Ti chiedi come farai a raccontarlo, perché ci sono cose che è difficile ridire. Però ci provi lo stesso, perché da Chiara hai imparato una cosa – tu che sei sempre stata diffidente, tu che hai sempre avuto paura che chi ti avvicinava lo facesse non perché gli o le piacevi, ma perché poteva averne un tornaconto, forse perché, in tutti questi anni, hai sempre pensato di essere una persona a cui non valeva la pena di voler bene, ma questo, questo è un altro discorso. Ecco, da Chiara hai imparato a voler bene: e mercoledì, quando per la prima volta hai visto i suoi amici e i suoi cari tutti insieme, riuniti nella sala della Casa delle letterature che mai hai visto così piena, e nonostante l’acqua che cadeva a secchi su Roma, e nonostante fosse Halloween, ecco, hai capito davvero cosa significa amare le persone, e quanto quell’amore sia in grado di unire. Anche dopo.
Dunque: mercoledì, e il diluvio che fa impazzire la città, e un freddo prematuro che davvero ti fa pensare che Samhain sia il momento in cui il tempo si annulla, non sei nel prima e non sei nel dopo, sei nel castello a spirale che Chiara aveva raccontato. Le storie degli amici di Chiara sono la spirale stessa. Che passa – e questo è il tema ricorrente, senza che nessuno se lo sia detto prima – per le lunghissime telefonate di Chiara. Ad Annella Prisco Saggiorno, per esempio, telefonava per ogni ricorrenza, ma l’occasione diventava racconto, riflessione, allegria. Con Gianni Romoli, Chiara scrisse al telefono una buona parte della sceneggiatura di “Non mi uccidere” (che si spera trovi infine l’attenzione che merita, in un paese che non ama il genere fantastico, e diventi film), e il regalo del 31 è la scena che viene letta, che è altro rispetto al romanzo e che pure è fedelissima al romanzo stesso.
Ritrovi, quel pomeriggio, la Chiara attenta e generosa, la rarità del mondo letterario dove i pugnali sono sempre alzati, dove la ferocia della maldicenza è sempre pronta a colpire, dove non esistono amici, ma solo rivali, possibilmente da annientare, o i presunti potenti da compiacere sperando in un ritorno. Lei non era così, ricorda Rita Charbonnier, leggendo brani dall’ultima intervista pubblicata sul suo blog. Lei non era così, ricorda, raccontando la giovane Chiara, Giuseppe Lupo che fu testimone del suo primo successo, il premio Teramo vinto nel 1987 con un racconto strano e bello, dove la protagonista è una tartaruga che si rovescia sul guscio. Lei guardava con attenzione e affetto ai talenti più giovani, invece di temerli: e lo testimoniano in tanti, Elena Raugei, Stefania Auci, Alessandra Zengo di Speechless, la rivista a cui Chiara ha regalato il suo ultimo racconto. Lei era l’amica affettuosa, racconta con dolcezza Laura Gialli, che la conobbe per un’intervista, portando con sè il figlio piccolissimo, senza immaginare che quel bimbo sarebbe diventato l’Albertino di “Nel bosco di Aus”.
Lei era una grande scrittrice. Lo sottolinea Giuliana Misserville, della Società delle letterate. Lo testimonia Maria Giulia Castagnone, che non è stata solo la sua editrice, ma l’editor e l’amica. Lo si ascolta nelle appassionate letture di Marta Salaroli (quel suo soffio, “Carla corri”, che suscita un brivido ad ascoltarlo). Lo illustra, con un sorriso radioso, Simonetta Bartolini. Cui si deve un’iniziativa splendida: Simonetta è presidente del premio delle Biblioteche di Roma, e questa volta, oltre ai riconoscimenti consueti a romanzi, saggi, esordi, ci sarà un premio speciale, riservato ai racconti fantastici inediti. Un premio che avrà il nome di Chiara. I dettagli saranno noti fra non molto, e sarà il modo migliore per farla proseguire, la generosità di Chiara.
Ma dal momento che questo non è un resoconto, non è un post giornalistico, non è un post letterario, c’è l’ultima cosa da dire (perché fra breve potrete riascoltare integralmente gli interventi di quella specialissima serata). Ed è che alla fine, mentre siete tutti insieme a bere vino e fuori ha persino smesso di piovere, ti senti finalmente in pace, come non avveniva da mesi e forse da anni, e tutte le parti di te stessa, incluse quelle nascoste, quelle di cui avevi paura o che ti provocavano dolore, si riuniscono. E capisci che ancora una volta Chiara aveva ragione: un’amicizia vale mille amori, e il bene che può darti va davvero – e quando pensi che è retorico ti viene da sorridere per quanto te ne infischi – oltre il tempo, oltre tutto il tempo che gli esseri umani possono misurare.
Commentarium, so che siete abituati ad altre parole. Prendetele così come sono, non ricapiterà: ma sono felice di averle scritte.
ed io, io particolarmente, sono felice di averle lette. c’è un’alba di fronte a queste parole. rosa e viola e tu che brilli laggiù in fondo.
Capisco tutto, Lippa. Ho sempre capito tante cose di te, ma ora ne sono ancor più certa. Dolore e gioia, inquietudine e serenità nello stesso istante, un istante che si allunga a ricomprendere e illuminare tutto. Così anche per me, leggendoti. Come prima di leggerti. E dopo. Sempre. E per sempre. Ti abbraccio forte.
