I CONFORMISTI

Nella giornata di ieri, in questo paese sono morte cinque donne, cinque operaie di un maglificio del Sud. Ogni giorno, in questo, paese, sono tre i decessi sul lavoro, duemila gli incidenti, 30.000, in un anno, gli invalidi permanenti.
Nella giornata di ieri, in questo paese, è stata diffusa la notizia di un falso nei dati che riguardano gli studenti bocciati: falso realizzato a uso e consumo della famigerata “linea dura contro il permissivismo sessantottino” sposata dall’attuale classe dirigente.
Nella giornata di ieri, il web, che dovrebbe garantire una diversità di voci rispetto alle prime pagine dei giornali (Amanda Knox e Vasco Rossi “che fa chiudere un sito di satira”) parlava di Amanda Knox e Vasco Rossi.
Ora, su quest’ultima vicenda vorrei spendere anche io alcune parole, andando ad alimentare la schiera, purtroppo: ma temo che il fraintendimento sia stato e sia troppo grande per non intervenire. Ho letto diverse opinioni, ho letto anche quel che hanno scritto alcuni colleghi. Ebbene, la conclusione che ne traggo, per merito anche di uno dei pochi interventi seri (insieme a quello di Jumpinshark) che mi sono capitati fra le mani, su Valigia Blu, è la seguente: quella di Nonciclopedia è stata una delle più impressionanti campagne di comunicazione a cui abbia assistito, dove è stata utilizzata una  maldestrissima querela per sollevare la rete con un’autosospensione del sito che è diventata nel pasaparola, come si diceva, una “chiusura imposta”. Peraltro, con tempismo perfetto: perché viene attuata nelle settimane in cui la polemica dei fan contro il cantautore è altissima, e in cui ferve  la mobilitazione contro la norma ammazzablog.
Quel che è avvenuto è ben riassunto su Twitter dai Wu Ming:  “I tweet dicono una cosa sola: “Ci sono anch’io! Chi è il nemico? Date un sasso anche a me!!!”.  Il peggio del web: la reazione indiscriminata e conformista (qual è il peggior difetto di Vasco Rossi? E’ vecchio) in difesa di una presunta “satira” (per inciso, come è stato sottolineato almeno da alcuni, la “satira” di Nonciclopedia consiste nel definire le donne “svuotapalle”, oltre a un notevole numero di pagine razziste contro i “ricchioni” e gli ebrei. Comicità pura). Quel che mi preoccupa non è solo il conformismo e l’acriticità con cui si aderisce ad un’iniziativa che non è affatto in difesa della libertà di espressione, ma a uso e consumo degli astuti amministratori del sito: ma che fioriscano anche lodi proprio nei confronti di questa astuzia. Così si fa, così si usa la rete, leggo qua e là.
Questa è semmai un’arma fornita a chi vorrebbe limitarla e censurarla e, contemporaneamente, a chi la concepisce come un mezzo per poter dire tutte le porcate che gli saltano in mente, magari anche a scopo di vendetta personale. Complimenti.
Aggiornamento: Giovanna Cosenza.

110 pensieri su “I CONFORMISTI

  1. Sono super d’accordo Loredana. Però io semplicemente – ci ho un concetto antico e restrittivo di libertà, per cui se nonenciclopedia lo facevano chiudere era meglio. E punto. O se nonenciclopedia andava in contro a provvedimenti più gravi, era meglio.
    Cioè come funziona? Perchè se un giornalista è querelato per diffamazione o per istigazione al reato di discriminazione non se move na paja? Perchè se su un programma in tivvù un politico dice cazzate sugli zingari tutti a frignare, mentre se in rete un pupetto rompi i maroni con l’omofobia tutti a difenderlo?
    Tiè queste sono le nuove leve della sinistra italiana. Stamo in una botte de fero.

  2. Perchè non sanno di cosa si sta parlando. Noto che chi ha scritto, anche su carta, di quel sito, non lo ha mai visitato, per esempio. Oculatamente, lo hanno oscurato, altrimenti avrei potuto postarti una notevole pagina sul Diario di Anna Frank.

  3. Brava Loredana. I necessari puntini.
    Detto questo non cadiamo nel tranello inverso, che sulla rete chissa’ che qualita’ della discussione pubblica ci debba essere. Se c’e’ mondezza c’e’ anche li’.

  4. Naturale: detto questo, è mettendo i puntini che si prova a far chiarezza sulla mondezza. E su quelli che dicono che i vecchi intellettuali verranno rovesciati da Nociclopedia. Per esempio.

  5. South Park è infinitamente più dissacrante e offensivo rispetto a Nonciclopedia. Eppure non mi sembra che qualcuno se la prenda a male, nonostante sia un programma seguito a livello mondiale.
    Anzi, Nonciclopedia è ancora più nascosta essendo solo una delle decine di milioni, se non miliardi, di pagine internet.
    I reduci del web 1.0 lo sanno bene; rule 1: se non ti piace skippa e vai oltre.

  6. Loredana, concordo con te, e con Giovanna Cosenza, dove conclude che dovremmo davvero preoccuparci di fare chiarezza immediatamente sulla relazione tra quello che sta succedendo e la legge ammazzablog. Proprio come tempo fa, pullulano i gruppi mostruosi anche su fb (e le relative notizie in tv), ultimo di cui ho sentito: un gruppo che prende in giro i disabili chiamandoli immobili (con relativi annunci di vendita e prestazioni) e facendo altre battute terrificanti, che qualcuno naturalmente chiamerebbe satira.
    La storia di Vasco Rossi e Nonciclopedia ha in più un elemento di perturbamento concettuale davvero furbo e per questo più pericoloso. Molto chiaro in proposito il post di Jumpinshark.

  7. Non ho mai amato Nonciclopedia, non è il tipo di “umorismo” che apprezzo, come non ho mai amato musicalmente Vasco Rossi, come persona non lo conosco.
    Con questa premessa, la mia opinione è che la famosa rockstar poteva trovare un modo migliore, decisamente più “elegante” e vantaggioso per la sua immagine per far smettere quelli che percepiva come insulti.
    Prediligo difendere la libertà di parola, anche se parole sgradevoli, contro la forza, apparsa un po’ arrogante, di una azione legale del vip contro i bambini cattivi.
    La libertà è comunque più importante del proprio orgoglio, cosi come è importante la libertà di non leggere Nonciclopedia e di non ascoltare la musica di Vasco Rossi, ovviamente.
    In termini di comunicazione e immagine io avrei risolto tutto davanti a una piadina e con un bel “clippino” on line … ma forse sono troppo diplomatico.

