I GRANDI UCCELLI NERI DELLA STORIA E IL MOTO PERPETUO

Johann Ernst Elias Bessler detto Orffyreus costruì una ruota di 92 centimetri di diametro, spessa 10 centimetri,che poteva essere avviata con una leggera spinta prendendo subito velocità. Erano i primi anni del Settecento, e Bessler aveva, forse, ideato il moto perpetuo (che probabilmente non esiste). Sappiamo che distrusse la ruota nel 1717, irritato perché durante un esperimento era stata scostata la tenda che celava il marchingegno chiuso dietro una porta con un sigillo reale e controllata da uomini armati. Quando hanno riaperto la stanza, 54 giorni dopo, la ruota girava ancora. Ma bastò quell’infrazione, dicono, a irritare Bessler, che si rifiutò di ricostruire la ruota, offeso, fino alla sua morte.
Ora, certamente non sono io quella che può dire se il moto perpetuo ha un senso, e se contraddice davvero le leggi della fisica. Credo, però, che quello che sta avvenendo ora somiglia a una ruota che gira per l’eternità, o almeno per molto tempo. Abbiamo attraversato l’impensabile ed eccoci, siamo ancora qui. C’è un’Italia che si contrappone a un’altra Italia. Sono passati gli anni e i secoli e i millenni persino sono cambiati, e di certo siamo cambiati noi. Ma c’è un’Italia che ringhia contro il “buonismo” dell’altra, e l’altra che non riesce a decifrare i motivi del ringhio. Sono là, chiuse dietro una tenda, ed eternamente, mentre la ruota gira, si mostrano i denti, accusandosi l’un l’altra di non capire, di non vedere, di non sapere, e l’una dice all’altra che è ignorante e becera e l’altra di quell’accusa si risente, e dice che è meglio essere ignoranti che arroganti.
I motivi possono essere infiniti, gli spunti variano, non varia il modo di reagire, impigliati nella ruota della polemica quotidiana: che, per carità, ha molto spesso ragion d’essere, ma quanto, oh quanto si vorrebbe che le ribellioni non diventassero washing-qualcosa, che i gesti fossero portatori di comprensione profonda e non di estemporanea visibilità.
Quello che ci è accaduto sta portando a galla quello che ci divide, giustamente, ma che potrebbe un giorno unirci, se non fosse che  tutto sembra arenarsi e girare a vuoto, almeno per ora, almeno finché non si proverà a ragionarci su.
E io questo desiderio di ragionare non lo trovo. Non nelle pagine culturali dei quotidiani, per esempio, come già detto. Forse in alcune riviste on line. Ma non altrove.  E se non si prova a dare un senso a tutto (provare, non riuscire, almeno) le cose peggioreranno: perché chi non è malato è disperato, e chi ha ancora un lavoro è smarrito, e intignarci alla bella lite sui social è quanto di più inutile, anche se consolatorio, possiamo fare ora.
Delle due l’una: o si scosta la tenda per vedere come funziona, o si fa come Bessler e si distrugge la ruota. L’idea è quella di scostare la tenda, magari piano. Magari con il conforto di una vecchia poesia, che Adrienne Rich scrisse nel 1991.
In quegli anni – diranno – perdemmo traccia
del significato di noi, voi
ci ritrovammo
ridotti all’io
e tutta la questione divenne
stupida, ironica, terribile:
stavamo cercando di vivere una vita personale
e sì quella era l’unica vita
che potevamo sopportare testimoniare
Ma i grandi uccelli neri della storia strillando si tuffarono
in picchiata nel nostro clima personale
Erano diretti altrove ma con ali e becchi spazzarono
la costa, attraverso i lembi di nebbia
dove stavamo intenti a dire io.

3 pensieri su “I GRANDI UCCELLI NERI DELLA STORIA E IL MOTO PERPETUO

  1. Tutto molto vago e confuso. Non si capisce bene chi sono i buonisti e i ringhiatori oggigiuorno e d’altronde anche i buoni ogni tanto devono ringhiare per far rispettare le loro rispettabilissime idee. Per esempio l’ onorevole atteggiamento di cavalcare la protesta americana antirazzista per fini politici, potrebbe forse creare qualche ulteriore imbarazzo quando oltre alle inevitabili intemperanze, la folla comincia a decapitare le statue , ma pare proprio di no. E ricordare che nessuno è senza peccato è senz’altro una trovata da buonisti, allora il giornalone trova più comodo aderire all’immunità di gregge continuando a fare geroglifici endorsment. Oppure anche l’incredibile vicenda dell’ autrice di Harry Potter minacciata e offesa con irriferibile violenza per aver espresso un opinione personale sull’identità di genere, tipo che i trans sono diversi dalle donne. Certo è una opinione criticabile ma questa brutalità nel ricoprirla di insulti non lo è altrettanto? Forse, ma a quanto pare in agenda ci sono altre priorità. BéhHEHEeeeh!!! ( è un belato)
    Ciao,k.

  2. @ DMGuBJaYUtP, forse il tuo commento era riferito a me. Una maniera ironica per farmi capire quanto era incomprensibile o perlomeno scritto male il mio prec messaggio. D’altronde i grandi scrittori finiscono sempre per parlare di incomunicabilità…;) comunque per essere chiari e usare termini più suocial potremmo, in generale dire questo: se un comportamento violento, prevaricatore, intimidatorio, si può definire fascista… se un comportamento fascista è violento, prevaricatore e intimidatorio,… allora le minacce e le offese verso la Rowling sono fasciste. I giornalini che invece di stigmatizzare la violenza da lei subita si mettono a fare le pulci alle sue opinioni e a darle paterni ( paterni) consigli su come cambiarle sono collusi. Tirare giù statue deliberatamente, con processi sommari è un comportamento fascista, far finta di niente svicolare in distinguo cavalcare la violenza è un atteggiamento fascista. ( oggi come 100 anni fa. scusa ma se non usi questi termini non sei alapage..)
    Ciao,k.

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