Vi voglio bene, care e dolci amiche mie. E, sì, ancora: un’amicizia vale mille amori.
ciao Loredana, ho letto i tre libri di chiara questa estate nei giorni dopo la morte improvvisa di mio padre, non avevo trovato il tempo prima, grazie per questa testimonianza affettuosa
un abbraccio da bologna
Nicoletta
Una parentesi di tenerezza tra tanti articoli di grande impegno. Mi viene voglia di leggere i libri di Chiara: solo così sentirò un pezzettino di quanto vi manca.
Commossa alle lacrime, ma senza tristezza, ringrazio ancora Chiara e, te.
oltre halloween.. All’alba del 2 novembre in sicilia i morti lasciano i loro doni ai familiari..nella notte si apre un varco fra la dimensione dei vivi e dei morti di una comunità di affetti ed è dato loro poter comunicare ancora .
E’ quello che è successo quella sera e chiara – da buona bimba siciliana che dei doni dei morti si intendeva – è svolazzata amabilmente fra tutti noi , prestando ascolto ad una memoria e sorridendo per qualche lacrima…
il segreto dei morti è nel non dimenticare i vivi che li hanno amati .
Forse è anche il segreto dei vivi, chissà. Un abbraccio grande alle due bimbe siciliane.
“tu che hai sempre avuto paura che chi ti avvicinava lo facesse non perché gli o le piacevi, ma perché poteva averne un tornaconto”. concordo. quella di vederti sottrarre una briciola di luce è la tua ossessione segreta. e meno male che sei solo una giornalista… figuriamoci se eri un vero pezzo grosso.
Armando, ti rispondo anche se il post parla di altro. Se leggi il seguito di quella frase, forse capirai che la mia non è un’ossessione da sottrazione: tutt’altro, e mi è costato non poco scriverlo. Grazie, comunque, per non aver perso l’occasione anche in un post di ricordo e di affetto: rende l’idea.
mamma mia, Armando, quanto cattivo gusto nel tuo commento. è inopportuno, fuori luogo, fastidioso – non per Loredana, che credo abbia imparato a dare poco peso a questi attacchi beceri – ma fastidioso per lo spazio dedicato a Chiara. questo è un post toccante sull’amore, sulla vita, sulla perdita ma anche sul ritorno: se anche le pensi, certe cose, trova le sedi adatte per esprimerle.
“non ricapiterà”.
mi auguro di no, a me piacciono queste tue parole, spero che ricapiteranno.
direi che il commento di tale armando non è soltanto di pessimo gusto ma proprio fuori tema , come si diceva un tempo . pertanto dimentichiamolo, come merita .
se non l’ho già fatto ringrazio di nuovo loredana per la serata particolarmente suggestiva e quasi incantata che è riuscita ad organizzare.
Serena, sono io che ringrazio voi. Tu non hai idea del bene che mi ha fatto vedervi tutti insieme, e di quanto me ne sta facendo.
Sergio, grazie. Magari, chissà, potrebbe ricapitare.
“Uno è il tempo ma è di due verità”? Oppure… la verità è sempre una ma sono i tempi e gli spazi che s’intersecano… come accade nel bosco di Aus dove il presente si mescola con i ricordi e le premonizioni e ci vediamo compiere azioni in cui non ci riconosciamo, come se una strega avesse preso il nostro posto?
Perchè il bosco di Aus è uno scrigno prezioso di riflessioni.
Cara ( mi permette di rivolgermi a lei con questo aggettivo?) Loredana, ritrovo Chiara nelle sua parole , una Chiara che ha saputo regalare anche a me la sua bellissima amicizia . E mi manca tanto! Così come manca a molti di noi , amici ed amiche di quella Cirò Marina che ella amava molto. E di una cosa mi dispiaccio, di non essere stata presente a Roma nella serata del 31 ottobre dedicata a lei : sarei stata felice di sentire Chiara presente e viva attravero il ricordo che ne hanno fatto amici e scrittori.Mi sono limitata ad andare, quel giorno , a farle visita al Cimitero cercando di sdrammatizzare il momento, come credo sarebbe piaciuto a lei. Ora sto rileggendo alcuni suoi libri per risentirne la voce e assaporarne il pensiero.
Cara, carissima Mariella, grazie infinite. Sto scoprendo tante “Chiara” in queste settimane, che non ho avuto modo di conoscere. La Chiara di Cirò Marina, innamorata del mare e delle partite a carte sulla spiaggia, è una di quelle. E’ un bellissimo modo di averla ancora con noi.
si’ , è come dici tu , loredana : tante chiara – tutte un po’ diverse, tutte autentiche .
di quanti strati sono composte le personalità complesse .
chi ci fornirà la mappa per navigare nelle acque sicure – seppur ci sono acque sicure .
Forse fra le cose più belle che Chiara ci ha lasciato è l’idea che le acque sicure non ci sono. Ma che possiamo navigare lo stesso.
spero che davvero possiamo navigarelo stesso , Loredana . lo spero tanto . perchè a volte penso che poi in fondo non sappiamo nulla e le bussole mentono e il tempo ci inganna di continuo ..
va bene – lasciamo che passi .. come tutto nella vita ..
Serena, io penso di sì. Ma non perché passerà: non passa, e Chiara, credo, lo sapeva, così come sapeva che le bussole sono bugiarde. Però ci resta qualcosa che se non ci guida nella rotta, ci ricorda che esiste anche qualcosa di bello, qualcosa di buono, qualcosa che ci tiene caldo.