SENZA PAROLE

Calendario Pirelli 2009

97 pensieri su “SENZA PAROLE

  1. E’ una foto vergognosa. Comunque l’intero calendario è nel complesso orrendo, anche le foto non così vomitevoli sono come minimo ridicole, non sembrerebbero foto artistiche nemmeno con dieci gradi di vista in meno. Evidentemente chi lo ha realizzato non aveva né buon gusto, né talento, nè sensibilità, né tantomeno intelligenza. Mi sorge persino il dubbio che proprio le carenze sul lato artistico non si sia scelta quella foto per fare “scandalo” e chiacchiere.

  2. Nautilus no non diamo ragione ad andrea. peraltro non so chi sia 🙂
    se leggi il post con attenzione ti rendi conto che c’e’ un chiaro invito alla responsabilità per ogni immagine, messaggio, pensiero etc etc che viene diffuso.
    Perciò l’idea del manifesto. Penso vada ribadito il nostro diritto a fare critica di genere, ma anche solo semplicemente critica, in ogni contesto. penso sia indispensabile richiamare ad un senso di responsabilità (perfettamente d’accordo con Wu Ming 1) individuale e collettivo.
    Quello che succede lo vediamo tutti. Non possiamo nasconderci dietro ragioni varie, soprattutto se riteniamo che la battaglia da fare sia fondamentalmente di tipo culturale.
    Altrimenti teniamoci pure tutti i proclami che richiamano “alla certezza della pena”, tutte le categorie sociali securitarie e giustizialiste e smettiamo di parlarne.
    Ma se ne parliamo allora bisogna parlarne a partire da queste e mille altre cose.
    E’ una battaglia contro il sessismo, la misoginia, ci sono stupri, vittime, è una cosa seria ragazzi, non stiamo giocando. Le conseguenze di una cultura fatta male le vediamo ogni giorno. Vale la pena fermarsi due minuti in più a farsi qualche domanda, no?
    Chi ha voglia di combattere non abbia paura a rimettersi e farsi rimettere in discussione. Soprattutto proviamo a mettere assieme le emergie migliori per lavorare in una direzione utile piuttosto che fare gli offesi, stizziti, perchè si è sbagliato il tiro in qualcosa e c’e’ chi ve lo dice.
    Grazie a Loredana
    Ciao 🙂

  3. Ricorda Thomas Pynchon in V. che nel 3554(calendario ebraico) Tolomeo Filopatore ordinò che gli ebrei d’Alessandria venissero confinati nell’ippodromo.Poi si diede a una gozzoviglia che durò due giorni.”Il re,i suoi ospiti e un branco di elefanti assassini si satollarono di vino e di afrodisiaci.Una volta raggiunto il livello di brama sanguinaria,gli elefanti vennero liberati nell’arena e sospinti verso i prigionieri,ma(almeno così si narra)gli stessi si rivoltarono e si scagliarono invece contro le guardie e gli spettatori calpestandoli a morte”.La prossima volta che avremo notizia di un set africano ammorbato da fotografi furbetti scevri di scrupoli,con la complicità spirituale del Dottor Mesmer sapremo a chi rivolgere le nostre preghiere affinchè gli elementi della natura riportino l’ordine stellare nel proprio grembo
    it.youtube.com/watch?v=N-mqhkuOF7s

  4. OT
    @Diamonds: vorrei ringraziarti per vermi fatto scoprire tramite quel link la bellissima riduzione televisiva brasiliana del “Don Casmurro” di Machado de Assis. Mi sto guardando tutti i video su youtube e scopro che oltre alla produzione geniale ha pure una colonna sonora da urlo (può essere che arrivo un ritardo su tutti ma per me questa è una scoperta e me la sto godendo, quindi grazie!)

  5. il calendario ce l’ho. me l’hanno regalato.
    è brutto, illegibile e inutilizzabile. una marea di paginoni, carta sprecata, e ogni cinque o sei uno ha un minuscolo, invisibile casellario con i giorni quasi in trasperenza. le foto fanno quasi tutte schifo, nel senso che sono davvero brutte, quasi comiche.
    gli scatti in questione raffigurano una donna tenuta braccia e caviglie, mentre una modella sullo sfondo guarda o allunga la mano. si tratta di due paginoni con otto scatti ciascuno. sono deliranti.
    il calendario ancora non l’ho buttato, ma è finito dietro l’armadio.

