Elena mi segnala prontamente un post di Alessia Bruni su Donne e Scienza. Tema: il test INValSI per le classi V delle elementari. L’inizio del test è questo:
“Presso i mammiferi (società umane comprese) le comunità organizzate hanno quasi sempre una struttura patriarcale: a capo del branco o della tribù vi è un vecchio maschio, robusto ed esperto, al quale i sudditi, almeno per un certo tempo, accordano fiducia e rispetto. Le femmine, che pur godono di molte libertà e sono per lo più estranee alle lotte per il potere in cui indulgono i maschi, hanno in genere posizione più subordinata, o sono del tutto fuori da una gerarchia”.
Prosegue Alessia Bruni:
“Dopo la lettura del testo, si richiede ai bambini e alle bambine di rispondere a domande di comprensione. Il testo è presentato come scientifico e quindi le risposte assumono una validità universale. Per rispondere correttamente, le bambine e i bambini devono affermare che, tra i mammiferi, società umane comprese:
1)Le femmine hanno una posizione inferiore
2)Il capo del gruppo è un maschio
3)I maschi lottano per il potere
Un esame è un momento educativo particolare per i bambini, accompagnato da emozioni e una tensione forte a non sbagliare. L’educazione alla discriminazione sessista in un esame ministeriale è quindi gravissima. E’ stata pagata con i soldi pubblici. Ha fatto degli/delle insegnanti, obbligati a somministrare un esame scritto da terzi senza la loro partecipazione, dei complici. Ha fatto della scienza, nata per affermare la realtà contro il pregiudizio, nata dalla ribellione al principio di autorità, uno strumento per incitare al pregiudizio e per affermare la superiorità.
Nei giorni scorsi i giornali italiani hanno riportato la notizia di una scuola di New York, finita sotto i riflettori della stampa, del sindaco e del FBI per un compito di matematica a connotati razzisti, con conteggi di schiavi rivoltosi morti e frustati.
Invano troverete sulla stampa italiana la minima eco di indignazione al testo sessista dell’INValSI. E forse, leggendo i testi e i quesiti li troverete tanto familiari da non vederne più gli stereotipi, la pochezza, la visione da bambini deficienti e pedissequi, in cui la fantasia, la creatività, il giudizio critico sono azzerati. Da non vedere più la violenza di concetti per cui le femmine hanno una posizione sociale inferiore, per natura”.
Perfettamente d’accordo. Del resto, le posizioni delle donne trovano sempre meno attenzione in questi giorni convulsi, come se la questione fosse robetta da poco, da affrontare con calma, quando altri (i) avranno messo le cose a posto. O lo avrà fatto il vecchio capo tribù di cui parla il test. Prevedibile, ma amarissimo.
Ps. In coda, segnalo alcune delle recensioni e interviste e citazioni apparse in questi giorni su “L’ho uccisa perché l’amavo”. Prossimo appuntamento: Torino, Salone del libro, 18 maggio.
La Nuova Sardegna: intervista a Michela Murgia
Agenzia radicale: intervista a Loredana Lipperini
La Repubblica: Natalia Aspesi sul femminicidio
Softrevolutionzine: recensione
Società delle letterate: recensione
ah… il mondo è andato ai matti, noi allo zoo ce lo diciamo da un po’.
Tra l’altro, faccio notare, che il questionario non certifica alcuna comprensione del testo.
Essendo cattivi, ci si potrebbe chiedere se chi ha creato questo test possieda una neocorteccia. Ovvero: magari chi crede che i comportamenti degli individui nelle società umane (ma anche dei primati) debbano necessariamente essere stereotipati quanto quelli di altri mammiferi, magari si è perso per strada la parte di cervello sviluppatasi piu’ di recente, in ogni senso.
Scherzi (piu’ o meno) a parte, questo test INValSI pare scritto per balilla e giovani italiane 80 anni fa. Questo tipo di castronerie è gravissimo e pone almeno due questioni di primaria importanza. La prima riguarda quella del sessismo e del razzismo nei testi scolastici e scientifici in generale – è un tema molto interessante e discusso anche all’interno della comunità scientifica stessa. Io purtroppo non ho le competenze per discuterne in modo approfondito ma rimando ad alcuni testi di Stephen Jay Gould come ‘Intelligenza e pregiudizio’ (quasi introvabile in italiano, ahimé) o anche il piu’ famoso ‘Il pollice del panda’. Ci sono sicuramente moltissimi altri documenti in merito che io, non essendo un’esperta, non conosco, ma mi piacerebbe se potessimo raccogliere altri titoli insieme e discuterne.
La seconda questione, che alla prima è strettamente collegata, riguarda le metodologie con le quali l’insegnamento delle materie scientifiche e i relativi test sono svolti nelle scuole. Perché l’informazione veicolata attraverso il questionario qui sopra non solo è sessista, ma è – prima ancora di essere sessista – sciocca, generica e inesatta. Se il tenore dei testi scientifici inseriti nel curriculum delle scuole primarie è questo, il risultato sarà di disinteressare i bambini alla scienza sempre piu’ nella migliore delle ipotesi. Qui occorrerebbe un discorso epistemologico serio in merito (e forse l’inserimento dell’ora di ‘storia della scienza’…).
Io mi domando per quale motivo siano andati a pescare brani da libri pubblicati rispettivamente nel 1984 e nel 1985, come riportato all’interno del test Invalsi. Non ne avevano altri – più recenti – a disposizione?
L’articolo di Natalia Aspesi è in accordo sui discorsi fatti sul sessismo da anni a questa parte e sul post odierno? Quando scrive “ne hanno ammazzata un’altra” a chi si riferisce, agli uomini tutti in quanto genere, ai femminicidi in quanto categoria criminale?
Forse andrebbe chiarito che sebbene oggi la situazione è tale da dover parlare di femminicidio, magari nel frattempo andrebbe spiegato che la dinamica che intercorre in questo tipo di delitto supera il genere d’appartenenza.
senza scomodare uno dai più grandi misogini della storia,Aristotele,basta pensare che a un buon 40 % degli attuali parlamentari stati riscontrati principi di deliquio quando qualcuno ha parlato della possibilità,fuori dalle boutade,di eleggere una donna al quirinale o addirittura come premier.Se andiamo a guardare il pelo nell’uovo scopriamo che non esistono cariche vacanti di demiurgo
http://www.youtube.com/watch?v=MiWX369DvS0
Altre cose saltano agli occhi leggendo tutto il test Invalsi. Altre frasi di esercizi successivi che dovrebbero servire alla comprensione del testo:
RUOLI FEMMINILI:
pag. 18 “La donna asciugò le sue lacrime con un fazzoletto candido”
pag. 19: “Tutte le mattine la mamma mi sveglia prestissimo, non più tardi delle sette. Mi lava e mi veste, facciamo colazione e poi usciamo di corsa
insieme”
pag. 20: “A Chiara piaceva chiacchierare con le amiche”
RUOLI MASCHILI:
pag. 18: Il cacciatore uccise il cinghiale con un colpo preciso
pag. 18: I pescatori catturavano i pesci con una rete logora
pag. 18: I poliziotti inseguivano il ladro con la pistola in pugno
pag. 19: Un giorno Marco decise di dipingere le pareti della sua cameretta
pag. 20: Il nonno intagliava giocattoli con un coltellino
pag. 20: Giorgio incontrò un amico con un giubbotto rosso
pag. 20: Marco andò a scuola con il motorino
pag. 20: L’uomo spaccava la legna con un’accetta
Ovvero come al solito: le femmine piangono, accudiscono, chiacchierano… e i maschi fanno tutto il resto!
