ESPIAZIONE

E così Mark Zuckerberg si fa promotore della buona causa della lettura. Leggeremo almeno due libri al mese, promette, e ne discuteremo insieme. Bene, benissimo, bravo, bravissimo: in tempi tenebrosi, almeno per quanto riguarda l’Italia e i suoi non lettori, ogni proposta in soccorso dei libri (su qualsiasi supporto si presentino) non può che essere positivamente accolta.
Naturalmente c’è un però, perché è difficile non pensar male quando i social network si occupano di lettura, magari dilettandosi nella nobile pratica del sondaggio (quello di Goodreads sui testi consultati da donne e da uomini, il giochino dei venti titoli preferiti lanciato da Facebook medesimo qualche mese fa), e dunque ci si chiede, giustamente, quali saranno i criteri con cui verranno individuati i libri proposti a cadenza quindicinale, e chi li sceglierà, a proposito, se un essere umano, un algoritmo o Jeff Bezos. E ci si chiede anche, e questo mi sembra il punto interessante, che effetto avrà  sulle vendite il circolo virtuale di lettura sul social più potente del pianeta, e se magari avrà la stessa spinta propulsiva data cinque anni fa da Barack Obama a Freedom di Jonathan Franzen. Vedi mai.
La risposta non può che essere dubbiosa: è molto possibile che non ci sia alcun impatto sulla lettura, per il semplice motivo che Facebook è già un circolo di lettura, e che sono infiniti gli status dove si parla di libri, si fotografano libri, si commentano libri, senza che poi quei libri si vendano nel mondo reale. E non si vendono, come si è detto e scritto infinite volte, non solo perché il potere d’acquisto è precipitato, non solo perché molti editori inseguono il lettore debole con proposte improbabili (vi prego, date un’occhiata alla lista degli esordi 2015, qua e là: una valanga di cantanti, attori, presentatori televisivi. Degnissime persone, certo, e magari anche autori, vai a sapere, di buoni testi: però la percentuale della loro presenza qualche dubbio sulle scelte editoriali lo suscita). Ma perché chi impiegava parte del proprio tempo nella lettura ora fa altro: per esempio, sta su Facebook, e non a parlare di libri.
Fossi Zuckerberg, fra quindici giorni proporrei la discussione su un celebre romanzo di Ian McEwan. Espiazione. Chissà cosa ne viene fuori. E auguri di buon anno.

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