METAFORE POLITICHE

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Ultimi minuti. Parole di Paolo Becchi, professore ordinario di Filosofia del Diritto presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova.
“Il movimento cinque stelle deve rimanere puro e vergine, come una bella donna;è l’unico modo che ha per far capire che è diverso dagli altri, non darla a nesssuno”

91 pensieri su “METAFORE POLITICHE

  1. @luz
    gia discusso. Le famiglie italiane che incontro io hanno avuto la tv come strumento educativo. Hanno 40/45 anni e i modelli di riferimento li hanno presi da li. Una tv pubblica puo e deve educare. Se avete paura di usare qs termine, io no. guarda la homeapge della bbc di zdf ecc ecc.
    Ci si risente da lunedi buona domenica

  2. Pianificazione dell’attacco.
    Conduzione del conflitto.
    Disposizioni.
    Coincidenze. .. Mentre abbastanza vicino a noi decine di persone restano uccise nelle sommosse dei fondamentalisti per un video su Maometto reputato scandaloso, su lipperatura estrapolata una frase da un dibattito televisivo, viene offerta alle scandalizzate militanze progressiste. Dilaga la protesta.
    Vabbè scherzo, e per fortuna non muore nessuno, devo dire però che per me resta ancora inevasa la domanda fatta da qualcuno più su: Cosa avrebbe detto di scandaloso il professore?
    Al di là di un indignazione generica, l’unica giustificazione l’ha portata proprio la Lipperini, secondo cui dire “puro e vergine, come una bella donna” equivarrebbe a scrivere che “le brutte sono zoccole”.
    Ma questa mi siembra un equivalenza un po’ rozza affrettata, che considera la “bellezza di una donna unicamente come qualcosa di “ sessualmente appetibile per il maschio” . Non è così.
    Mi sembra invece, anche alla luce di quello che scrive luzife, che per le militanze lo scandalo sia nel fatto che il professore ha indicato nella verginità un valore possibile, ( anche se metaforico).
    Cos’avrebbe detto di scandaloso il professore?
    Qualcuno lo spiegare meglio?
    grazie ciao, k.

  3. K. lo scandalo è che non ci sia stato lo scandalo. Utilizzare una frase del genere in quel contesto mi avrebbe fatto vergognare in saecula saeculorum. Invece è passata come un’affermazione “normale”. Una battuta. Da otto anni su questo blog si cerca di far comprendere che dietro quella battuta non c’è soltanto l’hic et nunc, un’estemporanea forma di umorismo di bassa lega. Sono tutte manifestazioni di una realtà, o matrice se preferiamo, ben più allarmante e critica.
    Ma ti pare che un docente universitario debba fare un paragone del genere?

  4. Ekerot grazie della risposta, ma protesti provare a spiegare “perchè” secondo te quella frase è offensiva? Io al di là di una generica volgarità ( il darla..) ma non credo sia questo, non citrovo grande scandalo

  5. Innanzitutto già il fatto che sia volgare certo non la rende simpatica ai miei occhi. Parlando per me, l’utilizzare il concetto di “donna” in maniera stereotipata e così generalizzata, che sia bella o brutta la faccenda non cambia, è offensivo. Oltretutto converrai con me che il professore avrebbe potuto scegliere almeno mille metafore più eleganti e meno banali di questa.
    Il problema poi è che non ha parlato Fracacchio da Velletri che passava di lì. Si tratta di un docente universitario, cioè una figura – come diceva Lorella Zanardo sopra – che ha delle responsabilità sociali e pedagogiche non solo all’interno di un’aula di scuola.

  6. Cara Zanardo, le tv europee le conosciamo pure noi e nessuno credo abbia timori a sostenere che una televisione ben fatta sia formativa oltre che informativa (conosco bene le lotte per portare la musica in tv-rai, quindi anch’io so di cosa parlo). Il termine “educativo” lo trovo invece molto cattolico-impositivo e sinceramente imbarazza pensare che la tv debba in qualche maniera sostituire genitori ed educatori. Non credo ci sia molto altro da aggiungere. Le posizione sono chiare. Più del solito direi.