Mi trovo abbastanza d’accordo con @___@ riguardo alle sue osservazioni sull’articolo di Natalia Aspesi.
Mi permetto tuttavia di segnalare che in “L’ho uccisa perché l’amavo – FALSO!” è ben approfondito il tema del ‘femminicidio’ come delitto strettamente legato alle dinamiche sociali nei rapporti di possesso (erroneamente definiti come ‘sentimentali’) e alla patologia sociale connessa ad queste dinamiche.
ehehe, ma il libro l’ho già letto. ho pure fatto il rompino con il Boss.
Geniale questo post, ora, Loredana. Nella nostra scuola (Iqbal Masih: ferraironi balzani pisacane) li stiamo boicottando a tutto spiano, quella del tuo post è altra ottima carne da mettere al fuoco per la mission!
Ale
oltretutto se pensiamo ai leoni, o meglio alle leonesse, le affermazioni del test sono cialtronerie altro che scientifiche
Presentare congetture e giudizi di valore spacciandoli per verità scientificamente dimostrate è una strategia (spesso inconsapevole) molto insidiosa per i danni che può fare in una società che, bene o male, ha fatto della scienza il suo principale strumento di accesso al mondo. Questo quesito INVALSI di scientifico ha ben poco, a cominciare dal linguaggio. Quanto ai contenuti, poi, che anche le comunità umane possano essere ricomprese in questo modello sociale è quantomeno discutibile; l’uso nelle risposte proposte di aggettivi come “inferiore” denota la trasposizione al mondo animale di categorie umane, quando non sappiamo in realtà come gli animali vivano la propria posizione nel branco. Quello che resta, però, è la cristallizzazione di un’affermazione che si pone come indiscutibilmente vera, in quanto scientifica. Perché il grande pubblico, quando non insorge istericamente contro la scienza in quanto colpevole di tradimento dello stato di natura, è di solito disarmato nei confronti delle affermazioni ammantate del crisma di scientificità; pochi hanno interiorizzato il fatto che la scienza non propone verità ma solo descrizioni, affermazioni suscettibili di essere falsificate e proprio per questo scientifiche, laddove ciò di cui non si può dimostrare la falsità appartiene invece al metafisico, è ciò di cui secondo Wittgenstein non dovremmo parlare. A maggior ragione questo vale per i bambini, che di certo Popper e Wittgenstein non li conoscono. Proporre una cosa del genere per un esame, che è una di quelle occasioni di cui si serba ricordo per tutta la vita, sarebbe criminale. Sarebbe, se non sorgesse il sospetto che in realtà di pura ignoranza trattasi, e che il test sia stato predisposto da somari. Misogini, e anche somari. Soprattutto somari.
Se l’inizio del test è quello riportato in apertura del post, il prosieguo è per certi versi ancora più agghiacciante: il brano in questione si intitola “La casa di cera” e vorrebbe mettere a confronto società di mammiferi e società di insetti. Con questo tono:
“Non appena curiosiamo nel mondo degli insetti, invece, ci imbattiamo in
società rigorosamente matriarcali: i maschi, presso le api o le formiche, non è
che contino poco: non ci sono affatto, in seno alla comunità, se non nel breve tempo della stagione degli amori. Per il resto dell’anno se la vedranno fra loro le femmine della specie, alate o no; con il volo nuziale, la breve esistenza dei maschi è già finita.La società delle api, dunque, è una società di sole femmine, ma non per questo è una comunità tra eguali. V’è la regina, sovrana incondizionata di tutta la comunità, e vi sono le operaie, a cui spettano tutte le incombenze, tranne quella di riprodursi. E non c’è speranza, per una operaia, di trasformarsi mai in regina. Il giorno che è uscita, con le sue quattro ali ancora umide, dalla celletta dove un’altra operaia l’aveva rinchiusa, così che trascorresse tranquilla il momento della metamorfosi, essa era già operaia, femmina sterile destinata alle pulizie nel nido, ai lavori di carpenteria, alla raccolta del polline sui fiori. Il suo destino, certo, non se l’è scelto da sola, ma se l’è trovato segnato nel giorno in cui la regina madre ha deposto nella celletta piccola dell’alveare l’uovo da cui la nostra futura operaia sarebbe un giorno nata”.
Come dire “e meno male che le società dei mammiferi sono guidate da uomini, altrimenti visto che brutta fine si farebbe?”
L’inizio del test Invalsi è talmente vero che le recenti vicende politiche presidenziali lo hanno dimostrato ampiamente…
La verità vi fa male… però resta la verità ossia una tesi legata alla realtà!
Le femmine per farsi valere in una società d’elettrici (meglio a maggioranza femminile) hanno bisogno di quote rosa, perchè le femmine stesse riconoscono ai maschi il ruolo di conduzione sociale, particolarmente per i conflitti e le contese tra varie componenti e tra varie società…
Comunque raccontatevela come più vi piace… la Storia e le storie… siete libere …
Yawn.
Augh. Ha detto tutto Lui.
Quoto lo *Yawn*
Booooooring.
Ci sarebbero da fare le matte risate se il questionario l’avesse concepito qualche etilista cronico del bar sotto il Ministero della Pubblica Istruzione, ma purtroppo non è così. Che dire? I danni cerebrali sono avanzati, comunque, grazie Barbara F. E’ criminale che un tale assemblaggio di ignoranza asinina provenga da un organo dello Stato italiano, incredibile che provenga dal Ministero della Pubblica Istruzione o come si chiama quest’anno. E mi scusino gli asini, mammiferi.
E infatti, citando Barbara F. “questo test INValSI pare scritto per balilla e giovani italiane 80 anni fa.” Ed è questa circostanza che è agghiacciante, Vogliamo credere che sia solo stupidità e ignoranza? Non so, penso invece che sia un salto consapevole dall’imbonimento mediatico alla propaganda Minculpop in versione attuale.