  6. Piccola intrusione… di solito non commento, perché le mie posizioni sono già esplicitate da un buon gruppo di commentatori, ma questa chicca merita una menzione: il sistema di firewall aziendale (che utilizza websense) mi lascia aprire tranquillamente il calendario pirelli le cui foto spaziano fra il brutto e l’osceno, ma vorrebbero essere erotiche e quindi dovrebbero ricadere nella categoria “Adult Content”; mi lascia aprire il link sulla campagna pubblicitaria postato da girolamo; ma blocca Femminismo a Sud in quanto considerato “contenuto per adulti”…
    quantomeno un software può essere scusato per la sua ottusità

  7. Questa foto mi comunica angoscia, orrore, paura. Ha quindi su di me un effetto positivo, mi permette ancora una volta di pensare e di suscitare in me un sentimento di ribellione nei confronti della sopraffazione umana. Non mi lascia indifferente, mi fa soffrire immaginare una persona in una situazione come questa. Mi produce empatia per la persona sopraffatta.
    Quindi non la bollerei.
    Ovviamente su un sadico è probabile che produrrà eccitazione.
    Ma, qualsiasi immagine è come minimo ambivalente!
    Non comprendo questo tentativo di molti di rendere assoluto e oggettivo il proprio modo soggettivo, leggittimo modo di percepire e interpretare quest’immagine. Meno leggittimo ricavare da se stessi un codice che valga per tutti. Non percepiamo tutti nello stesso modo e non intepretiamo tutti in maniera eguale.
    Mi lascia indifferente invece il suo autore e le sue intenzioni. M’importa solo come agisce sulla mia anima.

  8. ma la foto è inserita in un calendario molto glamour e quindi lo stupro rappresentato diventa qualcosa di patinato, trendy, modaiolo.

  9. Gentile Anna Luisa, il fatto che la foto è inserita in un calendario molto glamour, il fatto di considerare ciò, dipende solo da cosa decidiamo di fare entrare nella nostra rappresentazione mentale e dipende solo da noi stessi.. Fintantoché s’ignora la capacità della nostra mente di aprire e/o chiudere il diaframma sul mondo è evidente che ci espone a giudizi sommari che non corrispondono alle possibilità antropologiche dell’uomo.

  10. Quindi, Luminamenti, questo discorso legittima praticamente tutto in virtù del distinguo sulla capacità di discernere del fruitore, giusto?
    Fantastico. E come la mettiamo con il famoso sadico che tu citavi, o con il ragazzino che davanti al commercial della Birra Guinness posto sul sedere di una signorina copulante esulta che così si trattano le donne?
    A forza di non oggettivare si finisce col dire “va tutto bene”.
    E io ci metto un punto interrogativo: va davvero tutto bene? Sicuro?

  11. Il fatto che i seni della ragazza siano cosparsi di olio apposta, in modo che al momento dello scatto possono apparire belli e turgidi non è glamour?
    Se fosse un calendario di Amnesty International secondo te un dettaglio simile sarebbe presente?

  12. Ti sbagli Lipperini. E’ proprio il processo di soggettivazione che permette di differenziare e distinguere e prendere coscienza. Davanti al commercial della Birra Guinness non abbiamo tutti la stessa reazione, giudizio e comportamento.
    Se qualcuno esulta le cause dobbiamo cercarle altrove.
    Troppo facile attribuirle a un commercial che nelle sue intenzioni può essere identico all’esultatore.
    Infatti, tu, non esulti. Chiediti piuttosto perchè tu non esulti e un’altro esulta! la tua risposta è solo reattiva ma non produce nessun risultato.

  13. Luminamenti, scusami ma sono cavilli.
    E’ OVVIO che la pubblicità o il manifesto Pirelli non sono la causa prima di un determinato comportamento. Che però, dettaglio dopo dettaglio, contribuiscano a reiterarlo mi sembra altrettanto indubbio.