  8. Avvertenza: il post non è su Vasco Rossi, bensì sulla metodologia usata da Nonciclopedia e sulla reazione della rete. Se avete la bontà di leggere i post di Valigia Blu, Jumpinshark e Giovanna Cosenza prima di commentare, il dibattito avrà un senso. Altrimenti, il Vasco-sì-no riproduce il frame voluto da chi ha organizzato questa tristissima vicenda.

  9. Io credo invece, Claudio, che la cosa non sia così personale da essere risolvibile con un clippino e una piadina, la vedo molto più politica. E non trovo umoristica da nessun punto di vista Nonciclopedia.
    Il pervertimento dell’operazione sta proprio, secondo me, nella difficoltà di spiegare in che cosa consista, in questo caso, “difendere la libertà di parola”. Difficoltà di fronte all’opinione pubblica, chiaro, non per quello che mi riguarda.

  10. Ma siccome non sei costretta ad andare su Nonciclopedia, e di sicuro se non cerchi contenuti satici o politicamente scorretti non ci finisci per caso, perche dovrebbe chiudere? Perche a te da fastidio? A me dan fastidio i siti e i giornali che parlano di diete xche trovo raccapricciante e vergognoso che la gente debba spendere soldi per perdere peso quando c’e gente che non ha i soldi per mangiare… embe?! Cheffaccio li faccio chiudere perche urtano la mia sensibilita? E i ‘clippini’ di Vasco che istigano al suicidio su facebook? Ma dai basta fare gli ipocriti

  11. E ridalli. Ripeto: leggete gli articoli. Nonciclopedia SI E’ CHIUSA DA SOLA per sollevare il web a proprio favore. Poi, calma e gesso: una cosa è dire “non mi piace”. Una cosa è essere “politicamente scorretti”. Un’altra è usare il web per dare del frocio a X, della zoccola a Y, e dello sporco ebreo a Z. E’ politicamente scorretto questo? Inoltre, visto che la pigrizia impera, riporto almeno una parte del post di Giovanna:
    # Nonciclopedia non fa satira, ma raccoglie nonsense e sciocchezze varie, che possono piacere o meno, ma su cui c’è poco da discutere se diventano aggressive e diffamanti. E se qualche volta ci scappa una bella battuta, non è certo sufficiente a farci chiamare satira quella roba lì. La diffamazione è un reato, punto. Il che è vero indipendentemente dall’età di chi scrive su Nonciclopedia: che siano nativi o migranti poco importa.
    # Lo «sciopero» di Nonciclopedia è la vera ragione per cui hanno sospeso le attività, non la censura da parte di chicchessia. Il che mi pare una furbata per guadagnarsi i 15 minuti di notorietà di cui diceva Andy Warhol. Che nativo digitale non era.

  12. Sì deve chiudere perché veicola contenuti razzisti di ogni tipo mascherati da ironia. Così come andrebbero rimossi da you toube i video in cui si inneggia allo stermino nei lager. Nessuno chiede la censura per contenuti non condivisi – per esempio, pur essendo in ampio disaccordo, le pagine che promuovono il parto naturale o l’allattamento a oltranza stanno bene dove sono. Se non ti piacciono , non ci vai. Ma pagine che promuovono, santificano, cristallizzano pregiudizi contro gruppi, minoranze e persone sono da chiudere. Non si è liberi di essere razzisti. O per lo meno non è una libertà che mi interessa difendere. Grazie Loredana per il post.

  13. No, io sono per la libertà di espressione senza se e senza ma. Quindi inviterei i nonciclopedioti, visto che ora hanno chiuso il sito, a esercitare la loro libertà di satira nella vita reale, tipo una tournè. Non so, andate al bar dove pranzano i camionisti, e gli dite: va che vecchi froci panzoni! Vedrete che risate che vi fate tutti insieme…

  14. lalipperini è la pura realtà dei fatti. Se trovo qualcosa di offensivo su internet vado oltre, non sto lì a rompere le scatole a chi che sia.
    Oltretutto questo dimostra che, come al solito, la fa da pradrone chi ha i soldi.
    Senza contare che nell’articolo omette un particolare, a mio avviso, importante. Gli stessi amministratori di Nonciclopedia nel 2010 quando avvenne il primo contatto con gli avvocati di Vasco Rossi proposero la cancellazione/modifica della pagina. Proposta che, nonostante la notifica di lettura, fu ignorata dagli avvocati.
    Quindi da parte della Wikia la collaborazione per chiuderla lì c’era, ma da parte dei legali no che, a quanto pare, vogliono continuare le loro azioni legali contro dei ragazzi(ni) che sicuramente non hanno i soldi per potersi difendere in tribunale, a differenza del loro assistito.
    Già che ci sono le giro anche un articolo del blog #Gilda35, lo legga.
    http://gilda35.com/2011/10/03/lettera-aperta-pro-nonciclopedia-ai-legali-di-vasco-rossi/#comment-1320

  15. si ritorna, in qualche modo, a quello che si diceva qualche post fa a proposito della critica letteraria in rete… è il problema del megafono, che trovo meravigliosamente descritto nel post con la frase ““Ci sono anch’io! Chi è il nemico? Date un sasso anche a me!!!” centra perfettamente il problema.
    in rete tutto è facile, non occorre essere “veramente” informati, basta averlo letto sulla pagina facebook di un amico: una volta sono gli shampoo con dentro chissà quale cancerogeno, una volta le scie chimiche, una volta nonciclopedia. quanti, di quelli che lanciano il sasso sanno veramente di che si parla?

  16. Parlo turco, Mattia. Ho detto che di Vasco Rossi non mi interesso. Ripeto il commento precedente sullì’atteggiamento passo e non rompo: se legge “Una notte del 43” di Bassani troverà precedenti molto interessanti.

  17. Nella vicenda ci sono diversi piani su cui si può riflettere. E non tutti danno ragione ad una sola parte, secondo me.
    Quello che credo sfugga un po’ è quello della Satira:
    Insomma, termini come “svuotapalle” e “ricchione” sono offensive o funzionali alla satira? Parliamone. Ma, se si accetta questo vocabolario in Luttazzi (solo per fare un esempio) e lo si giustifica come “dissacrante”, questo dovrebbe valere anche per il linguaggio di Nonciclopedia; a meno che non ci si voglia parare dietro evanescenti poetiche estetiche e bla bla bla a seguire.
    Sotto questo aspetto intendevo che la dinamica Vasco/Nociclopedia e Luttazzi/Silvio è uguale.
    Penso infine che il conformismo sia molto più sottile di quanto si pensi.