E infatti il post di Paola m. pare scritto per balilla e giovani italiane 80 anni fa, per suffragette con paraocchi. Ed è questa circostanza che è agghiacciante, Vogliamo credere che sia solo stupidità e ignoranza? Non so, penso invece che sia un salto consapevole dall’imbonimento mediatico alla propaganda di Lobbies in versione attuale.
Una cultura che non guarda la realtà e gli accadimenti quotidiani, ma si crea una propria superiorità mentale, ideale, di discernimento del bene, del bello e del buono trascurando che quotidianamente si ricarica con il cibo che trova disponibile e lo metabolizza come tutti gli altri mammiferi, rilasciandolo poi come un qualcosa di sporco che non l’ha mai riguardata…
E’ un fatto che le femmine umane in genere non amano esporsi ai conflitti, al pericolo delle offese e delle ferite e che a questi pericoli lasciano che si espongano i maschi… Poi si lasciano prendere dall’invidia e ci dicono che sui troni pacifici e non contesi starebbero comode anche loro …
Da quest’anno le femmine militari degli USA potranno avere la gioia di esporsi al fronte in prima linea, alla pari dei maschi. Esultate gente….
E’ il 25 aprile a ricordo di fatti ed eventi storici…
Intanto oggi in Siria si muore…
Osservate pure come zoologi od etologi la realtà degli animali umani… ma non dite che è tutto uguale per i maschi e per le femmine…
Forse è uguale nel senso che si vive comunque infelici e scontenti dei compagni maschi e delle compagne femmine che ciscuno si è scelto.
Ma come comunità abbiamo ruoli distinti, facciamo scelte ed operiamo diversamente… per questo la prole viene affidata alla “mamma” mentre azioni difensive ed offensive di carattere indomito, selvaggio, crudele chi le svolgeva???
Non sarà lodevole… ma le femmine ai combattenti non sono mancate…
Siamo sempre stati assieme nelle nuvole e nella merd .
Qualche giorno fa ho chiesto a un caro amico statistico di scrivere un manualetto di statistica for dummies. Credo, visti gli sfondoni che leggo qua e là, che ce ne sia bisogno. Provvidenza vuole che abbia anche un amico etologo. Rivolgerò a lui la stessa richiesta. Saluti cari.
Secondo me Lui è Cersei Lannister 😀
“” Per rispondere correttamente, le bambine e i bambini devono affermare che, tra i mammiferi, società umane comprese:
1)Le femmine hanno una posizione inferiore
2)Il capo del gruppo è un maschio
3)I maschi lottano per il potere” ”
Non sarebbe male conoscere quanto di tale concetto sia estratto dalle norme Invalsi e quanto sia frutto d’illazione della stessa Alessia Bruni…
La posizione inferiore o superiore è relativa ai vari ruoli relazionali ciascuno a con propria distinta graduatoria.
Se si tratta di posizioni in entità supreme del tipo istituzioni statali… è una cosa; se si tratta invece di posizione nello sviluppo della personalità delle nuove generazioni la graduatoria è ben diversa…
Certamente chi ha sintetizzato in modo confuso il primo punto soffre probabilmente di un complesso d’inferiorità…. una certa invidia della posizione…
Egregio Lei/Lui, mi considero onorata di essere paragonata alle suffragette, cui devo la mia esistenza civile e politica. Non fornisco bibliografie etologiche, non avendone competenza, né bibliografie paleoantropologiche, che so già non verrebbero messe a frutto dall’interlocutore. Il quale, come ho fatto io, ha scritto un commento ad un post, e non già un post, che invece è stato scritto e pubblicato da Lipperini. Buona l’idea del manualetto etologico.
Onoratissima Paola/Paolo, mi considero onorato di averla catalogata correttamente fra le suffragette con paraocchi in cui lei stessa si riconosce, e probabilmente ed inconfessabilmente si riconosce anche tra le educatrici fasciste dei Balilla che lei stessa trasse dalla sua stessa memoria (legga pure cosa scrisse…
Le ricordo che la sua esistenza la deve anche a suo padre, suo nonno, suo bisnonno e via dicendo a ritroso… Non sapeva di aver tanti debitori, tanti quanto io stesso ne ho in ambito femminile.
Solamente un’inezia ci divide. Io ritengo che questi legami e queste “giunture”, siano stati, siano e saranno ancora prevalentemente positivi, desiderati dalla coppia degna d’amore… Mentre lei stessa si ritiene indegna d’amore ed a ritroso i sui genitori e i suoi avi…
Lei avrà avuto le sue esperienze… le sue seduzioni, le sue delusioni ed avrà avuto anche le sue ragioni a definire negativamente il mondo così perchè il “suo” mondo è così!
Ma le assicuro il mondo degli altri (rispetto al suo) non è poi così sbagliato. E’ vero si usa scrivere nero su fondo bianco, si citano ed evidenziano cose brutte proprio perchè c’è un più esteso fondo bello e colmo di speranze…
L’idea del manualetto etologico può essere buona… spero però che non serva a sfuggire ai propri sentimenti, alla propria animalità, alla propria anima, alle proprie azioni, ai propri sentimenti insorgivi. Non vorrei divenisse un manualetto per masturbazioni mentali, per non spendersi, per non discernere, per non-vivere.
Pare che già lo stesso Darwin aveva previsto, sapendo, più o meno, come funziona la maggior parte dei cervellini, che ci sarebbe stato un Darwinismo sociale e volle specificare che la sua teoria riguardava la biologia e non c’entrava niente con l’ordinamento giuridico o politico. All’epoca, il suo metro era il riduzionismo, il criterio, elaborato agli inizi del XIX secolo, che più di tutti ha contribuito al progresso del pensiero scientifico, e che non significa che non si possano mettere le cose in relazione ma che ogni cosa ha la sua specificità e non si può generalizzare… considerare un’idea valida in tutti gli ambiti.
Tra l’altro, la trattazione somministrata nelle prove INVALSI è rozza e approssimativa anche dal punto di vista della divulgazione scientifica. Infatti, non tutti i mammiferi hanno gi stessi comportamenti: alcune speci, secondo gli etologi, sono più “sociali”, altre più “individualiste”. Nei gatti, per esempio, i maschi lottano per accoppiarsi, ma chi ha la peggio non riconosce per questo un superiore in chi lo ha battuto, non accetta una posizione gerarchica, forse avrà paura di lui, ma alla prima occasione cercherà ancora di accoppiarsi, magari con la stessa gatta.