  14. Tu chiami cavillo il fatto che tu non esulti e un’altro sì? Siamo proprio messi male a pensiero se pensiamo questo. Infatti, ragionando così non ne usciamo. E infatti è evidente nei fatti che non ne usciremo!
    Tu parli di cose (turpi) come se si potessero cancellare dalla lavagna (della mente) con un colpo di spugna ( e in effetti è possbile), mentre queste sono capaci di risorgere dalla ceneri come la fenice. L’Identico ritorna sempre sotto la forma della Ripetizione. Ma ciò che si ripete è il differente non è l’uguale.
    S’indaghi piuttosto sulle modalità di un civiltà nello scartare e affermare dimensione dell’interiorità opponendole le une alle altre o valorizzandone alcune e sminuendo altre.

  15. Fammi capire: invece di segnalare immagini profondamente scorrette, rivoltanti, offensive, io dovrei indagare se la scorrettezza non sia quella di giudicare scorretta l’immagine stessa?
    Sai, Luminamenti: a parte il fatto che ti contraddici esordendo, qualche commento più su, con “sbagli, Lipperini”. Dovresti piuttosto chiederti se sminuendo la mia affermazione non ne stai valorizzando un’altra, e ciò andrebbe a reiterare l’Identico, perlappunto.
    Ma a parte questo, io non nego a chicchessia l’indagine su quelle modalità ecc.ecc. Nel frattempo, magari, provo a fare qualcosa. Sbagliato o giusto che sia.

  16. Domanda. Ma nessuno ha letto Effetto Lucifero? (non si dica che lo cito perché ritenga malvagia la natura umana o irredimibile o irreparabile come direbbe Agamben, perché quel libro – anche se non ce ne sarebbe bisogno – dimostra che la strada non è né quella del liberismo anarchico né tantomeno quella del proibizionismo.
    Non si rende immune un proprio figlio da visioni, idee turpi fantasticando sulla buona educazione che posso avergli dato ignorando quelli che sono i processi collettivi di desoggettivazione in atto dal 700.

  17. Cioè secondo te tutto il lavoro che fa Loredana Lipperini da anni mira a “rendere un figlio immune da idee turpi”? Invece di fare il so-tutto-io e la testa d’uovo che viene a calare sulle teste altrui la falsa verità del “tutto è lecito”, perché non ti poni il problema della responsabilità di cui si parlava sopra?

  18. Il problema come lo poni è mal posto! Invece di segnalare immagini profondamente scorrette, rivoltanti, offensive (uso le tue stesse parole, a dimostrazione che quelle immagini provocano in te certi tipi di sentimenti che sono ovviamente positivi dentro la tua anima) dovresti indagare sul come sia possibile che altre persone invece si esaltino a vederle.
    Tu dici che stai provando a fare qualcosa. Non ho capito però il cosa stai facendo che già non si sia già fatto in questi ultimi trent’anni che come risultato non abbia fatto peggiorare la situazione. Evidentemente si è fuori strada. Capisco l’indignazione, anzi l’indignazione come ha illustrato molto bene Alain Touraine è la prima mossa per riprendersi una soggettività, poi però bisogna vedere dove indirizzare il bersaglio.
    Basta ascoltare tutte le sere un telegiornale per rendersi conto di come l’Identico ritorna.

  19. “Tu dici che stai provando a fare qualcosa. Non ho capito però il cosa stai facendo che già non si sia già fatto in questi ultimi trent’anni che come risultato non abbia fatto peggiorare la situazione […]”
    “Basta ascoltare tutte le sere un telegiornale per rendersi conto di come l’Identico ritorna.”
    Eeeh… mi sa che l’alternativa è il suicidio.

  20. Gentile Mariangela, proprio del problema della responsabilità ho scritto fino ad adesso, che non è nella catena causale dove la volete vedere alcuni di voi. D’altre parte non c’è bisogno d’insultare e di attribuirmi facoltà onnicomprensive che invece lei sembra attribuirsi. Stavamo conversando partendo da un presupposto implicito che nessuno dei presenti in questa conversazione provi eccitazione ed esulti all’esempio del commercial citato dalla Lipperini o goda sadicamente all’immagine Pirelli. Io ho detto che a me quell’immagine ha procurato sofferenza e rabbia e nessuno si è preso la briga di cercare di capire perchè qualcuno ne possa godere e qualcun’altro soffrire.
    Non ho scritto né penso che tutto sia lecito, ma se però accade che si diffonde un certo tipo di immaginario – che non lo puoi fare sparire dicendo che non deve essere reso lecito (è quello che avevo scritto intorno alla ripetizione dell’identico) – nella collettività occorre porsi la responsabilità da dove nasca. Pensare che sia nato alla sua fonte nella mente di un pubblicitario – qundi lo eliminiamo il pubblicitario e abbiamo risolto il problema – è da ingenui.
    Insomma l’Effetto Lucifero per voi non significa nulla!

