PUNTO E UN PUNTO E VIRGOLA

Totpeppino    “Parlare di indicibilità prima di aver sperimentato ogni risorsa narrativa mi sembra rinunciatario. Benvenute allora le domande "inopportune", "anacronistiche", benvenuti gli azzardi. Chi ha detto che prima di mettere in comune le proprie idee bisogna aspettare che siano ben sistemate? E chi avrebbe titolo per dirlo?”.

Questo scrive questa mattina la storica Anna Bravo nelle pagine culturali del quotidiano. L’occasione, l’uscita di un libro di saggi, Il femminismo degli anni Settanta (Viella).

Mi capita spesso di leggere i blog letterari. Colpevolmente, perché lo faccio il più delle volte con un senso di voyeuristico compiacimento trash: per vedere fino a che punto di stolidità, o di becera aggressività narcisistica, si possa giungere. Naturalmente delle eccezioni ci sono (per esempio Vibrisse di Giulio Mozzi è una lettura, a volte, realmente interessante). Il fatto è che la critica, al di là dei suoi metodi, osserva per sua natura una deontologia elementare, appunto empirica. Deve essere, non falsificabile (non è una scienza, checché se ne sia pensato in passato), ma discutibile. Se non è un giudizio argomentato, non si può discutere. E dunque non è critica, molto semplicemente. Se in altri termini mi limito a dire “Baricco fa schifo”, un altro può dire “Manganelli fa schifo”: e siamo uno pari e palla al centro. Se dico “Baricco fa schifo per questo e quest’altro motivo” la musica cambia. Invece nei blog la musica è quasi sempre la stessa: chiacchiere da bar. E, ripeto, mi capita a volte di leggerle con la stessa abiezione che, quando possedevo ancora un televisore, mi faceva a volte assistere al Processo del lunedì.”

Questo, invece, è Andrea Cortellessa in una bella inchiesta di Davide L. Malesi e Michele Infante, “La critica è morta, viva la critica!”, che uscirà sul prossimo numero di Origine

e che, oltre a Cortellessa, ha coinvolto Riccardo De Gennaro, Benedetta Centovalli, Giovanni Tesio, Giulio Ferroni, Carla Benedetti, Tiziano Scarpa, Mario Fortunato, Jacopo De Michelis, Filippo La Porta, Emanuele Trevi e la sottoscritta. Ve ne darò anticipazioni a tempo dovuto.

Una visione d’insieme, che con superficiale attenzione passi a volo radente sulla ricchissima galassia della blogosfera letteraria italiana, coglierebbe solo alcuni aspetti marginali e tutto sommato fastidiosi (l’invadenza, l’incomprensibile rissosità di diversi commentatori, la difficoltà della lettura in video rispetto al placido percorso degli occhi sulla carta stampata, la velocità con cui si susseguono i contributi, che impedisce letture meditate e approfondite ruminazioni sui materiali letti…) trascurando, della tumultuosa vita che brulica in siti e blog letterari, un’analisi minimamente approfondita dei livelli tematici, sintattici, stilistici e più in generale culturali coi quali in questi anni si è andata (e si va) strutturando la Rete.”

Questo, ancora, è Piero Sorrentino, nel suo articolo introduttivo allo speciale lit-blog del numero attualmente in edicola di Stilos.

Non mi interessa avere l’ultima parola. Mi interessa che esista una spazio di discussione che resti vivo, aperto e auspicabilmente interessante per chi ci capita. Per come la vedo, un lit-blog è altra cosa da un forum, da un gruppo, da una chat. E’ una possibilità di incontrarsi e  di confrontarsi, anche sanguinosamente. E’ una chance di azzardo, appunto, per chi lo gestisce e per chi commenta, un’occasione altrimenti impossibile di esprimersi “prima di aver sistemato le proprie idee”, e anche di essere inopportuni e anacronistici come diceva la Bravo (parlando di tutt’altro, certo).

Purchè, però,  non si venga meno al punto che a mio parere è fondamentale: lasciare che chi lo desidera possa leggere, confutare, criticare, approvare, disdegnare le altrui opinioni senza dover fare lo slalom fra continui fuori tema o mantra del disappunto.

Beh, questa sono io. Mi rendo colpevole di leso corsivo per dire che:

Sono d’accordo con l’ottimismo di Sorrentino.

Ho condiviso un’antica utopia con Anna Bravo.

Non intendo dare ragione a Cortellessa.

