Due strade, che fin qui corrono parallele senza incontrarsi.
Da una parte, c’è la strada del turismo purché sia, quella perseguita dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno (sì, quello che minaccia querele verso chiunque critichi il Deltaplano). Qui trovate il resoconto di quanto avvenuto una settimana fa, durante la seduta del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, durante la quale Alemanno ha posto con forza l’attenzione ai parcheggi:
“L’ Ente Parco ha il dovere di svolgere un ruolo e un’azione decisamente più incisiva per far sì che venga rilanciata l’offerta turistica, in particolare legata al territorio e all’ambiente nel quale i turisti devono trovare motivi di richiamo, considerato che gli eventi sismici hanno comportato la perdita di gran parte del nostro patrimonio storico e artistico. Il Parco – continua – dovrà darà un determinante contributo alla ricostruzione, sia sul fronte dei singoli progetti che della pianificazione generale. Il consiglio Comunale di Norcia – prosegue Alemanno – ha chiesto a più riprese lumi sullo stato di attuazione delle procedure per l’approvazione del Piano del Parco, esprimendo preoccupazione per uno strumento ritenuto ormai ampiamente superato”.
Poi c’è l’altra strada, quella di cui non si parla, ma esiste e viene percorsa. E’ quella dei Cantieri mobili di Storia, che già si muove. Così:
“C’è un duplice rischio nelle nostre terre colpite dal sisma del 2016: le persone che abbandonano, ma anche le persone che vengono abbandonate; colmate di attenzione mediatica nei primi mesi, ricordate nei rituali degli anniversari, oggi esse rischiano di essere relegate nella zona grigia di un lungo, burocratico e poco trasparente processo di ricostruzione.
L’Istituto Storico “Morbiducci” di Macerata e il Centro Studi Acli Marche vogliono offrire il loro contributo per la rinascita delle comunità appenniniche: lavorare insieme perché non perdano l’identità e la propria storia; perché insieme alle case, strade e paesi, si ricostruisca quel mondo complesso e immateriale fatto di relazioni, identità, senso di appartenenza, di memorie collettive e condivise. Per questo il progetto “Cantieri mobili di Storia” è rivolto ai paesi più colpiti dal terremoto e, in particolare, alle “popolazioni delle casette” che negli ultimi mesi vi hanno fatto ritorno; nel giro di un mese l’iniziativa attraverserà vari centri: da Caldarola a Visso e Pieve Torina, da Camerino a Fiastra. In ognuno di essi verranno attivati incontri di storia locale in collaborazione con storici ed esperti dell’ambiente, dell’economia e della cultura che dialogheranno con le comunità su aspetti del passato legati a quella determinata zona: la lavorazione delle pelli e la pastorizia, gli antichi mestieri della dorsale appenninica e il recupero delle memorie scolastiche.
Duplice è lo scopo degli incontri: da una parte creare ambienti partecipativi e interattivi, avviando – se possibile- una raccolta di memorie, foto e materiale di archivi; dall’altra avviare un confronto sul presente e sul futuro dell’entroterra appenninico, su nuove esperienze di imprenditoria e di sviluppo sostenibile, ancorate alle antiche radici e alle vocazioni territoriali.
Si tratta di un’iniziativa che ha richiesto mesi di preparazione e di contatti con le istituzioni dei centri coinvolti e con le associazioni e le aggregazioni che in questi mesi si sono costituite.
Accanto al patrocinio dell’Istituto Cervi (che sta ponendo molta attenzione al nostro entroterra appenninico), il progetto si avvale della collaborazione della “Rete di storici per i paesaggi della produzione”, e di “Aristoria”, un’associazione che ha sede a Matelica, formata da giovani storici e universitari, tutti delle zone colpite dal sisma, tra il maceratese ed il teramano.
Cinque appuntamenti, cinque domeniche per discutere del passato e leggere il presente; per discutere sulla ricostruzione e far conoscere paesaggi di straordinaria varietà e storicità.
Il primo appuntamento è per domenica 6 maggio alle ore 16 a Caldarola, presso la Sala Tonelli, dove si confronteranno il passato e il presente delle concerie e della lavorazione delle pelli, grazie alla presenza del prof. Pirani dell’Università di Macerata e di alcuni lavoratori della ex Conceria del Chienti; domenica 13 maggio alle ore 16.00 saremo nella Scuola di Visso a parlare di “Risorse naturali e pastorizia nella lunga storia del Vissano” con la presenza di Olimpia Gobbi, insegnante e storica, insieme a Michela Paris e Marco Scolastici, due allevatori della zona e con il fotografo Mauro Pennacchietti che presenterà il suo reportage dal titolo “I custodi del territorio”; domenica 20 maggio alle 16 a Pieve Torina, presso il nuovo edificio scolastico, si discuterà dei mestieri della dorsale appenninica tra Sette e Ottocento ma anche delle prospettive future dell’economia appenninica; saranno presenti lo storico Augusto Ciuffetti dell’Università Politecnica delle Marche, l’imprenditrice Orietta Maria Varnelli e Angelica Bravi della CGIL di Macerata.
Domenica 27 maggio presso la Geostruttura (City Park) di Camerino analizzeremo le parole del “Dizionario sociale del terremoto” curato da Marco Giovagnoli dell’Università di Camerino. Concluderemo domenica 10 giugno alle ore 16 a Fiastra presso l’Auditorium San Paolo parlando del recupero e della valorizzazione delle memorie scolastiche con Anna Ascenzi e Lucia Paciaroni dell’Università di Macerata, insieme ai dirigenti scolastici Maurizio Cavallaro, Fabiola Scagnetti e Agata Turchetti.
Cinque appuntamenti per sperimentare nuove forme di narrazioni e biografie di comunità, per far tesoro di quello che emergerà nel corso degli incontri e ritornare eventualmente in autunno con nuove collaborazioni e nuove idee”.
Due strade che al momento non si incontrano. La memoria, la ripartenza culturale che traina quella economica. E quella economica, su modelli che forse non sono così produttivi. Due strade. Scegliete.