ITALIANS

Domenica pomeriggio. La primogenita, concentrata davanti al computer, mi chiama. E’ su Facebook. Vuol farmi vedere una cosa. Guardo. Sessantatre gruppi con lo stesso titolo “più rum, meno rom”. Il più popolato ha oltre tremila iscritti. Poi vengono quelli da duemila, mille, seicento, e via.
Ho letto alcuni degli interventi. Ritengo giusto riportarli qui. Ma non per invocare censura: voglio capire. Voglio capire perchè giovani uomini e giovani donne (di cui riporto nomi e cognomi) usano le parole che leggerete.
Anche se questo è retorico, e in fondo lo so, e in fondo ho le prove.
Reggetevi.
Marco Piras:
Mettiamoli nel coloseo con i Leoni Dentro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!
Carlo Angioni
vanno sterminati..

Mauro Contu
vanno accolti……nelle camere agas
ehehehhe…60 anni fà una persona aveva capito il da farsi con questi bastardi…..ci vorrebbe una bella pulizia etnica!!!

Andrea Cocco
Che poi quando vengono intervistati i rom del cazzo dicono sempre che “non è colpa loro, e loro essere brava gente”..q uelli li che hanno stuprato li buttassero dentro all’etna!

Michele Placido
li metterei dentro una piscina di benzina e poi ci butterei un fiammifero dentro!

Simone Ragonesi
secondo me…bisognerebbe SPARARE A VISTA appena si nota un GOMMONE A LARGO!!!….

Michele Fortini
zingari, rom, arabi, slavi…vi sterminerei

Giada Del Ciondolo
Focoooo

Valerio Vannucci
pulizia etnica

Lorenzo Vinaccia
ARBEIT MACHT FREI

Marco Callegari
Riapriamo i forni!!! E’ l’unica alternativa x liberarsi di qst “persone”!!

Francesco Cassese
Kazzo io li legherei e li farei incaprettare da una ventina di negri e poi li metterei nel forno.via tutti i rom dall’ Italia.Sterminiamoli

Paolo Lo Pinto
in pasto ai maiali!!….vivi chiaramente!

Sabrina Marcolongo
io li butterei nell’acido e li guarderei con gioia mentre si sciolgono…

Sandro Bertacca
per ogni rom bastonato una bottiglia di rum in omaggio

Leone Stucchi
e se dico che l’ultima volta che ho bevuto rum ho bruciato un campo rom???
hahahahaaaaaaaaa

Ps. La maggior parte dei commentatori, a giudicare dalle foto, ha intorno ai vent’anni.

40 pensieri su “ITALIANS

  1. E’ un movimento che viene da lontano. Non la xenofobia (l’impulso c’è purtroppo in quasi tutti i paesi e le culture) ma la sua legittimazione. A proposito di questo, andarsi a rivedere i comizi della Lega di quindici anni fa – e le riunioni pubbliche (sempre della Lega) nei periodi immediatamente precedenti e successivi all’ingresso nel parlamento.
    Poi, dall’altra parte della Manica, andiamo invece a rivedere la recente risporta di Gordon Brown alle manifestazioni anti-italiane.
    Insomma, il problema non è solo la belva che è in noi. Il problema è quando qualcuno inizia a fare comizi nelle birrerie.
    Ogni persona di buona volontà, a questo punto, dovrebbe fare la sua parte. Altrimenti continueremo a esistere in un posto sempre più invivibile.

  2. Facciamo che mi riprendo e commento fra un po’.
    Cioè intanto penso alle cose su cui si dovrebbe ragionare.
    I modelli dice la Lipperina. Ma me li deve fornire lei perchè in questo momento so sguarnita. Ma forse è l’impatto.
    Di mio penso a due livelli psichici e mi interrogo su quale di essi entri in gioco. Il livello della superficie che gioca con delle parole e delle costruzioni di senso con le distorsioni dell’adolescenza (allo stato attuale delle cose si è adolescenti fino ai 26) e la scarsa cognizione di cosa si parla. Questo problema dell’abitudine alla rappresentazione che tutto fa dire, perchè non la si vive correlata al sangue vero ma alla pollarola dei telefilm,
    Il livello del profondo e delle proiezioni e che è sempre stata la salsa delle discriminazioni. L’altro come catalizzatore delle persecuzioni interne da fustigare in modo da non fustigare se stessi.
    Boh questo a caldo.
    Mo’ ci penso meglio.

