Dunque la senatrice Maria Pia Garavaglia (Pd) ha ritirato la propria adesione alla Marcia per la Vita. Ma con questa motivazione: “”Di fronte alla evidente strumentalizzazione di questo evento, con forze politiche di estrema destra che, con la loro partecipazione, hanno finito per strumentalizzarlo dando un evidente segno politico alla Marcia, ritiro la mia adesione nella speranza che temi così importanti vengano considerati con la serietà che gli spetta”. La questione riguarda la presenza di Forza Nuova, e non la messa in discussione della legge 194: che, a quanto è dato capire, per la senatrice va discussa, e si suppone abolita.
Contraddizioni d’antica data, va bene. L’altra cosa che si comprende bene da quanto avvenuto ieri a Roma è che i pro-life aspirano a una visibilità e a un peso simili ai confratelli americani. Quella stessa cultura di fanatismo e violenza che, è bene ricordare, portò all’omicidio del medico George Tiller. La stessa che ha portato alcune delle organizzazioni che hanno aderito e partecipato alla Marcia ad appostarsi fuori dei consultori torinesi, a gettare bottiglie d’acqua sul padre di Eluana Englaro, a urlare “stupratele, tanto abortiscono”.
Qui sotto trovate la cronaca di Maria Novella De Luca sulla Marcia. Su Zeroviolenzadonne trovate, inoltre, una nuova rubrica sui consultori. Qui lo Storify di quanto accaduto negli ultimi tre giorni. No. non è un buon momento (oltretutto, se per aumentare il numero dei marciatori si va a caccia di precari, lo sconforto aumenta).
“Sognano di avere numeri americani e che la battaglia anti-abortista irrompa nella prossima campagna elettorale. Intrecciano forze moderate a sigle estremiste, toni messianici ad atti concreti. Mescolano i Centri di aiuto alla vita per le gestanti in difficoltà, ai movimenti per la sepoltura dei feti abortiti, gli studiosi di Scienza e Vita agli ultrà della fede di Militia Christi, i neofascisti di Forza Nuova a storiche comunità di accoglienza come quella fondata da don Benzi a Rimini, “Papa Giovanni XXIII”. Crescono e si diffondono i movimenti pro-life italiani, che ieri hanno sfilato a Roma sullo sfondo delle arcate del Colosseo, una galassia di gruppi allevati all´ombra delle parrocchie, dei vescovadi, delle università cattoliche, benedetti dai partiti della Destra e dall´Opus Dei. Armata bianca che definisce l´aborto “omicidio”, grida al “genocidio” dell´infanzia, e afferma che dal 1978 ad oggi cinque milioni di bambini sono morti, o meglio mai nati, a causa della legge 194.
Un pulviscolo di associazioni. Divise tra chi propone la via parlamentare all´abolizione della legge sull´aborto, e le milizie che invocano invece il boicottaggio dei centri di Ivg, l´aggressione ai medici abortisti, il diritto dei farmacisti a non vendere anticoncezionali, in omaggio alle più spettacolari azioni dei movimenti pro-life radicali degli Stati Uniti. Centinaia di sigle, affratellate nel mondo e attive da anni, ma venute alla luce soprattutto nei drammatici mesi precedenti la morte di Eluana Englaro, e poi presenti in tutte le battaglie contro il testamento biologico, la fecondazione assistita, i matrimoni omosessuali, il divorzio breve. In nome dell´irrinunciabile principio della “famiglia naturale”. Un mondo che esce allo scoperto, si conta, con l´adesione di oltre 150 gruppi e un corteo di 15 mila manifestanti. Una svolta storica, ha detto la portavoce della marcia, Cristina Coda Nunziante. «Certamente ci vorrà del tempo per portare il tema dell´aborto al centro delle campagne elettorali, come avviene negli Usa, ma abbiamo dimostrato l´esistenza di un movimento pro-life deciso ad affermare i propri convincimenti». Abbattere la legge 194 prima di tutto, boicottare i contraccettivi del giorno dopo, la pillola abortiva Ru406, e “attaccare” il fortino laico dei pochi consultori ancora attivi in Italia.
