OCCHI APERTI, PER FAVORE

Calma, sangue freddo, ragioniamo.
Che il neofascismo stia rialzando la testa, mi sembra difficilmente negabile. Preventivamente, dico di non ricominciare con i discorsi sulla caccia alle streghe: in questo paese, negli ultimi vent’anni (anche trenta) è avvenuta una mutazione del comune sentire. Non riguarda tutti, ma riguarda una buona parte di chi lo abita. E’ avvenuto che si possano esprimere pubblicamente opinioni razziste, sessiste, violente. Nelle aule del Parlamento e sulla stampa (in proposito, date almeno uno sguardo al lavoro di Giornalisti contro il razzismo). In strada. In rete. Ovunque.
Mi sembra difficilmente negabile anche che non pochi nodi stiano venendo al pettine, e che stiano diventando evidenti e pubbliche situazioni fin qui striscianti: se avete lo stomaco, date un’occhiata anche al forum di Stormfront e ai commenti che si susseguono a un testo di Julius Evola sull’America Negrizzata. Questo non è neofascismo: è neonazismo).
In tutto questo, chi esprime critiche, come Femminismo a Sud, sull’operazione di cosmesi fatta negli ultimi anni a proposito di CasaPound, viene demonizzato come estremista. La sento risuonare un po’ troppo spesso, questa parola, e troppo spesso viene attribuita a chi, semplicemente, cerca di raccontare quel che sta avvenendo e ha il coraggio di prendere le distanze da posizioni insostenibili.
Allora: calma, sangue freddo, ragioniamo. E, per cortesia, non foderiamoci gli occhi. Li abbiamo tenuti chiusi per così tanto tempo che non siamo più capaci di vedere?

125 pensieri su “OCCHI APERTI, PER FAVORE

  1. grazie a tutti per la discussione molto interessante, sulla quale non sono in grado aggiungere più di quello che è stato scritto. Mi ha colpito molto e mi ha fatto riflettere l’episodio citato di napoli e le descrizioni di firenze (dei bei tempi andati). Roma è molto diversa. Roma ha un problema con il fascismo e con il razzismo. E’ una città di 3000.000 di persone per cui ci sono (siamo) tanti sinceri antifascisti ma l’aria che si respira non è quella. Nella vita di tutti i giorni mi capita di sorprendermi se qualcuno NON dice una cosa razzista o intollerante e non il contrario. E in questi ultimi casi io ci metto la frasetta per oppormi ma mi rendo conto che la questione è molto più grande. E allora noi romani ci rifugiamo nei numerosi (numerosissimi potremmo dire) spazi “liberati” (centri sociali ecc- lungi da me dare la colpa ai centri sociali) ma la questione rimane tutta lì.

  2. @ Skeight
    a prescindere dalle diverse valutazioni su quell’episodio, a mio parere ingigantito (non è certo la prima volta che un personaggio famoso si becca uova e pomodori, e non mi sembra che a Giannino manchino tribune da cui esprimersi), la similitudine non era tra il loro articolo e la contestazione a Giannino, ma tra svariati mega-flame, scoppi di indignazione a comando che partono nei social network e in un battibaleno alzano enormi polveroni in base al principio anch’-io-dovrò-pur-dire-la-mia-altrimenti-mi-sento-escluso. Sono momenti di idiozia convulsa e mentecattume: tutti a gridare in coro “Vasco merda!” in difesa di Nonciclopedia senza avere la minima cognizione del casus belli etc.
    Il giorno che hanno tirato le uova a Giannino, tutti a dire in coro, senza riflettere nemmeno per un secondo: “Fascisti peggio dei fascisti! Violenti! Questa è violeeeenzaaa! Vergognaaaaa!”. Per aver cercato di riportare l’accaduto alle sue proporzioni, su Twitter ci siamo beccati accuse di stare coi terroristi. Un cretino ha scritto che anche le torte in faccia a Bill Gates o a Murdoch aprivano la via al terrorismo! Ricordo un perfetto tweet di Guia Soncini (non certo un’emula di Ulrike Meinhof): “Se usate tutta la gamma «indignazione! fascisti!» per un attacco che si risolve col lavasecco, non avrete più margini se dovessero sparare.” E’ stata facile e triste profetessa, perché pochi giorni dopo, effettivamente, qualcuno ha sparato, e indovinate un po’? Quelli che avevano aizzato la folla telematica contro i “fascisti” che avevano sporcato il paletot di Giannino non hanno avuto niente di sensato da dire sul fascista (vero) che aveva compiuto una strage razzista. Anzi: senza nemmeno attendere un giorno, si sono impegnati come e più di prima a minimizzare e sdoganare Casapound. Su questo, Jumpinshark è stato im-pec-ca-bi-le:
    Non “siamo tutti CasaPound” (su Il Post)
    http://jumpinshark.blogspot.com/2011/12/non-siamo-tutti-casa-pound-su-il-post.html
    Ed è impeccabile anche il commento che ha lasciato in calce Mazzetta.
    Quindi, come dicevo all’inizio, la similitudine è tra certe dinamiche e certe logiche di rete: all’improvviso, tutti a difendere all’unisono e acriticamente Tizio (Nonciclopedia, Giannino, il Banco Alimentare, Alessandra Di Pietro) e accerchiare Caio (Vasco Rossi, qualche studente lanciapomodori, Wu Ming, Femminismo a Sud), senza sapere un accidente di Tizio, di Caio, dei pregressi, della situazione.

