavolino per modellarsi sui gusti presunti dei bambini. Uno sceneggiatore delle Winx, quando uscì “Ancora dalla parte delle bambine” in cui ne ho lungamente parlato, mi disse che per quelli che erano i desideri dei produttori, poteva anche scrivere l’elenco del telefono e sarebbe andata bene lo stesso. Altrettanto naturalmente, se è disposta a discutere senza offendere e senza disprezzo verso i “saggi” (mai stata saggia) che osano criticare un impero economico (che cattivi), posso elencarle in dettaglio tutti i motivi per cui penso che Winx sia un pessimo prodotto.

  10. Il commento di Maurizio mi è piaciuto molto. Coinvolgere i bambini attivamente, aggiungerei anche nella creazione della stessa campagna, sarebbe assai più formativo sia per i bambini che per gli adulti.
    Però in questo caso, dove il messaggio dovrebbe coprire il territorio nazionale, ci vorrebbero capitali piuttosto grossi. Certo è che sarebbe una campagna più efficace, i capitali non sarebbero sprecati e sì, sarebbe la soluzione ideale.

  11. Consiglio una visitina al blog dell’adci, l’associazione di art director, o su Nuovo e Utile di Annamaria Testa. Tanto per dimostrare che questo tipo di scelte (le eco-fate) si devono davvero alla pigrizia. Ci sono fior di giovani creativi da utilizzare, e ci si rivolge sempre al già noto (e già straricco).

  12. @ Faccina, a scuola non si imparano solo nozioni, ma anche un modo di stare insieme e nella comunità: la scuola è una delle agenzie dove si formano i cittadini futuri, dove si socializzano e si perpetuano i valori che una comunità ritiene importanti, quindi è logico che cerchi di trasmettere ai ragazzi la responsabilità verso gli altri (accogliere la diversità, aiutarsi, collaborare ecc.), la cura dei beni comuni (rispetto dell’ambiente…) ecc. Poi come per le attività didattiche “normali” anche l’efficacia di questi progetti dipende sempre da come sono fatti, da chi, e varia a seconda dalla ricettività dei singoli alunni, ma per fare il primo esempio che mi viene in mente, a scuola di mio figlio hanno fatto un piccolo laboratorio sulla corretta alimentazione e lui ora è tutto intrippato. Che non vuol dire che dal giorno alla notte s’è messo a mangiare piattate di catalogna, ma è evidente che l’esperienza l’ha interressato e colpito.
    Per tornare al tema brand, condivido la tristezza di Loredana, ma ritengo veniale che un ente pubblico, se ritiene di utilizzare un testimonial popolare, finisca per cadere su un brand. Secondo me dal punto di vista dei destinatari (bambini, ragazzi) non fa differenza vedere usare un personaggio nato a tavolino per essere brand, come Geronimo Stilton, o nato libero e brandizzato a posteriori, come per esempio la Pimpa, che peraltro ormai sono una minoranza rispetto ai primi.
    Invece dovrebbe esserci molta attenzione alle qualità del personaggio scelto, esserci un minimo di ratio, il criterio non essere insomma solo la popolarità come pare in questo caso: se la scuola veicola un concorso “proposto” dalle Winx, dà in cambio loro un endorsement, dice ai bambini che la scuola approva le winx, il loro mondo, che ne condivide qualcosa. E io invece vorrei che la scuola non condividesse proprio un bel niente con i modelli e i valori proposti dalle winx, così ben raccontati da Loredana nel post che ha linkato e nel suo libro sulla re-gendrization.
    In più non si può dire che l’ecologia sia uno degli interessi storici della serie winx, e delle fatine stesse, ferratissime invece su look, bellezza, ragazzi, feste ecc.; l’unica connessione che mi viene in mente con l’ambiente marino è la loro sfavillante linea beach costumi e accessori. Senza contare che saranno anche popolari, ma sul mercato di cartoni e giocattoli le winx si rivolgono esclusivissamemente alle femmine, motivo per cui la scelta mi appare strana anche dal punto di vista diciamo comunicativo.

  13. Mi chiedo se il problema non sia solo una cosa di pigrizia, ma anche una cosa di quatrini. Affidarsi al brand è oggettivamente un grandissimo risparmio, è pappa fatta, per fare la pappa a prescindere dal tipo di intenzione e di ingredienti occorrono competenze, non ci si improvvisa, e le competenze costano. Specie in questi tempi in cui la comunicazione non è più affidata al più o meno geniale spontaneismo. Il brand invece si offre, vanta – discutibilmente o meno non so, dipende credo dalle fasce di età – una sua capacità di conquista e trascinamento, prob. non chiede soldi perchè anzi ci guadagna molto più lui del ministero e della causa in questione: il brand si fa conoscere e si nobilita agli occhi delle masse.