Ps. E, comunque, l’inchiesta di Origine è veramente notevole.

88 pensieri su “PUNTO E UN PUNTO E VIRGOLA

  1. “quando possedevo ancora un televisore…” Anna Bravo(storica).
    Che snobismo insopportabile.
    Secondo me chi non ha un televisore a casa, si perde anche un po’ di storia… e sicuro cose egregie e necessarie come, per es., blob.

  2. Lo slalom non è poi questa gran fatica una volta che ci si sia fatta un’idea dei vari postatori. Ognuno di noi salta a piè pari i contributi di questo o quell’altro interlocutore. Spesso la colonna dei commenti dei lit-blog non va oltre la cinquantina di interventi.
    Il problema si aggrava con i blog di più massiccia frequentazione. Si prenda, ad esempio, il beppegrillo.it. Ad ogni intervento seguono MIGLIAIA di messaggi, alcuni in tema, altri meno, altri ancora semplicemente deliranti. Ma a quel punto, chi ha tempo e voglia di seguire dibattiti così estesi? Bisognerebbe non avere altro da fare nella vita.
    Solo la piattafrma splinder, ultimamente, ha raggiunto i quasi duecentomila blog!
    L’eccessiva abbondanza delle proposte è il vero limite della rete. Ma lo stesso discorso si può fare ormai anche per i libri, vista la pletora delle continue novità. Aveva ragione Andy Warhol: in futuro ogni abitante della terra avrà il suo quarto d’ora di celebrità. Pensate a quando – progresso dopo progresso – OGNI abitante della terra, apunto, arriverà a produrre un proprio CAPOLAVORO letterario… hai voglia tu a discuterne nei lit-blog:-/

  3. Angelini cita giustamente il blog di Beppe Grillo, ma imho 1) è un peccato perchè se uno ha voglia di leggersi i commenti e incappa nei deliri che fa? 2) un blog letterario ha un suo specifico 3) io ogni tanto mi diverto al commento cazzaro, ma se i commenti cazzari diventano ottanta mi chiedo che ci faccio qui?
    Per fare un discorso più ampio, immagino di non essere il solo a leggere con interesse i blog letterari. Il problema dello slalom è che spesso ti deconcentra e non ti permette di affrontare un argomento che sia uno.

  4. Tramutoli,
    a casa il primo televisore si è visto quando avevo 17 anni (guardavo la tv dei ragazzi o qualche altro programma da mia zia) poi sono andata a vivere per mio conto a partire dai vent’anni in appartamenti ‘condivisi’ e quasi sempre senza tv.
    Da quasi 15 anni la tv non ha rimesso piede in casa (adesso mia) e non sento il bisogno di guardarla visto che i brevi intervalli in casa di mia madre bastano e avanzano.
    Non mi sento snob, non mi sento migliore, non mi sento bene in generale : -), ma per favore non dite che le persone che non guardano il catorcio catodico si perdono la ‘storia’, può darsi che semplicemente abbiano deciso di dedicare tempo ed attenzione ad altro, non solo alle pippe snob.
    besos
    e scusate il picccolo OT

  5. Alberto. In una casa editrice arrivano migliaia di proposte. NON SERVE leggerle tutte e per intero. Di certi manoscritti bastano le prime tre righe:-)
    Naturalmente gli editor più radicali
    inviano TUTTO al macero senza nemmeno aprire i pacchi.

  6. mi paiono men molesti il mantra e il fuori tema (se non eccessivamente ricorsivi) di certi pomponismi retorici che, oltre alla saccenza, all’incedere tronfio e al singulto dodecafonico, altre qualità non le hanno punto.

  7. Sul fatto che spesso nei blog di diano giudizi a casaccio su testi e autori, senza reali argomentazioni, credo che Cortellessa abbia più che ragione. Mi pare che anche mozzi in vibrisse inviti i commentatori ad argomentare le posizioni prese. Se, a me lettrice, mi si racconta che Tal De Tali ha scritto un libro schifoso, vorrei anche sapere perchè si affermano certe cose.
    Alla fine, il blog letterario cos’altro è, se non un luogo in cui diventiamo un pò tutti critici professionisti?

  8. ehi…piano. Ribadisco una ovvietà. Non avere la Tv significa precludersi di vedere qualcosa che non è sempre la stessa cosa. E specie per chi legge letteratura è una fonte ineusaribile di spunti. Almeno per me lo è. Non sapete cosa vi perdete, nel senso che proprio (non avendola) non lo potete sapere. Quindi non ne potete
    parlare. Come quelli che dicono: Leggo solo i classici. E poi pretendono di parlare della letteratura contemporanea, se sta bene, se è in crisi…tutto qua.