  21. “ma se però accade che si diffonde un certo tipo di immaginario – che non lo puoi fare sparire dicendo che non deve essere reso lecito”.
    Ma il lavoro di Loredana è sempre stato quello di decodificare l’immaginario (o almeno provarci)
    Se guardi i post dei giorni passati, puoi notare che una semplice copertina di un fumetto è stata smontata e interpretata fino allo sfinimento. Ci siamo stati sopra (in tanti) per 3 giorni! Nessuno si è limitato semplicemente a dire “Non è lecito”.

  22. Gentile Anna Luisa non è la copertina del fumetto che devi smontare e interpretare fino allo sfinimento per risolvere il problema, perché la copertina del fumetto la vedi perché sta dentro la testa come una rappresentazione (quasi sempre passivamente. E’ una persuasione del razionalismo illuministico che nel suo sottofondo si autonega. Infatti nessuno riesce a immaginare un mondo della pubblicità e della immagine votata a mostrare solo l’amore,la gentilezza, l’affetto, il rispetto. Ma perchè il problema viene molto prima, nella mancanza di sintesi attiva tra immaginazione e ragione. Chiediti allora quando, dove e come si è instaurato la frattura. Vorremmo risposte e soluzioni semplici e immediate e invece sono molto mediate).
    Rifletti e indaga su dove, quando e come sì è instillata a forza questa passività.
    La Lipperini dice poi che ci sta provando, giusto o sbagliato che sia.
    Sono consapevole e non ho alcuna motivo di dubitare delle sue buone intenzioni, non ho critiche da farle al suo desiderio di ricerca del giusto e del bene. Dissento – se è lecito – civilmente da questo modo di ricercare la verità. E’ da tanti anni che da più parti si reiterano queste posizioni ma l’esito è sotto gli occhi di tutti. E’ come girare a vuoto. D’altra parte non condivido l’idea che giusto o sbagliato che sia è bene provarci.
    Ho imparato da Gregory Bateson che gli effetti retroattivi in un modello sistemico senza averne compreso i meccanismi non lascia indifferente il sistema. Quando non si sa è meglio aspettare. Ma aspettando si può sapere.

  23. Mi sembra che luminamenti sfrondi porte aperte con una tale malagrazia e arroganza che uno li per li dice! Uh ma cosa va dicendo? Invece è lo stile che attrae l’attenzione ma la sostanza non è stupida, solo che caro luminamenti tutti qui ne siamo perfettamente a conoscenza. Se ti fossi rivolto in altro modo te ne saresti accorto.
    Voglio dire, in un sistema culturale dove qualcuno si pone il problema di ridurre il tasso medio di efferratezze ognuno si industria come può qualora lo desideri, lavorando secondo le proprie vocazioni e competenze nel rispetto di una prospettiva complessa. Ora la riflessione sull’estetica di chi produce è importante quanto la riflessione sulle categorie psichiche di chi interpreta, altrettanto utile sarà lo sguardo di chi in una prospettiva storica e complessiva cercherà di acchiappare entrambe. Intelligenza vuole che in questi temi nessuna di queste chiavi di lettura prevalga sul’altra, nessuno – tradotto – pensa che si stupri solo per colpa dell’immagine prodotta o al contrario solo per il modo con cui da certuni viene letta. E tutte queste cose sono imparentate tra loro.
    Lipperini si occupa di un vettore qualcun altro si occuperà di un vettore opposto e qualche volta emergono contesti in cui – con più stile di quanto ne abbia tu auspicabilmente – ci si confronta.
    Detto questo, con tutto che io mi occupo per esempio spesso del vettore opposto, perchè ragiono con le cateorie della psicologia dinamica, e dunque del soggetto che interpreta in modi diversi un oggetto – non posso fare a meno di ricordarmi come la lettura psichica sia spesso suggerita da una cornice. Le cornice qui è un’icona dell’erotismo. L’icona erotica, il nome, il resto delle foto, le modelle splendide, le labbra socchiuse, i lucido sul seno tutte queste cose indirizzeranno ‘interpretazione. In alcuni faranno leva su dei tasti psichici già presenti, ma che hanno – proprio perchè la storia da la forma alla psiche – ora un nuovo grimaldello.
    Al che si può decidere di ragionare sui diversi momenti de’incontro tra soggetto testo e contesto.
    Dopo di che, senza dasse troppe arie, si può anche dire che chi ha progettato questo incontro è viva Dio un gran pezzo di merda.
    eh
    a parlà sofisticato nun reggo a lungo.