  18. Se vuole parlare della reazione di Nonciclopedia deve necessariamente parlare di Vasco. Sennò troppo comodo decontestualizzare la vicenda e parlare solo degli aspetti che vogliamo.

  19. RIPETO: Se le parole ‘frocio’ ‘ebreo e ‘zoccola’ dan fastido, basta evitare di andare sul sito. Nonciclopedia si e’ “chiusa da sola” per evitare di finire in causa contro un milionario, nella fattispecie Vasco Rossi. Come dire, “nessuno mi ha costretto a pagare il pizzo, solo che volevo evitare effetti collaterali”. La diffamazione e’ reato. La diffamazione e’ “Nonciclopedia non fa satira, ma raccoglie nonsense e sciocchezze varie” scritto su un sito giornalistico. Tra l’altro e’ curioso come le varie ‘noncilopedie’ mondiali (eh si perche ogni stato ne ha una) non han ricevuto altrettante lamentele….

  20. Sbagliato. E’ la pratica usata per creare “il branco” che mi interessa. Non i singoli utenti di Nonciclopedia nè la singola persona del cantautore. Nel link che non avete avuto la pazienza di leggere si spiega molto bene. Facciamo così, ve lo riporto.
    ATTENZIONE, PER I FRETTOLOSI: POST DI JUMPINSHARK RIPORTATO IN UN MIO COMMENTO. POST CHE CONDIVIDO, MA CHE NON HO SCRITTO.
    “Questi a destra sono i trend mondiali su Twitter, alle ore 15 del 3 Ottobre 2011. Se non sbaglio è la prima volta che 4 su 10 sono riferiti a cose di casa nostra, o quasi: Amanda Knox da una parte e, più in alto, i tre elementi dedicati alla vicenda “Vasco Rossi e Nonciclopedia”. Quando il management del cantante si renderà conto di aver conquistato il terzo posto mondiale con un hashtag che al nome del suo protetto aggiunge la parola merda, e quando si riprenderà dal diluvio di critiche che su tutti i canali stanno piombando per la “denuncia” che Vasco Rossi ha sporto contro il sito Nonciclopedia e la conseguente “chiusura” di esso, uscirà fuori (o è già uscita?) una bella roba su FB dove l’umarell di Zocca spiegherà che lui è tutto per la libertà di espressione e il diritto di critica e la satira. E viva i ribelli del rock’n’roll! E insomma voleva solo “provocare” con la denuncia per diffamazione, e dai che la ritiriamo subito…
    E non sarà mai troppo presto per finire ‘sta pagliacciata.
    Perché, aspetta un attimo, anche quelli di Nonciclopedia provocano. Il sito non è stato chiuso o “reso inaccessibile” dall’autorità (come già tante volte accaduto in Italia, remember Colombo.org e Pirate Bay e BTjunkie?), ma si è semplicemente “auto-oscurato”. Spiega la pagina di Nonciclopedia: Sospensione del Servizio: “A seguito di questi fatti [denuncia e convocazioni presso polizia postale], gli amministratori hanno deciso di chiudere il sito a tempo indeterminato”.
    Ma, purtroppo per loro, nella home page compare questo messaggio, che è di gran lunga la cosa più comica da me letta su quel sito (e sì, l’umorismo è involontario): “Attenzione: come se non bastasse, stiamo anche avendo dei problemi col nostro host, Wikia, che ci sta impedendo di fare il nostro sciopero riportando tutto alla normalità, vi terremo aggiornati.” Insomma non solo non sono stati censurati, non riescono neppure ad “autocensurarsi”, o meglio a scioperare.
    A proposito di sciopero, quando finiamo ‘sta pagliacciata, ci interessiamo anche un po’ a Marchionne e ai lavoratori?
    Le pagine di Nonciclopedia sono quindi raggiungibili, escluso quella di Vasco Rossi che pare “oscurata a mano” giocando sui redirect. Paolo Attivissimo, in un post dal titolo Vasco, ti presento l’effetto Streisand, parla del sito come se fosse scritto dai nipotini di Karl Kraus e Voltaire: “satira inesorabile contro tutto e tutti, (me compreso)”, spingendomi subito a leggere la voce a lui dedicata (ripeto, il link punta direttamente all’accessibilissima Nonciclopedia):
    Paolo Attivissimo è un malvagio rettiliano al soldo delle multinazionali, che lo pagano per tenere nascosta a tutti la verità suprema scoperta dai grandi pensatori del nostro tempo e nascondere al popolo bue il fatto evidente che l’Omeopatia cura tutti i mali […] Le opere: L’achiappapesci, manuale di sicurezza per la pesca su internet; Luna? No, grazie, libro che spiega come l’uomo non sia mai andato sulla Luna, ma solo su Marte; Internet per Totti, pubblicità della Vodafone; Il disinformato, il suo famoso blog in cui deride asini che volano e madonne che ridono. […] Curiosità: È un raro caso acuto di pizzofilia: sua moglie ha dichiarato che non è più in grado di passare davanti a un ristorante senza che non si trasformi in un maniaco assetato di pummarola.
    Ora o nell’idioletto attivissimiano “inesorabile” significa “innocuo e con qualche pure mal dissimulato complimento” o qualcuno ha cambiato l’intero contenuto della pagina su Attivissimo dall’ultima visita del noto blogger… Leggiamo invece la pagina dedicata allo scrittore fantasy G.L. D’Andrea (consultata il 28 Agosto scorso per questo articolo dove si parla di Nonciclopedia e darwinismo internettiano):
    Furono tempi bui per G.L., quando un giorno vagando tristemente per le vie di Bolzano qualcosa attirò il suo sguardo. Era un libro, ritraeva in copertina il volto di un’elfa con i capelli blu e cerulei occhi viola. Decise di comprare il voluminoso tomo, male che andasse la copertina era ottimo materiale per la sua mano destra in movimento perpetuo [linkato a voce su “Sega”].
    Curiosità:
    Non è abbastanza famoso per essere su Wikipedia.
    Ha un fetish per le inserzioni anali (le raccomanda a chiunque non la pensa come lui).
    È abbastanza antipatico da finire su Nonciclopedia.
    Sfoga la sua omosessualità repressa scrivendo libri fentasi su salsicciotti turgidi e carnosi.
    Il suo libro è troppo brutto per essere su Wikipedia.
    Il suo libro è troppo brutto per non finire su Nonciclopedia.
    Questa voce è stata creata da Scrittori Invidiosi del successo di G.L. e Kattivissimi.
    Non è proprio la stessa cosa, vero? “Ha un fetish per le inserzioni anali (le raccomanda a chiunque non la pensa come lui)” a me pare giusto un filo diverso da “È un raro caso acuto di pizzofilia”, e pure “Sfoga la sua omosessualità repressa scrivendo libri fentasi su salsicciotti turgidi e carnosi” rispetto a “Il disinformato, il suo famoso blog in cui deride asini che volano e madonne che ridono”. E non si tratta davvero di maggiore o minore inesorabilità della satira, ma precisamente di insulti personali per D’Andrea incipriati con una “scrittura umoristica”. Mentre per Attivissimo ci sono solo bacini affettuosi sotto la maschera della “critica comica”.
    Ricordo anche, ma solo per inciso, che la difesa per genere letterario e intenzione autoriale – ovvero “è un gioco”, “non devi prenderlo sul serio”, “si scherzava” – viene usata anche, anzi in primo luogo, da quello che ti punta un coltello alla gola nel vicolo e subito dopo si accorge che dietro è arrivata una volante della polizia. Fatte queste precisazioni, voglio dire a chiare lettere che Nonciclopedia ha il diritto di scrivere le proprie porcate su, contro, a favore di Vasco e noi siamo qui a difenderla, o meglio difendiamo il principio, e quindi quel sito.
    Perché insomma con la lotta alla censura e il garantismo e compagnia bella a noi “progressisti” non fa di certo paura schierarci a fianco degli stronzi che usano e persino abusano dei principi liberali e libertari. Perché appunto noi si difende e non si può che difendere il diritto generale, di ognuno e di tutti; ma tra questo e condonare moralmente i comportamenti e provare simpatia personale per chi intenzionalmente ne abusa e poi si drappa a vittima ce ne corre.
    Nel mio piccolissimo, in questi mesi mi sono impegnato per il #rogodilibri contro la destra retriva in nome della libertà d’espressione e di dissenso, e battuto a fianco di Samuele Riva contro la multinazionale Boiron per la scienza e il diritto di critica, e schierato contro il comma ammazzablog voluto da un governo incompetente e illiberale. E ora, la dico tutta, dovermi sbattere affinché una comunità, in cui purtroppo abbondano gli stronzi (e forse anche peggio, intendo cioè i fascisti), possa continuare a scrivere sciape minchiate sopra un vecchio schiavo del marketing e, secondo sue dichiarazioni, degli psicofarmaci non mi esalta.
    Ma d’accordo mi ci metterò di buzzo buono.
    Ora sto dietro a cose più serie però.
    Fatemi un fischio quando li censurano davvero… o almeno quando riescono ad autocensurarsi… “