  9. Totalmente d’accordo con Laura.
    Angelini: ma io non faccio l’editor, in questo momento faccio il commentatore, e se i trombonismi di Cortellessa mi urtano, mi urta ancora di più l’invasione di campo. Diventare “critici professionisti” come diceva Laura richiede anche l’impegno da parte di chi commenta: mettere le dita sulla tastiera e scrivere la prima cosa che ci passa per la testa lo abbiamo fatto tutti ma forse dobbiamo fermarci a pensare un momento.
    Mi chiedo, e chiedo soprattutto a Effe che, beato lui, scrive con tutti le parole al posto giusto, non è giunto il momento, per il bene della rete, di pensarci su prima di vomitare fesserie che prestano il fianco ai Cortellessa?
    Ovviamente ho messo le dita sulla tastiera senza riflettere anche in questo caso 🙁

  10. Confesso di aver inizialmente seguito il filo logico di Anna Bravo perché da frequentatore – per lavoro – della rete non ho purtroppo il tempo di seguire assiduamente i blog che più mi interessano. Confesso anche che a differenza di Anna Bravo continuo saltuariamente a seguire i blog che mi interessano.
    Ciò detto l’intervento di Coltellessa mi ha fatto riflettere sul limite dei forum e delle chat e del grande passo avanti che si fa ora con i Blog e nell’immediato futuro con i feed.
    Argomento la tesi: i forum e le chat erano dei luoghi comuni da frequentare in cui i visitatori passavano per diletto. I blog – e i nuovi strumenti per seguirli come gli RSS – sono delle stanze, a volte degli appartamenti o delle case dove le persone sempre più spesso si raccolgono intorno a un interesse o a un oratore. Gli interventi fuori posto ho l’impressione che sempre più si autoemarginino.
    Correggetemi se sbaglio…

  11. la tv fa parte della cultura pop, ma non è la cultura pop.
    chi non ha la tv trova spunti da altre parti, in special modo dalla rete che ormai, mi pare, abbia ampiamente superato altre forme d’informazione (sempre che la tv ne faccia ancora parte).
    E poi mi sembra esagerato affermare che chi non la possiede non ne può parlare, come se fosse una dottrina segreta o un dogma.
    Riguardo al post di Loredana mi trovo d’accordo con lei e le faccio i complimenti per la forma con la quale ha risposto ai molti “quesiti” comparsi ieri su queste pagine.

  12. Les Intrigante, solo una precisazione: per colpa della mia impaginazione poco canonica, temo tu abbia attribuito ad Anna Bravo le parole di Andrea Cortellessa, e a Sorrentino quelle di Cortellessa medesimo.
    Anna Bravo non ha parlato di blog: su La repubblica di stamattina ha scritto un lungo articolo sul femminismo storico. Ho rubato una sua frase, perchè ne condividevo il senso, e mi sembrava che lo stesso potesse applicarsi anche al discorso sui blog. Chiedo venia se ho ingenerato confusione.

  13. Giancarlo,
    lo so che mi perdo una fetta di realtà (virtuale), ma ho scelto e scelgo di non usare il mezzo tv perchè mi fa incazzare profondamente e per troppe cose. Ho modo di ususfruire indirettamente dei suoi contenuti ‘peggiori’ nei discorsi che sono costretta a intavolare con colleghi o altri umani. Sono molto informata sia sui grandi fratelli che su qualche telenovela, solo: mi risparmio la visione reiterata di queste ‘chicche’. I giornali mi forniscono poi altre info aggiuntive e internet non manca di collaborare. Come vedi anche chi non ha la bestiaccia in casa è abbondantemente assediato. Alla fin fine quello che posso dire è che pur di non rischiare l’ulcera ogni volta che appare la De Filippi, tromboneggia Vespa o i telegiornali raccontano le notizie di un mondo che non esiste preferisco fare altro, sto meglio e mi migliorano pure i rapporti umani. Poi, comunque, sarò curiosa di leggere qualsiasi cosa vorrai scrivere sulle tue esperienze televisive, vivitele da solo, però, non sperare in una mia condivisione 🙂
    besos

  14. Volevo solo dire che giudicare quello che non si è visto, mi pare impossibile. E mi pare significativo che uno dica che non vede la tv e che non la possiede col tono di vantarsene. Io non mi vanto di non leggere, ad es. Dylan Dog. Semplicemente non me ne occupo. Sicuro non mi permetto di dire che è magnifico o che fa schifo.
    Nella cultura pop, a mio modesto parere (che a volte pure condivido) c’entra proprio tutto: TV, fumetti, musica, cinema, letteratura, pittura e addirittura anche il teatro.

