IL CORPO DEL NEMICO

Su Repubblica, c’è un’interessante intervista di Alessandra Baduel a Giovanni De Luna, che vi riporto.
«Il trattamento del corpo del nemico dice molto della guerra in corso. Non esibire Bin Laden e seppellirlo in mare invece che nel suolo, come vuole l´islam, dice che questa è una guerra con un´entità priva di territorio. Ma l´assenza di una tomba lascia molte ferite aperte». Lo sostiene lo storico Giovanni De Luna, autore di “Il corpo del nemico ucciso” (Einaudi 2006).
Professore, come considera la mancata esibizione del corpo?
«È la prova che ora si combatte una guerra molto diversa da quelle del ‘900, quando si facevano trofei con i corpi dei nemici, come con Che Guevara degradato a “bestia”, o quando i partigiani uccisi venivano esposti a piazzale Loreto nel ‘44 – dove fu appeso Mussolini l´anno dopo. Testimoniare il potere, terrorizzare il nemico, degradarlo: a questo serviva l´esibizione. Con i corpi dei figli di Saddam, ricuciti e mostrati, gli Stati Uniti comunicavano agli iracheni la loro potenza. Serviva perché quella guerra si svolgeva in un territorio».
La sepoltura in mare, invece, cosa comunica?
«È di straordinaria efficacia simbolica, il mare è ciò che cancella il territorio. Ma è un rischio: quanti lutti può innestare? Senza una tomba, il corpo non sparisce, resta. E chi lo vorrebbe piangere resta inchiodato a un dolore che non passa. Pensiamo alle fosse comuni di tante guerre, tutti lutti mai elaborati, consumati».
È l´uomo che ha ordinato l´11 settembre, con vittime mai sepolte. E nessun Paese voleva la salma.
«Ci può essere la vendetta, come l´idea di privare i seguaci di un luogo di “culto”. La partita però è molto complessa. Il messaggio è che Al Qaeda non ha una nazione riconosciuta di riferimento. Ciò appartiene a una guerra anomala, asimmetrica. Da un lato c´è uno Stato potentissimo, dall´altro una rete quasi immateriale, cioè di fatto globale. Dove la battaglia simbolica è molto più importante che in passato».

26 pensieri su “IL CORPO DEL NEMICO

  1. Senza voler paragonare il alcun modo i due soggetti, preciso che il corpo di Hitler è stato occultato. Cremato in segreto – su ordine di Andropov – negli anni Settanta. Le ceneri disperse nell’Elba. Il tutto reso pubblico solo alla metà degli anni Novanta. Forse si voleva evitare, come nel caso di Hitler – che attorno al corpo di Osama Bin Laden si creassero forme di “culto”.

  2. Quello che mi fa riflettere è la “velocità” di tutta l’operazione… estrema lentezza nel passare all’azione e poi, a cose fatte, estrema rapidità nel far sparire il cadavere.
    Comunque bin laden più che morto lo considero estinto.

  3. non so… sarà che forse sono più pre-moderna di quanto immaginassi, sarà che in questi giorni sto affrontando un lutto, ma per me “vedere” il corpo morto è necessario, un passaggio obbligato.
    Oscillo tra l’emotività e la razionalità, ma ‘sti americani non vi sembrano proprio strani? Il presidente dice “osama è morto”, e loro scendono in piazza a festeggiare. Senza controllare, senza verificare.
    Un funerale in mare? Lo uccidono in mezzo alle montagne e poi gli fanno il funerale in mare rispettando le norme islamiche? Nessuno voleva il suo corpo?
    Mi sembra tutto molto strano…
    Illustri commentatori commentano una dichiarazione, non un fatto.

  4. Esiste la dose letale di stronzate?
    Vinta la finale del campionato mondiale di caccia all’uomo, e festeggiata con adeguato tripudio di cori e clacson e bandiere e siamo tutti americani, siamo una squadra fortissimi, cosa rimane?
    Lo abbiamo preso, noi, io e il mio amico obama, a cento metri dalla west point pakistana, l’accademia militare dove vengono addestrati i più alti gradi dell’esercito e dei servizi.
    Lo abbiamo fatto, io e il mio amico obama, senza informare nessuno dei nostri alleati pakistani, il principale partner nella regione.
    Lo abbiamo ucciso in uno scontro a fuoco, io coprivo le spalle e il mio amico sparava perchè ha una mira migliore, perchè lui ha reagito, anzi no, e si faceva scudo della moglie, anzi no.
    Lo abbiamo seppellito in mare da una portaerei secondo il rito islamico, perchè il mio amico è mussulmano e sa come si fa, anzi no non è mussulmano, però lo sa lo stesso.
    Abbiamo fatto crollare il prezzo del petrolio. Scusa, ma che c’entra il petrolio? Beh è chiaro, da oggi i pozzi sono più sicuri, al riparo da attentati. Ah già, vero, che stupido, c’erano stati molti attentati ai pozzi in questi anni, eh? No, nessuno. Ah, ecco.
    Abbiamo reso il mondo, mica solo i pozzi, più sicuro. E da oggi alziamo al massimo livello l’allerta attentati.
    Abbiamo vinto la guerra in afghanistan, e tra poco ce ne possiamo andare. Ma non l’abbiamo preso in pakistan? Sì, appunto. Scusa, e il mullah omar? No tranquillo, lui si è ucciso per la depressione.
    In un solo week end proletarie sono diventate principesse, papi sono assurti in cielo dinanzi ai nostri occhi, compiendo guarigioni e miracoli, e il più grande ci è stato regalato addirittura in diretta, ben visibile a tutti, quando il diavolo è stato finalmente ricacciato all’inferno.
    Però seguendo il rito islamico.
    No.
    La dose letale di stronzate non esiste.
    L.