Attraverso i suoi partiti di riferimento (Pdl, Udc) il movimento pro-life aveva infatti proposto, sia nel Lazio che in Lombardia, due leggi regionali mirate alla creazione di consultori privati gestiti dal movimento per la vita. E poi nuove regole mirate a limitare fortemente nei consultori pubblici sia le politiche contraccettive, che il rilascio dei certificati per l´interruzione volontaria di gravidanza. Leggi finora bloccate da una forte opposizione politica, eppure l´azione dei pro-life è invece già molto attiva negli ospedali, così ricorda proprio il video di presentazione della marcia di ieri, con un ringraziamento “al silenzioso lavoro dei volontari”.
Volontari animati da un fuoco tanto sacro da rasentare l´intolleranza, come racconta sul sito “aborto terapeutico e non” una giovane donna: «Ero ancora sulla barella, subito dopo l´intervento, avevo chiesto esplicitamente di non vedere il bambino. Invece arrivarono un´infermiera e una volontaria con qualcosa di minuscolo tra le mani, avvolto in un panno bianco. Guardalo, mi hanno detto, era tuo figlio, respirava… Una violenza tremenda. Le ho denunciate».”
Bravissima per la denuncia (per fortuna ancora si può).
Mi preoccupa moltissimo questo rigurgito, mi spaventa vedere e sentire che le squadre di picchiatori sono sempre attive, ma oltretutto in contesti ‘autorizzati’, con la connivenza di (parti di) istituzioni e forze dell’ ordine. Mi indigna vedere un sindaco con la fascia, e quindi nell’ esercizio delle proprie funzioni per cui lo paghiamo tutti noi cittadini, partecipare a una manifestazione del genere.
Venti anni fa avevo letto “The Handmaid’s Tale” che preannunciava una teocrazia del genere in un paese di fantasia. Mai avrei però creduto che rischiavamo di finirci a vivere dentro. E non so cosa fare nel mio piccolo per cambiare queste cose, anche se ho fiducia negli anticorpi sociali e di pensiero autonomo.
Non solo partecipare, Mammamsterdam, ma patrocinare. Ognuno è libero di andare a manifestare dove crede: ma il patrocinio è altra faccenda.
Sono molto preoccupato per il clima e “l’aria che tira”.
E mi pare ci siano due “livelli” riguardo alla propaganda e all’ attivismo, però entrambi pericolosi. Per fare un esempio.
Al Salone del Libro ho assistito ad una Lectio Magistralis del cardinale Scola. Trattava dell’amore e della famiglia. Bellissima esposizione, fatta da un uomo intelligente e colto, con tanto di citazione del sonetto 116 di Shakespeare. Ma il succo era che l’atto d’amore doveva essere finalizzato alla procreazione.
Poi sono andato allo stand del Movimento per la vita. Lì nessuna citazione di poeti inglesi, ma una perfetta chiusura ad ogni dialogo, che sconfinava nel fanatismo.
Dunque credo occorra combattere su due fronti, cercare di contrastare la narrazione delle chiesa e opporsi “sul campo” alle violenze perpetrate da sedicenti attivisti religiosi.
E’ quello che si prova a fare, Valberici. Ma le donne che lo stanno facendo pagano prezzi anche personali altissimi, in questo clima e con questa aria.
La testimonianza finale è qualcosa di allucinante, mi ha fatto venire in mente il corrispettivo in questo tipo, che è disgustoso ma sa di esserlo http://youtu.be/H3_jywbi6Gw
Valberici: sedicenti è la parola giusta. Quello che fanno codesti cosiddetti “prolife” non ha nulla di cristiano. In nome di equivoci obiettivi politici e sociali perpetrano violenze ben peggiori di quelle che sostengono di combattere. Ed infatti gli squadristi fascisti che tornano a mettere il naso fuori ci si trovano dentro benissimo (spero di non dover spolverare il fucile del nonno).
Invece col primo punto non sono d’accordo. Non importa quanto sia potente ed autorevole, se uno vuol portare avanti un immaginario con mezzi civili (tu stesso hai parlato di “bellissima esposizione”) deve essere libero di farlo. Cosi come la gente deve essere libera di non ascoltarlo, se non gli va o se non riescono a vivere quel messaggio (cosa che infatti puntualmente accade, la stragrande maggioranza delle persone che sinceramente si dicono cristiane, vivono una sessualità non basata sulla castità).