  3. Italians, appunto. Guradare i cognomi. Uno degli aspetti più tristi di questo momento è che, una volta identificato un “nemico esterno”, che “Gigi Rossi” e “Mino Martini” non saranno mai e poi mai, “Gigi Rossi” e “Mino Martini” in un clima idiota come questo, si sentiranno giustificati per agire nei modi più folli perché per nascita sono parte della soluzione e giammai del problema. Suona qualche campanello?

  4. Questi sono i gruppi anti-rom dichiarati.
    Ma poi magari vai in un gruppo sportivo, ad esempio quello anti-Inter, visitato giusto per prendere in giro mio fratello interista, e scopro che metà dei commenti sono insulti contro “quello zingaro di Ibrahimovic”.
    In rete l’ostilità contro i rom è un fiume che scorre dappertutto, anche nei posti più imprevedibili. Ovunque, anche dove l’argomento del sito/blog/forum/network è tutt’altro, basta che ci sia un minimo accenno a qualche evento di cronaca in cui i rom sono coinvolti per trovare persone pronte a lanciarsi in insulti, invettive, comizi xenofobi.

  5. Purtroppo chi ha il controllo dei media, chi ha la possibilità di parlare a molti – penso alle tv, i programmi di infotainment, la radio, i giornali – non ha mai saputo “pensare” correttamente questi fenomeni: né con la solidarietà, né con l’amore, né con l’intelligenza. Sono i gruppi dirigenti di questo paese: la politica, l’economia, i ricchi proprietari di cose. Io ci metto pure la Chiesa cattolica (ma questo è un parere molto soggettivo).
    Ed in linea con questo, chi scrive frasi del tipo “io li butterei nell’acido e li guarderei con gioia mentre si sciolgono”, non sa bene “pensare” questi fenomeni. Ognuno, ai fatti tragici di questi giorni reagisce come può, con le proprie strutture mentali e culturali.
    Nella società del nulla, però, l’odio regna sovrano.

  6. Beata gente.
    Basterebbe vedere le facce delle persone (non solo ventenni con la testa rasata, ma anche cinquantenni con barba e aspetto pensoso che leggono Repubblica) quando sulla carrozza di una metro affollata entra un Rom e gli si va a mettere vicino. Il minimo, da parte dei più politicamente corretti, è la mano sul portafoglio. Questo è il primo problema.
    Il secondo, come dice giustamente Nicola, è il ruolo della politica, che sta via via ampliando l’orizzonte della dicibilità pubblica anche dei concetti più immondi.
    Quando ero giovane, il ruolo della politica istituzionale era opposto: tendeva il più possibile alla limitazione del pubblicamente dicibile alla stretta ortodossia repubblicana e democratica (possibilmente, esposta nelle modalità più noiose e incomprensibili possibili). Era un contesto di costrizione plumbea, ma aveva il grande vantaggio di rendere molto difficile l’espressione di posizioni esplicitamente razziste in contesti pubblici condivisi. (Anche se, andando a memoria, per gli “zingari”, dalle minacce delle nonne, “vengono gli zingari e ti portano via”, al parlare comune si faceva sempre volentieri qualche eccezione).

  7. Rivoltanti questi messaggi. E bisogna anche dire che una serie di trasmissioni televisivi non aiuta certo, vedi i tg mediaset, su tutti quello di Italia 1, il programma mattutino su Canale 5, Forum (m’è capitato di assistere a situazioni imbarazzanti), i programmi sui Rai2, l’inizio di Domenica In. Una televisione tremenda. Sta passando poi il messagio che la Legge si deve adeguare al sentimento popolare.

