LA SPARTAN RACE DEL SALONE DEL LIBRO

Da domani a martedì, niente blog e molto, moltissimo, Salone del Libro. E’ inutile che vi dica cosa avverrà a Torino: se ne sta parlando un po’ ovunque, giustamente. Giustamente perché è fitto di intrecci, avvenimenti, idee, e non solo di presentazioni di libri. Giustamente perché è stato realizzato risalendo la corrente, scavalcando ostacoli neanche si fosse concorrenti di Spartan Race. Giustamente perché è nato da una passione comune: progettare insieme partendo dai libri, e soprattutto da tutto ciò che porta a leggere e scrivere un libro.
Per il Salone, anche quest’anno, mi sono occupata di due filoni: Solo noi stesse, insieme a Valeria Parrella, per riflettere su cosa avviene nei femminismi, e Mondi immaginari, per portare nella discussione letteraria la narrativa fantastica, oltre alla curatela dell’antologia Parole Ostili e, certo, alle dirette Fahrenheit. Se volete sapere dove trovarmi (vi saluterò da lontano, temo, visto il caos, ma vi vedrò con gioia), ecco il calendario.
Detto questo, sono felice e onorata di aver preso parte a questo percorso insieme a Nicola La Gioia, a Maria Giulia Brizio, Andrea Gregorio, Marco Pautasso che si sono fatti in venti,  a Sebastiano Iannizzotto  e Valentina Rivetti che inventano mondi sui social, ai miei compadres consulenti Paola Caridi, Ilide Carmignani, Mattia Carratello, Giuseppe Culicchia,Valeria Parrella, Fabio Geda, Alessandro Grazioli, Giorgio Gianotto,  Giordano Meacci, Eros Miari, Francesco Pacifico, Christian Raimo, Lucia Sorbera, Rebecca Servadio, Annamaria Testa (e Alessandro Leogrande, caro, caro, caro). E’ stato un piacere e un onore. E merita perfino una poesia di Emily Dickinson.
La Natura assegna il Sole –
Questa – è Astronomia –
La Natura non può decretare un Amico –
Questa – è Astrologia.

Un pensiero su “LA SPARTAN RACE DEL SALONE DEL LIBRO

  1. cara loredana, da torinese espatriata non posso che sospirare da lontano per l’ennesimo salone mancato. il bellissimo manifesto dell’anno scorso, con la donna in equilibrio sul libro poggiato a scavalcare il filo spinato che guarda l’orizzonte, illumina la cucina.
    nonostante tutte le critiche che questo evento si attira (prima fra tutte l’accusa che si finisca per parlare tra adepti e già convertiti, nella rassicurante illusione che si stia invece promuovendo la cultura), ogni anno, finché ero a torino, facevo il conto alla rovescia dei giorni che mi separavano dall’immersione in quello spazio-tempo ribollente di idee e passione. viva torino, viva il salone.
    buon lavoro!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto