Ripensandoci, nei romanzi di Chiara Palazzolo ci si dice addio molto spesso. Nella trilogia di Mirta/Luna c’è un momento, ed è nell’ultimo libro, Ti porterò nel sangue, in cui la protagonista saluta la se stessa che non tornerà più, quella che era viva e giovane e innamorata e aveva un abito bianco che una sopramorta non potrebbe più indossare. In Nel bosco di Aus c’è un altro addio, che è sempre un addio alla giovinezza, dolce e amarissimo insieme, ed è quando Carla ha vinto la sua battaglia contro la strega oscura, e i suoi figli, nel giro di pochi paragrafi, crescono e vanno per il mondo, ubriachi di giovinezza e vino, e lei resta a guardarli, come è giusto che sia, sapendo dentro di sè che non sarà mai più ubriaca di giovinezza e vino, e che i bambini per cui ha lottato non hanno più bisogno della Carla che è stata.
Quando si dice addio, si trattiene dentro di sè, per sempre, l’immagine che stiamo salutando nel momento in cui rendiamo reale il congedo, e quell’immagine ci accompagnerà, dolce e amara ancora una volta, nel nostro cammino restante.
Oggi pomeriggio, nel giorno del compleanno di Chiara, non diremo addio, ma diremo “ti voglio bene”. A Chiara, e ai suoi libri. L’appuntamento è alle 17 alla Casa delle Letterature a Roma, in Piazza dell’Orologio (e per questo, un milione di grazie a Maria Ida Gaeta che l’ha messa a disposizione). Saremo in tanti, amici e amiche che l’hanno amata, e, spero, lettrici e lettori che si uniranno ai ricordi, alle parole, alle letture. Ci saranno Simonetta Bartolini, Maria Giulia Castagnone, Rita Charbonnier, Laura Gialli, Giuseppe Lupo, Giuliana Misserville, Annella Prisco Saggiomo, Elena Raugei, Gianni Romoli, Marta Salarelli, Alessandra Zengo e Stefania Auci, e la sottoscritta. Vi aspettiamo.
Un appuntamento che profuma di buono, peccato non esserci, ma da Torino è impossibile. Io non credo si dica mai addio a se stessi, perchè quello che facciamo, il ruolo che giochiamo rispetto alle persone non è il nostro tutto. C’è un livello interiore che cresce indipendentemente da ciò che accade alle nostre relazioni. L’unico rapporto che non finisce mai e si nutre sempre è la nostra relazione con Dio, anche quella ha alti e bassi, naturalmente, ma dura tutta la vita.
Se questo manca allora siamo in pericolo, perchè il nostro vivere dipende dal nostro ruolo sociale/relazionale e allora, è chiaro, quando quello cambia repentinamente viviamo esperienze assimilabili a un addio… ma già la parola spiega tutto addio=aDio.
Io che vivo pericolosamente, sarò lì.
Quando viene a mancare una persona cara, capisci che in qualche modo il tempo si ferma con Lei.
… cinematograficamente, un fermo-immagine.
E’ stato davvero un bel momento, questo pomeriggio romano tra pioggia e bufera. Non ho mai conosciuto Chiara Palazzolo, se non attraverso i suoi libri. Eppure ho come immaginato, ascoltando i ricordi che si sono susseguiti, una donna dotata – scusate la parola – di “grazia”. Di un tocco speciale.
Sono stati citati molti autori, io vorrei aggiungerne uno. Hayao Miyazaki. Di cui condivide, secondo me, la leggerezza, la capacità di illuminare una scena con un guizzo di straordinaria fantasia, e di affrontare temi “alti” senza paura.
E aldilà della letteratura, di cui è stata degnissima rappresentante, fa bene al cuore incontrare – anche solo attraverso le memorie lasciate – un essere umano che ha reso così felici i suoi prossimi.
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Infine, mi preme un ultimo pensiero. Stasera ho avuto l’ennesima prova di quale carissima e meravigliosa persona sia la padrona di questo blog.
http://www.youtube.com/watch?v=qEb4TG10jW8
Grazie per esserci stato, Ekerot. E’ stata una serata bellissima, non riesco a trovare le parole per ridirla, adesso. So solo che quando ho aperto gli occhi c’era, dentro di me, un senso di pace che da mesi e forse anni non provavo. Grazie.