  3. Loredana, a me leggere che queste donne si considerano animaliste, ambientaliste e a favore della 194, mi ha confermato l’inettitudine loro e del loro movimento. Questi vari ismi, se rigorosamente contestualizzati (cosa che i fascisti, storicamente, non hanno mai fatto), farebbero a cazzotti con la loro concezione della vita (icone comprese: sulla maglietta: “Tua madre ha una pelliccia? La mia mamma non più” e alle pareti di casa il ritratto di Benito Mussolini. Ci trovo poca cosmesi) ancora prima che si possano azzardare a nominarli.
    Leggere queste dichiarazioni, dunque, non ha dato il via a nessuna autorizzazione a loro favore.
    Certo, il rischio di cosmesi c’è. Immaginarmi che la lettrice o il lettore sprovveduti possano leggere e pensare: “Ah però, guarda queste signore che cause che sposano!”, mi ha seccata parecchio. In questo senso, ci voleva più accortezza, un dissenso meno circoscritto, che pure ho letto nel finale del pezzo, quando parla della scritta gigantesca nel marmo, saldata nel muro. Una dichiarazione di indirizzo sottile, forse più adatta a un testo narrativo, meno a uno giornalistico.

  4. Ciao Alessandra. Felice di averti qui visto che sul gruppo facebook di SNOQ si sta consumando una discussione che a mio parere andrebbe fatta pubblicamente, in un blog.
    In discussione, per me, non è il singolo articolo, o le conseguenze del medesimo sui lettori. E’ un insieme di scritti e atteggiamenti che è andato avanti nel tempo e che ha fatto quasi di Casapound un fenomeno di costume. Questo era in discussione inizialmente e su questo tutte e tutti, e io per prima, siamo chiamati a riflettere. Da qui alla criminalizzazione di FaS, per me, ce ne corre.

  5. Loredana, ho perfettamente inteso il senso del tuo intervento e sono d’accordo con te. Ma secondo me sono utili anche singoli dibattiti sui singoli articoli, come d’altronde sono nati, perlomeno per quanto riguarda il pezzo della Di Pietro, anche in questo thread.

  6. Esatto.
    Ma si può sempre rimediare. Se tutte “acalassimo le scelle” (come si dice a Napoli), forse potremmo rimediare. E, soprattutto, sempre da napoletana, mi sento di dire che gli “appiccichi” non sono da demonizzare. Le bambine e i bambini ci insegnano.

  7. Appena si esce dalla generica indignazione per un mal-fenomeno diffuso, che trova più o meno tutti d’accordo, e si passa a circostanziare, salta su qualcuno con l’accusa di fare liste di proscrizione. E’ è che proprio è difficile dare un’informazione senza dire il nome di chi ha fatto cosa! e se si parla di più di tre persone, la cosa potrebbe assumere la forma di una lista.
    FaS invece di limitarsi a biasimare in modo generico “giornalisti, intellettuali, personaggi libertari o presunti tali, di sinistra e simili, (che) hanno sdoganato Casapound affinché arrivasse tranquilla a poter esigere di stare sulle piazze”, ci mette i loro nomi e il modo in cui la cosa è avvenuta, sottoforma di intervista, articolo, appello, petizione…e per me questa si chiama informazione circostanziata. Il post certo non è neutrale (nè dovrebbe): il biasimo nei confronti degli autori di queste pratiche è esplicito e ben motivato. Ma non si esorta a nulla, nè esplicitamente nè implicitamente, men che meno a dare loro “una lezione”! Casomai io ci leggo un appello a persone e organizzazioni coinvolte a riflettere sulle contradddizioni e sulle responsabilità di un simile atteggiamento accomodante.
    Che poi sia una lista di proscrizione: certo mi fa piacere venire a spaere se uno scrittore o un quotidiano che seguo ha preso posizione a favore di CPI. Terragni mi concede il diritto di poter avere questa informazione e trarre poi io le mie conclusioni? O meglio rimanere così indignati in generale, tutti insieme appassionatamente? Terragni ribadisce più volte anche nei commenti che è la lista a essere di per sé sbagliata e inutile, paragona quella di FaS a un’altra compilata da terroristi. Ma le liste alla fine sono tutte uguali: a chiarire se una è bene o male basterebbe spostarsi al discorso che le sta intorno. Ma sull’oggetto specifico del post (che non è raccontare di CP ma farlo in modo accomodante e sminuendone la componente fascista, violenta, intollerante ecc.), Terragni non si esprime neanche vagamente.

  8. Ma la fate finita tutte quante? Ma vi volete dare una calmata? Tra chi si erge a paladina senza macchia e senza paura dell’antifascismo militante e chi la accusa di mettere in pericolo la vita delle persone immaginando pallottole non so chi ci fa la figura peggiore. Il posto di FaS si intitolava “Chi ha sdoganato Casa Pound” Chi, capito, Chi. Non cosa, non come, non “Il ruolo dei media e Casa Pound”. Non nascondiamoci perfavore, e poi partiva con un elenco (non vogliamo chiamarla lista, va bene, chiamiamolo elenco ok?) di nomi e cognomi. Primo quello della Di Pietro, che si dichiara antifascista, che magari ha scritto un articolo che non vi è piaciuto, con leggerezza ma da qui a dire che ha contribuito allo sdoganamento di Casa Pound dai su. Avete sbagliato a buttare in rete subito dopo l’omicidio di Firenze quel post, troppa emozione, troppi sentimenti. L’elenco, la raccolta chiamatela come vi pare, di nomi tiene insieme cose scritte e fatte in anni che ovviamente non si ripeterebbero ora. Era da farne una discussione insieme magari prima non da buttare in pasto al web. E la Di Pietro ha sbagliato a rispondere pubblicamente dando troppo risalto al suo coinvolgimento e personalizzando la questione. Questo è quel che succede a non sapere usare il web e i social network, il risultato è l’aggressione a FaS e alla Di Pietro e la creazione di due curve di ultras. FaS è un sito prezioso, molto anzi moltissimo e in nome dell’intelligenza che vi regna, vi prego smettete di parlare di voi stesse e della Di Pietro che è massacrata quanto voi e non ha più risposto. E’ una scena desolante che insulta l’intelligenza e la capacità di fare politica delle donne. Torniamo a riflettere senza indici puntati e dogmi, da femministe e antifasciste perfavore.

  9. Ottimo. Speriamo il meglio allora, e lasciami finire a me questo scambio che, con il mio ultimo commento, siamo arrivate a sette scambi, un numero benaugurante 😉

  10. Glisso l’ottavo commento allora e rispondo a cat. Con un invito. Se leggi i commenti al post di oggi, noterai che la questione esplosa con quella contrapposizione tocca però altri nodi, molto più aggrovigliati. Questo, credo, è ciò su cui dovremmo riflettere e agire.

  11. Ho pubblicato prima di leggerli, mi scuso davvero. E’ che ero affranta dalla piega presa. Lode al vostro scambio (Amitrano-Lipperini) mi ha scaldato cuore e testa, grazie.

  12. Collaborazionismo? Casapound sdoganata dagli Altri, da Alessandra Di Pietro e non so chi altro? Sorry, ma su quale pianeta vivete?
    Noi degli Altri abbiamo semplicemente sostenuto il diritto di chiunque a manifestare. Inclusi i nazisti, gli stalinisti (e ce ne sono tanti), gli estimatori di Osama bin Laden, i paladini del sesso libero anche con i bambini. Proprio tutti.
    Pensate che questo voglia dire sdoganare al-Qaeda e i pedofili e non sdoganare la libertà, che a sinistra di detto sdoganamento, come questo dibattito attesta, è da sempre in attesa? Affari vostri.
    E comunque, fatevi un giro per le scuole e tra i ragazzini. Casapound si è sdoganata da sola. La sola idea che una realtà possa essere “sdoagnata” da qualcuno è semplicemente stupida.
    Sarebbe di un certo interesse, magari, cercare di capire perché una notevole massa di energia ribelle, non omologata, spesso anche anticapitalista, è finita da quele parti invece che a sinistra.
    Questo abbiamo cercato di fare noi degli Altri e immagino che questo cercasse di fare Alessandra nella sua inchiesta. E questo non si può proprio fare restando al riparo dele proprie certezze: noi sempre buoni, loro sempre cattivi.
    Quanto a Paola Concia: se una cultura che tradizionalmente era omofoba rimette in discussione l’omofobia bisognerebbe brindare. Solo dei pazzi intrisi di cultura del ghetto possono pensare il contrario.
    Naturalmente, infine, accusare di prototerrorismo chi ha accusato noi di collaborazionismo è altrettanto demente. Quello delle femmiste del sud invece era effettivamente un conato malriuscito di lista di proscrizione, cosa che io trovo tra le più immonde.
    Ma, come è noto, ognuno ha la propria scala di valori.