  21. Ricordo la precisazione: “Probabilmente si terrà un processo, al termine del quale quel brufoloso ragazzino quindicenne che ha scritto la pagina dopo essere stato picchiato dai suoi compagni di classe, adesso dovrà anche pagare gli alimenti al nullatenente Vasco Rossi.
    Un uomo che ha vissuto l’esperienza della droga, l’esperienza del carcere, l’esperienza di stadi e folle che lo acclamavano, non poteva proprio sopportare l’idea di essere oggetto di satira su Nonciclopedia.”
    Tra chi può permettersi cause legali e avvocati di grido e chi non può farlo la differenza è sempre FONDAMENTALE.

  22. Secondo la logica che è stata usata contro Nonciclopedia sarebbe da arrestare Guzzanti quando fa apologia di fascismo (su Marte). Giusto ?

  23. Sempre bello leggere frasi offensive come: “E ora, la dico tutta, dovermi sbattere affinché una comunità, in cui purtroppo abbondano gli STRONZI (e forse anche peggio, intendo cioè i fascisti)”. Almeno la coerenza, suvvia. Senza contare che dare di stronzo a qualcuno penso proprio che sia punibile.
    Si è mobilitata una massa incazzata? Si. E pensi un po’, mi sono girate le palle anche a me nonostante Nonciclopedia non mi piaccia (l’ho sempre trovata blanda, mal scritta e banale).
    Ripeto: perchè tutto sto casino con Nonciclopedia e nessuno attacca Spinoza.it? South Park? Potrei andare avanti, nominare decine di comici statunitensi che riescono ad essere, seppur in modo più elegante, più duri della Nonciclopedia.
    So a che lei, come ha già detto, non frega una cippa lippa. Ma io continuo a chiedere comunque, sperando di avere mezza risposta.

  24. Ma basta con questa storia degli avvocati di grido…Mica è un ragazzino affamato che ha rubato il pane! Se diffami e offendi sistematicamente come metodo per avere visibilità, dovresti sapere che la querela è una possibile conseguenza.
    Il punto è pensare che internet sia un posto dove non valogno le regole della convivenza civile, quindi puoi permetterti cose che nella vita reale non faresti mai, quantomeno per paura delle conseguenze. E che questa pretesa impunità e irresponsabilità vengano chiamamte libertà di parola, e chi pretende invece che anche su internet ciascuno risponda delle sue azioni, sia chiamato censore, fa vomitare.

  25. Ricordo che alla voce “Capezzone” su Nonenciclopedia si leggeva: “alias Cazzopene”. Da denuncia immediata, dunque: falso e diffamante… ma quanto vero!
    Ahi ahi, senza nulla togliere alla Lipperini, non ne condividerò mai lo zdanovismo.