Se uno vuole spendere dei soldi (non pubblici, intendiamoci) per un consultorio privato, finchè quel consultorio non commette pratiche illegali sono fatti suoi.
Quindi se pensi di contrastare la narrazione dellla chiesa va benissimo, ma è qualcosa di diverso da un “coombattimento” (termine che invece mi sento di condividere nel caso dei “movimenti per la vita”).
Il clima è raccapricciante. Andando oltre la denuncia e le esclamazioni di ribrezzo che questa orda di ignoranti violenti non può non suscitare, è necessario mettere in campo strumenti per difendere e se possibile incrementare il bassissimo tasso di laicità di questo paese. E l’unico strumento possibile è l’impegno politico. La laicità si difende, con i fatti, all’interno dei meccanismi dello stato: laddove le leggi si fanno e anche dove si applicano. Una eventuale revisione della 194 è una scelta politica, così come lo è il depotenziamento dei consultori e il rifiuto strisciante di erogare il servizio di IVG attraverso l’uso strumentale dell’obiezione di coscienza dilagante. Quindi è necessario esprimere gente determinata che si sieda in Parlamento e in tutti gli altri luoghi di rappresentanza, dai consigli regionali fino a quelli di municipio. E, anche se le posizioni grottesche di personaggi come Garavaglia e Binetti non incoraggiano, mi aspetto che un contributo fondamentale possa venire da una maggiore rappresentanza femminile, trasversale agli schieramenti. In fondo, la maggior parte delle donne ha piuttosto chiaro quale sia il proprio interesse: è l’ora di andarlo a presidiare dove è più minacciato. Se avessi un megafono, griderei a tutti i laici di sgomberare subito il campo dagli ostacoli che si frappongono all’impegno politico femminile. E griderei a tutte le donne di mettere da parte tutti gli imbarazzi e le timidezze rispetto alla politica. Una chiamata alle armi. Perché è una guerra quella che si sta combattendo.
Si Loredana, pagano prezzi altissimi, e necessario che siano supportate molto di più da noi maschi.
Paolo E.: si, non a caso ho usato la parole sedicenti…ma occorrerebbero prese di distanza nette da parte della chiesa cattolica. Riguardo al combattimento è solo un modo di dire, non voglio certo fare la guerra 😉
Un appunto importante, che mi sta nella penna da parecchio tempo. Mi porterà un pochino OT, ma credo che sia così importante da postarlo lo stesso. Scorrendo le foto on line della manifestazione ho visto che la 194 non era l’unico obiettivo: si parlava anche di fecondazione assistita. Qui e nella maggior parte degli altri luoghi in cui il movimento trova espressione invece non se ne parla mai. Il tema era del tutto assente anche dal manifesto fondativo di SNOQ. Ma perché? L’attacco al diritto di essere genitori nei modi che liberamente le persone decidono di scegliere è forse meno importante di quello al diritto all’IVG? Avete idea di quale sia lo stato di solitudine, abbandono e angoscia in cui si è ritrovato chi ha deciso di percorrere quella strada prima che i giudici smontassero quell’attentato alla vita e alla salute che è la legge 40, ancora vigente in tante sue parti?
Quando si parla di cercare gli uomini e dialogare con loro è perché giustamente si percepisce che questi temi, come anche quello della violenza, sono dolente patrimonio di tutti noi, donne e uomini. E allora perché si ignora questo ricchissimo giacimento naturale di sensibilità maschile rappresentato da chi, insieme alla propria compagna, ha combattutto o combatte questa asprissima battaglia? Quello è un contesto in cui le coppie si impegnano e lottano insieme, fianco a fianco, in cui non è dato essere avari di sé, in cui noi uomini, tranne casi rarissimi, siamo potentemente chiamati in causa e non ci è concesso di evadere la richiesta, perché è in gioco anche la nostra identità, il nostro desiderio, il nostro futuro e quello della coppia. Tanto che spesso è proprio dagli uomini che parte la domanda. Si vogliono coinvolgere uomini amici, o quanto meno sensibili ai temi della laicità e alle questioni di genere? Qui ce ne sono parecchie migliaia. Vero è che possono farsi avanti anche senza essere chiamati, ma decidere finalmente di infilare nelle innumerevoli questioni che si toccano – non tutte di vitale interesse, se mi è consentito – anche quella particolare questione che sta loro particolarmente a cuore sarebbe senz’altro un buon modo per tirarli dentro. Oltre che per prendere finalmente posizione in una battaglia che trovo singolare sia stata lasciata quasi completamente alle limitate risorse materiali ed emotive dei singoli.
