FANTASMI ALLO STREGA

Va così. Puoi vincere il premio Strega senza esserci fisicamente solo se sei morto (ai due casi citati da Raffaella De Santis nell’articolo qui sotto va aggiunto il Gattopardo, vincitore del premio dopo la scomparsa di Tomasi di Lampedusa). Se scrivi, insomma, ma non vuoi manifestarti in carne e ossa, non devi partecipare. Personalmente, se fossi fra gli Amici della Domenica, candiderei Elena Ferrante subito. Non facendone parte, mi limito a fare il tifo e a constatare quanto questa faccenda degli eteronimi dia noia, immotivatamente, al mondo.
Le voci circolano già da un po’: Elena Ferrante potrebbe essere tra i candidati al Premio Strega di quest’anno. L’editore smentisce ma le trattative sono aperte. Le candidature si chiuderanno il 3 aprile, dunque c’è ancora tempo per decidere, per assestare un colpo all’ancien régime dei grandi gruppi editoriali: se la Storia della bambina perduta, quarto e ultimo volume della saga dell’ Amica geniale, edito da E/O, dovesse entrare in gara molti vecchi equilibri salterebbero. Riuscirebbero in quel caso le grandi scuderie (Mondadori, Rcs, Giunti, Feltrinelli, Gems) a convincere i giurati a votare per loro?
Come giustificare davanti ai lettori uno Strega che sacrifica sull’altare delle cordate editoriali la scrittrice del momento, recensita entusiasticamente dal New York Times e inclusa dalla rivista Foreign Policy tra le cento personalità più influenti al mondo?
«A me piacerebbe moltissimo. Credo che la Ferrante avrebbe buone possibilità di vincere. Non si premierebbe solo l’ultimo romanzo ma un’opera di quattro libri, diventata un simbolo della nostra letteratura anche all’estero. Se si premiasse il valore non ci sarebbe dubbio». Così Francesco Piccolo commenta l’eventualità della partecipazione della scrittrice fantasma allo Strega. Piccolo, vincitore l’anno scorso con Il desiderio di essere come tutti (Einaudi), sta lavorando ora alla sceneggiatura di una serie tv sul ciclo dell’ Amica geniale che sarà trasmessa da Rai 1. Ma come sperare che un editore indipendente possa riuscire a farcela? La giuria dei 400 Amici della Domenica, si sa, è sensibile alle indicazioni delle case editrici, possibile immaginare tradimenti? Piccolo: «Ricordiamoci che non votano gli editori, votano gli Amici. Chi si fa condizionare è il vero responsabile. Comunque di fronte a tale limpidezza della forza della scrittrice, gli editori dovrebbero fare un passo indietro».
C’è però chi non la pensa così. Sandro Veronesi minaccia di dimettersi da giurato. Vincitore nel 2006 con Caos calmo ( Bompiani), Veronesi quest’anno presenta il libro di Covacich: «Non credo che uno scrittore di cui non conosciamo l’identità potrebbe partecipare. Se decidi di non esistere allora non vai allo Strega. Perché Ferrante non dovrebbe sottostare alle stesse regole degli altri? Sinceramente mi pare un giochetto di marketing: non so se sia più lo Strega a servirsi di Ferrante o Ferrante dello Strega. Per questo se dovessero candidarla potrei dimettermi da Amico della Domenica. A meno che l’autrice non sciolga il mistero della sua identità». Mistero che ha alimentato svariate congetture, sempre smentite, intorno allo pseudonimo, dietro il quale si è pensato si nascondessero Domenico Starnone e sua moglie, la traduttrice Anita Raja.
Gli editori sono in un vicolo cieco. Se è vero che temono Elena Ferrante, nessuno può disconoscerne il valore letterario. Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale Bompiani, commenta: «Considerando la qualità letteraria, questa candidatura avrebbe un senso. Ma credo che le regole dello Strega siano incompatibili con l’invisibilità dell’autrice». In realtà sulla questione dell’obbligo di presenza non esistono regole scritte. Si tratta solo di una consuetudine, tra l’altro già violata con due libri premiati postumi: nel 1995 Passaggio in ombra di Mariateresa Di Lascia e nel 1986 Rinascimento privato di Maria Bellonci. Inoltre nessuno ricorda che Elena Ferrante ha già partecipato allo Strega. Era il 1992 e venne selezionata con il libro d’esordio