Arezzo, 19 ottobre. Il consiglio comunale approva un atto d’indirizzo presentato da Lega Nord per impedire la presenza di materiali o censurare testi che contengano riferimenti alla “teoria gender”. Ovvero:
“Occorre intervenire nelle scuole di competenza del Comune affinché non siano introdotti o vengano ritirati i libri o il materiale informativo che promuovono tale teoria. Nell’educazione all’affettività dei figli si deve rispettare il ruolo predominante della famiglia, così dicono anche la Costituzione e il diritto internazionale. Negli ultimi anni si è venuta ad affermare invece questa pericolosa tendenza a utilizzare progetti di educazione sessuale che prevedono l’insegnamento della cosiddetta teoria del gender nella quale l’educazione all’affettività ha la tendenza a diventare sinonimo di un’educazione alla genitalità priva di riferimenti etici, dove si vorrebbe equiparare qualsiasi forma di famiglia e normalizzare ogni comportamento sessuale. Si arriva al paradosso che la famiglia composta da un uomo e una donna è uno stereotipo da superare o a quell’altro paradosso che non si nasce maschio o femmina per questioni genetiche ma si diventa uomo o donna, o nessuno dei due, per fattori culturali”.
Cagliari, 25 settembre. Viene presentata al consiglio regionale una mozione quasi identica (con la differenza, notava il commentatore che me l’ha segnalata, che “genitalità” diventa “genialità”. Lapsus!)
Perugia, 7 ottobre. I consiglieri regionali del gruppo misto chiedono il ritiro dei libri proposti dal Progetto In Vitro, in particolare i soliti “Il libro delle famiglie” e “Piccolo Uovo”.
Ovunque, 19 ottobre. Nasce l’Osservatorio Nazionale sull’educazione affettiva e sessuale, che si autodichiara “in proficuo dialogo” col Ministero dell’Istruzione. Scopo: tutelare i figli (indovinate? dal gender).
Ricordi. La notissima poesia di Kahil Gilbran appesa in sala parto (ospedale cattolico, care e cari, ma quanto erano avanti rispetto ai fondamentalisti e ai miliziani). Quella parte che dice:
I vostri figli non sono figli vostri
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perchè la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perchè la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
Sembra facile, no? I figli appartengono alla vita stessa e alla comunità di cittadini in cui sono chiamati a muoversi. Se le vostre idee verranno accolte dai vostri figli, bene. Potete discuterne insieme, ma non lasciarli nell’ignoranza. Potete dire la vostra, ma non pretendere che la pensino come voi. La famiglia collabora con la scuola, non può sovrapporsi alla scuola stessa o contrastarla: altrimenti, care e cari, teneteli a casa (homeschooling, esiste) o scegliete la scuola (privata) che corrisponde al vostro credo, e guardate che non sarete affatto garantiti sul risultato, perché io sono andata a scuola dalle suore ed eccomi qua, novella satanassa.
Quel che avviene, ed è persino banale scriverlo, è che in uno dei pochissimi paesi europei dove non è prevista l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole (con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti) una spaventosa campagna di disinformazione e terrorismo psicologico (sui dirigenti scolastici, sugli insegnanti, sugli stessi genitori che fanno capannello davanti alle scuole chiedendosi “è vero che vogliono fare il gay pride in classe?”) sta rigettandoci in un passato oscuro, oltre che oscurantista.
Oggi è il 21 ottobre 2015. Ritorno al futuro day. Era la data in cui approda il secondo film della trilogia. Ho come idea che bisognerebbe fare riferimento al primo, dove i protagonisti venivano catapultati al 5 novembre 1955.
La natura ha predisposto che la vita nasca dall’incontro di uno spermatozoo ed un ovulo (ci siamo! penserai) e questa è la regola a cui nessuno, per adesso, può sottrarsi. Ogni nato ha quindi un padre e una madre che l’hanno generato, punto.
Ecco, poi ci sono le eccezioni, che rientrano comunque nella struttura della regola, ma contesto il clamore che si fa attorno a questo fatto mentre le famiglie arrancano fra i tanti problemi scolastici e non. Si parli di rispetto dei diritti, diritti per tutti, non solo di gender che è parola ancora equivocata e che spesso spaventa. Prima di educare i piccoli, si pensi a farlo con gli adulti, affinchè siano pronti ad affrontare l’argomento con animo sgombro.