  26. Perché Spinoza, South Park, Guzzanti fanno satira. Ripeto, la satira ha uno scopo, se non addirittura un’etica. Nonciclopedia è, quasi sempre, uno sfogatoio. La risposta, caro Bonanni, è stata già data. Riporto Valigia Blu (ma vi fa tanta fatica aprire i link?):
    La decisione di Nonciclopedia di oscurare il proprio sito per protestare contro la diffida dell’avvocato di Vasco Rossi, decisione su cui si sta molto scrivendo in queste ore, è uno di quei casi in cui l’atteggiamento riduzionista («è solo satira!», «la satira non si tocca», «non è satira, è schifo») fa danni a non finire, secondo me. Lo scrivo perché, quando ho saputo della chiusura del sito, subito sono scattato pensando «ma come? Una rockstar denuncia un gruppo di ragazzi? E non poteva chiedere la semplice rimozione della pagina?». E avevo così scritto una traccia per l’articolo, inizialmente, che ho completamente rivisto a mano a mano che acquisivo più informazioni e dati, anche attraverso uno scambio di mail con lo staff che amministra Nonciclopedia. Leggendo la loro versione ufficiale, scritta con lo stile caustico che ha caratterizzato finora il sito (una versione satirica e parodistica di Wikipedia), si scopre che nel febbraio 2010 l’avvocato di Vasco Rossi ha contattato gli amministratori per richiedere la rimozione della pagina dedicata alla rockstar e, come se non bastasse, «i dati degli utenti per procedere alla loro identificazione». Gli amministratori fanno presente all’avvocato che già in passato hanno rimosso delle pagine, su richiesta dei diretti interessati, e che essendo un sito dove gli iscritti generano e modificano i contenuti (in modo simile a Wikipedia, per l’appunto), la richiesta dei dati degli utenti ha poco senso, ai fini della richiesta di rimozione. Ingenuamente gli amministratori pensano che la questione sia finita lì. Naturalmente si sbagliano: un giro di convocazioni della polizia postale fa capire agli amministratori che la questione è ancora aperta, essendoci una denuncia. Gli amministratori sono stati convocati come persone informate sui fatti: non è stato comunicato loro nessun avviso di garanzia.
    Ora, viste le parti in causa, da una parte Vasco Rossi, rockstar che riempie gli stadi e macchina economica di primo piano nell’industria dello spettacolo, dall’altra un gruppetto in cui girano nick come “Puzza87” o “Sua Sbronzosità MF Alcool”, una denuncia appare più una forma di intimidazione, che un atto a propria tutela. Un eccesso di difesa che sconfina nell’offesa. E anzi, in un periodo critico in cui si discute di “bavagli” e “ammazzablog” il comportamento della rockstar e del suo entourage sembrerebbero alquanto fuori luogo. Il condizionale è d’obbligo, perché come ha specificato lo stesso avvocato di Vasco Rossi, la denuncia è conseguente alla mancata rimozione della pagina. Una versione che sembra confermata dagli stessi amministratori di Nonciclopedia, come si evince da due date in particolare, distanti più di un anno tra loro:
    4 febbraio 2010: Nonciclopedia risponde all’avvocato, spiegandogli brevemente cos’è Nonciclopedia, che non è in grado di fornire i dati degli utenti, mostrandosi infine disponibile a eliminare dalla pagina le parti diffamatorie che saranno indicate dallo stesso avvocato, come già successo in passato con altri personaggi che hanno segnalato la loro pagina.
    18 agosto 2011: un admin di Nonciclopedia viene convocato dalla polizia postale per spiegare il funzionamento del sito. I poliziotti gli chiedono un autografo. Sul verbale. La comunità decide di cancellare la pagina di Vasco Rossi in attesa di ulteriori sviluppi, comunicando la nostra decisione all’avvocato e spiegandogli che attendevamo una sua risposta. L’avvocato continua ad ignorarci nonostante la notifica di lettura.
    A dispetto dei fatti riportati, però, che cosa sta succedendo? Succede che si è scatenata una reazione compulsiva e massificata all’insegna del dagli al censore! Si è arrivati, per esempio, al titolo del Corriere on line, «Vasco Rossi fa chiudere Nonciclopedia -Il rocker contro il sito satirico: querelati per diffamazione, si autosospendono. E il web s’infuria», che assolutamente non rende conto dell’effettivo svolgersi dei fatti, e si inserisce dietro un’ondata di reazioni rabbiose che si è scatenata in rete. #vascomerda è tra i trending topic mondiale su twitter oggi, senza contare i pesantissimi insulti sulla bacheca della rockstar, che conta più di due milioni di fan. Per riprendere uno dei molti interessantissimi spunti offerti dai Wu Ming sul loro profilo twitter, vorrei vivere in un paese dove i trending topics sono altri: #debitopubblico, #precariato o #questionemorale, per fare degli esempi. Gli amministratori hanno chiaramente chiuso il sito anche per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. Nel forum di Nonciclopedia, infatti, l’area dedicata all’argomento si chiama «Sciopero di Nonciclopedia». Così come nel loro sito c’è scritto che «Nonciclopedia sciopera a tempo indeterminato» Dunque la protesta è il motivo alla base della chiusura, e non le richieste in sé dell’avvocato di Vasco Rossi. Obiettivo raggiunto, ma la faccenda è sfuggita di mano, per usare un eufemismo. È da stamattina che contro Vasco Rossi stiamo vivendo un infinito minuto d’odio orwelliano: questo sfogatoio ha come principale effetto quello di sdoganare l’uso dell’insulto e del turpiloquio veemente nel senso comune. Sembra quasi ordinaria amministrazione leggere «crepa» su una bacheca. Ma io, scusate tanto, non mi voglio abituare a leggere certe cose, in assenza di comportamenti che giustifichino davvero una simile rabbia.
    Ora si possono fare due riduzioni qui. La prima è «sì, ma è solo satira, la satira è sacra». Questa è una sciocchezza: già in passato Nonciclopedia ha ampiamente superato il confine tra la satira e l’istigazione al trolling con la pagina dedicata allo scrittore G.L. D’Andrea, che vessato a lungo dai troll alla fine ha preferito chiudere il proprio blog; c’è una certa contiguità tra i due tipi di linguaggio. Mi pare dunque una scusa patetica, come chi, magari dando un colpo troppo forte a una persona, si giustifica dicendo «aò, ma stavo a scherzà, ma fatte una risata»: l’atteggiamento ridanciano, in realtà, se abusato diventa un modo per non assumersi mai le responsabilità del proprio comportamento. La libertà è un qualcosa connesso all’individuo, non una “facoltà di…” che ci si prende senza guardare in faccia a nessuno. Questa per me non è satira: è immaturità, è desiderio di impunità. Se penso a grandi maestri della satira, con rispetto parlando, penso a un Jonathan Swift, non ad anonimi autori che mulinano insulti e sberleffi e volgarità a un personaggio famoso, così, per farsi quattro risate. La versione che sta girando in queste ore su Facebook della pagina incriminata, infatti, è molto più edulcorata rispetto alla versione del 2009, e cronologicamente più vicina alla lettera spedita dall’avvocato di Vasco Rossi (che risale al 2010). Del resto gli amministratori del sito si difendono in modo molto ambiguo:
    Probabilmente si terrà un processo, al termine del quale quel brufoloso ragazzino quindicenne che ha scritto la pagina dopo essere stato picchiato dai suoi compagni di classe, adesso dovrà anche pagare gli alimenti al nullatenente Vasco Rossi. Un uomo che ha vissuto l’esperienza della droga, l’esperienza del carcere, l’esperienza di stadi e folle che lo acclamavano, non poteva proprio sopportare l’idea di essere oggetto di satira su Nonciclopedia.
    A parte che gli stessi amministratori sconfessano voci circa denunce e rinvii a giudizio, l’idea che chi amministra un sito non sia responsabile dei contenuti, perché tanto a scrivere è un bimbominkia di 15 anni, non sta in piedi. O l’autore della pagina a Vasco Rossi è un nuovo e precocissimo Corrado Guzzanti, oppure chi amministra si nasconde dietro la piattaforma wiki per eludere qualunque tipo di responsabilità sui contenuti. Questo è un comportamento vigliacco, oltre che irresponsabile: non è un limite della piattaforma wiki, ma una scelta, casomai, di chi amministra Nonciclopedia, tanto è vero che su Wikipedia la vigilanza sui contenuti è una attività fondamentale. Tanto più che, invece di argomentare sulla libertà di espressione, gli amministratori di Nonciclopedia preferiscono puntare il dito sui trascorsi giudiziari di Vasco Rossi, per dire, in sostanza “ha avuto problemi di droga, è stato in carcere, è famoso, quindi possiamo scrivere quello che ci pare”. E nel dirlo, si limitano al solo piano delle allusioni. Quello di espressione è un diritto dell’individuo che lo esercita, non un diritto contro l’individuo.
    Ma c’è un altro riduzionismo che secondo me è pericoloso. Ossia: «Siccome non è satira, è giusto denunciarli, ci starebbe bene la diffamazione, bisogna fare qualcosa». La satira non è qualcosa di facilmente definibile, perché affida il proprio statuto alla creatività e alla libera invenzione. Un conto è cercare una definizione sul piano culturale, critico, un conto è cercarla sul piano legale. Sarebbe come definire per legge che cos’è un romanzo: chiunque non rispettasse la definizione non sarebbe più un artista che sperimenta, che osa, ma un potenziale delinquente. Il tentativo di regolamentare la satira, perciò, ha sempre un che di censorio, perché limita le possibilità espressive dell’autore. Il punto, dunque, è nello spirito che anima qualunque tipo di regolamentazione: non è una materia che può essere affrontata solo dal punto di vista tecnico, perché gli effetti pratici sono sempre e comunque di censura. Quindi, vuoi perché Nonciclopedia fin troppo spesso scade nel cattivo gusto, vuoi perché la versione del 2009 della pagina dedicata a Vasco Rossi è molto più schifosa di quella che sta girando attualmente su Facebook, il rischio è che questo episodio possa diventare il tanto sospirato capro espiatorio da impugnare per leggi restrittive contro il web; il rischio è che l’opinione pubblica non sappia trovare una posizione critica tra l’ondata di insulti a Vasco Rossi e la volontà di fermare tutto ciò che anche approssimativamente puzza di trolling, facendo il gioco di quei politici che da anni ormai cercano di infilare ovunque codicilli censori per il web.
    Un’ultima osservazione. Su Facebook (e ti pareva), è nata la pagina Salviamo Nonciclopedia. Boom di iscritti, denuncia di tentativi di forzare gli account degli amministratori (non dimostrata), richiesta di spostarsi verso una pagina che nulla ha a che vedere con Nonciclopedia, facendo leva su un eventuale rischio di chiusura della pagina (non si capisce per quale motivo): un copione già visto. Ma in questa versione c’è un dato in più, davvero interessante. La pagina risulta esplicitamente creata da Genera.tv, una «giovane e dinamica cross media agency», come è scritto sul loro sito, si è fiondata in difesa della libertà di espressione? Ho chiesto a uno degli amministratori di Nonciclopedia di eventuali contatti tra loro e questa agenzia, ma ha negato. Ho contattato via chat Facebook uno dei responsabili di Genera.tv, che ha confermato la versione (aggiungendo a proposito del “dirottamento”: «provavamo a dirottare su rivoluzioni generative perchè siamo convinti che le prossime grandi rivoluzioni saranno fortemente diffuse ed influenzate dalla rete. ed ovviamente per rendere noto l’eventuale soppressione della pagina da terzi»). Nessun contatto, si è trattato di una libera e spontanea iniziativa di Genera.tv. Curioso che la missione della pagina sia superare i 2 milioni di fan di Vasco Rossi. Ma che c’entra con la libertà di espressione e con il dibattito censura/satira?
    P.S. Intanto mercoledì 5 ottobre il Parlamento si accinge a votare la legge bavaglio, comma ammazzablog incluso.
    Matteo Pascoletti

