Elena mi segnala prontamente un post di Alessia Bruni su Donne e Scienza. Tema: il test INValSI per le classi V delle elementari. L’inizio del test è questo:
“Presso i mammiferi (società umane comprese) le comunità organizzate hanno quasi sempre una struttura patriarcale: a capo del branco o della tribù vi è un vecchio maschio, robusto ed esperto, al quale i sudditi, almeno per un certo tempo, accordano fiducia e rispetto. Le femmine, che pur godono di molte libertà e sono per lo più estranee alle lotte per il potere in cui indulgono i maschi, hanno in genere posizione più subordinata, o sono del tutto fuori da una gerarchia”.
Prosegue Alessia Bruni:
“Dopo la lettura del testo, si richiede ai bambini e alle bambine di rispondere a domande di comprensione. Il testo è presentato come scientifico e quindi le risposte assumono una validità universale. Per rispondere correttamente, le bambine e i bambini devono affermare che, tra i mammiferi, società umane comprese:
1)Le femmine hanno una posizione inferiore
2)Il capo del gruppo è un maschio
3)I maschi lottano per il potere
Un esame è un momento educativo particolare per i bambini, accompagnato da emozioni e una tensione forte a non sbagliare. L’educazione alla discriminazione sessista in un esame ministeriale è quindi gravissima. E’ stata pagata con i soldi pubblici. Ha fatto degli/delle insegnanti, obbligati a somministrare un esame scritto da terzi senza la loro partecipazione, dei complici. Ha fatto della scienza, nata per affermare la realtà contro il pregiudizio, nata dalla ribellione al principio di autorità, uno strumento per incitare al pregiudizio e per affermare la superiorità.
Nei giorni scorsi i giornali italiani hanno riportato la notizia di una scuola di New York, finita sotto i riflettori della stampa, del sindaco e del FBI per un compito di matematica a connotati razzisti, con conteggi di schiavi rivoltosi morti e frustati.
Invano troverete sulla stampa italiana la minima eco di indignazione al testo sessista dell’INValSI. E forse, leggendo i testi e i quesiti li troverete tanto familiari da non vederne più gli stereotipi, la pochezza, la visione da bambini deficienti e pedissequi, in cui la fantasia, la creatività, il giudizio critico sono azzerati. Da non vedere più la violenza di concetti per cui le femmine hanno una posizione sociale inferiore, per natura”.
Perfettamente d’accordo. Del resto, le posizioni delle donne trovano sempre meno attenzione in questi giorni convulsi, come se la questione fosse robetta da poco, da affrontare con calma, quando altri (i) avranno messo le cose a posto. O lo avrà fatto il vecchio capo tribù di cui parla il test. Prevedibile, ma amarissimo.
Ps. In coda, segnalo alcune delle recensioni e interviste e citazioni apparse in questi giorni su “L’ho uccisa perché l’amavo”. Prossimo appuntamento: Torino, Salone del libro, 18 maggio.
La Nuova Sardegna: intervista a Michela Murgia
Agenzia radicale: intervista a Loredana Lipperini
La Repubblica: Natalia Aspesi sul femminicidio
Softrevolutionzine: recensione
Società delle letterate: recensione
Lui, il diritto a essere cretino, qui, non è un diritto, perdonami: questo è un luogo di discussione comune, e ogni discussione comune ha delle norme di civiltà che vanno rispettate, come mi auguro che tu faccia, anche non inondando il thread di decine e decine di commenti. Sul diritto di essere cretini altrove, non ho nulla da dire.
Lui, scrivi:
“Dunque cinque anni di scuola primaria non c’è modo di valutarla, così come non c’è modo di valutare l’operato del corpo insegnante da parte della struttura ministeriale nè da parte dei genitori.
Dunque perchè mandare a scuola i nostri figli e nipoti se la struttura educativa è intrinsecamente incapace di valutare lo sviluppo e l’efficacia dell’insegnamento???”
La drammatizzazione della verità non è un buon argomento. Basta un po’ di buon senso per evitare atti linguistici sessisti nella valutazione scolastica (perlomeno queste forme così evidenti).
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Poi scrivi “vorresti [Zuberei] un maggior insegnamento delle virtù benefiche dell’omofilia e delle relazioni con transessuali … che non dovrebbero mai portare a dimissioni di governatori, ministri e consiglieri…”
E’ una frase che non riesco a capire probabilmente perché non espliciti i presupposti (l’omosessualità o transessualità sarebbero ‘immorali’? sarebbero un disturbo psichiatrico? metterebbero in pericolo la società? sarebbero contrarie all’ordine pubblico?); e utilizzi la ‘reticenza’, cioè sospendi la frase come se fossero chiare le implicazioni. Ma presupposti è implicazioni non sono affatto chiari.
ec: Zauberei
@k.
Il fatto che l’evoluzione non porti mai a cambiamenti dal ‘semplice al complesso’ (qualunque cosa tu intenda per questo. a me sembra un po’ gergo alchimistico) lo dici solo tu.