L’uomo, purtroppo o per fortuna, pare che sia un animale sociale e il suo comportamento appare più simile a quello dei cani e degli ungulati (dei quali fanno parte, non a caso, le pecore); ma la psicologia cognitiva, qiella più scientifica e meno filosofica, da anni, non si stanca di dirci che il comportamento umano può essere prevedibile solo in parte (in una certa misura, quello di tutti i viventi).
Le regole del nostro vivere insieme non sono decise né da Dio, né dalla natura, ma da noi. Dipendono da quello che riteniamo più giusto e ne portiamo la responsabilità (comodo darla alla natura: “siamo fatti così…”). Chiunque afferma il contrario, come l’autore del brano riportato, cerca solo la giustificazione, da parte di un’autorità superiore, di quello che è semplicemente il suo pensiero.
In ogni caso… è possibile, a bambini di 10/11 anni aver già fatto capire che l’uomo, a differenza degli altri mammiferi, può esercitare una volontà motivata da calcoli complessi e considerazioni comprensive di un vasto insieme d’informazioni? Forse ad una piccola parte di essi, e, comunque voglio vedere quant* insegnanti di scienze si preoccupano di elaborare per * bambin* una prospettiva epistemologica, anche per far sì che ogni materia curricolare contribuisca a un progetto educativo globale.
In conclusione, allo stato attuale, somministrare un testo del genere è stato un grave errore educativo.
Ps
Ho visto ora che si tratta di una prova di 3 anni fa. Possibile che finora nessuno abbia detto niente?
🙂 https://it.wikipedia.org/wiki/Mammalia
La realtà a volte è brutale e coi bambini bisogna stare attenti, ma almeno ai commentatori di lipperatura vale forse la pena di far notare che, almeno per quanto riguarda le comunità umane, i convincimenti dell’estensore del test Invalsi coincidono alla perfezione con le opinioni “femministe” anche qui sul blog espresse più di una volta. Se insomma si denuncia come nella nostra società occidentale( nel 2013, le donne siano discriminate in ogni settore e costrette a subire il potere maschile, siamo allora d’accordo con l’invalsi di quanto la nostra società umana sia ancora patriarcale. Che poi il fatto piaccia o meno, è un altro discorso, ma è una realtà non una menzogna. Come è un evidenza anche il comportamento patriarcale negli altri mammiferi evoluti.
Resta lo scandalo o almeno il pericolo, quello si, dell equiparazione uomo- animale fatta con troppa leggerezza a dei bambini di quinta. d’altronde c’è ancora un sacco di persone che crede e ( e insegna ai bambini!) la storiella dell’uomo che discende dalla scimmia
Ciao,k
La storiella dell’uomo che discende dalla scimmia è si’ davvero imbarazzante! Che nel 2013, fra persone mediamente colte, non si parli ancora di antenati comuni fra uomo e primati pare quasi una strumentalizzazione creazionista…
Poi un conto è osservare che in alcune società umane, forme di patriarcato prosperano per ragioni in gran parte culturali, un’altra è sostenere che il patriarcato vige in TUTTE lo società umane e animali perché lo dice la Natura/Dio/i Geni/il Flying Spaghetti Monster. Mi sembrano due posizioni un pochino diverse.
Ah il commento sopra era mio (involontariamente anonimo)
http://www.invalsi.it/snv0910/documenti/Italiano_SNV0910_classe_V_primaria.pdf
Il testo Invalsi è semplicemente uno strumento per valutare la capacità d’indagine dell’alunno. Ed è pienamente lecito far riflettere sull’organizzazione umana e sociale, sui ruoli, sulle componenti sui valori/disvalori che ciascuno può riscontrarvi.
E’ semplicemente Alessia Bruni ossessionata a riscontrare nel testo un antifemminismo ed una gerarchia assoluta a cui nessun essere umano può ritenersi estraneo. E’ lei che forma la trilogia gerarchica ponendola nelle intenzioni dei redattori/redattrici Invalsi. E’ lei che svolge un’operazione di mistificazione attraverso l’emersione di colpe altrui e l’auto-elevarsi a giudice supremo a cui nulla sfugge.
C’è di peggio nel mondo che non la somministrazione d’un testo Invalsi. Possono metterti in prigione i genitori, puoi essere coinvolto in faide familiari fatte di accuse ingiuste circa eredità rubate, di credibilità negate; oppure trovarti umane incapacità educative genitoriali…
Un test è un test aiuta a scrutare chi vi si sottopone, ma come ogni cosa può essere anche un po’ manipolato e pregiudizialmente mal sopportato da chi mai vi si sottoporrebbe.
Perché Alessia Bruni vede nel test “la posizione inferiore per le femmine”? A quale posizione fa riferimento? Sembrerebbe alla posizione politica istituzionale (capo dello Stato, del Governo, alti magistrati, ministri, dirigenza nella PA). Dica Alessia Bruni ove le è stato inibita la partecipazione ai concorsi pubblici, quale sia il corso della sua vita politica che avrebbe meritato a suo avviso un meritorio riconoscimento.
In Italia son milioni le persone insoddisfatte dei riconoscimenti pubblici che giungono ad altri… Lei non è una mosca bianca… è la pretesa di appartenere alla categoria delle martiri e delle sante che tutto danno e nulla ricevono, per colpa di quel misterioso e diabolico comportamento di altri che nulla danno e tutto ricevono… suggestionando che questa categoria sia dei maschi.
La verità è un’altra che se si partecipa alla lotta si viene riconosciuti lottatori e viene stilata la graduatoria. La gerarchia dei lottatori partecipanti. Altrimenti si resta esclusi non per colpa altrui, ma per autoesclusione…
Con il suffragio universale (si fa per dire, partecipazione al voto delle donne) si è perduta la pretesa “nucleare” del rappresentante a votare. Chi votava rappresentava nell’espressione del voto anche le esigenze del nucleo familiare. Ora le espressioni di voto sono più individuali.
Mi chiedo perché delegittimare l’espressione di voto della maggioranza femminile della popolazione qualora questa si esprima in termini di prevalente mascolinità delle scelte? Le femministe ritengono le donne incapaci di auto-tutela e le loro scelte devono essere avallate e corrette dalle suffragette onniscienti ed onnipotenti?
E’ la Bruni che “Ha fatto della scienza, nata per affermare la realtà contro il pregiudizio, nata dalla ribellione al principio di autorità, uno strumento per incitare al pregiudizio e per affermare la superiorità.”!
Durante il nazismo, in Germania per valutare le capacità dell’alunno venivano proposti quesiti come questo.