  13. Preso atto che questa per me è la settimana delle liste (includendo quelle sull’editoria a pagamento), chiedo ad Andrea Colombo, sommessamente, se ha letto l’intera discussione che si è sviluppata in questa sede.
    Perché ogni volta che si prova a fare il punto su come si informa e come si descrive un determinato fenomeno (e nel post di FaS c’era anche un servizio su Top Girl che ricordo bene e che nel sottotesto solleticava il vecchio assioma di Silvia Plath: tutte le donne adorano i fascisti) viene opposta, come un mantra, la parola libertà, nel caso interscambiabile con censura.
    Ora, nessuno censura. Ma in nome della stessa libertà di informazione credo sia sacrosanto ribadire le proprie posizioni diverse in materia. Anche io credo che “addomesticare” Casapound sia errato (continuo a mantenere il mio distinguo personale perchè ho trovato coraggioso il gesto di Annapaola Concia, ma è una mia posizione e so che differisce da altre, e ci sta). Posso parlare per me: quando si affrontano alcuni argomenti, penso si cammini sul filo di una lama: e bisogna essere più che consapevoli. Cosa che, nel caso degli articoli citati, non sempre è avvenuta. E questo può o non può essere un argomento di cui discutere?
    Altra domanda: perchè, invece, quando si tocca questo tasto la reazione è violentissima?
    Se mi passa il paragone, è come quando si dà del maschilista a un uomo. La reazione è di orrore. O del razzista a qualcuno. Orrore puro. Ed è comprensibile, e potrebbe persino essere salutare. Ma, adesso, che se ne parli, per favore.

  14. @ andrea colombo
    secondo me invece di dare dei “pazzi intrisi di cultura del ghetto” a chi vi ha contestato quella campagna su casapound dovreste invece porvi oggi dei problemi anche alla luce dei fatti di Firenze. Mi sembra evidente che quelle vostre poszioni di legittimare nel dibattito i fascisti vi siano ritorte contro, per questo vi brucia tanto leggere le “malriuscite liste di proscrizione”, perchè mettono in risalto quella vostra scelta tanto furbetta quanto sciagurata

  15. Anche io credo che sia sacrosanto rispettare il diritto di criticare anche in modo molto feroce ed estremo la nostra posizione. Mi senbrava di averlo scritto, ma forse non ero stato abbastanza esplicito. Le tifoserie dovrebbero dare ai nervi anche quando stanno dalla tua parte.
    Per quanto riguarda me, ti assicuro che ero del tutto consapevole di camminare sul filo di una lama. Da molti punti di vista. Che poi sia riuscito a farlo è un altro discorso, ma non mi pare questa la critica che muove chi farnetica di collaborazionismo e sdoganamento.
    Invece sull’addomesticamento non siamo d’accordo. La sola ragione per cui mi interessa CasaPound, che certo non mi piace, è proprio che per i ragazzi è (o appare) non addomesticata. A differenza della cultura ribelle della sinistra. Converrebbe chiedersene le ragioni.

  16. Scrive Andrea Colombo:
    “Sarebbe di un certo interesse, magari, cercare di capire perché una notevole massa di energia ribelle, non omologata, spesso anche anticapitalista, è finita da quele parti invece che a sinistra.”
    Nel mio piccolo, mi pongo pubblicamente la questione da una ventina d’anni, dai tempi di queste riflessioni su ECN:
    http://www.carmillaonline.com/archives/2006/12/002046.html
    Tuttavia, un conto è porsi la questione, e chiedersi come intervenire nelle situazioni di disagio per impedire il proselitismo dei fasci (e diverse situazioni militanti lo fanno, ciascuna a modo suo, criticabile come tutto, ma esistente e da non sottovalutare); tutt’altro conto sarebbe fare iniziative congiunte coi fasci, fare “balotta” con loro, fare lingua in bocca con loro, andare nelle loro sedi a fare “quello di sinistra aperto”, permettere loro di spendere il mio nome come quello di un loro difensore etc. etc. etc.
    Insomma, c’è modo e modo. E’ possibile fare inchiesta sui fasci senza farsi prendere da assurde sindromi di Stoccolma e fascinAzioni.
    Quanto allo “sdoganare”, forse Colombo finge di non capire, e in ogni caso mette insieme cose diverse, come la presenza di Blocco Studentesco nelle scuole e gli intellettuali “di sinistra” che dicono: Casapound in fondo è brava gente. E’ chiaro che quando si parla di “sdoganare” si intende sdoganare a sinistra, seminare confusione e confusionismo, contribuire a spezzare e mettere in crisi la base minima della solidarietà antifascista.

