QUELLI CHE DICONO CHE LA SINISTRA HA PERSO PERCHE’ SI OCCUPA DI DIRITTI, E DIMENTICANO GIOVANNA REGGIANI

Mi sia permessa un poco di veemenza. Negli ultimi giorni continuo a leggere analisi (chiamiamole così) da parte di filosofi, editorialisti, pensatori che si dimostrano saldi nell’argomentare e nell’esporre che la sinistra ha perso per colpa delle femministe. Non lo dicono proprio così, per un residuo di pudore: sostengono, codesti signori che si infilano nel primo pertugio disponibile per togliersi i macigni dai calzini, che la sinistra ha pensato troppo ai diritti civili, alle donne, alle persone LGBTI, a tutto ciò che secondo loro poco conta rispetto alle bollette e agli affitti e alla mancanza di lavoro. Come se le due cose fossero disgiunte. Come se battersi per un diritto ne escludesse un altro.
Ebbene, alla luce di quello che sta avvenendo in queste ore, con il varo di un decreto gravissimo che, guarda un po’, lede un diritto costituzionale (parlo del divieto di raduno, altro che rave), mi piacerebbe dire ai signori in questione (regolarmente maschi, bianchi, di mezza età e ben pasciuti, e che non mi sembra di aver mai sentito parlare, che so, dello sciopero dei lavoratori GKN – lo avete fatto, cari? E quando?- , o di aver detto “a” su Grafica Veneta, per citare due soli casi, due soli fra mille e mille) che magari la sinistra ha perso perché ha preparato a lungo il terreno a questa destra invece di opporvisi.
Spero di non annoiarvi con un secondo brano da Roma dal bordo. Che ci riporta indietro, capriolando fino al 2007.

“Dunque, il 2007. Si chiamava Giovanna Reggiani. Era una donna di 47 anni, aggredita, seviziata e uccisa a Tor di Quinto, Roma. L’assassino è individuato in Romulus Mailat, nato a Vurpar, Romania. Vive in un accampamento. E’ rom, e rumeno.  Lo sdegno è unanime e non si appunta sul singolo criminale, ma su un intero popolo. Colpevole uno, colpevoli tutti. Politici di ogni segno dichiarano che la misura è colma. Come rievoca Monica Massari su Il Mulino:

“All’indomani dell’omicidio viene convocato, in maniera irrituale, un Consiglio dei ministri straordinario dall’allora premier della coalizione di centrosinistra Romano Prodi che porta a licenziare un decreto legge per consentire ai prefetti di espellere per motivi di pubblica sicurezza i cittadini comunitari presenti in Italia (solo il giorno prima, il 30 ottobre, il governo aveva varato il cosiddetto “pacchetto sicurezza”). Decreto mai convertito in legge, perché in contrasto con la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini comunitari sul territorio dell’Unione (Romania e Bulgaria avevano fatto ingresso nella Ue all’inizio del 2007).”

Walter Veltroni, sindaco di Roma all’epoca e neosegretario del Pd, cavalca la tigre e sostiene che Roma era la città più sicura del mondo “prima dell’ingresso della Romania nell’Ue”. Testualmente:

“Non si possono aprire i boccaporti”

“E’ necessario assumere iniziative straordinarie e d’urgenza sul piano legislativo in materia di sicurezza”

E, come ricorda ancora Monica Massari:

” Walter Veltroni si esprime sin da subito con toni allarmati sull’aumento dei reati riconducibili a particolari gruppi nazionali, dirigendo l’attenzione pubblica, da un caso di cronaca specifico, alle presunte responsabilità di una particolare «tipologia di immigrazione che ha per caratteristica la criminalità». Seguono decisioni, a livello istituzionale, ben precise che conducono non solo a radere al suolo l’accampamento dove risiedeva Mailat, ma alla distruzione e a controlli a tappeto dei campi rom a Roma lungo le sponde dell’Aniene, in zona Nomentana, Trionfale ed Eur, e poi anche a Firenze, Salerno, Lecce, Torino, Bologna, nell’arco di poche ore.

Parallelamente, l’allarme sicurezza viene strumentalizzato dalle forze politiche di destra per una campagna di intolleranza e di odio nei confronti dei cittadini rom e rumeni presenti in Italia. Il Circolo delle Libertà-Roma liberale organizza le prime ronde anti-rom già nelle ore successive all’aggressione e gruppi di destra manifestano davanti alla chiesa nel giorno dei funerali di Giovanna Reggiani, inneggiando alla pena di morte”.

Tutti partecipano ai funerali della sventurata Giovanna, una delle tante, tantissime donne aggredite e uccise nel nostro sventurato paese.
A lei tocca diventare un simbolo. I suoi familiari subiscono l’abbraccio di decine di esponenti politici. In suo nome, poche ore dopo, viene firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il provvedimento che dà ai Prefetti il potere di espellere per motivi di sicurezza anche i cittadini comunitari.
Il 2 novembre un gruppo formato da diverse persone armate di coltelli e spranghe aggredisce alcuni cittadini rumeni presenti nel parcheggio di un centro commerciale di Tor Bellamonaca; vicino Roma un negozio di una donna rumena viene danneggiato da una bomba carta e aggressioni e insulti si moltiplicano anche in altre città. E continueranno nei mesi successivi.
Non sono i giornali italiani a scrivere a chiare lettere quel che sta accadendo, ma quelli stranieri.
Il Guardian: “ciò che è accaduto a Giovanna Reggiani ha fatto cambiare la legge del suo paese e fatto esplodere una protesta xenofoba senza precedenti nella storia italiana“.”

Parliamo di questo, o di come le femministe hanno rovinato l’Italia, belli miei?

 

Un pensiero su “QUELLI CHE DICONO CHE LA SINISTRA HA PERSO PERCHE’ SI OCCUPA DI DIRITTI, E DIMENTICANO GIOVANNA REGGIANI

  1. Non ricordavo questa terribile vicenda. Da quanto riporti deduco che siano i nostri Governi (non importa se di sinistra o di destra) ad essere inadatti a gestire situazioni così terribili e complesse e che non siano bastati ben 25 anni per imparare a gestire situazioni simili.
    Infine un velo pietoso sul fondatore del PD ed ex sindaco della Capitale: spero che ormai nessuno nutra più dubbi sulla sua completa inadeguatezza a qualunque ruolo politico da lui ricoperto.

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