Problema: “Il mantenimento di un ammalato mentale costa circa 4 marchi al giorno, quello di uno storpio 5,5 marchi, quello di un criminale 3,50. Molti dipendenti statali ricevono solo 4 marchi al giorno, gli impiegati appena 3.5, i lavoratori manuali nemmeno 2 marchi al giorno. Illustrate queste cifre con un diagramma. Secondo stime prudenti sono 300mila i malati mentali, epilettici, ecc. di cui si prende cura lo Stato. Quanto costano in tutto queste persone a 4 marchi a testa? Quanti prestiti matrimoniali a 1000 marchi l’uno potrebbero venir concessi sfruttando questo denaro?
P.S. Egregio signor Lui, non stia a risolvere il problema, non è il risultato che conta.
Siete ridicoli, studiate, darwinisti immaginari. Non si può generalizzare sui comportamenti dei mammiferi, classe con 5.000-6000 specie, che vanno, per es. dal topolino (per dite tanto eh..) all’orango o alla balena. Immagino, invece, che vogliate riferirvi ai comportamenti dei primati, cioè per semplificare, ai comportamenti di quelle scimmie più vicine alle specie umane (specie di cui una sola sopravvive: homo sapiens): ebbene, studiate! Tra i primati esistono comportamenti diversissimi, alcuni dei quali rivelano la leadeship dei maschi, altri, invece, delle femmine del gruppo. Altri ancora, nessuna prevalenza dei due. E con questo passo e chiudo: le informazioni precedenti non essendo rivolte ai romp… ehm ai troll darwniani immaginari, ma a coloro che leggono e che possono coltivare un qualche interesse in materia. Buone letture!
Lui, capisco che la tua posizione ideologica di partenza ti metta nella posizione di non capire quella condivisa qui – la quale non riguarda la negazione di tutte le differenze, che sono chiare a tutti e a tutte – Loredana Lipperini ha due figli per dire sa come funziona quando nascono – ma la prescrittività legata alle differenze e la convinzione erronea che queste differenze producano modi di stare al mondo assolutamente corrispondenti e non modificabili. Quello che rende diversi gli uomini da altri mammiferi e altri primati è la plasticità neurale e in generale lo sviluppo del lobo frontale, questo vuol dire un relativo sganciamento dal punto di vista comportamentale della parte istintuale e una dialettica con i centri cerebrali legati agli istinti, ai mediatori ormonali etc molto più complessa che in tutte le altre specie. Vuol dire che donne e uomini possono cambiare molto rispetto allo spettro di possibilità garantito ai ratti o alle cornacchie o ai polipi, molto citati in etologia perchè animali più intelligenti di tutti, e naturalmente rispetto alle scimmie. Implicazione vuole che alla fine, le logiche evoluzionistiche non bastino più tanto e non esauriscano un orizzonte etico.
Per te si, ma per molte donne e uomini no.
Ora, il problema dell’Invalsi è che il test in questione è somministrato a bambini in un età per cui il processo cognitivo che metta in discussione un testo che proviene dall’autorità non si è ancora messo in atto – non ci sono gli estremi. Quanto viene dagli adulti per molto tempo è il vero, e il bambino interpreta il quesito come vero assoluto, non è in grado di stabilire a quale lettura della realtà afferisca o a quale visione della realtà. Senso storico? senso politico? Domande che non possono riguardarlo. Il bambino che legge quella domanda a risposta chiusa pensa cioè: qual’è la risposta giusta che identifica il corretto funzionamento sociale?
Poi tu dirai che una risposta giusta c’è mentre noi no. Non sei il primo se no questo problema non l’avremmo, ma le questioni qui sono due.
a BarbaraF,
in realtà mi parrebbe di esere un creazionista anche a me..
perlomeno non sono mai riuscito a capire come le teorie evoluzioniste spieghino la possibilità di un sistema di modificarsi, (grazie ad eventi casuali ) in strutture a maggior grado di complessità. in vero sull’argomento penso di aver letto solo qualche articolo e un paio di libri piuttosto datati, ti chiedo se conosci qualche manuale più aggiornato interessante che magari cambio idea
ciao,k.
@ k.
http://www.youtube.com/watch?v=-5hccj050sw
zauberei, è vero non avevo capito che in questo blog fosse condivida l’opinione che non- riguarda/riguarda la prescrittività legata alle differenze e la convinzione erronea che queste differenze producano modi di stare al mondo assolutamente corrispondenti e non modificabili.
A me pare che lei voglia esaurire l’orizzonte etico del bambino con logiche evoluzionistiche soffocanti.
Un bambino a 11 anni si assoggetta alla verità dell’autorità in linea generale, ma relativamente ed occasionaslmente dell'”esame”, ossia in senso statistico e non in senso assoluto.
Perchè accettare l’Istruzione obbligatoria se si teme della eticità dell’autorità sociale?
Le autorità nascoste dietro l’Invalsi sono altre/i insegnanti che manomettono la didattica al fine di valutare le tappe formative ed espressive degli allievi… Perchè lasciare ai docenti la “libertà” d’insegnamento e non agli allievi la libertà di frequentare il docente “di fiducia”?
Mi pare che non sia l’Invalsi dalle risposte giuste e chiuse, ma delle risposte articolabili… Forse il vero problema Invalsi è il rifiuto pregiudiziale di tecniche di confronto di risultati didattici fra zone, fra scuole, fra docenti…
Ma tra l’orizzonte etico massimo possibile tra i mammiferi, dovremmo estrarre quel particolare modello che il lobo frontale c’induce a ritenere migliore nelle particolari condizioni di vita degli allievi, dei loro familiari, della società in cui essi sono incastonati e nelle linee tendenziali dell’economia tesa alla soddisfazione dei loro bisogni.
Seguire una linea predittiva di sviluppo della Comunità tra le altre Comunità come le scienze umane riescono a segujire entro una fascia di valenza.
Credo che seguire le linee evolutive ontogenetiche e filogenetiche dell’umanità sia sufficente senza troppo disperdersi nella conoscenza approfondita di altri mammiferi…
Mi sembra un voler cercare l’ago nel pagliaio, invece che nell’apposito tubetto degli aghi vicino alle forbici nel primo cassetto del comò di casa…
Siamo dei particolari mammiferi coi lobi frontali… ma funzioniamo naturalmente con il classico sistema binario Premio/Castigo, Sorriso/Rimprovero, verso i confidenti…
Orizzonti aperti per ammirare la grandezza, ma obiettivi puntuali per centrare lo scopo e risparmiarsi le fatiche…
Tra il lasciar fare i docenti a piacer loro e l’intrappolarli nei loro stessi strumenti di valutazione attraverso l’Invalsi, credo che quest’ultimo comportamento sia utile anche ai figli della Lipperini e di ogni cittadino italiano … con rare eccezioni e salvo errori sempre possibili anche tra i discendenti dell’Homo sapiens.
@k.