  17. @cat
    alessandra di pietro ha scritto un pezzo. noi su FaS l’abbiamo criticata. Alessandra di pietro è andata su twitter a dire “queste mi vogliono fare menare” aizzando una tifoseria contro di noi. ci sta che possiamo non essere d’accordo ma dire sciocchezze non è lecito, no. tirare fuori accuse e poi ospitare un linciaggio nei nostri confronti sulla sua bacheca facebook (cretine… deficienti… etc etc) non mi pare una mossa intelligente. Noi rivendichiamo il fatto di poter dire “chi” ha firmato articoli che non ci piacciono. dovremmo mettere degli omissis? dovremmo tacere? dovremmo far cadere tutto nel dimenticatoio? altre persone invece ritengono di spostare la discussione contro di noi, pericolose, estremiste, cattivissime, perchè non sanno cosa dire a proposito delle cose scritte e fatte. è un problema loro e non nostro. io discuto di antifascismo, critico te che mi dici cose che non mi piacciono e tu ti metti a dire che ti voglio male. è puro delirio. per non parlare di quello che scrive marina terragni che ci immagina a stilare liste dalle quali prendono spunto terroristi di chissà quale provenienza. un bel massacro mediatico come quello operato contro i no tav e tutti i militanti di questo mondo. tu fai politica e militanza e ti dicono che sei una terrorista. bello scenario. complimenti.
    @colombo
    quello che lei chiama conato è una ricerca militante perché ci piace avere le idee chiare su quello che succede nel mondo. e il punto è che ieri difendevate il diritto dei neofascisti a manifestare in piazza e oggi criminalizzate noi ai quali non concedete neppure il diritto di scrivere su un blog. coerentissima posizione. e in ogni caso le vostre firme per me/noi non sono condivisibili perché siamo diversi ed è questa diversità che non accettate o che lei non accetta. non avete ragione. avete una opinione diversa dalla nostra. con la presunzione di immaginare che chiunque vi dica che avete fatto male sia, come dice lei?, produttore di conati eccetera eccetera. vi piace convivere con i diversi purchè non vi critichino mai? dopodichè mi dica, ed è domanda provocatoria, se lei ritiene di lasciare libertà di espressione anche a “i paladini del sesso libero con i bambini”, ossia i pedofili, com’è che non vi ergete a firma di un appello a favore della libertà di espressione dei boss della mafia? scusa Loredana. resto in topic. a me interessa parlare di antifascismo. far finta che i neofascisti siano un gruppo di boyscout con i tatuaggi un po’ retrò è una buona mossa? deve piacermi per forza? a me non piace. posso dirlo?

  18. Cari, ho firmato l’appello per il diritto di tutti a manifestare a Roma. In altri tempi ho difeso i prigionieri politici di destra quando i loro diritti non venivano rispettati nelle carceri speciali, e l’ho fatto sul “manifesto”. Lo rifarei. Lo rifarò.

  19. Caro Andrea Colombo, mi permetta di chiamare in causa un autore verso i cui lavori ho sentimenti ambivalenti: Alessandro Dal Lago.
    Il suddetto, nel saggio “Non Persone”, descrive efficacemente come nel circuito della comunicazione un fenomeno, in quel caso era il razzismo, non si costruisca mai a partire da una sola sorgente ma sempre nella circolazione tra più punti d’origine: nel caso in questione tra la politica, l’informazione e il “sentire comune”.
    Per questo motivo affermare che l’informazione o la politica non hanno alcun ruolo nell’affermazione di CP come realtà sul territorio nazionale è quanto meno azzardato.
    Penso al caso dello stabile occupato da CP per il cui acquisto il comune di Roma, che in molti descrivono come prossimo alla banca rotta, ha stanziato 12 milioni di euro e il fatto che Manfredi Alemanno sia stato eletto nelle liste del Blocco Studentesco in uno degli organi di rappresentanza studenteschi della capitale non le suggerisce una “strana” correlazione tra questi fatti? Altrettanto strano che pochi giornalisti abbiano fatto questa correlazione, in un Paese poi in cui tutto è casta e il nepotismo fa sempre notizia. E lo stesso discorso vale anche per la Stazione Nord, sempre a Roma.
    Però si sprecano articoli di giornale su questi strani fascisti così umanitari e aperti verso le differenze. Nei centri sociali occupati si lavora coi migranti, gli omosessuali e altri soggetti sociali e politici da molti e molti anni: quando le periferie italiane erano lasciate allo sfascio erano i militanti dei cso a creare reti di sostegno sociale, quando i lavoratori vengono licenziati sono quei militanti che si mobilitano e quando la speculazione colpisce il territorio sono sempre loro a impegnarsi come sanno bene gli abitanti della Val Susa.
    Eppure sui giornali pochissimi, quasi nessuno, ha speso inchiostro per parlare di queste realtà e di questo impegno molto più spesso al loro riguardo si parla di anarcoinsurrezionalisti, di violenti, di potenziali terroristi o al limite di rompipalle come è successo per i ragazzi di Bartleby a Bologna o di Rebeldia a Pisa.
    Lei è troppo intelligente, Colombo, per non sapere che il racconto della realtà plasma l’idea che della realtà noi ci facciamo e non mi pare che io debba chiamare in causa autori noti o meno noti per dimostrare questo assunto che penso sia ormai assodato nel dibattito culturale.
    Sulla questione dell’immaginario, invece, lei ha straordinariamente ragione a dire che CP ha intercettato istanze ribellistiche e antisistema, creando un’estetica di rottura da cui certa (non tutto) sinistra ha voluto ripulirsi. Nessuno nega che ci siano responsabilità anche da parte di noi militanti per la situazione odierna. Come ha fatto giustamente notare altrove in questo blog G.L. questa battaglia non è solo etica, è anche e per molti versi estetica.