A me la cosa che fa più paura è l’integralismo di certe posizioni.
Persone che mentre marciano con i bambini urlano “assassini” ad altre
Gente che tra le righe mi fa capire che difendendo la 194 sono complice di un omicidio. E ieri sono incorsa in parecchi di questi episodi.
Queste manifestazioni non sono da sottovalutare. C’ è veramente un’aria preoccupante.
Per quanto riguarda la Garavaglia il Pd dovrebbe chiarire visto che è una senatrice del loro partito.
Ieri non ho sentito una parola da parte di Bersani o Finocchiaro in merito nonostante qualcuno,compresa me, ha richiesto loro un parere.
A dir la verità tutta la politica si è espressa poco ieri. Alcuni erano alla marcia,altri latitanti.
E’ proprio in questi momenti che chi rappresenta le istituzioni deve farsi sentire in merito.
Questo non parlare mi dà da pensare che spesso si ritenga opportuno tenere una posizione defilata per non pestare i piedi alle gerarchie ecclesiastiche.
E non va bene.Perchè la marcia per la vita scoperchia problemi molto più seri e profondi che le istituzioni devono affrontare e da cui nessuno si può chiamare fuori.
Maurizio: condivido pienamente che queste problematiche le devono affrontare uomini e donne insieme, sia per quel che riguarda l’aborto (dove la figura del padre a grave torto non viene considerata un elemento importante dello scenario da nessuno, nè dal movimento per la vita nè dai suoi oppositori) che per quel che riguarda la fecondazione assistita.
Sulla fecondazione assistita devo dire che questo pseudo clericalismo è ancora più colpevole perchè una spinta in avvanti in quuesta direzione di fatto promuove la vita, anzichè sopprimerla.
Devo però anche fare la doverosa distinzione che mentre un’azione coraggiosa sulla fecondazione assistita è doverosa per aiutare le coppie in difficoltà, questo non si può dire per la fecondazione eterologa, che a mio parere è una mostruosità.
In parallelo con la ricerca sul genoma, mi vengono in mente sinistri fanntasmi supermercati del DNA pronti a pagamento per i figli (“vuole un bel cromosoma ariano, alto biondo occhi azzurri mascella volitiva? Subito signore”)
BRRRRRRR….
@Paolo: davvero non è questo il luogo per discutere di fecondazione assistita e quindi qui mi taccio, anche perché l’avevo evocata in qualità di “collante” tra generi, e non per entrare nel merito. Ma quanto mi infiamma sentir parlare anche persone come te, che dai commenti che fai sembri dimostrare una certa sensibilità, di “mostruosità”. Per pura ignoranza, perché quello che dici non sta né in cielo né in terra. Mi piacerebbe che un giorno Loredana volesse dedicare un post al tema, avrei parecchie cose da dirti. Ma non oggi, andremmo troppo fuori.
Maurizio: ovviamente la scelta della mia parola è motivata ma hai assolutamente ragione. Non è questo il luogo nè il momento.
@ Paolo E
Secondo me confondi i livelli. E’ giusto che la legge, in caso di interruzione volontaria di gravidanza, non consideri altro che la parola della donna. Riesci a immaginare le complicazioni? Ma credo che nel privato molte coppie ne discutano insieme. E questo aspetto non può essere normato, come molte questioni relative alle relazioni.
@ Tutti
Sarà troppo fuori moda organizzare – senza patrocini del comune – un corteo, una manifestazione in difesa della 194 o, come preferisco dire, del diritto di scelta?
Sono fanatici fascisti.