  8. Nella societa’ degli ultimi anni sono venuti meno i riferimenti culturali ed etici forti. Sembra che tutti, scuola, famiglia, non parliamo del resto della societa’, o di quelle che erano una volta le appartenenze (il partito, la parrocchia) abbiano abdicato ai loro compiti, per vari motivi.
    So per certo che la generazione dall’89-90 in poi e’ stata la piu’ sballottata in proposito. In questo vuoto si sono inserite forze tutt’altro che benevole, un condizionamento (in)culturale da parte dei media in massima parte asserviti, (sappiamo bene a chi), l’influsso del consumismo e della pubblicita’, l’importanza del gruppo e degli amici a sostituire tutto il resto. Gruppo che a volte fa capo a vuoti ritrovi da discoteca o a tifoserie becere.
    Ne e’ nata una ignoranza vera o di ritorno che si nutre entusiasticamente di luoghi comuni spesso netti e feroci, quindi facili da identificare e in cui identificarsi, nonche’ tristemente euforizzanti, per questo reciproco riconoscersi nel gruppo che si fa branco, destinati persino a divenire le uniche certezze.
    Aggiungiamoci la desolazione culturale ed economica delle nostre citta’, la crisi che incombe, il malumore per un benessere che si vede in pericolo o si e’ gia’ perso, la consapevolezza di una impossibilita’ di cambiamento, di evoluzione, di speranza.
    Le crisi, i malesseri delle folle, di generazioni intere, le propagande, l’ignoranza diffusa, producono strani frutti. A volte sono la scintilla per un inevitabile cambiamento, un new deal. A volte per una rivoluzione o un rovesciamento violento.
    Ma spesso fomentano tristi totalitarismi e dittature. Specie quando si scherza con il fuoco, utilizzando per fini immediati e banali scopi politici propagande martellanti che poi sfuggono di mano e si amplificano fino a esplodere ben oltre la volonta’ e le intenzioni di chi innesca la miccia.
    Allora ecco l’odio irrazionale, i capri espiatori riconosciuti, la violenza verbale e non. Anziche’ prendersela con i veri responsabili della propria situazione, si cercano i colpevoli altrove, fra coloro che e’ cosi’ facile odiare.
    Mi consolo solo guardando i numeri: mille, duemila persone non sono pochissime, ma spesso gruppi opposti su FB ne raggranellano senza sforzo anche dieci o cento volte tanti. Speriamo che sia comunque una “minoranza rumorosa” destinata prima o poi a essere convertita o sopraffatta.
    Speriamo. Ma la speranza da sola non basta. Occorre testimoniare e agire contro l’incultura, per quel che si puo’.

  9. Quando sento parlare della crisi di valori come responsabile delle logiche discriminatorie ho sempre serie perplessità, ringrazio anzi il novecento perchè ha fatto diventare immorale un modo di pensare che per secoli è passato come assolutamente normale e non in contraddizione con i precetti etici delle singole costruzioni culturali. Vorrei mettere qui sotto – sotto queste dichiarazioni su facebook certi graziosi pensierini di Martin Lutero a proposito degli ebrei, che esortano a medesime azioni anche se con mezzi lievemente diversi. Le torce per dire.
    E anzi mi chiedo alle volte, come mai ho questa sensazione che niente cambi. Che rimane questo radicale umano viscerale. Da una parte mi fa piacere constatare che esiste un’etica e un pensiero culturale condiviso che si solidifica nel tempo, e che diviene legge costituzione, accordi internazionali e libri tascabili da leggere. E penso oh si va avanti. Dall’altra poi combatto con questo umano che rimane sempre uguale, colla panza piena con la panza vòta, su facebook allo stadio. Umano che non cresce, umano che non si distanzia dai processi psichici primari: proiezione, negazione scisssione, e ogni volta tutto pare riazzerarsi da capo.

  10. E per me la questione, in concreto, si traduce così: con che mezzi a lui accessibili posso io far capire a chi scrive (e forse pensa davvero) cose così che questo è un comportamento idiota?Il tempo che ci vuole a costruire una se condivisa è lungo, poi passa un tigì e azzera il mio lavoro.