  20. Scrive A.Colombo:
    “La sola ragione per cui mi interessa CasaPound, che certo non mi piace, è proprio che per i ragazzi è (o appare) non addomesticata. A differenza della cultura ribelle della sinistra. Converrebbe chiedersene le ragioni.”
    Ora, anche tutta questa enfasi sulla popolarità presunta presso i ‘ragazzi’ di questi fascisti travestiti da new-fascisti sarebbe come minimo da demistificare, e usarla come scusa per aver “sdoganato” questi miseri la dice lunga sul reale pensiero degli sdoganatori.
    A Piazza Navona nel famoso episodio delle bastonature ai pischelli erano talmente MINORITARI in tutti i sensi che se non era per la evidente e documentata complicità dei carabinieri qualcuno di loro poi non lo avrebbe raccontato.
    Oppure pensiamo che il 14 dicembre 2010 e il 15 ottobre 2011 le nuove generazioni erano intrise di casapovndità??

  21. @paola tavella: è un suo problema, non mio.
    Che lei lo faccia oppure no non riguarda la mia coscienza nè la mia fede politica.
    Ciò che riguarda me è il diritto di poter tranquillamente dissentire e la libertà di poter pubblicare ciò che voglio, corredandolo con tanto di fonti e link già esistenti, senza che qualcun* mi calunni sostenendo che voglio armare la mano di non so chi.

  22. @wu ming1
    Io ho anche scritto che capire quanto sopra è del tutto impossibile se si parte dal presupposto che noi siamo sempre i buoni e loro sempre i cattivi. Quello di cui parlavo non c’entra proprio niente col chiedersi come impedire a casapound di fare proselitismo. C’entra col chiedersi come e quando abbiamo smesso di incarnare un immaginario, come dice loredana lipperini, “non addomesticato” e perché una parte della destra estrema lo incarna spesso meglio di noi.
    provom a farmi capire con un esempio, che forse ci riesco meglio. Giame Pintor certo non era un fascista, infatti dai fascisti è stato ammazzato, e altrettanto certamente non plaudiva all’assasinio di Karl e Rosa. Però ha fatto pubblicare “I proscritti” e ne ha scritto una recensione epocale, Il sangue d’Europa. Cercava di capire cosa ci fosse per noi da capire e persino da prendere nella posizione dei Freikorps, non solo di “evitare che facessero proselitismo”. Poi li combatteva, ma che c’entra?
    Sulle trivialità tipo balotta e linguainbocca sorvolo. Diciamo che tu sei di sinistra e io no, così sei contento.
    @cat
    Non mi sognerei mai di criminalizzare voi per checchesia. Accetto e rivendico orgogliosamente la diversità tra gli Altri e voi: ci mancherebbe!! Penso che se qualcuno volesse manifestare a favore della mafia dovrebbe poterlo fare, certo con gli slogan e non con i kalashnikov. Io non parteciperei, cosa che invece farei di corsa se ci fosse una manifestazione contro quella barbarie che è l’art. 41 bis.

  23. @paola tavella: all’indomani della marcia su Roma (che i ragazzi di CP celebrano in un manifesto con le parole “non si ferma la marcia” http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/d5/Casa_Pound_Marcia_su_Roma_1922_2011.JPG) ci fu chi la definì una “goliardata”, poi l’Italia ebbe vent’anni di regime fascista.
    Lei ha firmato un documento come è suo diritto farlo, nel farlo si è però caricata sulle spalle la responsabilità che quella firma comporta. Responsabilità passata, presente e futura.
    Noi critichiamo questa sua scelta, possiamo farlo? Possiamo scegliere i mezzi che riteniamo più opportuni per esercitare questa critica nel rispetto dell’integrità fisica e morale della sua persona? Oppure dobbiamo chiedere il permesso?

  24. Farnetico molto volentieri di collaborazionismo quando si tratta di definire chi, dietro un presunto “libertarismo” aiuta il peggio del Novecento a rifarsi il vestito. La barbarie non è l’articolo 41bis, la barbarie è chi, sulla scia di uno stantio senso di superiorità narcisistica si permette di infangare non solo la memoria di quelli che hanno dato il sangue per il suo diritto di parola (e no, i morti non sono tutti uguali così come Borsellino non è uguale a Brusca) ma anche i tentativi di questo dannato paese di rimettersi in piedi.
    .
    Aggiungo: la destra estrema non ha MAI creato un immaginario, ha sempre distorto l’immaginario altrui, dal fascio littorio a Tolkien, dalla mitologia norrena ai Motorhead fino a Corto Maltese e Che Guevara. Nemmeno questo son capaci di fare.
    .
    In ultimo: mi rammarica notare come, troppo spesso, per le mani di protagonismo di qualcuno gli sforzi di molti vengano frenati. L’unica cosa decente di questi ultimi dieci anni di starnazzamento mediatico è la nascita di un movimento femminista che vedo finalmente non solo trasversale, ma soprattutto concreto nelle richieste e nelle forme di lotta. Francamente sono convinto che la risposta migliore a chi, in malafede a questo punto, vede in una “storyfy” un “incitamento alle pallottole” sia una domanda: “Ma il pallone te lo porti via o ce lo lasci?”
    .
    Errata: mi sovviene che una cosa in effetti il neofascismo ha inventato: il prendersi a cinghiate durante i loro (cadenti) concerti. Pensa un po’…

  25. @andrea colombo
    e chi sarebbero gli anticapitalisti? casapound?
    come diceva Totò “ma mi faccia il piacere!”
    Comunque, in ogni caso, so stati i palestinesi.

