MI VEDI?

Buon 2 giugno. Questo è un post di servizio su una vecchia piaga. Di recente mi è stata chiesta un’intervista sulla cosiddetta questione femminile in letteratura. Non so esattamente quando uscirà, ma è l’occasione per ricordare che la questione esiste. Ci riflettevo in questi giorni leggendo il bellissimo romanzo di Elena Varvello, La vita felice, e chiedendomi il motivo per cui, fin qui, non ci sia stata sufficiente attenzione su questo testo. Non la stessa, almeno, che viene tributata abitualmente agli scrittori. Ora. Tornare sulla visibilità delle donne in letteratura (quanto vengono viste le scrittrici? come vengono valutate? quanto pesa il pregiudizio?) è faccenda antica, e molto se ne è discusso e auspicabilmente se ne discuterà. Sarebbe bello che questo discorso venisse fatto proprio dagli scrittori. Sarebbe bello che ogni volta che in un Festival o in altra occasione la presenza delle donne si rivela minima e secondaria ci fosse la stessa reazione che si è verificata ad Angouleme e la stessa solidarietà da parte dei colleghi maschi. Sarebbe bello che ci fosse un’attenzione continua alla questione stessa, e un interesse profondo e non occasionale.
Dal momento che sono una donna ottimista, son certa che ci sarà. Intanto, per chi fosse interessato, una minima (davvero minima) selezione di link dall’archivio di questo blog (dunque parziale, perché molte altre ne hanno scritto).
Sulla classifica di qualità della Lettura, 14 dicembre 2015
La reazione delle scrittrici, 15 dicembre 2015
Sulla questione delle scrittrici e della loro non visibilità, 16 dicembre 2015
Sull’attività di monitoraggio di Vida.org, 27 novembre 2014
Meg Wolitzer sul New York Times, sul sessismo in letteratura , 1 giugno 2012
Sull’attenzione dei quotidiani italiani alle scrittrici 23 aprile 2012

Un pensiero su “MI VEDI?

  1. È strano, eppure. Forse è la mia visione che è deformata, ma a me ultimamente sembra che, benché uomo: 1) nelle cose che leggo in rete gli autori che richiamano di più la mia attenzione sono in larga maggioranza donne (solo stamattina, per fare un esempio, mi sono perso dietro a vari articoli sulla giovane Yaa Gyasi e il suo “Homegoing”, di cui probabilmente si sentirà parlare molto); 2) anche per i libri, sia fiction sia non-fiction, sto leggendo molte più donne che uomini. E dovendo consigliare delle letture, mi vengono fuori quasi soltanto nomi di autrici (straniere, purtroppo, visto che il mio occhio deformato di traduttore mi porta a seguire di più il panorama anglo-americano. Gente, per dire, tipo Leslie Jamison, Eula Biss, Maggie Nelson, Gaia Vince, Lydia Yuknavitch, Anakana Schofield, Roxane Gay). Quanto agli uomini, invece, non che non ci siano nomi che mi suscitino interesse, ma faccio molto più fatica a ricordarli, specie per quanto riguarda gli ultimi arrivati.
    Non so, ma a pare che in breve tempo la questione della visibilità delle donne in letteratura sarà ampiamente superata, perché, di fatto, sta venendo fuori una tale produzione al femminile, come quantità e più ancora come qualità, che bisognerà per forza di cose dedicargli un’adeguata attenzione, a tutti i livelli (recensioni, premi, eventi letterari vari, ecc.). Nel panorama straniero, perlomeno, a me sembra che sia già così. Ma anche in Italia noto, pur con delle resistenze, dei miglioramenti.

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