  11. Preciso che io ho parlato di crisi ( e piu’ della crisi economica e di orizzonti che non di crisi di valori, che pure esiste), non come cause di fenomeni, ma come inneschi attuali al materializzarsi di tendenze che fanno comunque parte della natura dis-umana.
    Non a caso mi riferivo al passato e ai corsi e ricorsi storici. Certo e’ che quando ne’ la scuola, ne’ le famiglie, ne’ lo stato o i media sono capaci di dare un insegnamento equilibrato e positivo in campo etico, anzi spesso danno il cattivo esempio e sdoganano il peggio, le tendenze primordiali sono destinate a emergere trionfanti e indisturbate.

  12. Onestamente, quando ho letto dell’indiano bruciato vivo per gioco, ho desiderato intensamente che gli autori di un simile trastullo potessero finire arsi vivi a loro volta. Ma un conto sono gli impulsi (di dire o desiderare per un attimo certe nemesi), un conto il fare… Di mezzo c’è il Superego, per chi ha avuto la fortuna o comunque la possibilità di poterselo rinforzare.

  13. Oggi evidentemente tocca farsi una ripassatina della bassezza di certi istinti umani accompagnati dall’assenza di filtri culturali e da certi deprecabili incitamenti strumentali esterni. Copio sotto una delle gradevoli mail che la deputata radicale Bernardini ha ricevuto da brave persone che non hanno apprezzato il fatto che sia andata a verificare in carcere le condizioni dei romeni arrestati per lo stupro di gruppo di Guidonia. Ricordo che Bernardini era accompagnata da un suo collega, D’Elia, che però non ha ricevuto le medesime attenzioni (forse perché maschio?) Italians, appunto.
    “Fai veramente schifo, ti auguro di essere stuprata da un branco di merde come quelle li, ma magari ti piace perche a quanto sei brutta e fai schifo non ti scopa nessuno troia del cazzo, ti auguro pure che ti venga un tumore al cervello (se possibile visto che materia grigia non ne hai molta), e che te ne vada quanto prima tra atroci sofferenze, pregheremo tutti perchè tu muoia. Crepa puttana di merda”

  14. Azz, Girolamo! C’è un solo refuso, in mezzo tutto quel vomito, quelle righe non sono mica il prodotto di un neanderthal qualunque! Da notare un bel ‘pregheremo’, in mezzo alle altre gentilezze. (E stavolta il firewall aziendale detto Ratzi non blocca questa pagina dove il tutrpiloquio fiorisce sì rigoglioso… che sia un caso?)

  15. Io proprio in questi momenti, di più assoluto sconforto, mi viene da invocare Josaphat e la sua valle.
    Dove possano essere tranquillamente sterminati in massa e in maniera rapida tutti gli imbecilli.
    Perché qui non c’entra il razzismo, non c’entra la paura del nemico. Il male è l’imbecillità. Dei politici, di chi ci informa, di chi accoglie le informazioni.
    Persone cui manca il filtro tra cervello e mani\bocca.
    E su facebook c’è un intero campionario.
    Dal gruppo “Carlo Giuliani era meglio se stava a casa” fino a “Scusa merda se ti chiamo comunista”, ma ce n’è per tutti i gusti.
    Premesso che qui occorrerebbe soprattutto una rivoluzione dall’alto, quello che provo a fare io, quando mi armo di pazienza, è cercare trai membri di questi gruppi amici o conoscenti di cui nutro una certa stima per l’intelletto e provare a farli ragionare.
    Talvolta funziona e comunque lasci un semino…
    Ma gli imbecilli puri, quelli li lascio al Signore.

