PERCHE' SCRIVERE

Oggi cedo la parola a Atwood. Alla sua ironia, alla sua profondità, alla sua umanità, al suo essere capace contemporaneamente di incanto e disincanto.
“Per registrare il mondo così com’è. Per fissare il passato prima che tutto sia dimenticato. Per dissotterrare il passato perché è stato dimenticato. Per soddisfare il mio desiderio di vendetta. Perché sapevo di dover continuare a scrivere altrimenti sarei morto. Perché scrivere significa prendersi dei rischi ed è solo prendendoli che sappiamo di essere vivi. Per produrre ordine dal caos. Per dilettare e istruire (ante XX secolo). Per compiacere me stesso. Per esprimere me stesso. Per creare una perfetta opera d’arte. Per ricompensare i virtuosi e punire i colpevoli o – alla de Sade – viceversa. Per offrire uno specchio alla natura. Per offrire uno specchio al lettore. Per dipingere un ritratto della società e dei suoi vizi. Per esprimere la vita inespressa delle masse. Per dare un nome a ciò che fino a quel momento era senza nome. Per difendere lo spirito e l’integrità umana. Per fare marameo alla morte. Per fare soldi. Per farla vedere ai bastardi.P erché creare è umano. Perché creare è divino. Perché non sopportavo l’idea di lavorare. Per dire una parola nuova. Per fare una cosa nuova.Per giustificare i miei fallimenti scolastici. Per creare una consapevolezza. Perché non potevo essere “scrittore” senza mettermi a scrivere. Per suscitare l’amore di una bella donna. Per suscitare l’amore di un donna tout court. Per suscitare l’amore di un bell’uomo. Per giustificare la mia visione del mondo. Per inventare una storia affascinante. Per passare il tempo, anche se sarebbe passato comunque. Grafomania. Logorrea compulsiva. Perché ero posseduto. Percé me lo dettava un angelo. Perché aspettavo un figlio dalla Musa e dovevo partorire un libro (interessante caso di travestimento cui indulgevano gli scrittori maschi del XVII secolo). Perché ho avuto libri invece di figli (varie donne del XX secolo). Per servire l’arte. Per servire l’inconscio. Per servire la storia. Per rovesciare l’establishment. Per padroneggiare una tecnica in modo da poter generare testi (una voce recente). Per dimostrare che, qualunque cosa sia, è giusto. Perché la storia si è impadronita di me e non mi avrebbe lasciato andare (la difesa del Vecchio marinaio). Per mettere alla prova la comprensione del lettore e la mia. Per tener testa alla depressione. Per i miei figli. Per sopravvivere alla morte. Per difendere una minoranza o una classe oppressa. Per parlare per coloro che non possono parlare. Per denunciare misfatti e atrocità. Per conservare la memoria. Per dare testimonianza. Per parlare nome dei morti. Per celebrare la vita. Per cantare le lodi dell’universo. Per dare voce alla speranza e alla salvezza. Per restituire qualcosa che mi è stato dato.
Margaret Atwood, Perché scrivere, da “Negoziando con le ombre”

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