NON SPRECARE IL TEMPO. UN ARTICOLO DI ATWOOD DEL 2018

Abbiate pazienza, so che non bisogna lanciare una riflessione che sarà lunga il giorno prima di partire per il Salone del Libro di Torino, e sapendo che non potrò riprenderla prima di martedì. Però, alcune cose che sono accadute in questi giorni, ma che accadevano anche prima, che accadono insomma da tre anni a questa parte, mi spingono a lanciare il sasso. Peraltro già lanciato altre volte.
Credo che sia un grosso problema sposare alcune delle dinamiche social per portare avanti battaglie importanti. Intendiamoci, i social sono e restano fondamentali per comunicare, condividere, ritrovarsi. Ma hanno un problema strutturale di cui è indispensabile tenere conto: molto spesso, non aprono alla discussione, escludono l’ascolto reciproco, si trasformano in gruppi d’assalto dove le posizioni dubitative vengono espulse. Visto che sto parlando soprattutto di femminismi, comincio col ripostare qui  un intervento di Margaret Atwood, proprio lei, del 2018. Ma ne riparleremo, a lungo. Ci vediamo a Torino.

“Sembra che io sia una “cattiva femminista”. Posso aggiungere questa alle altre cose di cui sono stata accusata dal 1972, tra cui di aver raggiunto la fama scalando una piramide di teste mozzate  maschili (un giornale di sinistra), di essere una dominatrice votata a soggiogare gli uomini (uno di destra, completo di  illustrazione di me in stivali di pelle con frusta) e di essere una persona orribile che, con i suoi magici poteri di Strega Bianca, può annichilire chiunque sia critico nei suoi confronti durante le cene a Toronto. Quanto sono spaventosa! E ora, sembra, sto conducendo una Guerra contro le Donne, come la Cattiva Femminista misogina e a favore dello stupro che sono.
Che aspetto avrebbe una Buona Femminista agli occhi di chi mi accusa?
La mia idea di base è che le donne sono esseri umani, con tutti i comportamenti puri e demoniaci che ciò comporta, inclusi quelli criminali. Non sono angeli, incapaci di compiere atti illeciti. Se lo fossero, non servirebbe un sistema legale.
Non credo neanche che siano come dei bambini, incapaci di agire o prendere delle decisioni morali. Se lo fossero, saremmo ripiombati nel Diciannovesimo secolo, e non potrebbero possedere dei beni, avere carte di credito, accedere all’educazione, controllare la procreazione o votare. In Nord America ci sono dei gruppi potentissimi che sostengono energicamente queste posizioni, ma di solito non sono considerati gruppi femministi.
Inoltre, ritengo che affinché ci siano diritti civili e umani per le donne sia necessario avere dei diritti civili e umani, punto, incluso quello riguardante un corretto svolgimento processuale; in breve, affinché una donna possa votare, deve esserci la possibilità di votare. Le Buone Femministe credono che solo le donne dovrebbero avere questi diritti? Sicuramente no. Ciò sarebbe solo l’altra faccia della medaglia del vecchio status quo in cui solo gli uomini avevano tali diritti.
Quindi supponiamo che le Buone Femministe mie accusatrici e la Cattiva Femminista che io sono siano d’accordo sui punti succitati. Dove divergiamo? E come ho fatto ad entrare sulla lista nera delle Buone Femministe?
Nel novembre del 2016 ho firmato una Lettera Aperta chiamata UBC Accountable – per una questione di principio, ho firmato molte petizioni – che chiede di  considerare la University of British Columbia responsabile per il disastroso processo a Steven Galloway, precedentemente capo del dipartimento di scrittura creativa, e per il trattamento riservato alle accusatrici. Nello specifico, diversi anni fa, l’università accusò pubblicamente Galloway sui media nazionali, prima che ci fosse un’inchiesta e prima ancora che all’accusato fosse concesso di conoscere i dettagli dell’accusa. Prima che saltassero fuori, Galloway dovette firmare un accordo di riservatezza. L’opinione pubblica – me compresa – era rimasta con l’impressione che quest’uomo fosse un violento stupratore seriale, e che tutti avessero il diritto di attaccarlo pubblicamente, poiché secondo l’accordo che aveva firmato non poteva dichiarare nulla per difendersi. Seguì una valanga di invettive.
Ma poi, dopo un’inchiesta durata diversi mesi, con testimoni e interrogatori, un giudice dichiarò che non c’erano prove valide di violenza sessuale, stando a quanto dichiarato da Galloway attraverso il suo avvocato. Il docente venne licenziato comunque. Ne furono tutti sorpresi, me compresa. L’associazione della sua facoltà lanciò una vertenza, che resta ancora aperta, e finché non sarà conclusa, l’opinione pubblica non potrà avere accesso al verbale e alle motivazioni che hanno spinto il giudice a prendere la sua decisione. Il verdetto di non-colpevolezza irritò alcune persone, che proseguirono con i loro attacchi. Fu a questo punto che iniziarono a circolare i dettagli del fallace processo della UBC, e comparve la lettera aperta.
Una persona imparziale si tratterrebbe dal giudicare qualcuno colpevole fino a che non abbia visto il verbale e le prove di colpevolezza. Noi siamo adulti: possiamo prendere le nostre decisioni, in un senso o nell’altro. I firmatari della lettera aperta hanno sempre avuto questa posizione. I miei critici no, perché avevano già deciso. Queste Buone Femministe sono persone imparziali? Se non lo sono, stanno solo alimentando quella vecchissima narrazione che ritiene le donne incapaci di correttezza e giudizio, e stanno fornendo agli oppositori un ulteriore motivo per negare loro l’accesso alle posizioni decisionali.