  15. Cara Loredana, su cosa non daresti ragione a Andrea Cortellessa? Sto al pezzetto che hai postato, il quale mi pare dica: ci sono aspetti “marginali e tutto sommato” fastidiosi, ma non bisogna fermarsi a quelli, bisogna analizzare con attenzione quello che brulica, se si vuol capire la rete: non è così?

  16. Massimo, temo che anche tu abbia confuso (per mia colpa) Sorrentino con Cortellessa. Cortellessa è quello che dice che i blog letterari sono come il processo del lunedì 🙂
    (e io non mi tingerei mai i capelli come Biscardi)

  17. Noto che ricorre l’immagine dello slalom, non credo sia un caso.
    In merito a questa affermazione:
    “Se in altri termini mi limito a dire “Baricco fa schifo”, un altro può dire “Manganelli fa schifo”: e siamo uno pari e palla al centro. Se dico “Baricco fa schifo per questo e quest’altro motivo” la musica cambia. Invece nei blog la musica è quasi sempre la stessa: chiacchiere da bar. E, ripeto, mi capita a volte di leggerle con la stessa abiezione che, quando possedevo ancora un televisore, mi faceva a volte assistere al Processo del lunedì.””
    Andrea ha ragione a rimproverare il pessimo costume di non argomentare: ma il problema è che, dalle sue parole, potrebbe sembrare che la responsabilità di questo “inconveniente” della comunicazione sia un vizio costitutivo dei blog, mentre è solo un vizio di certi uomini in determinate circostanze: e i weblog, come strumento, sono soltanto l’occasione di una pochezza che troverebbe comunque occasone e modo di sfogarsi altrove. Diami ai troll ciò che spetta di diritto.
    Quanto a Vibrisse, ho qualche dubbio che abbia una connotazione particolare rispetto agli altri lit-blog: non ritengo “i toni bassi” un merito, perché se è vero che possono essere l’indice di un basso numero di invasioni barbariche, è anche vero che possono essere, molto semplicemente, la conseguenza di una volontà “politica” di evitare lo scontro (e lo scontro sulle idee è tutt’altro che riprovevole)

  18. Mi sembra che l’argomento del post di Loredana non fosse la TV. Mi sembra.
    E comunque: un forum (lo dice il nome stesso) è una piazza. Ci passa chiunque, più o meno.
    Un weblog, invece, (lo dice il nome stesso) è un “giornale di bordo” sul web, quindi un diario, quindi uno spazio che il tenutario mette cortesemente a disposizione.
    Chi è ospite dovrebbe comportarsi con educazione, e chi ospita dovrebbe poter avere il diritto di mettere alla porta i maleducati.
    Un vecchio esempio di WM1 sullo spazio commenti di Lavorare con lentezza faceva l’esempio del cagare sul divano: se io ti faccio entrare nel mio soggiorno e tu caghi sul divano, beh, io ti cambio i connotati, e comunque in casa mia non ci metti più piede.
    Io dico: questo è un blog. Chi ha voglia di comportarsi come su un forum, vada su un forum.
    Intasare un blog con 30-40 commenti in un giorno (il più delle volte OT o incomprensibili ai non-iniziati agli scazzi) rivela: I) che chi lascia quei 30-40 commenti non ha niente da fare tutto il santo giorno, il classico ospite che bivacca sul divano e sta sempre tra i piedi e “dopo tre giorni puzza” e quindi si può anche sbattere fuori; II) che non si ha la minima idea di cosa sia un blog e di cosa sia l’educazione. Se Loredana dà una festa e due-tre invitati si mettono davanti alla porta e impediscono agli altri di entrare (e un fuoco di sbarramento di 100 messaggi lasciati solo da due-tre persone di fatto lo impedisce), quei tre devono essere cacciati via.
    Aggiungo che è vero il problema dei giudizi non argomentati: una delle cose più fastidiose di questo blog è che alcuni visitatori scrivono “Il libro del tale fa schifo”, “Il tale è un pessimo scrittore”, “Il tale non ha più niente da dire”, “La tale recensione fa pena”, SENZA MAI ARGOMENTARE. Spesso questa pratica è sfociata nell’insulto. Io, da visitatore poco assiduo che spesso non riesce a inserirsi nelle discussioni, spero ardentemente di non vederle mai più, su questo blog, le persone che si comportano così. Il loro blog ce l’hanno, che usino quello. Basta che poi non vengano a promuoverlo qui: l’auto-pubblicità invasiva (“Perdonate l’OT ma…”) è un altro problema serio dei blog.