  27. Innanzitutto, ripeto anch’io, mi pare chiaro che Nonciclopedia si è chiusa da sola ma gioca a far credere che la responsabilità sia di altri, e non mi pare punto da poco. Che poi questa sia una falsa contrapposizione, e cosa ciò implichi, si legge bene da Giovanna.
    Che si sia autocensurata, o meglio abbia tentato o finto di farlo, per proteggersi da un processo, la mette – scrive Andrea – nella posizione di vittima di un milionario, come mi risulta che a volte siano anche i giornalisti che cercano di fare il loro lavoro o anche taluni autori che subiscono processi per diffamazione (così mi dice un’amica che si occupa di diritto d’autore, ed è un altro bel bavaglio, o almeno un tentativo, o un bel pizzo da pagare). Interessante, perché spostare la discussione sulla libertà di espressione a proposito di un sito che abbastanza ovviamente non fa satira ma insulta, mette di fronte agli occhi di molti un presunto rischio di poter essere tutti diffamati tranquillamente da una rete troppo libera, a meno che… a meno che non si intervenga con un bel bavaglio preventivo. E con una associazione: giornalismo e informazione libera = troppa libertà e rischio di diffamazione libera e sfrenata. Quando invece, come si è detto, gli strumenti per intervenire ci sono già e bastano.
    Con la legge ammazza blog immagino che basterebbe mandare in giro una banda di troll per far chiudere chiunque. Ed è con siti troll, come io ritengo che sia Nonciclopedia, che si sta cercando di dare della rete un’immagine distorta. Non è però certo Loredana, a me pare, a chiedere la censura di chi sembrerebbe avere lanciato un flame gigantesco. Solo di identificarlo per quello che è. Un aspirante silenziatore della rete. Forse adesso è un po’ meno curioso che altri paesi non abbiano ricevuto lamentele, chi le ha fatte partire qui, le lamentele?