  14. @ francesca violi e altri
    ma il punto è un altro: non esistono il “rispetto per l’ambiente”, “l’antifascismo”, “il rispetto per il prossimo”, “l’amore per la lettura” come valori che si trasmettono e ( parere mio ) che vanno inculcati. Io alle elementari ho visitato le fosse ardeatine, e non mi ricordo nulla di quella esperienza, però mi ricordo, adesso che ci penso, che in classe c’era una bambina con problemi credo famigliari, e un po’ irrequieta, la quale a volte veniva schiaffeggiata e ridotta in lacrime dalle maestre. Per cui il fascismo ce l’avevamo in classe, e sto parlando di fine anni ’80 inizio ’90. Poi il laboratorio per tuo figlio va benissimo, ma appunto non tutti i bambini sono uguali, e poi o il laboratorio è perenne, come immagino la raccolta differenziata, oppure è inutile, per quanto positivo e coinvolgente.
    Qualcuno può dirmi il senso di dare dei libri per le vacanze a bambini che li guardano con un senso di noia infinita e che poi ci devono pure fare il riassunto? c’è una cosa più idiota e violenta di questa? La scuola stessa nel momento in cui ritiene di dover rendere appetibile un’attività, tratta i bambini come deficienti.

  15. Mah@___@ due cose. Non è che se in classe uno ruba il portafoglio si fa male a dire di non rubare, si fa male a rubare il portafoglio. Questa logica perversa è molto italica – comoda anche così ognuno si fa i cazzi propri.
    per il resto anche, i bambini funzionano davvero così, e chi ha figli lo sa meglio. Le cose passano anche quando sembra che non passino – accade quotidianamente.
    Poi io credo che, quando dici che certe cose non debbano essere trasmesse, riferisci un’opinione legittima, ma che pone una distanza radicale e invalicabile. Una differenza. Per me il problema della trasmissione etica tra generazioni è un’obbligo ineludibile. So bene che non tutti sono uguali, che a qualcuno arriva e a qualcun altro no. Pazienza, ci si prova. Si sbaglia? Ci si prova uguale.

  16. Faccina, per me quello che non esiste è un sapere neutro e imparziale… Da sempre la scuola, inevitabilmente, mette in risalto certi valori piuttosto che certi altri. Sui valori da trasmettere, su come farlo ecc. si può discutere, ovviamente. Comunque a noi all’inizio dell’anno ci danno un foglio con un gran diagramma in cui si spiegano i collegamenti di tutte le attività che si faranno nell’anno scolastico, per cui non è che si fanno cose così isolate, di solito c’è un progetto che integra le attività delle varie materie e aree, non so spiegarlo meglio così di corsa. Infine sulla violenza intendiamoci: violenza è la maestra che picchiava la tua compagna, non i libri per le vacanze…

  17. Ci credo poco alla pigrizia. Le Winx, se non sbaglio, nascono su “Il Giornalino”, quello che si vende in chiesa.
    Il Ministero per l’istruzione ecc… è ormai completamente colonizzato da Comunione e liberazione. Pigrizia o contiguità?

  18. Va beh, zauberei, ma dov’è che nei miei commenti si può leggere che io auspico l’ognun per sé? Io ho parlato di un fatto: mentre spieghiamo cos’è il fascismo, la maestra ( e sto parlando di maestre stimate e buone ) applica un comportamento fascista, picchiare la bambina perché non esegue gli ordini al pari degli altri alunni. I bambini non apprendono l’insegnamento dell’antifascismo ( che è un concetto fuori dalla loro portata ), ma vedono benissimo chi è che comanda e come si mantiene l’ordine. Dunque la trasmissione di qualsiasi cosa si pratica quotidianamente come dici tu, non si impartisce come fosse una legge. E imporre la lettura è violenza, una volta che il bambino ha imparato a leggere sta a lui appassionarsi o meno, basta portare i libri a scuola o regalarglieli. Poi io non sto mica mettendo in discussione chissà quali valori e le attività che si fanno a scuola, ci mancherebbe. Ma l’ambiente lo si rispetta tutti i giorni, non è che si impara a rispettarlo come si imparano le tabelline ( e comunque senza esercitarsi col tempo si torna alle 4 operazioni ). è tutto molto bello, ma la difesa dell’ambiente marino è un pretesto come un altro. Stiamo sempre a discutere di quanto siano importanti i media: invece che auspicare campagne pubblicitarie più intelligenti, non si fa prima a dire che è la pubblicità stessa ad essere mortificante per l’intelligenza? Dobbiamo sottoporre i bambini a epigoni di “salve, sono Troy McClure”?

  19. @Zauberei (commento dell’1.50 pm)
    Infatti. Maurizio fa notare che i capitali spesi appoggiandosi su brand consolidati o che in un certo periodo vanno per la maggiore, risultano in realtà sprecati in gran parte perché non coinvolgono attivamente i bambini. Queste campagne si dimostrano scarsamente formative e finanziariamente dispersive.
    Tu aggiungi che appoggiandosi su un certo tipo di brand si rischia di nobilitarli.
    Loredana spiega che la pigrizia ha una parte principale nella scelta dei brand.
    Io trovo che non si sia così disinteressati quando si ha da decidere su quale brand appoggiarsi.
    Faccina vorrebbe che si imparassero le cose senza subire dei traumi 🙂
    A parte faccina, con la quale sono d’accordissimo sulla mortificazione che certe pubblicità producono, credo che qualcosa, riguardo le campagne di sensibilizzazione, sia emerso dal commentarium, no?
    Perché non provare a scrivere una relazione da suggerire al ministero?