  19. PS. Vibrisse sarebbe un posto non rissoso? Oggi ci sono ingiurie allucinanti contro Girolamo De Michele, definito praticamente uno squadrista stalinista in base a una lettura assurda e capziosa di un suo post su Carmilla, ingiurie non argomentate, non “moderate”, pienamente tollerate da chi gestisce quel posto. Un infortunio? Un cambio di linea?

  20. C’è un ottimo sistema per non sprecare tempo: prima di aprire i commenti si guarda la sezione “Ultimi commenti” con la lista recente degli intervenuti. Se figura solo la Banda dei Quattro, si lascia perdere. Se invece appare almeno un Angelini, si apre con fiducia:-/

  21. Non funziona, Angelini, non funziona, ci ho già provato. Siccome la Banda dei Quattro lascia i commenti a blocchi di venti alla volta, uno vede i loro nomi e pensa che nel tale thread stiano intervenendo soltanto loro, meglio lasciar perdere, e così ti perdi l’eventuale commento intelligente lasciato cinque minuti prima dell’intasamento.

  22. Giovanni, scusa, su molte delle cose che dici sono pure d’accordo.
    però, e non per spirito di parte, mi sembra che nella descrizione dei commenti al post di Girolamo (diciamo così, per riassumere!)su vibrisse un poco esageri, a tua volta. si tratta di capire quando essere spegnitori di miccia, e perchè esserlo. se valga la pena esagerare o smorzare. non lo so.
    a me per esempio, piace molto scherzare, ma mi sonoresa conto – forse per mia inettitudine, eh! – che tutte le volte mi costa una tale fatica, la spiegazione sulla dinamica dello scherzo, la risposta, le scuse con chi si sente indebitamente offeso, che non ne vale la pena.
    forse bisogna un po’ studiarsi, prima di studiare? non lo so.
    anche qui, come in altri campi, è tutta questione di mira? ci vuole un po’ ad assestarsi?

  23. Giovanni, ma Vibrisse non è un “luogo non rissoso”: dall’affermazione sulla realtà alla realtà stessa c’è uno scarto:)
    (e non è detto che si vogliano evitare indiscriminatamente tutti gli scontri)
    Insisto anche io sulla questione dell’argomentazione, e approfitto per porre un dilemma a Giovanni (che difatto invita spammer e troll a una decenza quasi intuitiva): ma secondo te un troll “si riconosce” come troll?

  24. Approfitto dell’intervento di Giovanni e di quello, parecchio più su, di Effe, per porre una questione che non mi sembra secondaria: correttamente, si sostiene (e lo sostengo anch’io) che la rete sia il luogo, per eccellenza, della democrazia (poi, sono anche un po’ stanca di abusare del termine, ma tant’è). Ora. Se da un lato poniamo il diritto democratico di chi vuole intervenire OT o vuole postare 40 commenti, come tuteliamo l’altrettanto democratico diritto di chi intende seguire una discussione in modo non lineare come negli altri media, ma minimamente accessibile? questo, e solo questo, è il punto.

  25. I blog sono universi semi chiusi, quasi lobby, dove postano e discutono sempre gli stessi. Dove c’è chi si autopublicizza. Certo puoi postare, ma vieni fatto entrare in una discussione solo se sei del “club”. Altrimenti il tuo post vale quanto un OT. E questo alla faccia della democrazia del web. Il più delle volte le cose non escono dalla pagina HTML. Non portano a niente. Di pari passo vanno le raccolte dei narratori della rete. Se si scorre l’indice dei nomi si scoprono persone che già bazzicano l’ambiente (vedi Bellocchio). Niente contro la Bellocchio. è solo un esempio.

  26. Loredana, come qualsivoglia posto pubblico la garanzia di “democrazia” è demandata ai singoli fruitori, non può essere altrimenti e immagino sia anche piuttosto ovvio.
    L’alternativa è censurare oppure chiudere al pubblico e diventare un club. Lo sappiamo bene no?