  5. Infatti da un lato come ben dice De Luna questo cambia completamente la percezione, anche simbolica, della guerra rispetto al Novecento (dove alla mancanza del corpo come lutto su lutto da parte delle vittime si sovrappone l’esposizione del corpo del nemico da parte dei combattenti). Dall’altro riporta tutto in epoca violentemente pre-moderna. Mi viene in mente il mito sebastianista portoghese dove, dal 1580, dopo la perdita dell’indipendenza, l’assenza del cadavere del re Sebastiano è humus per la fioritura di una serie di miti (storici e letterari) sul sovrano revenant che salverà il regno e ridarà al Portogallo l’indipendenza perduta. L’uso del corpo in questo caso è indissolubilmente legato, credo, al modello cospiratorio che fa da cornice consapevole a tutti gli eventi che si richiamano all’11 settembre e, come ben dice in un saggio di qualche anno fa Helena Buescu, “Considerata in questa prospettiva, la cospirazione diventa semplicemente un modo per riportare ordine nell’universo: riconoscere in qualche modo che «time is out of joint», per potere dunque ricostruire il tempo, un progetto utopico che insieme fonda l’azione dell’eroe e ne rivela la sua violenta fragilità, la sua prospettiva di morte”.

  6. Io ho come il sospetto che… la salma sia in una bella cella frigo, che i simboli per gli americani e non abbiano un grandissimo valore e memori degli errori sui corpi esposti che diventano icone hanno impachettato una soria che si perderà tra i flutti.

  7. Non sono un’esperta di rito islamico, ma se ho ben capito (correggetemi se sbaglio), esige la sepoltura nel terreno (in acqua solo se la morte è avvenuta in mare). In tal caso, se la sepoltura è stata fatta in spregio alle usanze mussulmane (cioè volutamente), questo gesto può essere interpretato come mancanza di rispetto nei confronti dell’avversario. Un’azione che richiama alla memoria la condanna di Saddam: al dittatore iracheno non fu concesso di terminare la preghiera che stava recitando, venne impiccato prima.
    Ad ogni modo, le informazioni sono così vaghe e contraddittorie che alla fine risulta pure difficile commentarle.

  8. Da principio pensavo che lo avessero preso vivo e che la storia del corpo in mare fosse una scusa per interrogarlo, torturarlo, trattare con lui ecc senza interferenze. Poi alla fine credo che la difficoltà politica di gestire le sorti del cadavere bastino per spiegare la sepoltura in mare.

  9. Bastano eccome
    e poi nella società dello spettacolo le immagini usciranno, con tempi e modi giusti… così si potrà parlarne per giorni e giorni e giorni fino alla prossima immagine e al prossimo Baubau elevato a simbolo del terrore…

  10. @Valter Binaghi :“sono quasi convinto che quello di alimentare il complottismo non sia per i registi dell’operazione semplicemente un rischio calcolato, bensì il vero e proprio obiettivo.”
    Beh sì, incrementare di continuo la paura è lo scopo. Il dopoguerra viene così a coincidere con la guerra: in pratica il conflitto non ha mai fine. È una guerra senza limiti (cronologici).

  11. Mi sembra che con tutti gli occhi del mondo addosso il complottismo nasca qualunque cosa si faccia.
    Milioni di cervelli su un argomento generano migliaia di trame differenti, anche plausibilissime.
    C’era una bella storia di Milo Manara, una delle prime , in cui su un pianeta una macchina componeva senza sosta libri con parole a caso e facendolo uscivano testi senza senso e opere di altissima letteratura. Coi complotti è così, basta che mezzo mondo combini insieme un tot di elementi ed ecco che esce fuori della super fiction. Più vera del vero.
    D.

  12. La premesso, però, è la sottrazione dei corpi dalla comunicazione.
    Un demonietto che era già presente nella scrittura, a dire di Socrate.
    Esagero?
    Non lo volete un apocalittico DOC?
    Vado via subito.

  13. Mi inquieta chi festeggia la morte di Bin LAden come mi hanno inquietato quelli che hanno definito una buona notizia l’uccisione del figlio di Gheddafi.
    Tutta questa storia, anche alla luce di questo articolo, mi lascia senza un pensiero razionale o una posizione precisa, ma con soltanto un senso di sconfitta addosso.
    Grazie per lo spunto di riflessione.