  7. L’educazione certo ma anche qui già Luzifer ha delle riserve sul termine “educativo”.
    Invece l’educazione è stata un grande leit motiv della cultura italiana diciamo dal Settecento in poi da Gian Domenico Romagnosi a Carlo Cattaneo a… , saltando un po’, ad esempio, il gruppo formato tra gli altri da Giovanni Cena Sibilla, Aleramo e Anna Celli, che lavorò all’alfabetizzazione delle popolazioni dell’agro pontino negli anni venti, dove spiccano le figure femminili. L’educazione è stata in generale elemento fondamentale del positivismo italiano e poi da ultimo della sinistra, per stare sul terreno laico.
    Ma se ancora oggi, e proprio a sinistra, s’insiste su questo tema, dopo la riprova che il paese continua a cadere facilmente negli inganni degli imbonitori di turno coi loro contro- programmi di ‘diseducazione’ – sia chiaro però che non ci metto Beppe Grillo e il suo movimento –, vuol dire che questo programma plurisecolare, in cui molti si sono passati il testimone, non ha raccolto i suoi frutti, non almeno come avrebbe dovuto.
    E’ su questo che bisogna interrogarsi: forse perché quest’educazione è sempre stata calata dall’alto? e la gente non è stata messa in condizione di affinarsi da sé, di trovare i propri strumenti educativi? per la speciale e molto antica attitudine degli intellettuali italiani di distaccarsi dalle masse?
    Ecco allora che un movimento che nasce dal basso, come il movimento 5 stelle, è visto come il diavolo e non si cerca invece di capire meglio com’è fatto e le opportunità che offre per la crescita e l’autoresponsabilizzazione delle persone, come in fondo vi suggerisce di fare Binaghi… anche per correggere…

  8. Piccola Dorrit, nel ribadire che non è solo l’uscita di Becchi a farmi prendere – da anni- le distanze dal Movimento, mi chiedo se una frase come questa, e come le graziose minacce rivolte a Favia, siano da leggere come auto-affinamento.

  9. é tutto un complotto rettiliano e vabbe. In realtà il discorso verteva sulla frase detta da un capoccia universitario in tv e tutto ciò che implica a livello comunicativo e di riflessioni che si possono fare su questi sedicenti “intellettuali”.
    L’appartenza ai 5 stelle è un dettaglio secondario meno interessante.

  10. questa grottesca “metafora politica” non mi va a incidere sul giudizio verso i 5 stelle; mi dice solo quanta violenza simbolica c’è ancora nelle strutture mentali di uomini al potere, e quanto impunemente venga esercitata solo con la parola.
    Se si fosse usata come metafora politica – implicitamente avallandola – l’idea che un uomo non vale nulla se non si è fatto perlomeno trecento donne in vita sua, forse qualche uomo intelligente si sarebbe risentito.
    Forse meno energicamente, ma solo perché non è paragonabile l’esercizio di potere.

  11. anch’io non credo che si debba aver paura di usare il termine “educazione”. la discussione peraltro mi sembra nominalistica. quando si fa riferimento al fatto che la tv ha anche una funzione formativa che cosa si vuole affermare? la “formazione” è forse meno ambiziosa?

  12. E’ linguaggio televisivo: denigrazione senza argomenti, punta tutto sulla comicità. Funziona per i tossici della TV. Per chi legge il blog di Grillo e frequenta blog in genere fa pena.

  13. C’è una divertentissima puntata di South Park (mò ve la linko pure. E’ questa: http://www.southparkstudios.com/full-episodes/s11e01-with-apologies-to-jesse-jackson ) in cui il padre di uno dei bambini protagonisti utilizza senza malizia una parola (“niggers”) intrisa di secoli e secoli di razzismo. Almeno quanto è intrisa di secoli – millenni – di sessismo l’espressione “non darla via”, utilizzata in questo caso evidentemente con tutta la malizia possibile. Il ragazzino cerca di rimediare alla “gaffe” del padre, scusandosi con un compagno di scuola di colore, ma quest’ultimo non lo perdona fino a quando il bambino bianco non capisce di non poter capire come ci si senta ad essere insultati in quel modo. Ecco, io vorrei che i signori qui presenti, dopo anni e anni di prossimità, almeno virtuale, con le problematiche di genere e di un’impermeabilità che travalica ogni legge fisica, giungessero alla stessa semplice conclusione. Non potete capire.

  14. La scorsa settimana Beppino Englaro, ospite dell’Infedele, per commentare l’intervento che l’Onorevole Quagliariello fece sul caso della figlia ha usato le parole “Peste del linguaggio”.
    Ascoltando la frase di Becchi ho pensato la stessa cosa, penso che molti politici, giornalisti, scrittori e tutti coloro che hanno una presenza o una professione pubblica spesso appestano il linguaggio. Così facendo appestano la nostra vita con stupide teorie, con bugie e pregiudizi duri a morire.
    A noi non resta che sviluppare gli anticorpi della peste, e riconoscere subito “gli untori” anche quando si travestono da novità anticasta, antipolitica ecc.

  15. Peste?
    Attenzione che a furia di sterilizzare si uccidono anche gli organismi, oltre ai microbi. E a volte la vostra ossessione sterilizzante fa un po’ quest’effetto, mica a me solo. Si parla in punta di forchetta, si mettono asterischi anziche le o e le a, si perde il senso del ridicolo.

