IL BUIO CHE STIAMO ATTRAVERSANDO (SOSTENEVA TABUCCHI) E L’ASILO DI PURITA’ (SOSTENEVA BOBBIO)

Sono un po’ stufa. Ieri Facebook ha giudicato violento e dunque spostabile in fondo ai cosiddetti feed il mio post sull’aborto. Ovviamente Facebook non giudica violenti quelli che insultano in modo irrepetibile le vive e le morte, chissà come mai.
Inoltre. Chissà come mai, nonostante Giorgia Meloni ed Eugenia Roccella si sgolino nel dire che non vogliono toccare la 194, ci sono altri che fanno il lavoro sporco per loro, rendendola di fatto molto difficile da attuare.
Sono un po’ (tanto) stufa, perché ci stiamo muovendo in un mondo che ragiona a forza di querele, petizioni risibili (l’ultima, quella contro l’Università di Trento), pestaggi di studenti. E mi chiedo cosa altro debba succedere per renderci conto di quello che ci circonda.
Sono un po’ (tantissimo) stufa, perché in queste settimane non è che abbia visto tutte queste prese di posizione nel mondo della letteratura: sì, lo so, letteratura e attivismo non si mischiano, si dice. Oppure no?
Non è stato così per molti. Penso ad Antonio Tabucchi e a quello che fa dire al suo Pereira:

“Se loro avessero ragione la mia vita non avrebbe senso, non avrebbe senso avere studiato lettere a Coimbra e avere sempre creduto che la letteratura fosse la cosa più importante del mondo, non avrebbe senso che io diriga la pagina culturale di questo giornale del pomeriggio dove non posso esprimere la mia opinione.”

Penso a Norberto Bobbio:

“Chi si rifugia, come in un asilo di purità, nel proprio lavoro, pretende di essere riuscito a liberarsi dalla politica, e invece alla fine fa della cattiva politica.”

Penso, insomma, a tutte e a tutti coloro che all’asilo di purità non credono, e stanno provando a dire e fare qualcosa, nei modi possibili, e spesso in un silenzio che cresce.

Poi mi passa.

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