  27. Giovanni, avevo pronta una risposta/chiusura per Tramutoli e mi autocensuro perché riconosco il fuori tema. Molte tue osservazioni mi stanno bene e le condivido, ma non mi sento di essere così perentoria. A volte scrivo cose sensate altre no e anche sugli OT faccio qualche strappo alla regola. Credo che tutti abbiamo dei margini di intervento più o meno in tema e centrati. In my personal opinion i guai maggiori di comprensione, tolleranza e rispetto reciproco si materializzino soprattutto in conseguenza di quantità che determinano qualità. Mi spiego. Anche un giudizio del tipo ‘mi piace, non mi piace’ (per quanto frustrante per le capacità intellettive di chi lo emette) ogni tanto ci può stare: lo si salta o lo si contesta per quello che è. Quello che nessuno spazio di questo tipo può sostenere a lungo è la reiterata e Quantitativamente ‘Intasante’ polemica su basi inesistenti o pretestuose. Ultimamente se ne sono viste tante. Personalmente non scrivo in spazi ‘moderati (in qualsiasi modo o grado), ma accetto volentieri di autolimitarmi nella quantità di risposte o interventi se questo è argine al dilagare di certa logorrea. Non alimentare l’egocentrica esibizione trollesca lasciando che i giullari sparpaglino i loro non sempre soavi prodotti in giro è un prezzo che preferisco pagare pur di non dover sopportare la censura. La cosa mi piace? No, per niente, ma spero in progressive scosse di assestamento che ci consentano una qualche armonia di toni o di contrasti (poco importa). Insomma, mi sento vicina alle posizioni della Lippa e Non perché è la padrona di casa, …..ma chi desidera pensarlo non sarà contrastato ……solo…. non me ne può fregà de meno.
    Besos

  28. “Se da un lato poniamo il diritto democratico di chi vuole intervenire OT o vuole postare 40 commenti, come tuteliamo l’altrettanto democratico diritto di chi intende seguire una discussione in modo non lineare come negli altri media, ma minimamente accessibile?”
    Una mia idea…
    Credo che una lenta autoregolamentazione tenderà a stabilire delle regole “di fatto” molto elastiche e che gli utenti tenderanno a seguirle.
    Esempio: se ogni tanto qualcuno si incazza, se quel qualcuno si accorge di non essere solo nell’incazzatura, credo che se ne terrà conto automaticamente.
    E poi, un punto fondamentale per la democrazia è lo spazio della discussione pubblica, la possibilità di un accordo reciproco (passando per i disaccordi) sulle questioni che si riconoscono, a larga maggioranza, importanti.

  29. Non sono d’accordo con Francesco, non credo che esistano Lobby così forti da non fa entrare commenti argomentati a dovere.
    Se uno dice una cosa intelligente a meno che non si sia sputtanato precedentemente dicendo 10.000 stupidate in genere viene quantomeno letto. E’ sempre lì il punto, bisogna argomentare e spesso è difficile inserirsi in discussioni già avviate…

  30. Francesco, temo proprio di non essere d’accordo nemmeno sugli spazi vuoti del tuo commento.
    Che i blog siano universi chiusi dove postano-commentano, suppongo- sempre gli stessi è, scusami, una fandonia. Basta dare una minima occhiata ai blog, ma forse non vediamo le stesse cose.
    Che per farlo bisogna far parte di un club, altrettanto.
    Permettimi di fare un esempio banale. Se tu ed io ci incontriamo al bar, e tu per dieci volte consecutive mi ripeti che il bar non ti piace e la mia conversazione non ti soddisfa, e se anche dopo aver cercato di capire quali argomenti di conversazione possano farci incontrare tu mi ribadisci che non mi ritieni un interlocutore adeguato, io non posso che prenderne atto. Ma se, quando io comincio a parlare con un’altra persona, tu continui ad interrompere il discorso dicendo che non ritieni interessante la mia argomentazione, seppur rivolta a terzi, sono io che comincio a chiedere a te perchè mi frequenti. Questo, mi sembra, non fa in alcun modo di un locale pubblico un club privato.
    Quanto alle raccolte dei narratori della rete: libero di pensarla come vuoi (io continuo a pensare che un senso, quella raccolta, lo abbia avuto, ma rispetto la tua opinione). La rispetto meno per quanto riguarda Violetta Bellocchio: che tiri in ballo a sproposito e velenosamente, dal momento che la mia richiesta di inserirla nell’antologia si deve al suo modo di scrivere e in nessun modo al suo cognome.

