IL CORPO (STATUARIO) DEGLI UOMINI

Si invitano i signori commentatori a dire la loro su questo.

12 pensieri su “IL CORPO (STATUARIO) DEGLI UOMINI

  1. Il monumento ci sta tutto.
    Ma nudi, no? Così, per par condicio con la Venere di Milo?
    Ora, proviamo a rifargli il doppiaggio con l’accento abruzzese di mio padre e vediamo se dice le stesse cose:-), che in svedese fai subito a portare la spazzatura sotto la pioggia e riprenderti i bambini dall’asilo perché mamma stasera ha un consiglio di amminisrazione che finisce tardi.
    Oddio, quando la Philips cominica a cavalcare lo spirito dei tempi con le pubblicità dei rasoi io mi preoccupo. Te la ricordi quella che faceva: a measure for the body, a measure for the soul, e poi ci è piombata addosso tutta la new-age in salsa manager degli anni ’80?

  2. L’idea mi piace, anche se, come fa notare Mammamsterdam, il valore di una iniziativa così è diverso in Svezia rispetto all’Italia. Però intanto è un passo in avanti.
    L’unico dubbio è su come intendere quel “vulnerable”; se è nel senso di fragile, mi sembra contraddittoria con il messaggio l’idea che occuparsi dei lavori di casa renda più deboli. Se invece si intende vulnerabile come segno di normalità rispetto al mito dei superuomini invulnerabili, allora concordo al 100%.

  3. Certo, qui da noi, proposto tale e quale, questo spot sarebbe davvero surreale. Comunque a me è piaciuto, ho inteso quel ‘vulnerabile’ come ‘un uomo che riconosce e accetta la propria vulnerabilità’, a differenza del macho, che vulnerabile è però guai a dirglielo.
    Non mi pare che il pericolo di cavalcare e banalizzare lo spirito dei tempi ci sia qui da noi. Per il momento il rischio mi pare tutto degli svedesi. Beati loro.

  4. Mah, qui si parla di uomo vulnerabile perché Nivea cerca un posizionamento diverso da Gillette (il meglio di un uomo)… la pelle sensibile è vulnerabile, proprio i loro prodotti nascono con una certa ‘filosofia’ e questa pubblicità e questa iniziativa parlano la lingua di quei prodotti.
    Ma perché non hanno osato parlare di uomo ‘reale’? È lo stesso autogol della definizione ‘pensiero debole’, magnifico concetto, ma chi se lo fila un leader che dichiara “io ho un pensiero debole”? o, traslando, un papà che dichiara “io sono un marito vulnerabile”?
    Probabilmente hanno per target un certo segmento di mercato, non è un messaggio mainstream, e poi: vallo tu a esportare, come suggerisce Mammamsterdam…

  5. A me francamente non m’è piaciuta.
    Non mi piace codesta comparazione tra il macho e il maschio che va in bici col casco e passa a prendere i bambini.
    Non capisco perché bisogna farne una statua di codesto maschio normale.
    E poi? Il modo con cui viene rappresentato è del tipo “alieno”, di quelli neanche particolarmente furbi.
    Concordo con Paolo S., perché fare tanta discriminazione?
    *
    Se vuoi affondare il coltello contro il maschio edificato delle riviste tipo “For Men”, ce n’è di strada da fare…E non mi sembra passi da questa di Nivea.
    De Gustibus…

  6. In effetti, è vero. Loredana invitava ‘ i signori’ a dire la loro… Mi defilo subito e sto solo ad ascoltare.
    Però mi è venuto un dubbio: forse in Svezia la crema dopobarba la comprano le donne per i loro uomini che, pedalando avanti e indietro in bicicletta a fare di tutto e di più, non hanno un minuto di tempo da dedicare a se stessi.
    Proiezione di donna mediterranea, non fateci caso.

  7. Premetto che non credo agli spot pubblicitari (e il target, e il posizionamento e tutte ‘ste menate qua). Al massimo, nel nostro caso italiota, potrebbe essere utile una lunga sanguinosa campagna civile e culturale.
    Qui alle nostre latitudini abbiamo una “questione maschile” da affrontare (che evidentemente in alcuni altri Paesi hanno già vissuto) se vogliamo cominciare un qualche cammino di civilizzazione.
    E comunque, ancora una volta, non mi convince che sia un’azienda (cioè qualcuno che decide ogni giorno con messaggi sempre diversi, spesso anche contraddittori, di vendermi comunque qualcosa, anche me stesso!) a fare certe uscite: è possibile che nessun altro soggetto riesca a dire le stesse cose?
    Infine, questo richiamo alla “vulnerabilità” non sarà mica l’ombrello che accomuna donne ed uomini, purché sottomessi a qualcosa d’altro? A messaggi che arrivino, sempre e comunque, dal mercato: mercato dei prodotti, mercato dei corpi?!
    Io non sono una statua…

  8. La vulnerabilità non mi pare un gran valore, nè per il femminile nè per il maschile. Una volta un mio amico mi diceva che un uomo virile è uno che ha il coraggio della tenerezza. Mi piace di più.

  9. Il punto è che sotto sotto intuiamo tutti di avere un’invulnerabilità condizionata, a scadenza. Gli antichi lo sapevano bene, pensiamo al fato di Achille o Sigfrido e praticamente di tutti gli altri eroi; il modello Hollywood tende a nasconderlo (e nei fumetti USA ci sono invulnerabilità condizionate reversibili, vedi kryptonite per Superman).
    Ma è comunque considerato un valore lanciarsi nell’agone, qualunque esso sia, anche la lotta contro le noie del mondo mostrate nello spot della Nivea.
    Ora, essendo che godiamo di un’invulnerabilità condizionata proprio come Achille (penso a tutte le volte che si portano i bimbi in bici all’asilo e non si viene investiti da un tir…), non è alla vulnerabilità che vorrei il monumento, ma pittosto al coraggio – anche al coraggio della normalità.

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