IN QUINDICI ANNI

In quindici anni la storia, come avviene fatalmente, si è avvolta in spire ed è balzata in avanti ed è tornata a riavvolgersi. E questo è banale, oltre che fatidico.
In quindici anni abbiamo scoperto, di nuovo, le parole “paura” e “guerra”. Che c’erano anche prima, ma erano coperte da altre. Forse potremmo coprirle di nuovo, se avessimo la voglia, e la forza.
In quindici anni ci sono state le Torri gemelle e l’America sotto attacco e l’Occidente sotto attacco e dove colpiranno ora. E anche Guantanamo. E anche la “Seconda guerra del Golfo”. E tutto quel che ci viene ripetuto e che vediamo.
In quindici anni abbiamo avuto Wikipedia e l’iPod e l’iPad e l’iPhone.Abbiamo avuto Facebook e Twitter, i blog e YouTube e la stampante 3D.
In quindici anni abbiamo avuto la mappatura del genoma umano.
In quindici anni abbiamo avuto le foto a colori di Marte, lo tsunami nell’Oceano Indiano. Beslan.
In quindici anni abbiamo avuto tre Papi.
In quindici anni hai visto i tuoi figli diventare prima adolescenti e poi adulti, e questo ti è passato davanti agli occhi senza che te ne accorgessi, e ancora ti chiedi come sia stato possibile, perché ancora, da qualche parte, ci sono le loro biglie e i loro Roald Dahl e, in qualche cassetto inesplorato, una maglietta o un paio di calzoncini o un diario delle elementari.
In quindici anni, che sono un bel po’ di vita, ci sono quelli che non si sono mai presi la briga di andare a informarsi su Carlo Giuliani, e ancora razzolano per la rete dicendo che sì, se l’è cercata, e una zecca in meno. Eppure la possibilità di informarsi c’era, e c’è. Anche qui, per esempio. O qui.
Oggi, appunto, è il 20 luglio.

9 pensieri su “IN QUINDICI ANNI

  1. Ripetono convulsivamente quello che sentono dire dai papa`, magari di fronte ad un ameno busto del duce o a un progetto relativo a una bella speculazione edilizia permessa grazie a una variante del prg che e ` stata possibile grazie a degli amici. E non sarebbero in grado di riconoscere un`idea di sinistra manco se fosse quella che gli salva la vita o gli permettesse di uscire dalla gabbia mentale che li tiene prigionieri della loro paranoia

  2. Che ci sia stata macelleria messicana da parte della polizia è un fatto, su Giuliani ho i miei dubbi.. Se dei tizi in passamontagna all’assalto di una camionetta fossero stati dei generici teppisti ultras o degli ottusi di casa pound avremmo fatto davvero tutti questi distinguo?

  3. Il primo link non si apre, e anche dopo aver letto il secondo, concordo con l’utente bell’uomo a proposito del povero Carlo Giuliani, che – per me – non fu affatto un eroe.
    E concordo con ciò che disse anni fa Toni Capuozzo ospite di Daria Bignardi rievocando i fatti di Genova 2001: in quei giorni tutti persero la testa tutti insieme.

    1. Il primo link non si apre perché evidentemente il sito dei Wu Ming è sovraccarico. Ogni opinione è legittima. La mia è stata già detta: chi dice oggi “se l’è cercata”, anche in altre forme, non è persona con cui desidero interloquire. Dunque, questa è l’ultima risposta che darò, Mauro.

  4. prendo atto.
    Io ho comunque solo detto che il povero Giuliani non è un eroe.
    Chi ritiene che lo sia, mi dovrebbe convincere, e sono dispostissimo a cambiare idea.

  5. Ciao, link visti, dubbi rimasti. Però non creiamo divisioni che non ci sono. Lo stato è stato macellaio anche a prescindere da quell’episodio, e ne ha dato prova anche negli anni a seguire, con altre brutte storie (e su questo forse possiamo essere tutti d’accordo) Saluti

  6. Dopo quindici anni, stupisce che ci sia ancora tanta voglia di opinioni bianche e nere, di monumenti e di eroi. Ai video di wuming, vorrei aggiungere una testimonianza, ma vado a memoria. In un servizio andato in onda qualche giorno prima del g8, Luca casarini, si lasciava intervistare orgoglioso e intanto mostrava come stava organizzando il corteo, davanti a lui esibiva caschi da moto come elmi, scudi di plastica rinforzata, spalliere ginocchiere, strumenti per la difesa attiva. Una panoplia fatta di certo per proteggersi, ma che presupponeva e indicava lo scontro fisico, territoriale ( la famosa linea rossa) come obiettivo necessario ed inevitabile dellle avanguardie del corteo, ingenuamente i nostri Casarini nell’ eccitamento di quei di giorni non si accorsero di quanto potesse essere pericolosa e direi anche inutile questa evocazione marziale. che secondo me non fu estranea alle tragedie che anche qui si ricordano.

  7. eh già, quelle tute bianche, quelle mani alzate bianche, che provocazioni! Eppure io all’epoca ero piccola, avevo 16 anni e vivendo da telespettatrice ignara non reagivo diversamente. La differenza è che poi ho letto, guardato, cercato, rinunciato a certezze e presunzioni. Ora mi scopro intollerante verso chi la stessa possibilità l’ha avuta ma non l’ha mai sperimentata.

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