  31. D’accordo con Les sul fatto che il concetto intelligente finisce per passare prima o poi, nei blog come negli altri campi della vita. Ma il blog tende a mantenere comunque una mentalità da paese, per cui il nuovo arrivato fatica ad inserirsi. Ciò va contro quella che dovrebbe essere la mentalità della rete, globale. In Italia c’è poco corporativismo di rete. In Inghileterra ci sono gruppi musicali che sono emersi dall’anonimato grazie anche a un passa parola. Qui in Italia se uno chiede “una mano” alle varie gilde in web, gli viene risposto picche. Poi gli stessi snob elemosinano ai grossi siti di informazione letteraria segnalazioni. la democrazia dovrebbe sussistere anche in un affossamento dei gradi sociali in quanto in rete siamo virtuali. Invece l’essere tra i “Preferiti” di qualche grosso blog o altro diventa un titolo nobiliare.

  32. una cosa è particolarmente fastidiosa e irrinunciabile, dei principi:
    che sono assoluti, cosicché o valgono del tutto, o per nulla
    (poi, altro conto è la realtà, che non è trama di princìpi, ma di limiti).
    E allora, in linea generale e astratta (definizione che si dà anche delle leggi):
    SI’, esiste il diritto all’affermazione iperbolica, alla statuizione assoluta, alla sentenza senza appello – in altre parole, all’assioma.
    “Mi piace”.
    “Non mi piace”.
    Punto.
    E nessuno s’azzardi a dire che non posso affermarlo per mancanza di argomento a dimostrazione.
    La mia affermazione è valida quanto la vostra, se è vera; né sarà un’argomentazione a renderla vera, se non è valida.
    Se l’intendete, non sostengo per nulla che sia utile oppure opportuno, atteggiarsi così.
    Di fatto può risultare inutile, tedioso, allergenico.
    Di fatto, può esser sbagliato, condannabile, abominevole addirittura.
    Meglio tacer, sarebbe.
    Dico però che è un diritto, e niente affatto una diminuzione.
    D’altro canto, molti dei princìpi ritenuti fondamentali sono apodittici (Dio esiste, Il mondo esiste, Il bene esiste).
    Cosa ne deriva, nella gestione di un blog?
    Ebbene, ogni blog è un mondo. E nel mondo ci sono correnti ipogee, venti contrari, storie sbagliate e destini da risarcire.
    Che farci? E’ così.
    O lo si accetta, o non è più un mondo, ma solo una sua (limitata e limitante) rappresentazione.
    Lunga vita, dunque, all’affermazione finalmente indimostrata!
    Lunga vita all’OT!
    (a patto che non ci deprima il gransimpatico, però, e che si prenda lunghi periodi di vacanza)

  33. Non ho detto che la raccolta non abbia senso.
    Non ho detto nulla riguardo al cognome della Bellocchio. Ho precisato anzi di non aver nulla contro di lei. Era solo l’esempio più calzante.
    Però, e con questo metto fine alla mia presenza qui, da addetto ai lavori, conosco un po’ il mercato dell’editoria. Quindi alle favolette credo poco. Punto.

  34. Effe, per me il “lungo periodo di vacanza” del troll, per compensare l’iperpresenzialismo invasivo degli ultimi mesi, dovrebbe durare almeno un anno. E comunque, certa gente può permettersi certi comportamenti perché siamo on line. Sanno bene che chiunque si comporti così in consessi dove c’è la presenza fisica rischierebbero di grosso. Certe affermazioni non lascerebbero chi le fa incolume, se fosse raggiungibile. Quindi il “mondo” che descrivi è anche e soprattutto un mondo di vigliacchetti. Non è la mia utopia, come non è la mia utopia certo “libertarismo” astratto che non tiene conto dei comportamenti concreti e degli effetti nefasti che hanno.