La mia era una battuta e volevo semplicemente dire che 1) mi sembra molto chiaro che la tua posizione sia creazionista e 2) scegliere di parlare de “l’uomo che discende dalla scimmia” mi sembra piu’ una strumentalizzazione che una critica seria all’evoluzionismo. I miei tentativi umoristici, si vede, non vanno a buon fine. Sarà l’età (la mia, dico).
Come tu già sai, la spiegazione base della possibilità di un sistema di evolvere in strutture piu’ complesse è data da ‘errori’ di copiatura del codice genetico di un essere vivente quando questo si riproduce. gli ‘errori’ portano talvolta a mutazioni negative per la prole ed altre a mutazioni ‘positive’ (in senso relativo: ovvero l’individuo generato risulta piu’ adatto a sopravvivere all’ambiente in cui si trova a vivere). gli esseri viventi portatori di cambiamenti ‘positivi’ hanno maggiori possibilità di sopravvivere e riprodursi. le mutazioni ‘negative’ invece fanno si’ che l’individuo che le porta muoia prima e, forse, non si riproduca. l’evoluzione non porta necessariamente alla sopravvivenza di creature ‘complesse’, visto che un repentino cambio di ambiente puo’ portare allo sterminio di specie complessissime e ben insediate nello stesso e alla sopravvivenza di altre, piu’ semplici.
se ci fosse una guerra nucleare che sconvolge l’ambiente come noi lo conosciamo, noi probabilmente ci estingueremmo mentre gli scarafaggi prospererebbero felici. Quando il sole diventerà una gigante rossa, e la terra inizierà a vaporizzarsi, chissà quali esseri viventi sopravviveranno piu’ a lungo…
Questo per tagliare i concetti con l’accetta e spiegarli male.
Se vuoi leggere cose scritte meglio, un libro recente ed esauriente in merito è ‘Il più grande spettacolo della terra’ di Dawkins. Senno c’è sempre il vecchio S.J. Gould che ha i suoi anni ma li porta benissimo (e secondo me scriveva meglio di Dawkins – ed accetta con piu’ serenità l’idea che l’evoluzione possa procedere anche per ‘salti’). Piu’ in là di cosi’ io non vado, ‘ché queste cose le leggo solo per divertimento mio e nella vita faccio altro. Pero’ magari la padrona di casa ha anche un amico biologo evoluzionista…
@ k.
“Nessuno sa come si è originata la vita: come si siano formate le prime macromolecole capaci di autoreplicarsi, come si siano poi associate ad altre macromolecole capaci di metabolizzare efficientemente materia ed energia, come tutte queste si siano poi autosegregate in una membrana cellulare dotata di certe caratteristiche e come, dopo centinaia di milioni di anni, un certo numero di tali cellule primitive si siano aggregate e associate, per dare luogo a un organismo complesso. Nessuno lo sa e probabilmente nessuno lo saprà mai con certezza. Però al presente tutti ritengono che non ci sia niente di misterioso nella vita quale è oggi né probabilmente nella sua origine”
“Non ha molto senso applicare questa teoria ( l’evoluzionismo ) ai primissimi eventi all’origine della vita sulla Terra e nemmeno, probabilmente, agli eventi che hanno portato alla formazione delle prime grandi suddivisioni del regno animale e di quello vegetale. Ma da quel punto in poi, vale a dire per tutti gli ultimi 500 o 600 milioni di anni, è stata la selezione naturale a creare, modellare e rimodellare le specie viventi”
Passi tratti da Il cervello, la mente e l’anima di Edoardo Boncinelli. Per il resto segui i consigli di lettura di sopra.
Barbara: “un conto è osservare che in alcune società umane, forme di patriarcato prosperano per ragioni in gran parte culturali, un’altra è sostenere che il patriarcato vige in TUTTE lo società umane e animali perché lo dice la Natura/Dio/i Geni”
A mio avviso la forma prevalente patriarcale discende dall’economicità dei ruoli per sè, per il proprio gruppo, per la comunità.
Ogni individuo vive le sue 24 ore di vita ed in esse versa le sue attitudini, i suoi scopi e le attese (desideri) altrui …
Tutti i ruoli sono ricopribili da qualsiasi componente che ne abbia un minimo di capacità e possibhilità. Un neonato messo in un cesto in un fiume ben difficilmente si porrà a capo di una comunità, se non nel caso in cui quest’ultima lo salvi e lo renda re/regina o dio/dea.
Storicamente il matriarcato familiare derivava dallo stato di vedovanza e richiedeva un aiuto alla comunità per gli orfani. Ora nelle solite 24 ore di vita giornaliera si pretenderebbe che una persona si prendesse cura di sè e degli altri, procurandosi cibo, abbigliamento ed abitazione, nonchè del futuro di ciascuno oltre la raccolta stagionale dei frutti, in qualche caso oltre la stessa vita dei congiunti…
La soluzione semplice e “nascitura” dalla natura è quella di spalmare su ogni vita compiti e responsabilità secondo attitudini, abitudini ed occasioni. Nelle pulizie intime personali tendiamo fin dalla più tenera età a far si che ciascuno proveda per sè…. mentre per procacciare il cibo tendiamo a specializzarci tra chi ne porta di più e chi lo fa gustare meglio ed in tale scelta non è indifferente il bisogno individuale di ricarica energetica (fame) e di piacere …
Tra le vite quasi terminate e parlanti vi era il vecchio infabulatore d’esperienze che veniva consultato: il patriarca. Una specie di sentinella della casa, seduto fuori a chiacchierare con chiunque… un precursore dei media in una civiltà orale…
Era un modo forse “poco onorevole” per lasciar “dominare” le donne in casa… Perchè le donne hanno sempre avuto il loro spazio di vita come gli uomini ed entrambi li hanno utilizzati secondo necessità e secondo mentalità, conciliando corpi ed anime in civiltà.
Solo per dire che non credo nel necessario conflitto tra i sessi, ma che entrambi con suggerimenti e pretese cercano di ottenere il massimo dalla loro vita, qualche volta contrastandosi, ma prevalentemente conciliandosi.
Barbara, scusa la pappardella, considerala se vuoi come sfogo da parte mia.
Lui, scrivi:
“Il testo Invalsi è semplicemente uno strumento per valutare la capacità d’indagine dell’alunno.”
poi aggiungi:
“Ed è pienamente lecito far riflettere sull’organizzazione umana e sociale, sui ruoli, sulle componenti sui valori/disvalori che ciascuno può riscontrarvi.”
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Sono due premesse con condizioni di verità differenti.
– La prima, direi, è vera quando il test è costruito unicamente per compiere operazioni logiche. Ma non è questo il caso, perché si pretende di asserire delle verità sul mondo.