  24. Gentile Zauberei, ho letto quanto hai scritto. Non ho capito il “tutti qui ne siamo a conoscenza”. Di che? Poi, no, non è così importante né la riflessione sull’estetica di chi produce, né la riflessione sulle categorie psichiche di chi interpreta. Non sono così importanti non tanto perchè queste riflessioni come le chiami tu non siano capaci di dirci cose importanti, ma perchè neanche riescono a sfiorare il problema della dimensione originaria dell’immagine. Stavo parlando di Civiltà e di Polis, di un’altra cosa. Ma l’antropologia contemporanea queste cose già le sa. Claude Levi Strauss ha descritto bene. Solo che nella prassi è ignorato.
    Ma è una Civiltà storica intera che ha fatto violenza

  25. e aggiungo una cosa.
    Proprio perchè gli oggetti in un campo visivo determinano la forma che esso assume, insieme al modo di organizzarlo del’occhio. Ecco, per chiudere il circolo – se arriva una come la Lipperini a dire “girate questo oggetto – vuol dire anche questo” ella di fatto aggiunge qualcosa in quel campo, qualcosa con cui l’io dell’osservatore ha l’occasione di flirtare. Questo credo che non sia sufficiente ma è senz’altro necessario.

  26. Luminamenti, li per li mi sono detta ora mi spiego! Ora gli dico! A si Levi Strauss! Interessante! Ma poi mi sono resa conto delle sensazioni che lasciano i tuoi messaggi – tanti, irti di citazioni e con un atteggiamento sgradevole. La sensazione che non saresti disposto a ragionare, perchè sei venuto qui solo a ostentare. Se volevi regalare una prospettiva di senso la spiegavi più diffusamente, e certamente avresti trovato il modo di trovare delle convergenze con gli interlocutori. Ma non cerchi convergenze cerchi distanze, cerchi schismogenesi. Gare.
    che due palle. Numme va. Sono cose noiose per chi entra in un dibattito come per chi ne è l’amministratore.
    Un saluto alla Lipperissima.

  27. Senti lumi, poche ciance:), famose a capì. Tu sostieni che stigmatizzare certe immagini (o qualunque altra cosa) non serve a niente perchè tanto chi è portato al male se ne farà un baffo.
    Quel che conta è:
    “indagare sul come sia possibile che altre persone invece si esaltino a vederle.”
    Mi pare ci sia poco da indagare, ognuno di noi è un impasto di bene e di male, verrà fuori più l’uno o l’altro a seconda delle circostanze, dell’etica e dei freni morali di ciascuno.
    Mi metti me su un isola deserta con quella modella lì per qualche…giorno?settimana?mese? e poi, se non ci sta, non farei affidamento sul mio senso etico (o lei sul suo, chissà). Mi pare s’è già detto che siamo grossi animali.
    Ammesso questo (e quindi l’indagine è già finita), a me pare che sia augurabile evitare lo SDOGANAMENTO, di certe immagini e comportamenti. Sè è vero (e credo che sia vero) che vedere tremila finti omicidi l’anno in TV abbassa la soglia di repulsione dei bambini per gli atti di violenza, mostrare come normali, fino a finire nel glamour, immagini di stupro, non può che diminuire quell’empatia per le vittime presente più o meno nell’animo di tutti gli uomini, e che è augurabile si rafforzi, piuttosto che si anestetizzi. Mi pare.