Sono disgustata. Provo una grandissima rabbia.
Alemanno ha deciso di suicidarsi politicamente ieri.
La senatrice Garavaglia è espressione di questo PD che NON si può definire Sinistra.
Per fortuna siamo in Europa, nel caso dovessi avere bisogno della pillola del giorno dopo o della ru480 mi vedrò costretta ad andare in paesi vicini CIVILI.
Rimane il fatto che tutto questo va contro la legge, volontari infiltrati, violenze picologiche, negazione dei propri diritti e soprattutto mancanza di rispetto. Sono allibita. Siamo al Medioevo.
Sono sempre più distante da questo paese, mi tira indietro, verso l’ignoranza mentre voglio andare avanti, oltre.
chiedo scusa per l’errore: ru486.
@barbara
una manifestazione in difesa della 194 per me NON è fuori moda, anzi credo proprio sia necessaria al momento.
E’ già stato detto mille volte, lo so, ma lo ribadisco. Tutto questo comincia a non entrarci più col solo femminismo. Anche gli uomini sono gravemente danneggiati dall’apartheid dei ruoli di genere, e da sempre. Per ora mi sto solo rendendo conto dei fatti e attivando riflessioni, non sono in grado di contribuire con proposte. Quella educativa mi pare una priorità, ma come passare ad azioni incisive in un paese che distrugge l’istruzione pubblica? Buona serata
Una vecchia testimonianza di Don Gallo (uno abituato alla crudezza pratica): http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/23/aiutato_prostitute_abortire__co_0_9811236626.shtml
E’ molto inquietante quanto avvenuto ieri a Roma. Gli anti-abortisti, come ha detto Loredana, guardano agli USA e sperano di diventare qualcosa di simile a quello che c’è là, cioè un gruppo di pressione che fa sì che l’aborto sia davvero un tema di scontro politico. Qui la cosa è ancora abbastanza sotterranea, che fa la differenza nei luoghi di lavoro (nella sanità) ma che non sposta voti.
Ma un simile tema purtroppo, proprio perché chiama in causa le donne e il loro corpo, ci mette poco a diventare un collante identitario in grado di attirare simpatie, a diventare qualcosa che fa la differenza, che delimita un confine morale. E’ facile per le destre – incapaci, così come i vari centri, di dare una qualunque risposta alla crisi economica – fare bandiera di un tema del genere. E a fare le spese di tutto questo sono ovviamente le donne.
Io spero solo che la scelta “americana” di questi miliziani per il terrore intimidatorio e il registro horror si ritorca contro di loro come un bel boomerang. Spero che la maggioranza si nausei dei toni clerico-nazifascisti per cui la risposta a tutto è riportare le donne a casa a fare 15 figli ciascuna.
non so se la cosa sia stata oggetto di discussioneo se sia pertinente all’argomento in questione,ma recentemente leggendo “vertigine”,di Elizabeth Wurtzel,ho colto uno spunto in cui si parlava che negli stati uniti esiste la possibilità di abortire con un’operazione chirurgica tradizionale perfino intorno al sesto mese.E da quel poco che sono riuscito a scovare su internet non ho ben compreso se si tratta di un disegno di legge mai portato avanti o di una concreta opportunità.Se per caso non avessi frainteso sarebbe l’occasione per dire ai fanatici di cui si ciarla che quando la ragione dorme e il dibattito sfiora l’isteria,i risultati possono portare persino all’orrore di cui si tratterebbe,se la notizia fosse effettivamente confermata come non priva di veridicità(vedere alla voce ‘aborto a nascita parziale’ e dintorni.Per me è lettura quasi insostenibile)
L’aborto a nascita parziale è praticato solo per i casi di aborto terapeutico, ossia solo se c’è pericolo di vita per la madre, quindi non è ad accesso libero,c ioè che una si sveglia un mattino, al sesto mese di gravidanza, e va a abortire. In Italia non si pratica nemmeno per gli aborti terapeutici.
*pericolo di vita per la madre o malattie del feto ovviamente.
ah,grazie(meno male.Avevo paura di aver perso per sempre l’appetito)
http://www.trueyogainc.com/Jack%20Johnson%20-%20Upside%20Down.mp3