  28. è un tentativo per capire quanto si possa fare pressione su persone o gruppi, sfruttando il branco internettiano pronto a sfogare le frustrazioni quotidiane sul bersaglio di turno.
    ( E credo che l’umarell di Zocca sia un montanaro molto più coriaceo di quel che ci possiamo immaginare)

  29. Ringrazio Loredana per citazione. Mi permetto di linkare un commento al mio post di Wu Ming 1 su “satira parola di merda” e “sfottò fascistoide” http://bit.ly/rcHex9 e riportare una cosa per Zauberei, soprattutto perché è rilevante in sé:
    @zauberei
    al momento Nonciclopedia è di nuovo su, la pag. che cerchi è semplicemente qui: Anna Frank – Nonciclopedia http://bit.ly/nLkkqc (lo linko solo perché me lo chiedi espressamente, sentendomi subito sporco dentro…).
    Ti lascio una citazione che dovrebbe trasmettere il tono generale della satira: “Il diario scolastico di Anna Frank è tutt’ora il diario più acquistato dagli studenti italiani dopo la Smemoranda. È un diario pieno di giochi da risolvere, quiz e curiosità interessanti sui mille modi che usa un ebreo per evitare di pagare il conto dal droghiere”
    Pare che quelli di Nonciclopedia facciano una specie di “sciopero a intermittenza”, ovvero ogni tanto riescono ad “auto-oscurarsi”, mentre per la maggior parte del tempo tutto si vede tranquillamente con solo il disclaimer “Wikia ci sta impedendo di fare il nostro sciopero riportando tutto alla normalità.”

  30. Possiamo far finta per un minuto che la rete sia in grado di autoregolarsi? Possiamo immaginare che siano gli stessi contenuti beceri di nonciclopedia a tenere lontane le persone da quelle pagine? Si puo’ ragionevolmente credere che non abbiamo bisogno di censori, o di un’ incongrua analisi del testo per capire che quel wiki è pieno di monnezza? Possiamo evitare di usare categorie come “branco”, “conformismo”, “cripto-fascismo” (si’, s’è sentita anche questa), talmente generiche da essere vuote, per riferirisi a chi trova sproporzionata l’iniziativa legale di Vasco e ha deciso di render pubblico il suo disagio? Solo qualche mese fa lo stesso meccanismo si è messo in moto contro il povero Red Ronnie e di sassate ne volarono parecchie. Alcune, le più grosse, scagliate dai custodi della morale 2.0 che oggi gridano alla campagna squadrista.
    Non ne abbiamo bisogno, davvero.

  31. A dire il vero, ho appena letto che i fascisti sono “gli intellettuali” (eggià) che osano cercare di fare un minimo di chiarezza su questa vicenda. Di ragionare sui meccanismi, per esempio, invece di cavalcare la tigre. Trovo questa vicenda particolarmente interessante da seguire proprio perchè è stata usata la mobilitazione della legge ammazzablog (di cui, si suppone, ai nonciclopediani non può interessare di meno) per difendere se stessi. Poi: una cosa è rendere pubblico il disagio, una cosa è invocare la morte per i vecchi bavosi, mi pare. Non è l’elogio delle buone maniere: è esattamente il desiderio che la rete si autoregoli. E non è questo il caso: perchè evidentemente a quel sito fa comodo che ci sia il famigerato “ragazzino” (a cui non credo neanche un po’) che attacca le ragazzine perchè sono esseri che han solo voglia di cazzi o gli ebrei sfascianazioni. Sfogatoio attira gente che vuole sfogarsi, e punto. E, sì, per me il criptofascismo è esattamente questo.

  32. La cartina al tornasole di questa vicenda è il tono dei *commenti* dal loggione di Nonciclopedia verso V***o R***i: un linciaggio mediatico nel quale, col pretesto della libertà di espressione, si dà sfogo al peggio del razzismo. Non c’è diversità, o quasi, che non sia tirata in ballo contro V.R.: accresciuta ed ampliata dal gusto sadico di sparare contro quello ricco e famoso. È un piccolo episodio, ma emblematico: io di questa vicenda ho letto (incappandovi per caso mentre cercavo altro) su un sito soft porno gestito da un fascista specializzato nella diffamazione taggata *satira*. Ho una pessima reminiscenza: i funerali di Gabriele Cagliari, quando gli abitanti di una città che fino al giorno prima votava al 75% per il governo del CAF si mossero per poter tirare le monetine sulla bara.
    Nel frattempo, ieri sera ho dovuto ricorrere allo streaming, essendo ogni canale televisivo occupato militarmente dalle ultime notizie su un processo nel quale la chiave di volta è la rilevazione di un’impronta digitale e di tracce di DNA sul fermaglio di un reggiseno, cose delle quali alcuni milioni di teleutenti ritengono di essere più esperti del RIS.
    Ultimo particolare. Per poter mettere in secondo/terzo piano la notizia della strage di Barletta, i notiziari avevano annunciato che “poteva andare peggio”, essendoci “solo una vittima accertata”: questo mentre sotto le macerie c’erano ancora 10 esseri umani, quattro dei quali erano morti di lavoro.
    In tutto questo trovo una sola nota positiva: mentre i volontari scavavano con le mani alla ricerca dei sepolti, i barlettani raggiungevano il luogo della strage non per fare foto con i telefonini, ma per portare acqua e viveri per quelli che stavano scavando senza sosta da ore.

  33. Non capisco tutta questa polemica sulla “furbata” di Nonciclopedia, lo streisand effect è un fenomeno conosciutissimo, di solito è sempre voluto e cercato ad arte, una volta che succede in Italia apriti cielo. La differenza tra i nativi e i migranti digitali probabilmente sta tutta nel non aver compreso nulla di ciò che stava accadendo mentre lo tsunami dilagava (vedi dichiarazioni di ieri). Forse l’unica cosa intelligente che ha fatto Nonciclopedia (dalla sua origine) è stato proprio questa, visto che il resto è un cumulo di sciocchezze per bimbiminkia che non leggeva nessuno.