  16. Io sono andata a vedere un paio di quei siti…è terribile!Però, per favore, potete dirmi come si fa a replicare(senza, per carità, iscriversi a tale “comunità facebook”!!)..vorrei che si leggessere anche pareri contro da quelle parti…

  17. Infatti Paolo, non farei proprio questioni di livello culturale, perché non credo sia quello il punto. Alcuni saranno anche laureati, ma quello che traspare è proprio un demenziale bisogno interiore di odiare e di riversare tutto questo odio inpunemente su un bersaglio facile che rappresenti l’altro da sé: nell’occasione una donna garantista. Umano, più che bestiale, direi. Molto umano, e spaventoso. Ah, Paolo, io comunque sono Guglielmo. A me sta bene pure Girolamo, ma magari Giro si incazza 🙂

  18. @ Guglielmo
    Ma no, ti pare?
    Io non mi scaldo più di tanto, e non solo perché credo nel “fascismo sempre possibile degli italiani” di cui parlava Sciascia. Ho un ramo della famiglia a Torino, zio immigrato negli anni ’50, quando arrivò c’erano i cartelli “non si affitta ai meridionali”. Io sono arrivato a Bologna nel 1980, alla prima discussione politica con un militante PCI mi sono sentito dire che venivo da un posto dove vendono i bambini. Insomma, ci ho fatto il callo. Ora i rumeni-rom-zingari prendono il posto che è stato di noi meridionali, un po’ come i latinos quello dei nigger negli USA.
    Vi dico qual è il vero razzismo. Nel mio liceo c’è una studentessa rumena che darebbe la paga a chiunque, per la testa che ha. Finisce quest’anno, e si iscrive a un corso per infermiera: sa perfettamente che una rumena col diploma dell’Accademia delle Belle Arti o la laurea in filosofia in Italia non trova lavoro, e lei non vuole pesare sulla famiglia. Ed ha ragione. Ecco, il vero razzismo è questo.

  19. Bè con un diploma dell’Accademia delle Belle Arti o la laurea in filosofia in Italia non trova lavoro neanche un’italiana! 🙂

  20. So che non è (solo) questo il punto, ma in fondo alle pagine dei gruppi di Facebook c’è un link “report group” in 10 minuti ne ho segnalati 5.
    Ovviamente rimane il problema che qualcuno sia così stolto da pensarle quelle cose …

  21. Ekerot, tu gli imbecilli puri li lasci al signore, ma il signore li lascia a noi.
    Il che non ci porta molto avanti, se permetti un’osservazione pragmatica…

  22. Paolo, deh, io ho anche proposto lo sterminio!
    Ricordo queste parole somme di saggezza di Giulio Cesare Croce, nel suo capolavoro “Bertoldo e Bertoldino”
    “Pur ogni cosa può essere, ma so bene che vi sono
    tre cose che sono difficilissime da guarirsi, le quali sono queste: la pazzia, i debiti e il cancaro”
    (per cancaro, leggasi “minchione”).

  23. Sono un’insegnante di scuola secondaria,e la scorsa settimana mi è capitato di leggere con un certo sconcerto sui profili di FaceBook di alcuni dei miei alunni (età media 15-16 anni)adesioni al gruppo “L’Italia agli italiani”.Il giorno dopo ho chiesto le ragioni che li avessero spinti a fare propria l’idea che un’Italia senza stranieri sarebbe un posto senza problemi…la risposta più ricorrente è stata “Noi italiani siamo migliori degli stranieri e degli zingari,noi ce ne stiamo a casa nostra,non andiamo negli altri paesi a combinare casini!”…Cerco di combattere l’ignoranza che da vita a pensieri del genere ogni giorno,parlando ai miei ragazzi di orizzonti vastissimi,dei successi e delle soddisfazioni personali che potranno raggiungere grazie alla conoscenza.Parlo e chiedo loro di parlarmi delle loro idee e dei loro sogni per capire insieme che con l’impegno costante e la dedizione potranno avvicinarsi a quello che desiderano diventare.
    So che si tratta di una lotta impari,ma credo che sia mio dovere di educatrice lottare per soffocare l’ignoranza e la superficialità che li rende esseri annoiati, spaventati e violenti.

  24. Noi italiani non andiamo negli altri paesi a combinare casini?
    Marille, dai da leggere ai tuoi alunni “L’orda” di Gian Antonio Stella. E’ una lettura addirittura terapeutica. Sottotitolo: “Quando gli albanesi eravamo noi”.