Per quel che ne so, l’evoluzione è semplice cambiamento e si manifesta in una specie con variazioni genetiche e somatiche, nello sviluppo degli organi che possono apparire ex novo, modificare la propria funzione (vedi il famoso pollice del panda), sparire gradualmente, raddoppiare etc. In alcuni casi, organismi monocellulari possono evolvere ad organismi pluricellulari, nel corso di miliardi di anni, fino alla formazione di una specie in cui individui possiedono organi dalle funzioni differenziate. in altri casi specie sopravvissute a lungo si estinguono. In certi casi una specie puo’ cambiare moltissimo le proprie caratteristiche in un lasso di tempo relativamente limitato. Un esempio di questo processo https://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione_del_cavallo.
Il passaggio da cellule procariote ad eucariote (che sono compresenti in natura anche adesso) è chiaro agli evoluzionisti, credo, come anche la formazione di organismi pluricellulari.
Quanto alla creazione di cellule viventi partendo da macromolecole inanimate, mi sono dovuta documentare (perché quando studiavo scienze al liceo questo processo non era ancora riproducibile in laboratorio ed il mio cattolicissimo prof di biologia la dava come prova assodata del creazionismo): si puo’ fare anche quello. Solo un paio d’anni fa, è stato possibile ricreare il primo microbo in laboratorio: http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=synthetic-genome-cell
Il problema della creazione del ‘tutto dal nulla’ poi non me lo porrei nemmeno, perché qui subentra la teoria del big bang invece dell’evoluzionismo.
Poi, se uno a voglia di informasi sull’argomento, di fonti in merito ce ne sono a tonnellate e la migliore non è certo lipperatura (non i miei commenti in ogni caso). Chi vuol intendere intenda – gli altri in roulotte.
No lui non hai capito bene diverse cose.
La prima è che non davo del cretino a te, ma scrivevo che sottovalutavi dei processi logici nei tuoi interlocutori – nessuno qui è così cretino – naturalmente voleva dire, nessuno qui sottovaluta quello che tu poni. Ma figurati.
la seconda è che io non ho chiesto l’assenza di prescrittività ma una prescrittività in grado di essere complessa e tenere conto dei fronti interni alla democrazia, che non è chiaramente un contenitore vuoto, è un contenitore che cerca una proposizione etica capace di includere le etiche relative che non ledano gli altri. Ci sono argomenti di confine che sono molto difficili da risolvere una questione come questa in realtà lo è molto meno di quel che si creda. Tante di queste cose in realtà noi le abbiamo ampiamente risolte anche con un sistema edicativo che fino pochi anni fa era considerato il quinto migliore del mondo, nelle tabelle comparative di settore. Non ho dati aggiornati ma temo che come in altri ambiti, stiamo retrocedendo a grandi passi.
Per quanto riguarda l’omofilia – non l’ho mai considerata un problema, mentre considero l’omofobia davvero un problema. Non capisco la confusione di cui parli tra orientamento sessuale, interpretazione dell’identità di genere, relazione e ruolo politico. Non ho interesse, come per il momento non lo ha la costituzione del nostro paese a considerare queste determinazioni soggettive come determinanti politiche. troverei discriminatiorio – e infatti nessun parlamento civile ci pensa manco lontanamente – far dimettere un rappresentante politico per questa classe di variabili.
Ah, scusate: per supportare la mia affermazione sulla riproducibilità in laboratorio dei meccanismi che portano da organismi monocellulari a multicellulari
http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=test-tube-yeast-evolve
(questo senza nulla togliere al test di Boncinelli, che probabilmente è stato scritto prima dell’esperimento. Questo tipo di conoscenze evolve di giorno in giorno, e io faccio una gran fatica a star dietro all’argomento, occupandomi d’altro)
Con questo concludo, promesso. Loredana, perdonami immensamente gli OT, solo che quando si parla di creazionismo come una cosa da insegnare a scuola, mi prende sempre un po’ male.
(oh baarbara se ti può confortare, mi sa che tutte le teorie evoluzionistiche, credo che dimostrino l’esatto contrario: dal semplice si va per forza al complesso, raro che accada il contrario. Darwinianamente il troppo semplice è il troppo rigido e non adattabile, quindi scarsamente competitivo. E se no non inventavamo niente 🙂 )
Una precisazione sul lessico:
“omofilìa s. f. [comp. di omo- e -filia]. – Sinon. raro di omosessualità.” [Treccani]
“1 non com. Omosessualità
2 STAT Indice di concordanza tra due caratteri quantitativi” [Hoepli]
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Il termine è usato anche in sociologia, ma non riguarda l’omosessualità.
Se si vuole introdurre un neologismo come contrario di ‘omofobia’ (ammesso e non concesso che abbia un senso), bisogna almeno descrivere il nuovo significato all’interlocutore.