– La seconda, direi, è vera se il test offre asserzioni sulle quali è possibile esercitare lo scetticismo, dunque mettendone alla prova la verità, per compiere tutte le operazioni cognitive possibili sui valori (i valori hanno una componente cognitiva, non lo scordiamo). Ma non è questo il caso,perché si danno risposte multiple che non permettono lo scetticismo.
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Insomma, le persone che criticano il test, tengono in considerazione almeno tre aspetti:
1. la contraddizione funzionale piuttosto evidente che abbiamo visto sopra;
2. l’inesattezza delle asserzioni contenute nel test.
3. l’idea di ordine simbolico secondo la sociologia.
Ne viene fuori una critica netta a questo test Invalsi come discriminatorio.
E a me pare un esito razionale assolutamente condivisibile.
@ Shane Drinion, grazie sia per l’intervento che per la segnalazione di Boncinelli. rileggendo il botta-e-risposta con k. mi sembra che la tua risposta sia piu’ appropriata della mia a quello che probabilmente intendeva chiedere k.
@Lui, 1) non so abbastanza di etnologia-antropologia per decidere se la descrizione che tu dai di patriarcato sia applicabile a tutte le società umane arcaiche. a occhio e croce, pero’, direi di no 2) siamo sicuri che il patriarcato sia la forma economicamente piu’ conveniente per tutte le società? se un uomo è bravissimo a fare cose considerate da ‘donna’ nella comunità in cui vive, dovrebbe rinunciare al suo talento per dedicarsi a compiti che per lui sono noiosi e che gli riescono tutto sommato male? la cosa lo renderà piu’ felice? e farà bene alla società? e se lo stesso accadesse ad una (o mille) donna/e? 3) è corretto dire che, al mutare delle organizzazioni sociali, il ruolo degli individui non cambia? 4) dov’è qui che si dice che il conflitto fra sessi è necessario? secondo me l’idea che si cerca di far passare piu’ di frequente, suq questo blog, è che la solidarietà fra classi sociali o generi o gruppi etnici diversi non puo’ che portare avanti gli interessi di tutti…
Andrea b: “pretende di asserire delle verità sul mondo.” alcuni piccoli punti di verità scientificamente sostenibili.
Se è possibile dare la risposta sbagliata è anche possibile essere scettici.
L’implicazione che il test debba essere al di sopra delle umane comuni conoscenze, per entrare nel novero degli eccezionali scopritori della perfezione del mondo significa solo che si vuole rendere impossibile una modalità uniforme di verifica degli insegnamenti su vasta scala.
Sono persone ministeriali che debbono somministrare i test, criticabilissimi per indurli alla perfezione , ma non deleggittimabili per demolirne la funzione.
Il meglio qualche volta è lesivo del bene!
Comunque è un test svolto e concluso. Probabilmente se ne conoscono le conseguenze emotive e didattiche sugli alunni e sul corpo docente.
Lui, scrivi: “Se è possibile dare la risposta sbagliata è anche possibile essere scettici.”
La risposta sbagliata non è una critica; la critica è mettere in discussione la domanda – possibilità che agli scolari, per come è strutturato il test, non è data.
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Scrivi anche: “alcuni piccoli punti di verità scientificamente sostenibili”
‘Verità scientifica’ è un’espressione un po’ forte: se quel testo fosse offerto a una rivista scientifica, il revisore lo respingerebbe.
Direi che il testo oggi non corrisponde nemmeno al senso comune. Del resto fu scritto già fuori tempo se si pensa che la riforma del diritto di famiglia e l’abrogazione del delitto d’onore sono precedenti.
@Barbara, 1) non so abbastanza di etnologia-antropologia per decidere se la descrizione di patriarcato debba necessariamente essere applicabile a tutte le società umane arcaiche. a occhio e croce direi di no. La mia voleva essere una descrizione prevalente o meglio quella che prevale in me. Personalmente non sono per le trattazioni assolute totalizzanti… 2) Quanto alla sicurezza che il patriarcato sia la forma economicamente piu’ conveniente per tutte le società afermerei il solito concetto di prevalenza e secondo i criteri originari all’epoca delle scelte. Non dimenticherei poi il fatto della coesistenza nell’evoluzione sociale anche del matriarcato. Perchè anche le donne trasmettevano la loro autorità, le loro abilità e competeze al pieno sviluppo della personalità di ciascuno e della comunità. Non c’è mai stato Patriarcato senza Matriarcato il cui ambito prevalentemente domestico ed educativo non era irrilevante. Cosa rende piu’ felice? e farà bene alla società? 3) il mutare delle organizzazioni sociali ha trascinato seco anche il mutamento dei ruoli degli individui. Perchè non li consideri sufficenti ed evidenti? 4) secondo me l’idea che si cerca di far passare piu’ di frequente è che la solidarietà fra classi sociali o generi o gruppi etnici diversi non puo’ che portare avanti gli interessi di tutti… Ed è ciò che condivido.
Mentre il conflitto come esternazione di tutte le forze per arginare gli altri, mi pare distruttiva delle risorse e delle persone. Ma nella società attuale esiste anche l’idea di non disperdere soldi verso i poveri, incapaci di restituirli, di mantenere la ricchezza ai ricchi. di tutelare la forza ai forti, di migliorare la salute di coloro che già la godono… diversamente parlerebbero di parassitismo, assistenzialismo, protezionismo …
Personalmente lascerei stare i massimi sistemi e mi accontenterei del mondo comunemente visibile, percepibile, discutibile, spesso variamente comprensibile… Insomma il mondo prevalente…
andrea b: Dunque cinque anni di scuola primaria non c’è modo di valutarla, così come non c’è modo di valutare l’operato del corpo insegnante da parte della struttura ministeriale nè da parte dei genitori.
Dunque perchè mandare a scuola i nostri figli e nipoti se la struttura educativa è intrinsecamente incapace di valutare lo sviluppo e l’efficacia dell’insegnamento???
grazie a shane e a BarbaraF, mi sembra che tutti noi però, (boncinelli incluso) più che l’evoluzione degli organismi, riusciamo a comprendere e a rappresentare la “selezione”, selezione che in realtà è un degradamento della complessità , comunque grazie mi evolverò.
leggendo per intero il test invalsi incriminato , mi sembra di poter dire che la persona che l’ha scritto non meriti tutte le offese che si è preso; quella sui mammiferi è solo una breve introduzione a un brano più lungo sugli insetti in cui le posizioni gerarchiche si invertono, ma a parte questa presunta “parità” di trattamento, è l’intelligenza del bambino\a che chiamata a dare un giudizio a delle realtà subordinate, è naturalmente portata ad affrancarsi ed avere atteggiamento autonomo e critico rispetto agli esempi presentati
ciao,k.