  28. a me luminamenti piace.
    però viene da dirgli “embé?”
    poi penso che probabilmente non ho caipto niente di cosa vuol dire, perché sono troppo terra terra, e piuttosto che decodificare uyno stupro, preferisco destrutturare la faccia dello stupratore.
    ma io so’ fatto così. so un poveraccio greve e ‘gnorante. mica un decodificatore culturalmente evoluto.

  29. Alla parola schismogenesi ho fatto un tonfo 😀
    Beddamatri come parlate difficili ragazzi! (ma sono d’accordo)
    Luminamenti non ho capito che soluzione proponi. Perchè alla fine il succo è questo:
    Loredana e tante altre persone ti dicono che la comunicazione ha un valore e tu dici che non è importante come viene comunicata una cosa perchè dipende sempre da chi la interpreta.
    per dire: il tg1 dice tante cose. uno può ascoltarle con viva soddisfazione e io sicuramente terrò d’occhio un cappio per potermici impiccare alle seconda, massimo terza notizia plastificata che sarò costretta ad ascoltare.
    tu mi dirai: puoi cambiare canale. sono d’accordo. infatti penso che la censura sia un male. è indispensabile una alternativa culturale forte, presente, non assimilata a quello che c’e’ ed è brutto. se esistono i vuoti non possiamo certo prendercela con quello che c’e’ e fa schifo.
    ma la responsabilizzazione dei contesti culturali parte anche da quello che c’e’. così, anche giusto per farsi una idea di quello che invece dovrebbe esserci.
    e poi c’e’ la storia di chi ha strumenti e chi no.
    la tua capacità di interpretare più o meno criticamente le cose che vedi, senti e leggi è data dagli strumenti che hai, che ti sei dato, che ti hanno dato.
    e chi non ne ha?
    e non la buttiamo in banalità come sempre con la storia che la colpa è delle madri che dovrebbero stare attaccate ai pargoli in ogni momento della giornata per sorvegliarli e dirigerli mentre stanno su internet o leggono o guardano la tivvu’.
    ci sono tanti ragazzi, quattordicenni, quindicenni, sedicenni, che guardano una immagine così e non si capisce che ne pensano. chi ha supporto e strumenti culturali la prenderà in un modo ma chi non ce l’ha almeno deve poter fruire di critiche e interpretazioni varie e numerose che colmano quel buco profondo dove dovrebbero stare i programmi scolastici di educazione sessuale per esempio.
    in ogni caso tutte le cose che dici, come ha già detto zauberei, possono anche essere condivisibili ma il problema è: tu che soluzione proponi?
    lasciamo fare? lasciamo correre? non diciamo nulla? ci beiamo dell’essere anticonformisti, diamo degli ottusi a quelli che quantomeno si pongono il problema e restiamo felici di esistere così senza alcun senso di responsabilità collettiva?
    diccelo tu cosa dobbiamo fare.
    sono tutta orecchi. anzi tutta occhi…

  30. dimenticavo: proprio perchè la capacità di darsi strumenti critici per interpretare le cose non è innata io non vorrei che come sempre accade quando si discute di “arte” e cultura si arrivasse a ragionamenti snob e classisti per cui chi è scemo resta scemo perchè noi siamo “oltre”
    dell’oltre ce ne facciamo niente. e se la cultura e l’arte insistono nell’essere autoreferenziali (tanto noi capiamo… è il mondo che non capisce) e nel dare dell’ignorante, ottus@, etc etc, a chiunque solleva questioni di merito per niente banali, poi non stupiamoci della società imbarbarita, dello stupro sottocasa etc etc…
    questo forse non si era capito ecco…
    scusate il doppio messaggio
    baci a loredana :*

  31. “Ho imparato da Gregory Bateson che gli effetti retroattivi in un modello sistemico senza averne compreso i meccanismi non lascia indifferente il sistema”.
    Invece alle elementari l’ortografia non l’hai imparata visto che scrivi UN’ ALTRO. Ti passerei volentieri un po’ di schede di recupero altro che Bateson.

