I POETI DI WUHAN

“silenziosa è Wuhan stanotte
silenziose le acque del lago d’Oriente e del fiume Azzurro
silenziosi la torre della Gru Gialla e il teatro Qintai
silenziose le strade, gli alberi e le luci
come chi, capitato un fatto,
mani dietro la schiena, riflette su se stesso nella quiete
dall’alto dei palazzi velati dalla fine pioggia
lo sguardo si volge lentamente da Jiedaokou al fiume
come quando lentamente mi innamorai
dei suoi suoni. Ha conosciuto innumerevoli alluvioni,
guerre, persino epidemie, naturalmente
non è mai stata perfetta, proprio come ora
sono indaffarati gli angeli, ma a qualcuno
si congela il cuore, come un altro virus
addolora il prezzo di questo silenzio
ma se incalzassi a domandare chi ha fatto sì
che il virus si propagasse, sfrecceranno allora
i pipistrelli, uno dopo l’altro da angoli
bui piovendo, e ci elencheranno
i nostri peccati? Tutte le cure, a una a una,
si stanno svolgendo nel silenzio, e mi sembra quasi di sentire
i battiti pulsanti del cuore di questa città
nella grande Hankou e nella vecchia Wuchang, a Caidian
e nel porto di Yinglu, come innumerevoli
cuori che battono all’unisono, muti ma potenti”
Jian Nan 剑男, poeta dell’Hubei
Devo ringraziare mille volte la mia amica Maddalena (Lella su Facebook) per le sue mail. Mentre noi discutiamo sull’opportunità o meno di scrivere romanzi al tempo del coronavirus, in Cina i poeti sono già al lavoro. Ne dà notizia Federico Picerni, dottorando in letteratura cinese contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, su Sinosfere, in un articolo tutto da leggere:
Shikan, la più prestigiosa rivista di poesia in Cina, sin da fine gennaio, con una prima raccolta dal titolo Poesia contro il virus! I poeti di Wuhan durante l’isolamento (Yi shi kang yi! Wuhan shiren zai fengcheng qijian 以诗抗疫!武汉诗人在封城期间), da mesi pubblica online componimenti avente per tema la lotta al coronavirus, scritti da poeti di Wuhan, o in qualche modo impegnati nella battaglia all’epidemia, ma non solo. Alcuni di questi contributi, insieme ad altri sullo stesso tema, sono stati poi stampati sul numero di marzo della rivista. Il 10 marzo l’Associazione degli scrittori cinesi ha organizzato un reading di “opere letterarie”, principalmente poesie, dal tema “Sulla stessa barca: cuori uniti contro l’epidemia” (Tongchuan gongji tongxin zhan “yi” 同船共济 同心战 “疫”).”
Cosa possiamo fare, noi che lavoriamo con le parole? Abbassare le penne, osservare, provare a raccontare. Come fa  Liu Yishan 刘益善, rinomato poeta dello Hubei, la provincia dove si trova Wuhan (già vicepresidente della sezione provinciale dell’Associazione degli scrittori):
mentre il nuovo coronavirus ammantato di nero
sferra contro di noi il suo attacco a sorpresa
poeti, cosa dobbiamo fare?
cosa possiamo fare?
per chi è stato colpito
pregare, e augurar loro
di resistere con tutte le forze, di rialzarsi presto
e di godere con noi della brezza e del sole di primavera
ai guerrieri in camice bianco giorno e notte sul campo
sprezzanti del pericolo e pronti al sacrificio
scriviamo una poesia di profonda emozione
per offrire loro il saluto e il tributo che serbiamo in cuore
ai soldati accorsi in nostro aiuto da mille chilometri
alle squadre di medici da ogni dove che hanno
lasciato i propri cari e rinunciato al riposo, a chiunque
abbia donato beni e denaro, scriviamo una lunga poesia
a celebrarne il merito e l’altruismo
cos’altro possiamo fare?
possiamo portare la mascherina
bere molto, lavar bene le mani
restare in casa, non uscire
noi siamo con il resto della Cina

4 pensieri su “I POETI DI WUHAN

  1. Gliela butto lì: ma se aprisse un canale su Telegram nel quale ogni giorno (o quando preferisce) ci legge una poesia? Sarebbe veramente carino, secondo me.

  2. Non è facile scrivere se non si è scrittori. Non è facile scrivere poesie se non si è poeti. Fa bene comunque Loredana a spingere alla scrittura anche le persone che normalmente non lo fanno; perché quello che succede a me, per esempio, è che quando butto giù delle righe è come se buttassi della zavorra e questo mi fa rimanere a galla. Scrivere, buttare zavorra, prendere aria, galleggiare. Un saluto.

  3. “Scrivere, buttare zavorra prendere aria galleggiare”. caro Roberto non sarai uno scrittore ma scrivi anche bene, resta il problema di dove la butti questa zavorra. perche scusa, è inutile che te prendi aria svolazzi in qua e in là e gli altri si debbino poi pigliare sul groppone i tuoi mattoni. Che in effetti l’abusata immagine libro-mattone rimanda proprio alle abbarcate pile di bestselle nelle librerie come scalinate contro il ciielo.

  4. Galleggiare non significa svolazzare. Non sono uno scrittore ma scrivo. Mi aiuta a stare meglio. Come mi faceva stare meglio qualche giorno fa sistemare in cantina oggetti di legno. Domani non so a che cosa mi appoggerò . Bella l’immagine della scalinata libri/mattoni. Costruirla, salirla o no , fa parte del libero arbitrio.

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