  35. Cortellessa ha ragione: la rete è mediocre.
    Cortellessa ha torto: entri in campo e migliori il livello della discussione. Oppure, come si dice ai matrimoni, taccia per sempre.
    Ma naturalmente quello che è ho detto è così banale da essere stupido.
    Quello che attira Cortellessa a sbirciare nei lit-blog, è la curiosità dell’uomo intelligente verso il nuovo che avanza, e non come lui crede il senso dell’orrore e l’attrazione per il trash. Non credo che sbirci anche nelle infinite e infime rivistine letterarie autoprodotte su carta.
    I lit-blog uniscono l’interesse della nuova forma della comunicazione alla mediocrità totale, perché i davvero talentosi sono sempre un’infinita minoranza, e la rete, essendo democratica – è il suo bello – accetta anche i minus habentes.
    Ma la ricetta è semplice, io almeno faccio così:
    a) non leggo i commenti troppo pieni e troppo lunghi a meno che non siano stati scritti da un commentatore che ho avuto modo di conoscere e rispettare in precedenza
    b) evito di leggere i commentatori confusi e cuore in mano perché di pancia ho già la mia e mi basta
    c) se trolleggio (leggi: cazzeggio) cerco di farlo poco e almeno di essere spiritoso.
    by-by

  36. @Francesco: fai male a non credere alla favole, continuano ad essere indispensabili per il racconto, e dunque vieppiù indispensabili per l’addetto ai lavori 🙂
    @Giovanni: il punto è che sono e resto una pacifista di vecchia data.
    @Effe: intendiamoci. Io non sono contro l’OT in assoluto. Non sono per i salotti compunti e seriosi, per la miseria. Distinguo però fra OT e blocco stradale. E dal momento che continuo ostinatamente a credere che proprio nei blog ci sia la possibilità di far rinascere discussioni altrove sepolte da compunzione e seriosità, dico: ben venga il mondo nella sua interezza. Purchè, come dice Alberto Giorgi, i singoli cittadini del mondo medesimo si facciano essi stessi, per primi, garanti della sua vivibilità. L’assunzione di responsabilità vale per chi gestisce un blog e chi lo frequenta, non può situarsi da una parte sola. 🙂

  37. Non sono d’accordo con Francesco, non credo che esistano Lobby così forti da non fa entrare commenti argomentati a dovere.
    Se uno dice una cosa intelligente a meno che non si sia sputtanato precedentemente dicendo 10.000 stupidate in genere viene quantomeno letto.

    sono d’accordo con questa affermazione: i commenti intelligenti si leggono sempre volentieri anche se, in alcuni momenti di particolare creatività trollesca si perdono in un marasma di insulsaggini che rischiano di soffocare qualsiasi spiraglio d’intelligenza. A volte viene anche il dubbio che la creatività trollesca sia stordita dagli interventi meno banali e manifesti in modo ‘perverso’ il suo entusiasmo, ma le mie sono supposizioni da profana (o da befana, visto il periodo, e…sono seria).
    E’ sempre lì il punto, bisogna argomentare e spesso è difficile inserirsi in discussioni già avviate…

    Sì, un pò credo sia questo, e un pò l’incapacità di sentirsi esistere e vivi anche se non si hanno cose da dire, anche se in quel momento sarebbe necessario ascoltare piuttosto che ripetere arterioscleroticamente argomentazioni che non hanno troppo senso. A me capitava nel disegnare di provare un horror vacui che necessitava colore o segni, poi, fortunatamente (per me e, soprattutto, per voi) mi sono resa conto che esiste dignità anche nel non avere niente da dire (e perciò tacere) e nell’essere ignoranti (e perciò ascoltare per imparare).
    Dopo queste perle di saggezza mi limiterò a ascoltare: sia mai che migliori 🙂
    besos

  38. purtroppo i blog non potranno mai essere come il Processo di Biscardi, se non altro perché non è possibile attuare in un blog la politica biscardiana del (cito alla lettera) ‘non accavallatevi, non parlate più di DUE PER VOLTA’.

  39. Ho scritto favolette non favole. Lei essendo una che scrive, e bene, dovrebbe leggere con più attenzione le parole. Come prima nel precedente post mi appioppa vocaboli non digitati da me. Perchè ho fatto un nome (Bellocchio, lo rifaccio)come esempio ha scritto “velenosamente”. Forse perchè oggi nessuno fa più i nomi. Poi è logico che Lei non fosse d’accordo. Il mio post era palesemente una provocazione. Ma non nel senso che Lei ha realizzato con la raccolta qualcosa di inutile. Per carità. Volevo solo dire che la rete non esprime la sua massima potenzialità. Perchè gli sconosciuti faticano ancora e continuano a faticare. Forse è stata utile nel caso Wu Ming. Ma anche loro tendono a feudizzarsi (non so se si possa dire). Quindi grazie per lo scambio di vedute. In bocca al lupo per il suo lavoro. bello l’articolo su Ammaniti e World of Warcraft.

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