  32. @ luminamenti et altri
    Che la condanna morale o l’indignazione non ottengano per nulla l’effetto di spegnere la fonte di ciò per cui si indignano mi pare piuttosto assodato: non siamo nati ieri (sopra scrivevevo che la condanna morale è inerme, e questa a ben vedere è una sua caratteristica costitutiva che semmai si rivela).
    Che la fonte di ciò che suscita indignazione non sia la testa del singolo (del fotografo), anche. Certo, c’è tutta una storia dietro ecc ecc.
    Mi pare tuttavia che dire: “questa foto non è una foto di condanna, ma una foto in qualche modo, pur involontario, complice della sopraffazione che rappresenta, perché in essa il confine – eminentemente tecnico – tra il semplice suscitare certi sentimenti o desideri, e il farne specchio così che uno li veda dentro sé e ne abbia orrore – ciò dicesi: arte – è troppo mal tracciato, sbilanciato, inefficace, colluso (questa immagine “arriva” molto più di quanto farebbe un’analoga scattata nello stile di Amnesty, ma “arriva”, ahinoi, per i motivi sbagliati…)”; ecco mi pare che dare un simile giudizio non debba avere come scopo necessariamente l’eliminazione del male dal mondo, né del fotografo, né della sua foto. Quindi dolersi che non si raggiunga questi scopi in questo modo e andare a cercare allora nel passato qualche faglia originaria che abbia scatenato tutto quanto, non mi pare una soluzione congrua. Il passato ovviamente può fornire le prove di tutto e del suo contrario, e ogni passato ha la malaugurata caratteristica di avere a su volta un suo passato, così che il compito si rivela così interminabile che il suo effetto benefico eventuale può scorgersi solo nel fatto che rimanda talmente qualsivoglia azione, che non si corre il rischio di farne, di azioni, né per il bene né per il male. Pare che non sia necessario però conoscere la fisiologia della respirazione per respirare.
    Che tali immagini esistano non costituisce il vero problema, la cui soluzione sarebbe impedirle. I fatti di cui sono rappresentazione esisterebbero comunque. Semmai è bene che esse siano libere e diffuse “almeno quanto” il diritto di ognuno di dire la verità su di esse (perché il confine tra arte e propaganda è tracciato, visibile, e può essere semmai frainteso ma non interpretato) così che ognuno sia di fronte alle propria responsabilità. Nell’attesa di trovare una soluzione migliore, che risolva questo assieme ai restanti problemi dell’umanità occidentale, mi pare un decente protocollo di azione.

  33. ah, ma allora , come abbiamo fatto a non capirlo: “«La mia vera preoccupazione – racconta l’artista (Beard) – è la distruzione della natura a livello globale. Abbiamo dimenticato totalmente su cosa si basa l’evoluzione e quanto sia importante la diversità in natura. È il concetto alla base della sopravvivenza». Durante le fasi di realizzazione e produzione del Calendario sono stati adottati degli accorgimenti atti a contenere l’impatto ambientale”.
    “Beard ritiene che la chiave della salvezza del genere umano sia proprio la sua costante ricerca della verità e del bello. Le donne di Beard, generatrici di vita, sono l’inizio del tutto e la loro grazia continua a preservarsi. Si presentano come figure partorite dal grembo della Natura, eroiche, cariche di forza, segnate nei tratti e forti nei movimenti, statue, simbolo della creatività e della capacità della Natura di rigenerarsi. «Only beauty can save the world», è il messaggio degli scatti del nuovo Calendario Pirelli, richiamando il pensiero di Fedor Dostoevskij”.

  34. … mamma mia che discorsoni, mi ci sono perso. Io Luminamenti proprio non lo digerisco, meglio: non lo capisco. Però, suggerisco due paroline che sintetizzano bene la questione e tutto sommato definiscono la fotografia senza scomodare Bateson e critica del testo, del soggetto e dell’oggeto e chissà cos’altro: è una fotografia di “cattivo gusto”.
    Tutto qui. Non trovate?

  35. Ma come, ‘di cattivo gusto”, Marco. Non hai letto che il fotografo/artista ha tanto a cuore la bellezza?
    “Only beauty can save the world”!
    E allora che ci lamentiamo a fa’: le donne hanno come missione nella vita di salvare di tutto, adesso tocca loro di salvare il pianeta.
    In fondo è un lavoro di cura pure questo.