È ora di passare al contrattacco. Qui nelle Marche in pochissimi mesi si è creata una rete di associazioni laiche intorno alla sigla #chegender; tra una o due settimane prenderà il via l’Agedo Marche: tra i 10 Soci Fondatori, sparsi tra Civitanova, Camerino, Fiuminata, Jesi, Fano, Fermignano, Macerata, Pesaro, 5 mamme dai 40 ai 72 anni (!!) incazzate nere per come vengono trattati i loro figli/e omosessuali da scuola e società; “Nati per leggere” si è ulteriormente attivata con iniziative; presto potrebbe addirittura realizzarsi il progetto di una Festa Laica regionale sulla falsariga di quella milanese… Non basta più segnalare, stupirsi e lamentarsi: ormai occorre AGIRE facendo sentire la presenza laica sul territorio.
Sari, nessuno mette in discussione il dato biologico. Ma quello sociale e sociologico sì. Dunque, d’accordissimo sul fatto che il vero problema risiede negli adulti incapaci di capire che una famiglia è formata da 2 persone che si impegnano tra loro e nei confronti della società a costruire un progetto di vita che può comprendere anche dei figli. Ma poi punto. Perché il resto è ideologia (prevalentemente religiosa), manipolazione politica e pregiudizio.
P.S.: e i figli non potrebbero aiutare a (ri)educare i genitori e quindi gli adulti!?
Da una parte pensoc he più se ne parla peggio è, ovvero i toni diventano esagerati e c’è sempre qualche dichiarazione della Cei che ci fa rizzare i capelli in testa (si legga: “l’attacco alla famiglia!”).
Io resto sempre perplessa da chi dovrebbe stabilire cos’è una famiglia: i preti che non ce l’hanno? (O che gli stessi possano disquisire di sesso, visto che non appartiene al loro status).
Il mondo è pieno di famiglie tradizionali molto disfunzionali.
Quali diritti lede il riconoscimento dei diritti degli omosessuali a un’unione civile? Questo non l’ho mai capito. Forse obbliga tutti gli etero a diventare omo?
Ringrazio il cielo di avere amiche lesbiche e poter offrire ai miei figli modelli concreti di famiglia alternativa…
AREZZO e PERUGIA?? Sono sbarcati anche nel centroitalia? Persino in Toscana?
Ero convinta che fosse una mattana del Nord, trainata dalla Lega.
Che poi ‘sto gender ogni mattina ha un aspetto diverso e si occupa di qualcosa in più: genitori omosessuali, utero in affitto, libri, scelta delle letture in classe… Se il parlamento non vota la legge sulle unioni civili in gran fretta questi pazzi incautamente lasciati in libertà si metteranno a interferire anche sulle lezioni di grammatica e di analisi del periodo! Già parlare dei pronomi e dei sostantivi sta diventando un terreno spinato, gender dappertutto…
ho ascoltato, giorni fa, la presentazione in consiglio comunale a Milano la mozione di un consigliere leghista contro la “diffusione del gender” nelle scuole. Contro un concetto di identità, a suo dire, “fluida, quindi debole” (forse l’acqua è debole?)
Ma, a parte le considerazioni personali: forse a tutte queste persone sfugge una cosa, ed è grave visto che svolgono ruoli ammiistrativi: c’è un quadro legislativo internazionale che prevede l’educazione affettiva e il contrasto al bullismo e agli stereotipi di genere. E l’Italia è paurosamente inadempiente.
Quello che loro credono sia un lusso, un avamposto, in realtà è qualcosa di scontato per una società civile, e se noi non ci siamo arrivati è per difetto.
(errata corrige: la presentazione (….) della mozione, ovviamente)
Nel frattempo Target e Disney hanno abolito la differenziazione per genere dei propri prodotti, questo mentre anche l’intrattenimento mainstream ha aumentato la diversità a seguito di tutto il marasma scoppiato a seguito del gamergate.
Il mondo va avanti, queste teste di legno nostrane sono ormai alla frutta: ignorare con forza tutto sta succedendo pur di preservare il proprio orticino di potere.
Sfortunatamente c’è sempre gente più ignorante di loro
@Murasaki Shikibu: nelle Marche stanno letteralmente imperversando, trainati da gruppi confessionali, Lega e Fratelli d’Italia. Sono ovunque, come le metastasi di un cancro che troppi laici hanno sottovalutato per mera ignoranza, supponenza o semplice rilassatezza. E tu sai che guarire da un cancro metastatizzato è altamente improbabile: più facile che il corpo muoia. Ahinoi.