  16. Sono d’accordissimo con Adrianaaaa. Valter scusa, c’è sempre qualcuno da noi che giudica prioritarie le questioni di politica, economia, i massimi sistemi, ecc. Il resto, fra cui la questione del genere, è comunque sempre meno importante. In aggiunta, c’è sempre chi giudica ridicolo qualunque tentativo di aggiornare il linguaggio alla sensibilità comune e alla sacrosanta lotta al sessismo becero. Parlo del linguaggio in pubblico: sul il razzismo possiamo pure essere tutti d’accordo, ma sul linguaggio sessista che rivela concezioni mentali e pensieri, questo ancora no? Per alcuni il pensiero sessista non passa dal linguaggio usato, e comunque si deve essere indulgenti, sorridere. Sempre?

  17. la disse giusta Sofia Ventura allInfedele di 3 anni fa guardando l’immagine della dona che penzolava come un mailae nel video IlCorpo delle Donne: se ci fosse stato appenso un nero, sarebbe succsso un pandemonio.
    Ciò detto, non ne lascerò passare una. Non una. Mai.

  18. Nessuno te lo chiede. Ma esite una percezione generale degli eventi che a furia di corporativismi si sta perdendo. Quando il Titanic affonda, che una scialuppa esista è più importante di chi si debba calare per primo.
    Ma, si vede che ragiono così perchè sono maschio, dice Adriana con tante a; eppure ho due figli, maschio e femmina, e in questo momento nessuno dei due si sente discriminato per questioni di genere, ma perchè viaggia su un mezzo senza pilota.

  19. Mah, Valter, si chiede solo che chi fa politica impari a rivolgersi con maturità e rispetto a elettori e elettrici. Questo implica non fare battutine sulla bellezza della tal candidata, non consigliare di sposare milionari, non scegliere immagini o slogan degradanti per i manifesti: in generale avere un atteggiamento e un linguaggio non sessisti. Questo tipo di linguaggio, ad esempio, nel PDL, viene considerato come segno allarmante di un modo ben preciso di intendere il ruolo delle donne nella società. Parlare di darla via ecc. è a livello di negri e terroni: anche se uno lo fa con tante buone intenzioni di certo non denota grande sensibilità. Non è una questione di politically correct, ma di non sentire che certi modi di dire sono espressione di cose reali e brutte (razzism, sessismo…) che secondo me quantomeno è inappropriato evocare comunicando coi propri elettori. … Perché se lo fa la sinistra o il M5stelle me la devo metter via? Anzi, a me fa doppiamente incacchiare.

  20. Quel che mi sembra molto sbagliato è slegare i micro comportamenti, e il linguaggio, in pubblico (a iniziare dalla scuola), dagli eventi da cui siamo sopraffatti. Per me c’è un legame molto stretto. Quantomeno una precisa reciprocità tra l’immaginario e i piccoli comportamenti quotidiani. Quelli su cui facciamo spallucce.

  21. Concordo in pieno con le osservazioni di Walter Binaghi. Non voglio – e non potrei neanche se volessi – considerare le questioni di genere come secondarie tuttavia, in mia modestissima opinione, è bene imparare a intrecciarle al resto. A volte ci si riesce e a volte no. Questo docente ha avuto non solo un’uscita infelice e sessista ma pure del tutto inconsapevole (se fossi consapevole useresti l’argomento in altro modo). Tuttavia un intero movimento – piaccia o no unica novità nel paese – non può essere demonizzato per le infelici uscite di una persona che non è neanche un “portavoce” ma un elettore. Sarà pure un docente universitario ma per il movimento cinque stelle è solo un elettore. Non dobbiamo lasciarne passare una – sostiene Zanardo – spero non si lasci passare anche il resto. Non si tratta di ben altrismo, solo che – di tanto in tanto – gli asterischi e compagnia cantando danno l’immagine delle donne come completamente slegate dalla realtà. Il paese affonda.

  22. Non capisco perché tutto il movimento risulterebbe demonizzato. E sinceramente un conto sono gli asterischi e un altro la richiesta di usare un linguaggio rispettoso.

  23. La sinistra italiana, dall’educatissimo Veltroni al raffinato Vendola, ci ha abituato negli ultimi vent’anni a vigilare molto sul politicamente corretto nel linguaggio. E certamente ci sono più donne nel PD che altrove.
    Ma, per caso, qualcuno ha modificato lo stato sociale in favore delle donne lavoratrici? Qualcuno ha pensato a un salario di cittadinanza che renderebbe il lavoro domestico magari più distribuito tra donne e uomini?
    Qualcuno si è opposto alla riforma Fornero che non fa sconti pensionistici alla maternità (mentre resta computabile l’anno del servizio militare)?
    Chi fa in modo che le madri debbano preoccuparsi di esserlo è sessista, nella sostanza, molto più di un settantenne che ha l’educazione che ha avuto e fa battute sceme in fine trasmissione.
    E se dobbiamo parlare di cultura e spettacolo, allora io vorrei vedere le militanti di SNOQ fuori dalle edicole, a contestare la profluvie di tette e culi con cui si continua ad incartare il declino morale e materiale di questo paese, governato dalla stessa gente dal dopoguerra a oggi.