Una digressione. Rilevante. Un’altra accusa che mi è stata rivolta è di aver paragonato i procedimenti della UBC ai processi alle streghe di Salem, in cui una persona era colpevole solo perché accusata di esserlo, dal momento che la raccolta e convalida delle prove sfuggiva a ogni possibilità di verifica. Le mie accusatrici non sono d’accordo. Pensano che, in questo modo, le abbia paragonate agli inquisitori delle adolescenti di Salem e le abbia definite ragazzine isteriche. Ciò a cui alludevo è invece la struttura dei processi.
Ci sono, correntemente, tre tipi di “strega” . 1) Chiamare qualcuno una strega, come accaduto a Hillary Clinton durante la sua recente campagna elettorale. 2) “Caccia alle streghe”, usato per implicare che qualcuno sta cercando qualcosa che non esiste. 3) La struttura dei processi per stregoneria di Salem, in cui eri colpevole in quanto accusato. Parlo di questo terzo uso.
Questa formula – colpevole perché accusata – si è applicata in molti episodi della storia umana oltre a Salem. Tende a manifestarsi durante la fase delle rivoluzioni che possiamo chiamare “Terrore e virtù”: qualcosa è andato storto e ci deve essere un’epurazione, come nella Rivoluzione francese, le purghe di Stalin in URSS, il periodo delle Guardie Rosse in Cina, il regno dei generali in Argentina e i primi giorni della rivoluzione iraniana. La lista è lunga e sinistra e destra si sono accontentate entrambe. Prima che “Terrore e virtù” finisca, moltissimi sono caduti nel dimenticatoio. Sto dicendo che in tempi come questi le solite regole dell’evidenza vengono aggirate
Cose come questa sono sempre fatte nel nome di un mondo migliore. A volte effettivamente portano questo risultato, almeno per un po’. A volte sono usate come scusa per nuove forme di oppressione. Per quanto riguarda un certo giustizialismo – condanna senza processo – ha inizio in risposta a una mancanza di giustizia – o l’intero sistema è corrotto, come nella Francia prerivoluzionaria, o non ve n’è alcuno, come nel Selvaggio West – e le persone prendono quindi la situazione in mano.
Una giustizia sommaria temporanea e comprensibile può trasformarsi in una consuetudine al linciaggio culturalmente solidificata, nella quale i metodi della giustizia disponibili vengono gettati fuori dalla finestra e strutture di potere extra-legali sono istituite e mantenute. Cosa Nostra, ad esempio, ha avuto inizio come forma di resistenza alla tirannia politica.
Il peso assunto dal fenomeno #MeToo è il sintomo di un sistema legale spezzato. Troppo spesso, le donne e altri accusatori di abusi sessuali non sono riusciti ad ottenere un’udienza imparziale nelle istituzioni – comprese le strutture aziendali – quindi hanno utilizzato un nuovo strumento: internet. Le stelle sono cadute dal cielo. È stato molto efficace, ed è stato un campanello d’allarme imponente. E adesso? Il sistema legale può essere riparato, o la nostra società potrebbe sbarazzarsene. Istituzioni, corporazioni, e posti di lavoro possono fare pulizia, altrimenti cadranno altre stelle, e anche un bel po’ di asteroidi.
Ma se il sistema legale viene aggirato perché è considerato inefficace, cosa prenderà il suo posto? Quali saranno i nuovi mediatori politici influenti? Di certo non le Cattive Femministe come me. Non siamo accettabili né per la destra né per la sinistra. In periodi di estremi, vincono gli estremisti. La loro ideologia diventa una religione, chi non la segue è considerato un apostata, un eretico o un traditore, i moderati che stanno nel mezzo vengono annientati. Gli scrittori sono particolarmente sospetti perché scrivono di esseri umani, e le persone sono moralmente ambigue. L’obiettivo dell’ideologia è eliminare l’ambiguità.
In tutta questa vicenda, gli scrittori si sono scagliati uno contro l’altro, specialmente da quando la lettera è stata distorta dai suoi detrattori e diffamata come se fosse una Guerra alle Donne. Ma adesso, io invito tutti – sia le Buone Femministe che le Cattive Femministe come me – a smetterla con queste sterili discussioni, ad unire le forze e a puntare i riflettori dove sarebbero dovuti essere puntati sin dall’inizio – alla UBC. Due accusatrici si sono espresse contro il procedimento della UBC. Per questo andrebbero ringraziate.
Non appena avviata dalla UBC un’inchiesta indipendente per le sue stesse azioni – come quella condotta di recente alla Wilfried Laurier University – con l’impegno di renderla pubblica, il sito UBC Accountable sarà servito al suo scopo. Che non è mai stato quello di schiacciare le donne. Perché responsabilità e trasparenza sono state ingiustamente accusate di essere antitetiche ai diritti delle donne?
Una guerra tra donne, invece di una guerra alle donne, è sempre gradita a chi augura loro il peggio. Stiamo vivendo un momento veramente importante. Spero che non venga sprecato..”

Un pensiero su “NON SPRECARE IL TEMPO. UN ARTICOLO DI ATWOOD DEL 2018

  1. Come disse Roosvelt, parla bene e portati un grosso bastone, andrai lontano. E il mio bastone è talmente grosso e pesante che la traiettoria per cancellarvi dalla faccia della Terra durerebbe un istante, ma ci metterei una vita a spiegarla in tutti suoi dettagli, quelli che impongono e si basano sull’evidenza. Meglio che non me lo facciate usare

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