  36. Personalmente mi disturba mille volte di più questa foto della cover del fumetto (che tra parentesi trovo efficace come messaggio che vuole veicolare). Il fumetto già citato vuole raccontare un fatto di cronaca (ora non l’ho letto, ma dubito che ci sia un’apologia dello stupro), la cover vuole appunto esprimere in poche immagini il contenuto del fumetto e allo stesso tempo sollevare disgusto. Disgusto verso i tre, che dietro le maschere bonarie nascondono un atteggiamento macho, e sicuro di sé. Enormi, rossi come il sangue, neri e oscuri, torreggiano sulle due vittime piccole, fragili, indifese e innocenti (bianche). E’ questo quello che ho percepito personalmente. Non penso come ha detto qualcuno che sia peggio il fumetto che racconta una violenza perché si sta presentando con dei fatti. Questa foto E’ MOLTO PEGGIO. Perché se è contenuta in un calendario per gli uomini, sappiamo tutti che il calendario vuole “sollazzare” gli omini che lo comprano. E questa foto è inserita pure con lo scopo di sollazzare senza avvisarti che dietro c’è una storia di una ragazza che viene presa e violentata in gruppo. Ti godi solo questa immagine, ti viene detto implicitamente: Goditela, è arrapante.
    E altrettanto implicitamente ti invita a non pensare a tutti i possibili retroscena.

  37. Questo è l’ennesimo segnale della regressione culturale a cui stiamo assistendo tutti i giorni, disgustati, amareggiati, svuotati, impotenti.
    Non so se scrivere queste righe di sdegno servirà mai a qualcosa.
    Purtroppo questo mezzo non raggiungerà un numero di coscienze neanche vagamente paragonabile rispetto al numero di fruitori di questa immagine.
    Vergogna è la parola. La vergongna che sarebbe giusto ricadesse sull’istituto del clendario Pilrelli.
    La cosa peggiore che, comunque, non c’è rimedio, non c’è possibilità di riparare al danno, l’immagine è a disposizione e non può essere cancellata dall’esperienza di chi l’ha incontrata e di chi la incontrerà; non si può tornare indietro… non c’è speranza. Il danno creerà un numero di reazioni inevitabili da ipotizzare in un lungo elenco da voltastomaco.
    Come fare a dire basta, come tornare a un tempo di impegno, di buon senso, di contenuti per l’arricchimento dell’esperienza umana verso un’evoluzione? Retorica. Impossibile tentare una risposta.
    In un momento storico in cui ci si riempie tanto la bocca di “Etica”, “Sostenibilità”…”ritorno ai Valori”, “sobrietà”, eventi di questo tipo SEMBRANO risuonare fuori tempo, fuori contesto, fuori… moda?
    Anni di buio all’orizzonte, molto altro schifo arriverà nelle nostre vite.
    Aspettando che qualcosa di buono e molto contaminante accada.

  38. Ma e’ evidente che questa foto e’ tutta una finzione!! Questa e’ una modella di colore…tra l’altro anche piuttosto nota…che si e’ prestata per il servizio fotografico…Non c’e’ nulla di vero…tranquilli non si tratta di uno stupro vero…Certo hanno un po’ esagerato nell’inscenare uno stupro ma la colpa e’ anche di quelli che comprano il calendario. I fotografi fanno il loro lavoro e se ne inventano di ogni per soddisfare i gusti dei pervertiti…guardate solo le immagini porno che circolano su internet..

  39. tutto risale al mille novecetosettantatre ..in una notte fredda — lui-era appena tornato dalla caccia alla volpe….stanco affamato e infoiato……..
    lei , non voleva dare concedere a lui il suo diritto sacrosanto di……………
    e’ stato un’attimo e…………….se trovata alla pecor….. dalla foto non si nota , ma poi…..gia”’cosi’ son andate le cose …….il forografo e’ stato lo spione……era li’ nascosto nella penombra ..e sentiti dei piccoli rumorini .s’e’ deciso —-e’ entrato , e tutto compiaciuto se fatto 45 scatti…….

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