@ k. ( saluto Barbara F )
Prego. Beh, il punto meno chiaro è sul passaggio dall’assenza di cose alla presenza di cose e di organismi viventi. Poi da lì interviene appunto la teoria evolutiva. Due principi base: antenati comuni a tutti gli esseri viventi e differenziazione dovuta alla selezione naturale. La complessità degli organismi in sé non è indice di buona riuscita, è solo uno degli stati possibili, tutto cambia in relazione all’ambiente, e il punto sta che la vita viene rappresentata come un fatto possibile in base alla temperatura dell’universo ( le molecole che compongono l’acqua a certe temperature non si aggregano in uno stato liquido, ecc ). Le molecole degli esseri viventi rispondono a leggi fisiche e chimiche. Comunque trovo interessante un aspetto della vicenda: la mia prof di italiano e storia al corso serale è molto credente, e avversa in maniera decisa Darwin, l’evoluzionismo e compagnia bestia. Lei lo trova addirittura offensivo. Non so bene se dipenda dal fatto che non ha ben capito la teoria o se sarebbe così in ogni caso, però penso che non vi sia un vero problema nell’accettare l’evoluzionismo anche per chi è credente.
Lui tu difendi la tua posizione argomentando sulle logiche dei singoli ambiti di ricerca dando per assodato che essi dimostrano come la tua personale visione del sistema sesso genere sia quella condivisa dai più, mentre quando stai dentro l’ambito della ricerca – anche per esempio quella che ti dovrebbe piacere di più di marca evoluzionistica – scopri che la consapevolezza del proprio orizzonte ideologico è la prima cosa da tenere a mente per capire le variabili consistenti che si pongono – la psicologia evoluzionista di oggi, più intrecciata con la ricerca antropologica e neuropsicologica potrebbe darti grandi delusioni. Nessuno qui è così cretino da temere un orizzonte etico e da non vederne l’intimo legame con l’insegnamento, ma la questione è che l’orizzonte etico in termini di sesso e genere proposto da Invalsi combacia con il tuo e quello di altri, e non con il nostro – e differentemente almeno dal mio non è inclusivo delle differenze. Questo è un problema classico delle questioni di bioetica, per cui c’è scontro non solo tra posizioni opposte nel contenuto – tutte casalinghe/nessuna casalinga, ma anche nella forma – tutte casalinghe/alcune si alcune no. (come zero eutanasia/versus eutanasia per chi la chiede come non aborto versus aborto per chi lo vuole) Io sono per il modello etico alcune si alcune no, ossia per un modello culturale che permetta lo svilupparsi di linee organizzative diverse secondo le storie psichiche e sociali e culturali dei singoli gruppi familiari, in uno stato che gaarantisca senza prescrizioni direttive quali sono le occasioni che debbano toccare in sorte a un genere e quante a un altro. Molte donne sono felicissime e soddisfatte nel riprodurre modelli passati della divisione dei ruoli, sempre di meno anche perchè il sistema economico attuale quel modello lo permette sempre di meno: finiscono i soldi, si vendono le case di proprietà e con la prole e l’affitto è finito il beato tempo in cui bastava solo uno stipendio – ma ad altre no. Altre hanno pagato caro e duramente e pagano e sanno di pagare la disparità di occasioni culturalmente date. Vogliono uno stato che eticamente non si riprometta a monte quella disparità. Molte sono figlie di una relativa storia recente oramai lunga però abbastanza tempo da costituire un genoma mentale sufficientemente strutturato da pensarsi diversamente. Tradotto: mia madre lavorava, mia nonna lavorava, la mia bisnonna idem. Per mio figlio questo è il naturale dietro le spalle, mio figlio non è mio nonno capisci?
Questo è il problema di Invalsi. E’ il piccolissimo sintomo che rivela la differenza tra la trasmissione di valori in uno stato democratico, e la trasmissione di valori in uno stato etico.
Zauberei: la tua catalogazione è troppo distintiva ed arbitraria. In una comunità coesistono lo stato democratico e lo stato etico con variazioni di “democraticità” che vanno da quella italiana a quella della Corea del Nord e con etiche e valori di tutela della vita dei criminali “Nessuno trocchi Caino” alla disponibilità della vita del condannato da parte dei familiari della vittima … Eticità, democraticità, giuridicità coesistono e si confondono.
Il problema d’Invalsi è quello di rispettate il ruolo burocratico e non essere considerato un’entità inutile. Se per mestiere deve trattare un argomento che induca una riflessione, una ricerca, una catalogazione da parte degli allievi, è altrettanto conscia di essere sovraesposta a critiche più o meno serene di portatori di interessi particolari, di sindacati, di politici, ecc.
La trasmissione dei valori nella scuola avviene attraverso la socializzazione e l’insegnamento nei nove mesi ai banchi, non nelle tre ore di test.
Lascio stare la tua affermazione “qui nessuno è così cretino …” per affermare il mio diritto ad essere un cretino qui ed altrove e questa affermazione è un chiaro esempio delle “tue esclusioni dei differenti”. Non sei per niente inclusivo, come ti ritieni!
Il problema sociale è il comportamento legale (vincolato dalla legge) dei funzionari pubblici che devono svolgere i compiti specifici per i quali sono preposti. Non danno servizi diversificati secondo i desideri del richiedente.
Non dimenticare che il diritto la giuridicità nasce dalla morale, dall’etica, dal rendere obbligatorie certe virtù di aiuto reciproco, di difesa comune, di coesistenza fra diversi.
Fra diversi vuol dire: vecchi e giovani, sani e malati, ricchi e poveri, maschi e femmine, lavoratori e capitalisti, cretini e saccenti, criminali ed osservanti l’ordinamento.
Quanto alla sessualità ognuno pratica la propria e se dagli atteggiamenti, dall’abbigliamento, dai simboli indica un’appartenenza una auto-catalogazione accetterà le conseguenze se queste non violano il codice penale. Chi dice che l’abbigliamento delle prostitute anche davanti alle scuole deve essere considerato piacevole ed accettabile da tutti?
Quanto alle occasioni che debbano toccare in sorte ai cittadini, molti si aspettano dall’ Stato Comunità stipendi di cittadinanza, occupazione lavorativa, pensioni, oltre alla pubblica sicurezza nelle strade, ed a un po’ di decenza…
Dunque mi confermi che non vuoi l’istruzione obbligatoria di Stato… che ognuno insegni a casa propria?? Ho capito bene?
O vorresti un maggior insegnamento delle virtù benefiche dell’omofilia e delle relazioni con transessuali … che non dovrebbero mai portare a dimissioni di governatori, ministri e consiglieri …
Vuioi forse dire che governare o amministrare è come una relazione sessuale? una fregatura! ….