  26. “abbiamo semplicemente sostenuto il diritto di chiunque a manifestare. Inclusi i nazisti, gli stalinisti (e ce ne sono tanti), gli estimatori di Osama bin Laden, i paladini del sesso libero anche con i bambini. Proprio tutti.”
    Scusate sarò l’ultima delle poverette ma queste parole mi danno un colpo al cuore. Che ci si batta per dare spazio e dignità a chi dice viva il duce, viva il Zyklon B, dalli gli ebrei e alle razze inferiori (giustificando al contempo tutto quanto di infame è stato fatto in nome di queste stesse idee) per il mio cervello limitato non ha nessun senso. Nel mio piccolo mi pare che visioni politiche basate sulla sopraffazione e discriminazione sistematica di altri individui o gruppi (la pedofilia poi…perchè non per il diritto al commercio di organi allora?) non dovrebbero invece trovare spazio nel dibattitto democratico.

  27. @El Pinta e @Paola Tavella
    Forse la sig. Tavella non ricorda che da quel palco di quella manifestazione da lei sostenuta, il responsabile di Blocco Studentesco definì gli antifascisti che protestarono contro il loro misero raduno “infami come i loro nonni partigiani”.
    Non lo dico io, si vada a rivedere le dichiarazioni di quei giorni o qualsiasi altro video. Contenta lei, contenti tutti.

  28. Non resisto e cito Ennio Flaiano: Esistono due tipi di fascisti, i fascisti e gli antifascisti.
    Battagliaccia di retroguardia se ce n’è una. Dopo il 30 giugno 1960 ha fatto solo danni.

  29. @paola tavella
    Allora sai che ti dico “specchio riflesso!”
    Quando non si hanno argomenti si da spazio alle citazioni.
    Daje pure con Voltaire e il difendere fino alla morte la tua idea che non condivido.
    “Dopo il 30 giugno ha fatto solo danni”. Perché cambiò qualcosa dopo Genova?
    Ah sì, se fossimo stati più lucidi avremmo evitato la stagione delle stragi.
    Qualunquismo a go go.
    E lei ha pure lavorato al Manifesto. Povero Pintor.

  30. Scusate ma davvero qualcuno può pensare che oggi ci siano le condizioni storiche del 22? No, perché c’è un limite a tutto. Ottimo non distrarsi e non abbassare la guardia ma a guardare troppo indietro, e con gli strumenti sbagliati, si produce solo cattivo minestrone.

  31. la risposta che cerca tanto accoratamente il sig. Andrea Colombo a me sembra emergere, almeno in parte, dalle sue stesse righe: perché in molti casi essere di sinistra appare diventato un atteggiamento radical chic (forse ci sono parole migliori per dirlo, ma vado di corsa), svuotata di contenuto – non spiego altrimenti certe affermazioni lette qui sopra, in difesa di tutti e di tutto – anzi, quasi.

  32. Rifacciamo un passo indietro.
    Pogrom a Torino.
    Strage a Firenze.
    Nel secondo caso si accerta la frequentazione dell’assassino con ambienti neofascisti e di destra.
    La reazione è: i rossi mi vogliono picchiare/sparare?
    Qualcosa, perdonate, non torna per pura logica.
    E questo non ha nulla a che vedere con le difese dell’altrui libertà di espressione. Perché è libertà di espressione anche contestare le affermazioni degli altri.
    Ps. Per puro amor di cronaca, interviene su FB – a quanto mi riferiscono, almeno – anche Pigi Battista: “Questi qui fanno la lista di proscrizione dei giornalisti di sinistra che semplicemente hanno chiesto che anche per Casapoundi valesse il principio costituzionale della libertà d’espressione. E’ partito il linciaggio?”

  33. @paola tavella
    visto che giochiamo alla provocazione:
    Non avrei mai potuto lavorare al manifesto perché
    a) sono un proletario e non laureato .
    b) nella vita sono costretto a lavorare davvero.

  34. @barbara: se ti riferisci a me sei fuori strada e di parecchio. Mai detto che oggi ci sono le condizioni del ’22, ma puoi mettere la mano sul fuoco che certi fenomeni storici non si ripresenteranno, magari sotto altre forme?
    @paola tavella apprezzo molto il suo contributo alla discussione, mi ha aperto gli occhi su molte cose

  35. Fascisti, omofobia e “gli altri” * 31/10/09
    Posted on novembre 1, 2009 by maldx
    II puntata di riflessioni sui recenti episodi di omofobia e sullo sdoganamento della destra radicale da parte di alcuni settori della sinistra. In studio Facciamo Breccia, la Redazione di Ror, Maldestra; interventi di S. Aversa (Sinistra e Libertà) e di Andrea Colombo (vice direttore de “gli altri).
    L’audio lo potete scaricare da quì http://ge.tt/8H3jfXB
    oppure ascoltare direttamente quì http://ge.tt/8H3jfXB/v/0
    Questo è un ragionamento fatto già nel 2009.