  20. @ Faccina
    .
    Insegnare ai bambini soltanto a leggere per poi lasciare che siano loro a scegliere i libri (da leggere) vorrebbe dire sollevarli dal trauma di apprendere cose di cui non hanno ancora la consapevolezza o che non li appassionano, ma che potrebbero essere loro utili in futuro.
    In questo senso mi riferivo.

  21. @ Davide
    In casa mio padre leggeva ( non era neppure diplomato ) un quotidiano, tex e qualche libro all’anno. Io da piccolo leggevo molti fumetti. Poi un’estate mio padre mi impose di leggere un libro, Viaggio in canoa di Stevenson. Non mi piacque e non cominciai a leggere libri. Anni dopo, per conto mio, verso i 18 anni mi prese la passione. Credo che nessuna persona appassionata di letteratura abbia cominciato per imposizione. Poi ovvio che la scuola è traumatica di per sé, e va bene così, ma la passione per i libri non può essere un dovere, e comunque nella pratica dare dei libri da leggere non funziona. Altrimenti oggi leggerebbero tutti, e così non è. E se funzionasse comunque non sarebbe lecito. Non sto parlando del canone letterario che si insegna, canone che poi viene discusso ( io adesso sto frequentando il corso serale, e finora abbiamo fatto Dante, Petrarca, Boccaccio in terzo; Parini, Alfieri, Foscolo in quarto: a parte Shakespeare, resto del mondo non pervenuto ).
    Fu Faccina ( ? – 28\4\2013 )

  22. Io sono piuttosto inorridita dalla questione.
    E lo dico dal Giappone, dove OGNI campagna, prodotto, regione, piatto, mutanda viene sempre e comunque collegato a qualcosa di carino, colorato e cartonoso.
    Tuttavia, nonostante la proliferazione di anime e manga (e dunque di personaggi), molti characters sono realizzati ex-novo, o si rifanno a qualcosa che i bambini conoscono come legato a un certo tema (i “kappa” (demoni anatra-tartaruga) carini e tondi per dire “non sprecate l`acqua altrimenti vi infiliamo un cetriolo nel sedere!”. E, incredibilmente, funziona). Spesso vengono usati anche personaggi noti, spesso moe (ma qui vivono a riso e carineria) o deformed, per pubblicizzare/promuovere cose che vanno da certe regioni del Paese, alle donazioni di sangue fino al rispetto per l`ambiente (o le forze dell`esercito).
    Marketing come se piovesse (lo sanno tutti, consumatori over 14 compresi), ma con un occhio a quella cosa che si chiama “fascia di eta`” e “gender”.
    E non sono fatine, cielo.
    Qui parliamo delle Winx. Valori e senso della decenza, portatemi via a forza.
    E i maschietti? Non mi pare che le Winx abbiano a target qualcosa che vada oltre il rosa a brillantini! (come appunto fatto notare nei post sopra)
    Concordo con la pigrizia. Tanta. E la voglia incredibile di fare soldi perdendo completamente di vista il perche` si stia facendo qualcosa, creando un minestrone di pura passivita`.
    O, forse, i geniacci che hanno creato questa campagna… neanche avevano (e hanno) idea di cosa esattamente fossero le Winx. Avranno appaltato qualche ricerca di mercato arrandom (o affidata a uno stagista che passava per caso e rispedito a casa senza neanche il rimborso spese…) e fattoo un paio di calcoli.
    Personalmente, avrei preferito avessero usato le Witch, ecco (quelle dei primi 5 numeri, poi la cosa e` diventata una fuffa incredibile)
    Io sarei per una cose educativa. Tutti armati di secchiello e pinza per raccogliere i rifiuti.
    E vedrai come te lo rispetto l`ambiente.

  23. Forse sono OT in questo post ma non sapevo dove segnalarlo. Loredana, lei guarda i canali tv per bambini? da qualche giorno gira un nuovo spot dello yogurt mio per bambini. La trama: in un soggiorno di casa un bambino travestito da principe (azzurro, of course) con tanto di spada di carta argentata va a salvare una bambina-principessa (vestita di rosa, con coroncina) imprigionata sotto il tavolo. Dopo averla liberata togliendo le sedie-sbarre, il principe viene ricompensato con lo yogurt, offerto dalla principessa su un vassoio con tanto di inchino (ma è una principessa o un’ancella?). Nell’ultima scena principe e principessa cavalcano, ovviamente “guida” lui e lei sta dietro. Un’accozzaglia molto carina di sessismi e stereotipi, complimenti a chi l’ha pensata.
    Mai distrarsi, nemmeno con yogurt, se si vuole stare ancora dalla parte delle bambine.

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