L’amore molesto. Quella volta non era ancora il fenomeno letterario del momento e prese una manciata di voti. Anche Antonio Franchini, editor della narrativa italiana Mondadori, dice: «Per vincere lo Strega devi esserci di persona». Salvo poi ammettere: «Comunque il concorrente è di grande prestigio, sarebbe un bel candidato». Se accadesse Mondadori giocherebbe per vincere? «Lo Strega è molto cambiato. Anche volendo non è detto che vinceremmo. E poi si sa che i “tradimenti” in questa competizione sono all’ordine del giorno». Gianluca Foglia, direttore editoriale Feltrinelli, accetta la sfida: «Non dico che sarei contento se vincesse lei, ma quasi. Comunque sarebbe una buona cosa per lo Strega».
Un editore indipendente sul podio potrebbe inaugurare una nuova stagione. Ginevra Bompiani, fondatrice di Nottetempo, conosce bene le difficoltà dei piccoli, tanto che sta lavorando per organizzare un anti-Strega, un premio per editori indipendenti. «Portare la Ferrante, dice, è una mossa astuta. Se avviene la fusione tra Mondadori e Rizzoli alla fine lo Strega se lo giocheranno in tre. Potrebbe essere il segnale di un nuovo corso, a patto che non sia solo una bella trovata. Finché non cambiano le cose noi di Nottetempo abbiamo deciso di non partecipare. Sandro Ferri sarebbe un pazzo a farsi sfuggire questa occasione». Ferri, fondatore delle edizioni E/O, però non sembra ancora convinto: «Allo Strega hanno sempre vinto i grandi gruppi. Non si premia la qualità, ma contano le influenze, i con- tatti, i favori. Se un anno sono in crisi non saremo noi a fornirgli la stampella. Un’eventuale vittoria della Ferrante non vorrebbe dire che il premio è cambiato».
Forse no, ma se la Ferrante fosse fatta fuori per giochetti di scuderia il premio perderebbe credibilità. Tra l’altro quest’anno domina un generale torpore. Sappiamo che Bompiani gareggerà con La sposa di Mauro Covacich, che Guanda porterà Come donna innamorata di Marco Santagata, che ci sarà Giunti con Via Ripetta 155 di Clara Sereni. Per il resto tutto ancora da confermare: per Feltrinelli si parla di Marco Missiroli con Atti osceni in luogo privato, Mondadori annaspa tra Fabio Genovesi ( Chi manda le onde), Daria Bignardi ( L’amore che ti meriti), Eraldo Affinati ( Vita di vita ) e Leonardo Colombati ( 1960) ed Einaudi, dopo il podio dell’anno scorso, potrebbe saltare il turno o optare per La ferocia di Nicola Lagioia. Per Gems è in pole position La tentazione di essere felici ( Longanesi) di Lorenzo Marone.
Il tandem Tullio De Mauro e Stefano Petrocchi, presidente e direttore della Fondazione Bellonci, da tempo mostra di voler cambiare le cose. Ora si sta discutendo sul fatto di dare ai giurati la possibilità di scegliere da tre a cinque libri, il che renderebbe più difficili le manovre editoriali. La vittoria di Elena Ferrante servirebbe al Premio per dimostrare che lo Strega non è pilotato, che anche un piccolo editore può farcela e che il duopolio Mondadori-Rizzoli, incontrastato dal 2006, è battibile. E finalmente, a dodici anni dalla vittoria con Vita di Melania Mazzucco, tornerebbe sul podio una donna. O meglio, il suo fantasma. Almeno fino a prova contraria.

3 pensieri su “FANTASMI ALLO STREGA

  1. La Ferrante in qualsiasi paese del mondo avrebbe vinto tutti i premi letterari più prestigiosi. Ha scritto circa 1600 pagine che si bevono come un bicchier d’acqua, con una prosa stupefacente, che non cede mai. Non si premierebbe un solo volume, ma un’opera intera. Bisogna essere davvero dei pazzi per ignorarla. Eppure forse anche questa volta andrà così. per fortuna Nottetempo pensa finalmente as istituire un premio vero, dove si premia il talento. Certo, che tristezza, siamo veramente un paese che non si ama, e che non ama quei pochi gioielli di famiglia che ci sono rimasti.

  2. Io non so quanto conti per un romanzo italiano aver vinto “Lo Strega” in termini di vendite. Mi auguro che valgano tutto questo indecoroso ed indecente mercanteggiare che di “letterario” non ha neanche più l’ombra.

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