  36. Ok, allora forse è il caso di far partire una “lista di descrizione” di quello che è successo in Italia negli ultimi 20 anni. Comincio io con i nomi che conosco, se qualcuno vuole aggiungerne degli altri è libero:
    – Auro Bruni
    – Davide Cesare
    – Nicola Tommasoli
    – Samb Modou
    – Diop Mor

  37. si è scomodato addirittura pigi battista. domani troveremo un articolo sul corriere? contro femminismo a sud? per demolirci definitivamente? ma quanto può avere disturbato un post di un piccolo blog per arrivare fino a questo punto? dopo le escort il nemico del paese è femminismo a sud?
    l’ordine dei giornalisti è una gran cosa, l’ho sempre detto.

  38. Loredana, non ci prendiamo in giro. Personalmente delle liste non me ne potrebbe fregare di meno e non penso che nell’averle scritte ci sia niente di minaccioso ma solo molto di patetico e moltissimo di increscioso.
    Però, una volta chiarito che nell’aver scritto quei nomi non c’erano né violenza né istigazione alla violenza, resta che è un modo volgare, rozzo e dogmatico di rapportarsi con chi vede le cose diversamente da te.
    Ti assicuro che è del tutto possibile assumere posizioni anche fortemente critiche senza scadere a quel livello.
    Tra l’altro, non si capisce bene perché se le femministe del sud scrivono la lista dei reporbi stanno esercitando il loro diritto di critica. Se pigi lo esercita a sua volta nei loro confronti fa partire il linciaggio.
    Comunque, tanto per parlare fuori dai denti, il vero problema serio è precisamente in queste liste dei morti che vedo con orrore comparire. Me le ricordo. I nostri morti, e i loro morti. L’obbligo della vendetta. Dobbiamo fargliela pagare. Lo dobbiamo ai compagni. Lo dobbiamo ai camerati. Hanno ammazzato Verbano e noi ammazziamo Mancio. Abbiamo ammazzato Bigonzetti e Ciavatta e loro ci ammazzano Scialabba. I nostri morti, per gli uni e per gli altri, sempre eroi e vittime. I loro porci e carogne.
    La sola domanda che valga qualcosa in più di una chiacchiera da web è questa: cosa aiuta di più a evitare che quella tragedia si ripeta. Secondo me proprio non è la strada imboccata dalle femministe del sud e dalla stragrande maggioranza degli interventi in questo dibattito.

  39. Precisazione: “linciaggio” è parola scritta da Battista nella sua bacheca, grazie.
    Le liste dei morti, a mio parere, sono memoria e non vendetta. Io temo che in molti stiate sovrapponendo il nostro e vostro passato alla realtà di oggi. Che stiate attribuendo intenzioni laddove non ci sono affatto. Che la reazione violenta al post di FaS venga dalla coscienza di quegli anni e di quello che in quegli anni è stato fatto o non fatto. Ancora una volta, i cinquantenni occupano la scena e sgomitano per tenerla.
    Perdonami, io, con le mie chiacchiere da web, la vedo così.

  40. Loredana mia,
    sono d’accordo quasi su tutto. Ma fare elenchi di persone, indicarle in un intervento come responsabili di gravi responsabilità politiche, è un’operazione molto pesante. Molto.
    un abbraccio
    v

  41. Vittorio, ma perchè, perchè è passato questo sciagurato frame? Non c’era un’indicazione, non c’era una chiamata alle armi. C’era un racconto. Possibile che non ci si capisca? Possibile che anche su Facebook io non riesca a spiegare, anche a degnissime donne come Franca Fossati, che quelle non erano liste? Possibile che per l’isteria di una singola, e chiamiamola col suo nome perchè tale è aver postato ovunque “aiuto mi menano” in mezza rete, un intero gruppo che da anni lavora venga criminalizzato in questo modo?

  42. Esageratissimo anche pigi. C’è uno spreco di termini magniloquenti che fa impressione: collaborazionismo, terrorismo, linciaggio…
    Sui cinquantenni invadenti non hai tutti i torti ma nemmeno tutte le ragioni. Un qualche rischio che le cose finiscano come allora, sia piure ion diversa misura, c’è, e sarebbe opportuno limitarlo.
    Comunque la cosa assurda in questo dibattito (mi scuso per averlo definito “da web”, volevo solo dire che è meno contundente che in altri luoghi) è l’intreccio di vittimismi. Non sarebbe opportuno chiudere qui la sfida tra chi è stato più violento se le FaS con la lista o le anti FaS con le accuse di terrorismo?

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