  25. Gianni in realtà siamo in tanti…precari e senza futuro…ma appassionati e tutt’altro che fannulloni!
    P.S. Grazie Mariangela per il consiglio, prendo appunti e ti faccio sapere!

  26. Poco dopo l’uscita del libro, andai a vedere Stella che presentava L’orda al Mel Bookstore di Bologna. Mentre illustrava il contenuto del libro, dall’ultima fila di seggiole un tale lo interruppe sbraitando: “Lei sta raccontando bugie! Gli italiani sono sempre stati onesti e dove sono emigrati si son sempre fatti voler bene da tutti!”. Al che Stella, molto molto cortesemente, ribattè con una frase del tipo: “Guardi, questa è una generalizzazione sbagliata proprio come l’altra, quella secondo cui gli italiani sono tutti mafiosi.” e si mise a fare degli esempi conclamati di malcostume, malaffare e criminalità presso le comunità italiane nel mondo, l’esportazione della mafia etc. Al che il disturbatore divenne rosso in viso e, gridando: “Voi siete tutti dei comunisti e fate propaganda, non resterò qui un minuto di più!”, alzò i tacchi e uscì di corsa dalla libreria.
    Questo per dire che è un libro che fa incazzare le persone giuste.
    Dopodiché, non metterei sullo stesso piano la mafia e la “propaganda col fatto” degli anarchici italiani in America. Ma son sottigliezze… 🙂

  27. Anna Luisa, conosco il film e mi è piaciuto molto. Credo sia ottimo che un insegnante consigli ai suoi allievi libri da leggere e film da guardare e affronti letture considerate “comuniste” dai signori a cui faceva riferimento Wu Ming1 nel suo post, in classe. Tuttavia, secondo me, quelli che stanno seduti ora dietro ai banchi che qualche anno fa occupavamo noi (non mi piace usare il termine “i ggggiovani”, non sono molto diversi da quelli che eravamo noi alla loro età) hanno bisogno più che mai di un punto di riferimento che sia, pur nella sua umanità, esempio di coerenza, onestà e fedeltà ad ideali forti…per la mia modesta esperienza, è più efficace insegnare il rispetto per sè stessi e gli altri portando rispetto ai ragazzi e chiedendo di riceverne proprio perchè si è stati i primi a offrirlo…senza stare a pensare alle gerarchie e agli autoritarismi che ultimamente sono stati riesumati dalla cara Ministra dell’Istruzione e dai suoi aiutanti.

  28. Credo che tutto questo sia figlio dell’ignoranza, della non conoscenza, quindi della mancata considerazione dell’altro.
    Le masse ingnoranti erano prerogativa di qualche decennio fa. Oggi con la scolarizzazione non è molto cambiato: tranne il fatto che i nostri cuccioli d’uomini oggi sono svelti con i mezzi di comunicazione, come mio padre lo era con gli attrezzi da contadino ( e lo è ancora). In fatto di non conoscenza mio padre con la quinta elementare e i nostri cuccioli d’uomini che sanno tutto di un computer, di un cellulare, di una play station, delle griffe sui vestiti, sul campione di wrestling o di sport estremi, vi è solo una differenza: mio padre è più colto perchè ‘conosce’ i metodi di tecnica agraria importati da altre civiltà contadine e le apprezza.
    A mio padre, a scuola, il regime fascista insegnava che gli italiani erano i migliori, eredi di una civiltà che aveva conquistato il mondo. E il fascismo era quell’impero redivivo.
    Oggi la scuola e i media (di cui Mussolini sapeva l’importanza) dicono ancora queste cose ai nostri cuccioli d’uomini. In modo diverso, forse, m lo dicono.
    I grandi media eludono libri come quelli di Stella, e ne promuovono altri, che parlano di forza, di superomismo, di razza. Libri e fumetti di genere, che a volte stravolgono la Storia. Ammiro Wu Ming e i suoi libri che insegnano di Storia più di dieci volumi di storia. Sono quelli i libri che i nostri cuccioli d’uomini dovrebbero conoscere.
    Gert

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto