NOSTALGIA CANAGLIA

Non c’è nulla di innocente, a mio parere, nel filone che corteggia gli anni Cinquanta e Sessanta nei serial televisivi americani e nella pubblicità nostrana. Giovanna Cosenza non è la sola ad aver sgranato gli occhi davanti ai cartelloni con le pubblicità dei 4  salti in padella Findus (l’argomentazione dell’agenzia, “è ironica”, è sinceramente insopportabile: l’ironia non è lo scudo per giustificare ogni scelta).
Il confortevole arcaismo del passato, temo, riguarda soprattutto le donne, ma gli uomini non ne sono estranei. In uno degli ormai innumerevoli siti che organizzano le Nozze Perfette appaiono rubriche dedicate a Mr. & Mrs. Right che pescano (ironicamente e provocatoriamente, sia chiaro) negli stereotipi più antichi.  In una Roma alluvionata e disastrata un ospedale (il Santo Spirito) spalanca le porte a Mediaset per il parto di una starlette dei reality (perchè la maternità è anche un must della notorietà). Le nozze dei reali inglesi hanno provocato un terremoto emotivo fra ragazze e bambine (in un forum di dodicenni si sognava sul principe azzurro come se il tempo non fosse mai passato).
E a proposito di bambine: non conoscevo il video che mi ha segnalato Paola ma un pizzico di sgomento me lo ha suscitato.
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33 pensieri su “NOSTALGIA CANAGLIA

  1. Il principio di bebè gloton è quello di uscire da un’immagine dell’allattamento “solo artificiale”.
    Le bambine crescono a suon di cicciobelli allattati con biberon di plastica rigida, non sanno più (perchè non lo vedono manco nella vita reale) cosa sia allatatre al seno.
    Ora è già allucinante la premessa. Non si stratat di un gioco, ma di una palestra. Di fatto le bambine quando giocano con le bambole si stanno “allenando” a fare le mamme un domani.
    Esattamente come i loro coetanei maschi, fingendo di fare i piloti d’aereo, i polizziotti, i meccanici, si stanno allenando a fare i padri del futuro.
    Ancor più inquetante è l’aggeggio, quel coso simile a un reggiseno con due margherite al posto dei capezzoli. In quel seno deforme e piatto leggo tutta l’ipocrisia di bebè gloton.
    Ossia: se allattare al seno è cosa buona e naturale, se un seno pieno di latte non è oggetto di brame sessuali… perchè non fare come i pupi di plastica con i loro biberon fedeli riproduzioni dell’originale?
    Perchè cioè non prevedere un seno simile all’originale, magari taglia quarta o quinta, con capezzolo sporgente e areola scura?
    Cosa c’è di più sano e naturale di una bimbetta di 4 anni, magari seduta su una panchina del parco, che allatta il suo piccolo bambino di plastica con un seno finto? Uguale per fedeltà di riproduzione al biberon che somministra la sua amichetta al suo pupazzetto?
    4 salti in padella in confronto a bebè gloton è l’avanguardia del femminismo…. 🙂

  2. Il video è orripilante. Mi viene in mente la riflessione di mia moglie in merito alle pubblicità che passano su Rai Yo Yo, canale preferito dei nostri due bambini (entrambi maschi, di questi tempi forse è una fortuna). Lei osserva che i modelli proposti alle bambine sono sostanzialmente di due tipi: uno velin-zoccoleggiante, con pose e abitini provocanti già in età infantile; l’altro materno e casalingo, con bambole tipo quella del video e principe azzurro al fianco. Come dire: ragazze, mettete a reddito le vostre grazie non apppena potete e accalappiate il tipo giusto, che poi vi aspettano le gioie della maternità e una tranquilla vita da soprammobile di lusso. Ma sono mai finiti qui da noi gli anni cinquanta? O sono tornati?

  3. Il prodotto “Bebè gloton” mi fa senso, non mi passerebbe mai per la mente di acquistare una cosa del genere per mia figlia e vorrei conoscere di persona chi davvero lo fa. Ma vende?

  4. aggiungerei la copertina del nuovo (!!!) Amica:
    http://3.bp.blogspot.com/-R4HBmYn_nI8/TqExkwMFV8I/AAAAAAAACaY/zOtgN54lXAA/s1600/img+047.jpg
    E qualche titolo dall’interno: “Casalinghe al potere – forse una top model non si trasformerà mai in angelo del focolare ma tante donne lo farebbero volentieri”
    “In amore vinco così – con una pasta al sugo perché nessun uomo resiste a una donna in cucina”
    “Eva Herzigova: mamma è bello – sono mamma e mi sento ancora più donna”.
    Ironia? no, stavolta neanche fanno finta. Backlash conclamato.

  5. Sono spaventata e arrabbiata. Spaventata dall’incoscienza della maggior parte dei genitori e arrabbiata dal potere ipnotico che certe pubblicità hanno sui bambini

  6. alle segnalazioni di Laura b. aggiungo questa:
    http://weknowmemes.com/2011/10/fuck-society-this-is-more-attractive-than-this/
    La foto gira su facebook… e dovrebeb essere uno dei tanti manifesti di liberazione femminile.
    Siamo arrivati a ridicolizzare il modello donna taglia 38 con uno stereotipo odioso degli anni 50. La Monroe non era solo bionda (finta) e tettona (piacevano le formose), ma nei suoi film era pure un po’ svampita e oca (come piaceva allora).
    Che poi scusate… ma chi ci dice che la tizia di destra non sia così per sua natura? E per natura intendo metabolismo ma anche stile di vita (magari fa tanto sport, una vita frenetica ecc…)

  7. In un commento a un vecchio post, Zauberei scrisse considerazioni molto sensate su giochi e genere. Purtroppo non sono in grado di riprodurle – rischierei di travisare un pensiero complesso quindi spero passi di qui. Il salto però rispetto alle vecchie bambole c’è tutto. Sono della generazione cresciuta a Cicciobello, Teresa e altre bambolette ma esse non si prestavano solo all’imitazione del materno – non avendo gadget d’accompagno. Le bambine ne potevano fare anche un uso alternativo. Questa invece ti inchioda – la puoi solo allattare e ti devi anche mettere le finte tette. Mi pare assolutamente identico ai trucchi che sessualizzano precocemente le bambine. Mi sa che tocca rivalutare la Barbie -)
    Sì comunque la vendono ma in Italia non è ancora arrivata.

  8. @gekina
    a parte che Marylin non era uno stereotipo odioso, ma un’attrice e nella sua carriera non ci sono solo commedie ma anche film come Niagara e Gli Spostati, quello dell’ “oca bionda” è una semplificazione, basta guardarsi i bellissimi film di Billy Wilder per rendersene conto. Chiedo scusa per l’ot, so che il cinema non è l’argomento..ma non ho resistito

  9. Secondo me, non c’entra molto il “modello” fisico alla moda, il problema e’ la costrizione.
    Sia negli anni ’50/’60 che adesso, i due modelli di donna sofisticata/longilinea (tipo Audrey Hepburn) e formosa/sensuale (Marilyn Monroe e’ un ottimo esempio) si contrapponevano – una era la moglie e l’altra l’amante. Il problema e’ che, appunto, questa divisione riflette una concezione puramente esornativa delle donne in cui un “modello” e’ scelto come uno scopo e uno con un altro (come si puo’ avere una smart per girare in citta’ e il suv per le scampagnate).
    Che si torni a questo (ma si e’ mai abbandonata l’idea, dopotutto?), lo trovo abbastanza avvilente

  10. No, io credo che di questa “nostalgia” non faccia parte la contrapposizione dei modelli estetici (@Gekina anche molte donne hanno “naturalmente” addosso quella carne che viene molto più spesso messa all’indice -ogni volta si arrabbia a turno chi rientra in uno o nell’altro modello, il problema è proprio non imporre un modello)
    Negli esempi che ho fatto le casalinghe e le mamme modello hanno pure il fisico da top model.

  11. @ Paolo1984,
    perdona ma su “A qualcuno piace caldo” (film bellisismo) la Merylin non brillava certo di intelletto.
    Non è un male, esistono le grasse e le magre, le dementi e le intelligenti.
    Quello che mi premeva sottolineare è questa ossessione tutta femminile per il corpo. Nel bene e nel male.
    SUlla foto che ho lincato. éerchè non mettere, che so, una Margherita Hack e una bellona…. coe a dire… il cervello, il carattere seducono di più.
    Ma ancora meglio, perchè buttarla sulla seduzione?
    Forse bisognerebbe inizare a far girare una fotina dove a sinistra c’è scritto “Francamente me ne infischio” e a destra una ossessionata dall’aspetto.
    Laura a. certo che esistono le grasse, le leggermente sovrappeso, le grandi obese. Come le magre, le longilinee, le anoressiche. Le vere bionde e quelle tinte. E tutte le variranti naturali e artificiali possibili. Ma il punto che volevo sottolineare era un altro.
    @ Barbara,
    ricordo che negli anni settanta hanno fatto capolino i primi bikini per bambina. Mia sorella a setet anni ne voleva uno. Mio padre era veramente scandalizzato e si è fermamente opposto… ma alla fine lo hanno regalato a mia sorella le mie zie.
    Oggi vedere bambine di otto anni piatte come tavole con i bikini è considerata la normalità. FOrse in futuro sarà normale vederle ondeggiare sui tacchi (esistono le scarpe con tacco per bambina) e allatatre una bambola con seni posticci.
    Ancora una volta ringrazio la tombola biologica che mi ha fatto dono di un maschio….

  12. Sulla Hack. Mi risulta che da giovane fosse una bella donna. ANcora meglio dunque…. intelligenza, cultura, carattere resistono alle ingiurie del tempo. Il corpo naturalmente invecchia, lo spirito a volte no…. direi che investire sul secondo è uno spreco di energie e di intelligenza…

  13. Sabato scorso, compleanno di Sara, 7 anni. Invitati vari, classe nuova, mamme (solo mamme. Di papà ne ho visti un paio al recupero figli) che riempiono mia figlia di robe color turchese, rosa, malva, cuoricini, cotillon, la scatola per fare le collanine, libri sulle winx, etc. etc. Solo a guardare quella roba m’è venuto il diabete tanto era zuccherosa.
    Il regalo preferito da Sara? Dapprima ha scartato tutto con gioiosa sufficienza. Poi s’è esaltata quando ha visto la pistola per la colla a caldo (adora fare lavori artigianali).
    (quando ci morì un pesce rosso Sara non pianse. Decise che potevamo aprirlo in due e vedere com’era fatto dentro. Non oso immagina di cosa sarebbe stata capace se le avessero regalato quella bambola).

  14. @gekina
    Speriamo proprio di no, che lo scenario apocalittico non si verichi. Senno a che serviamo noi qui a fare da cani da guardia?
    Educalo bene questo maschietto 😉 Che si arrabbi anche lui quando vede queste bestialita’, pur non essendo femmina
    PS Il tuo blog e’ molto bello. Complimenti!

  15. Gekina
    *Ancora una volta ringrazio la tombola biologica che mi ha fatto dono di un maschio….*
    Anch’io la pensavo così, mi sono in parte ricreduta. I luoghi comuni impazzano oltre che a scuola -vedi le festicciole- anche tra i papà più illuminati. Molti di loro sono nati negli anni 60 da famiglie per lo più tradizionaliste, lavoro duro e impopolare quello di smontare pratiche e idee consolidate.
    Quando regalai al mio treenne un passeggino per il suo bambolotto, il mio compagno era “spaventato” all’idea di uscire al parco, provvisto di tale arnese…
    Infatti ha svicolato alla grande! 😉

  16. @ Barbara F,
    grazie. Il blog mi impegna molto ma ne vale la pena 🙂
    @ Miriam…
    ah ah ah! Pure il mio adora il passeggino giocattolo. Ma in realtà adora spingere cose con le ruote (e infatti quando era più piccolo toglieva sempre il ytelino).
    Ora invece spinge il passeggino per imitare la sua mamma. Sopra ci metet di tutto: bam,bolotti, pacchetti di sigaretta, litri di latte…
    E pure a me alcune persone mi fanno notare i pericoli di certi giochi troppo femminili.
    Una volta gli stavo mostrando un albero con dei fiori bellissimi (lui era tutto eccitato e voleva toccarli). Un’anziana si avvicina e mi dice che percarità signora, non lo faccia che i fiori se poi gli piacciono possono provocare devianza…
    E poi un bambino, un suo amichetto di aprco… che sommessamente mi ha confessato che a lui piacerebbe avere una maglietta di Hello Kitty ma che non può perchè è da femmine. E che non era giusto perchè sua sorella una volta si è messa la sua di Ben….
    Povere stelle… come siamo bravi a rovinarli!

  17. Eh, Gekina il pargolo adesso ha quasi 7 anni e sto (stiamo?) tenendo duro.
    Hello Kitty (originariamente non era solo rosa) era una sua passione fino all’ingresso della scuola dell’infanzia. A dicembre codificata come “cosa da femmine”.
    Hai ragione, povere stelle.

  18. @gekina
    su a qualcuno piace caldo: certo sugar non era una scienziata ma non mi pareva neanche una cretina, vabbè abbiamo interpretazioni diverse, chiudiamola qua su Marliyn.
    Sinceramente infischiarsene dell’aspetto lo trovo sbagliato come l’ossessione…sono due estremismi e poi nessuno in realtà se ne infischia del suo aspetto dato che è la prima cosa che noi vediamo negli altri e gli altri in noi (anche quando decidi coscientemente di avere un look più “trascurato” non te ne stai infischiando).
    investire solamente sul proprio corpo tralasciando la mente è certamente uno spreco e un errore (ma sarà giusto poi separare nettamente corpo e mente?), certo dipende anche dal tipo di vita e lavoro che fai: c un astrofisico/a avrà meno necessità di investire sul proprio corpo rispetto a chi lavora nello spettacolo o nella moda

  19. Legandomi a gekina sulla storia delle magliette io combatto una battaglia da sempre! come si faceva un tempo (nella mia famiglia si fa ancora adesso, credo e spero anche in altre) le mie zie mi passavano i vestiti smessi dei miei cugini, di conseguenza nelle foto sono una bimba bionda e magra con una bella maglia gialla di Hulk su cui campeggia la scritta “Ivano”, non c’è nulla di male e non mi sembra che “l’evento” abbia avuto su di me ripercussioni gravi!! peccato però che quando, dopo di me, nacque un maschietto la mia lotta per fargli indossare la maglia degli orsetti del cuore con il mio nome fu vana! mi vendicai facendogli passare interi pomeriggi a giocare con le bambole e le barbie, anche se a essere sinceri la nostra attività preferita era costruirgli e arredargli una casa diversa ogni volta, oggi se è un sereno architetto trentenne lo deve anche a me e alla mia battaglia contro i giochi sessisti!!!

  20. paolo dai… quando dico fregarsene intendo non farne l’unica arma di seduzione. Io mi faccio i colpi di sole e m trucco un po’. Del mio aspetto me ne frego ma con moderazione….

  21. Paolo tu confondi la cura di sé (e ciascuno ha la sua) con i modelli estetici. Qui nessuno vuole negare come possa essere divertente e piacevole truccarsi, profumarsi e scegliersi i vestiti a suo gusto. Costruirsi un’estetica insomma. Stiamo dicendo che si vede un solo tipo di donna per di più anche con la stessa propensione per i vestiti, la biancheria e il trucco. Poi i lavoratori/trici del mondo dello spettacolo devono investire anche nella testa – un’attore di una certa bravura non può vivere avulso dalla cultura. E la Montalcini (che si conservi a lungo) commissionò a Cappucci l’abito per andare a prendersi il Nobel. Il punto è che a forza di bambole da allattare, tette da rifare, salti in padella da spignattare rischiamo di non avere più né attrici né scienziate. Solo madri totalizzate.

  22. A proposito di nostalgia degli anni ’50-’60: tempo fa riflettevo in un altro forum come il personaggio di Berlusconi risulti benvoluto (forse bisogna parlare al passato, ma mi tengo nel dubbio) proprio perché, per qualche ragione, evoca un’immagine rétro dell’Italia della ricostruzione, dell’ottimismo, dell’ingenuità, dell’Italia dove le donne sapevano stare al loro posto, si preoccupavano soprattutto di trovare un marito e non avevano accesso ai pubblici uffici. Sarebbe forse ozioso domandarsi se il fascino di Berlusconi sia la causa o l’effetto di questa nostalgia, però ecco, mi sembra che come macrofenomeno potrebbero essere elementi collegati, soprattutto collegati al “velinismo” anni 2000.

  23. Barbara:) si nel mio post adombravo una posizione che può essere qualificata come reazionaria, qui lo riproposta però più volte. Si secondo me c’è un momento in cui rispettare la differenza di genere così come è culturalmente codificata è funzionale a un sano sviluppo anche in direzione femminista. Quindi per me il problema del filmato non è nella bambina che gioca col bambolotto, e manco nei versi che fa il bambolotto medesimo, ma nello strumento infernale che viene messo addosso alla bambina, una roba da denuncia alla procura dei minori, ossia quella specie di canotta che procura capezzoli finti, che impone alla poveretta di sessualizzarsi precocemente e di fantasticare meno di zero, un incubo.
    Sulla pubblicità mi sono già espressa da giovanna, sarà dittatoriale sarà reazioanria, ma secondo me ha del geniale. ha un target chiaro e colpisce nel segno: e sono le donne che lavorano, costantemente in colpa perchè l’unica cosa che ancora fanno a casa è cucinare e pure de corsa.

  24. @ zauberei… non mi pare tanto una genialata visto che ormai le donne che lavorano in Italia sono poche 🙂
    @ Close lo avevo visto sì. Ma di cosa ci stupiamo? La pubblicità ha nostalgia degli anni 50/60 e in quelle decadi mica si abortiva no? 🙂

  25. “Si secondo me c’è un momento in cui rispettare la differenza di genere così come è culturalmente codificata è funzionale a un sano sviluppo anche in direzione femminista.”
    Credo che un discorso intellettualmente onesto dovrebbe iniziare ammettendo che esistono pochi modelli, disfunzionali a tutto, e non esistono strategie educative per dribblare quei modelli, che non possono essere contraddetti apertamente, in quanto sono soggettivamente e socialmente sanzionati da vergogna e disgusto. Dunque la prima ammissione è che ci si trova in quello che giuridicamente è chiamato ‘stato di necessità’.

  26. @zauberei
    non sono tanto convinta che la pubblicità findus centri il suo target: lavoro a tempo pieno (tra l’altro nella comunicazione), ho due gemelli di due anni e faccio i salti mortali che neanche una trapezista da circo, ma da quando ho visto quella pubblicità ho meno voglia di comprare 4 salti in padella, e sì che ne ho fatto più volte volentieri uso… Io non ci ho trovato niente di geniale e tantomeno di ironico, però forse è un fatto generazionale: una mia collega di 30 anni trova che sia piena di ironia, io che ne ho 46 e ho probabilmente ancora memoria degli strascichi delle importanti battaglie femministe e di come certe cose non fossero scontate, tutta ‘st’ironia non la vedo, anzi. Trovo che sia molto pericolosa la deriva per cui le giovani donne, dando per scontata e acquisita una serie di diritti che in questo paese scontati non sono e non lo saranno mai (vedi per es. l’aborto e l’articolo di cui sopra), si bevano come ironica la messa in scena di un modello anni ’50 in realtà perfettamente funzionale al modello dicotomico zoccola/mamma che nella nostra bella Italia è tornato in auge alla grande. Bah, quasi quasi mi torna voglia di cucinare sul serio…

  27. @Paolo & Gekina: non è questione se Marylin fosse bionda naturale o tinta, oca o astrofisica. E’ che, invece di fare un passo avanti, se ne fanno tre indietro se si cerca di “tornare” a un modello, quello della pin-up, che alle donne causava non pochi problemi…ma forse nella foga della lotta contro la magrezza ce ne siamo dimenticati.

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