  34. Dimenticavo: l’autore della voce “Anna Frank” è una merda fascista. Senza se e senza ma. Non cripto– o para–: un fascista-punto-e-basta. Le cui infamie, peraltro, girano tra gli studenti come i tormentoni dei comici di Zelig o Colorado.

  35. Una sola osservazione (è uno degli argomernti del post, anche se sta passando in secondo piano) sulle balle di Gelmini. Questa dei falsi dati era già nota al mondo della scuola, anche se l’Italia lo apprende solo oggi, grazie all’articolo di Salvo Intravaia (come sempre preciso e documentato a confeerma del fatto che si può ancora fare il mestiere di giornalista senza sporcarsi mani, coscienza e lingua). Nel mio libro (e anche altrove) avevo segnalato che in realtà (cioè al di là dei proclami) le norme sul voto di condotta – il ritorno del 5 come indice di serietà alla base dell’aumento delle bocciature – in realtà non consentono, salvo casi rari o violazioni delle norme (contro le quali si può ricorrere al TAR) di bocciare.

  36. “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
    Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
    Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
    Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
    Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
    Bertold Brecht

  37. “Sfogatoio attira gente che vuole sfogarsi, e punto. E, sì, per me il criptofascismo è esattamente questo.”
    Detto questo, Lipperini? Per quale motivo dovremmo dedicare attenzione alla cosa, scusi? Mi sembra più che legittima l’esistenza di uno sfogatoio becero, sempre che si continui a non accettare l’evidenza statistica di una fisiologia (ahimè ineliminabile come lo è ad esempio il femminicidio, lo dico per lei che ama scrivere di sogni) dell’urlo, dell’imprecazione, del vomito. E che tra l’altro in questo è caso è uno sfogo perfettamente innocuo per chiunque. Non c’è certo bisogno che glielo spieghi, vero? Sarebbe pericoloso cripto fascismo se si celasse dietro una narrazione di veridicità, di legittimità culturale. Ma non è questo il caso e mi sembra che la sua operazione critica sia anche questa volta orientata al contarci tra di noi individuando le magiche categorie tabù (fascismo, antisemitismo, razzismo, omofobia, misoginia…) sempre all’insegna del non-siamo-come-voi e voi-non-siete-come-noi: segue anche qui l’invettiva (uguale ma di segno opposto) del come siamo diversi e, implicitamente, di come la nostra satira sia migliore. Detto per inciso: la satira fa sempre male, come l’invettiva da bettola. Certo, la prima è pià intelligente e quindi può convincere anche chi la bettola non la frequenta abitualmente. Ma è un grosso errore difendere la satira, così come è un grosso errore opporre la satira riuscita bene a quella riuscita male. Qualunque presa per il culo del potere non potrà essere gradita da quello stesso potere. Quindi chi difende la satira deve difendere anche nonciclopedia, perché ciò che è difesa è la libertà d’espressione: non la buona riuscita dell’operazione o i valori di chi la fa. Altrimenti non si difenda la satira in generale ma solo quella che piace ai nostri interessi, che poi guarda caso è l’unica che secondo noi andrebbe chiamata con tal nome,
    Ma non può trattare Nonciclopedia come un figmento. La sua è una platea composita. Tutt’al più si dovrebbe dire che i rari casi di satira riuscita sono in disaccordo statistico con il resto. E che quindi non si capisce perché la caricatura di talento dovrebbe voler compartecipare dell’invettiva razzista in quello spazio. Problemi suoi. E comunque scelte di chi decide di accedere a quel sito gradendone eventualmente i contenuti.
    Però non capisco cosa propone lei: eliminare dal dizionario il termine “cretino” sperando così che nella realtà se ne trovino meno?

  38. “Possiamo immaginare che siano gli stu pagine?” Secondo me è proprio il contrario: i contenuti beceri erano l’unico motivo per cui il sito era frequentato.
    Come nella vita quotidiana, nella rete non c’è bisogno di censori, ma di regole condivise sì, e se queste vengono disattese, c’è bisogno che qualcuno si alzi e lo faccia notare.

  39. Mi mancava il ritorno di hommequirit. Insisto su quel che ho detto: la satira ha un bersaglio, quel sito no. Quanto al “non è un mio problema”, mi sembra che la risposta, più sopra, mi abbia preceduto.
    Perchè dovremmo occuparcene? Per fare chiarezza. Per capire come funzionano alcune dinamiche della rete, proprio perchè ho, come altri, a cuore la rete da molti anni. Per far sì che i vari post-grillo (anche della letteratura, noto in queste ultime ore) che stanno solleticando “il popolo” acriticamente abbiano, almeno, una contronarrazione. Altro non voglio nè pretendo. E non intendo chiudere nulla, per inciso.

  40. Ai difensori di nonciclopedia che fanno paragoni coi comici americani, Guzzanti, gli autori di South Park o dei Griffin ecc.vorrei ricordare che questi si firmano con nome e cognome, sono persone note al pubblico, ci mettono la faccia, si assumono delle responsabilità e non si nascondono dietro l’anonimato garantito dalla rete.
    adoro ogni forma di comicità compresa quella demenziale, macabra, cattiva, “politicamente scorretta”, ma detesto che ciò che considero arte venga usato per insultare una perona (non le sue azioni o le ue idee o i suoi scritti, ma proprio la persona) restando anonimi..che questa persona sia Vasco Rossi, Red Ronnie o pincopalla cambia poco.
    e in secondo luogo la comicità specie quella cattiva e politicamente scorretta va saputa fare e a quanto ho visto quelli di nonciclopedia non sono esattamente eredi di Hicks o Carlin

  41. Onorevole da pare sua. Io mediterò sull’aspetto più interessante che a me pare sia la constatazione che i vari post-grillo come li chiama lei sono diventati narrazione dominante in molti campi.
    Poiché un bel silenzio non fu mai scritto, chi non ha altro da dire dice quel che può. E può quel che sa. Abbaiare alla luna non ha mai turbato la luna.
    Invece noi cosa facciamo? Ce la prendiamo con quelli che ululano alla luna credendo di avere migliori soluzioni alle istanza dei loro ululati?
    Ci penserò su.
    Buona conversazione a tutti.

  42. Mai, Hommequirit. Non dò soluzioni, ma mi limito a constatare che aizzare le masse per ottenere solidarietà (o, in certi casi, per vendere mezza copia del proprio libro in più) è pratica pericolosa. Che va, quanto meno, letta e raccontata.

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