  24. Non si tratta di sterilizzare ma di provare ad alzare l’asticella della sensibilità e del rispetto.
    Provare ad avere una classe dirigente politica che non strizzi l’occhio alla parte peggiore di noi, che non avvalori pregiudizi e intolleranze.
    E’ chiedere troppo? Sembra così assurdo chiedere un linguaggio rispettoso e non solo falsamente politically correct, visto l’enorme peso della comunicazione nel mondo politico italiano.
    Linguaggio, politica, etica ed economia non sono forse così sostanzialmente legati da chiedere di prestare maggiore attenzione al primo per migliorare anche gli altri?
    Nessuno qui fonderà il partito degli asterischi, ma scegliere di non votare un partito che promuove razzismo o sessismo non mi sembra così slegato dalla realtà.

  25. Valter, questa è polemica, vorrei dire scontata. La vigilanza sul linguaggio è un elemento importante, al di là della gente che ci ha governato dal dopoguerra ad oggi, come dici tu. Ci riguarda personalmente, da oggi in poi (al prossimo dopoguerra). Con molta umiltà.

  26. “scegliere di non votare un partito che promuove razzismo o sessismo”
    Eccola.
    Il M5s promuove razzismo e sessismo perchè c’è Becchi.
    E il PD promuove il furto perchè c’era iscritto Penati?
    E SEL è il partito dei gay perchè c’è Vendola?
    E questo è il risultato di scambiare la coda con la testa.
    Castronerie.

  27. @valter per l’ultima volta poi ogni tua risposta ai miei commenti cadrà nel vuoto: sei così bravo a ribaltare il senso delle parole degli altri per costruire le tue repliche, quasi sempre offensive dell’intelligenza altrui, che non ti fermi nemmeno a leggere ciò che ho scritto.
    Vedi citato un partito per caso? Ho parlato solo di politica nei miei commenti? No, quindi il tuo commento potevi tranquillamente risparmiartelo, è solo inutile polemica.
    Non ruberò altro spazio a Loredana e al commentarium, tanto più che con i tuoi commenti non fai che confermare ciò che ho scritto!

  28. Binaghi, siamo ancora all’argomentazione benaltrista? Che siccome siamo nella merda dovremmo fregarcene se qualcuno ci sputa pure addosso? La lotta di classe non solo esiste ma sono quegli altri che la stanno vincendo, e quando loro guadagnano terreno da che mondo è mondo sono le donne a pagare di più. Lo sappiamo perché lo sentiamo sulla nostra pelle, tutti i giorni, ed è un immenso problema la passività con cui tutti – donne e uomini – stiamo subendo delle politiche che non sono altro che la pianificazione di un nostro impoverimento.
    Ciò non toglie che uno sproloquio come quello dell’accademico Becchi faccia schifo, e anche tanto, perché anche la sua attenzione viscida, il suo non riuscire proprio a non tirare in ballo la verginità e tutto il resto, ce lo sentiamo sulla pelle tutti i giorni. Compris? Immagino che anche questa volta la risposta sia no.

  29. E’ un loop. Nessuno ha veramente ragione e nessuno ha veramente torto. Questione di punteggiatura. Decidere dove sta il punto e dove la maiuscola, dove la testa e dove la coda del problema.

  30. Non c’è testa e non c’è coda ed è una questione che va affrontata su diversi fronti, senza dimenticarne nessuno. E questo per un motivo molto semplice: perché la battaglia delle donne non è una battaglia parziale, ma riguarda tutta la società.

  31. La frase citata si compone di due parti.
    Partiamo dall’ultima: “…non darla”. Questa espressione è volgare e mi suona sgradevole, ed io non la userei, non in un contesto simile a quello a cui ci riferiamo. Tuttavia, non è maschilista, non più di quanto sarebbe femminista dire di un uomo che non lo da’. Volgare sì, antifemminista non vedo perchè (magari qualcuno me lo spiegherà…).
    La prima parte è invece davvero maschilista, che l’unico modo di manifestare la propria specifica individualità per una donna sia questa, è in effetti estremamente maschilista.
    Tuttavia, lo è in modo così esagerato, da suonare retrivo, una specie di reperto archeologico del frasario sessista. Oggi, quasi tutti i maschi non lo credono, e non direbbero nulla del genere.
    Dopodichè, si può considerare la metafora utilizzata come inappropriata, sgradevole, ed invece la violenza delle reazioni lette mi pare talmente fuori misura che quasi sembra di trovarsi sul set di “Scherzi a parte” (fatto bene, devo aggiungere).

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