  14. Posso aggiungere un tema che nessuno ha evocato? Eccolo: eh, si sa, un Bin Laden vivo quante ne avrebbe potute raccontare, volendo, degli intrecci di interessi passati prossimi tra USA e famiglie bene saudite etc. etc. Non è stata un’alleanza statunitense-saudita-packistana a creare i talebani Afghani, quando erano i buoni resistenti contro i cattivi sovietici? E gli intrecci-oil? E gli intrecci media-e-finanze? Prima che Osama diventasse il cattivone. Bene, forse c’è pure questo elemento nella fretta con cui la sentenza è stata pronunciata ed eseguita, ed il corpo fatto sparire. Una simile ingerenza interessata degli alleati britannici a favore della rapida esecuzione di Mussolini da parte del CLN è stata pure ipotizzata per la nostra storia recente. E lasciamo stare tutta la tematica dell’esposizione del corpo del nemico o del tiranno, oppure della sparizione del corpo del capo etc. , ché la storia antica medievale e moderna, con tutti i condimenti antropologici offrirebbe di che discettare, a chi volesse. A me non sembra questo il punto più interessante. A me interessa un’altra cosa, che mi fa ben sperare sul “senso dell’operazione”. Mi spiego: si tatta di un’uccisione compiuta in una situazione di guerra, di una guerra che Bin Laden aveva dichiarato agli Stati Uniti e al cosiddetto “occidente”. E in guerra, in occasioni di estrema emergenza, vige pure il cosiddetto “processo su ricognizione”, per cui si può uccidere un nemico che sia già stato oggetto di sentenza capitale. Ma non cavilliamo, perché anche a me, per es., ha dato fastidio l’esultanza pubblica dei festeggianti. Poi, però, ho pensato che chi festeggiava, stava festeggiando soltanto la fine di un incubo, la fine dell’incubo che era stato realmente vissuto dai cittadini statunitensi, ma che era stato poi per dieci anni accuratamente alimentato. E mi sono trovata anch’io in sintonia con questa sensazione di sollievo: pensiamo, finalmente, tutte le lobbies economico-politiche statunitensi che fomentavano tutte le politiche più reazionarie e imperialiste con la scusa del pericolo terrorista, del pericolo islamista fondamentalista etc. etc. etc., questa scusa non ce l’avranno più. Il terrorismo internazionale, almeno per ora, è morto. E anch’io mi sento meglio. E le folle di insorti dei paesi arabi, come ci hanno ripetuto allo sfinimento i/le corrispondenti, non bruciano più bandiere americane. Che farà adesso la CIA? Che faranno gli amici di Bush, e di tutti i suoi sodali? Per un po’, avremo tregua. Non è una bella notizia?

  15. Rivelate le scioccanti fotosequenze dell’operazione bin.
    Nella prima si vede l’orrido sceiccaccio farsi scudo con una piramide umana, tipo circo cinese, formata da quattordici tra mogli e figli piccolissimi appositamente addestrati. In un impeto di hubrys, commette l’errore fatale quando tira fuori la testa per urlare un feroce “Sette-te!”. E viene freddato dagli infallibili tiratori.
    Nella seconda, per stomaci ultrablindati, si vedono quattro agenti Cia mentre gli svitano testa e mani, da portare in dono a Bush il Vecchio per arricchire la collezione della sua fondazione benefica e no profit “skulls & bones”, che già si fregia dei cimeli ossei di rivoltosi e banditi quali Geronimo, Pancho Villa, il Che, Fidel Castro e Bertinotti.
    Fidel Castro e Bertinotti? Ma non sono vivi?
    Sì, ma la testa non è più quella di una volta.
    Nella terza, la più sconvolgente e sulla quale non c’è ancora chiarezza, dato che metterebbe in discussione le precedenti, si svolge sulla portaerei Vinson. Durante i preparativi del funerale islamico e approfittando di un attimo di distrazione, si vede il capo spirituale del terrore prodursi in un sordido scatto e tuffarsi lui, bastardo, nelle acque amiche del golfo persico. Grande lo stupore tra i presenti.
    In ogni caso la cia ha già comunicato di averlo denunciato alla Federazione Mondiale Nuoto per l’uso del costumone in poliuretano, già vietato da oltre due anni, che gli ha permesso di raggiungere una velocità inusitata garantendone la fuga. Non c’è limite alla scorrettezza e alla cattiveria di questa belva.
    Infine l’ultima, davvero agghiacciante, vede ritratti tutti i maggiori esponenti dell’Amministrazione americana nella Situation Room mentre assistono in diretta allo svolgersi delle operazioni. La foto finale, terribile, subito successiva al fortunato tuffo dello schifoso bin, ritrae un obama visibilmente alterato che manda tutti a fare in culo ed esce sbattendo la porta.
    L.

  16. Beh, diciamo che per credere alla versione ufficiale… ci vuole un bello sforzo di fiducia … la stessa che serve per credere che per diventare beati basti proibire il preservativo ai neri malati di aids e andare a braccetto con i dittatori di mezzo mondo.

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