Mi sembra interessante l’intervento di Gad Lerner, su Repubblica di oggi, sempre a proposito della “questione femminile” (che, se non si fosse capito, è questione italiana, e punto).
Il maschio italiano schierato con le donne che si ribellano all´offesa della loro dignità? Tale è la sfida allo stereotipo del vitellone nazionale, da esporlo come minimo a sospetti e ironie. Il furbacchione si trincera dietro alle suore e alle femministe solo ora che c´è di mezzo Berlusconi, altrimenti… È roso dall´invidia per il maturo dongiovanni; si ricicla bacchettone dopo aver predicato la libertà sessuale; spia dal buco della serratura il bottino che mai riuscì a procacciarsi. Traduce la frustrazione in moralismo. E avanti di questo passo: quasi dovessimo coprirci di ridicolo, noi uomini, per solidarizzare con le nostre concittadine in un paese noto ormai come il più misogino dell´occidente. Afflitto non a caso dal più alto tasso europeo d´inattività femminile (una donna su due non trova o non cerca lavoro, dato Istat 2009). Per non parlare della loro emarginazione dal potere politico.
Scatta poi un istinto atavico, più nel profondo del maschio intimidito e attratto dall´esuberanza femminile. Se quelle ragazze si offrono al desiderio del potente per trarne vantaggi, non sarà la loro una sottomissione finta? Le fameliche “lupe di Arcore” (copyright di Francesco Merlo) meritano forse di essere considerate vittime, o ha ragione piuttosto chi le addita al pubblico ludibrio come “veline ingrate”? Così i cd di Mariano Apicella imbottiti di banconote da cinquecento euro, al termine dei festini di Arcore, incoraggiano un vile rovesciamento di responsabilità, addossando alla spregiudicatezza femminile – “lei ci stava, vostro onore, trattasi di donna dai facili costumi!” – il marchio della colpa. Un falso alibi che però funziona da millenni.
Forse è venuto il momento di riconoscere che anche il maschio italiano sta subendo nella sua identità sessuale i contraccolpi della pornocrazia, divenuta caratteristica pubblica di una classe dirigente di puttanieri. Non a caso il disagio è avvertibile particolarmente fra i giovani maschi che vivono la delicata scoperta dell´eros in un contesto culturale stravolto da una tale inedita ostentazione del mercimonio. È soprattutto fra loro che si affaccia con timidezza la presa di distanze: io non vivo così il mio bisogno di relazione amorosa; desidero un altro tipo d´incontro con le mie coetanee.
Che idea dell´amore può suggerire ai giovani maschi italiani la notizia di quelle cene in cui tre settantenni, resi interessanti solo dal loro status, si trastullano con venticinque ragazze di mezzo secolo più giovani di loro? A tutti, nell´adolescenza, sarà capitata la fantasia di fare l´amore con le bellezze viste in televisione. Ma poi subentra una fase più matura, la fatica della scoperta individuale della femminilità. Contraddetta dalla visione di questa sessualità immatura per cui il potente si ricostruisce in casa, scimmiottando per capriccio lo spettacolino televisivo, la fantasia adolescenziale del dominio maschile esercitato grazie alla forza del denaro. È la trasposizione privata, ma esibita pubblicamente come credenziale di prestigio, di un´ossessione che serializza il corpo femminile plastificato. Bambole di carne precocemente rifatte per somigliarsi tutte e corrispondere a un gusto che si distanzia dall´autenticità femminile fino a precipitare nella parodia.
Altro che libertà sessuale. È la stessa bellezza dell´amore, la ricerca del piacere nella reciprocità, a subire un attentato. Tanto da provocare nei maschi frustrazione, caduta del desiderio, pulsioni sopraffattrici, mortificazione dell´eros nella virtualità del porno.
Solo in questo senso possiamo riconoscere che siamo vittime anche noi dell´offesa alla dignità della donna. Certo ha ragione suor Rita Giaretta di Caserta quando denuncia la legittimazione giunta dai vertici del potere istituzionale alla schiavitù della vendita del corpo (non solo, ma principalmente femminile) fino ai gradini più bassi della scala sociale. E s´indigna, suor Rita, per il cinismo con cui la parte maschile della nostra società sembra accettarla come norma. Ma proprio perché tale abitudine è cementata da una cultura popolare di massa di cui le televisioni di Berlusconi sono da decenni le volgari battistrada – e di cui le sue abitudini private rappresentano la caricatura parossistica – anche la reazione può e deve essere femminile e maschile insieme. Ben lungi dalla sessuofobia, la rivolta femminile coinvolge gli uomini in un progetto di dignità comune che è la base della civiltà. Il partito dell´amore è stata la più beffarda truffa politica del premier indagato per favoreggiamento della prostituzione minorile. Ma la faticosa costruzione dell´amore, come ci ricordano pure i nostri più bravi cantautori, è l´intima fatica per cui vale la pena di vivere.
da qualche parte Milena,una delle amanti(..virtuali o quasi)di kafka scriveva che i matrimoni nati e/o tenuti in piedi per interesse gridano vendetta.Se questa affermazione la prendiamo sul serio,come merita,e ci guardiamo intorno,capiamo che viviamo in un sistema di valori da rifondare con cura certosina,centimetro dopo centimetro.Senza sapere se il premio vale la fatica che costa,perchè il saggio che avrei voluto saper scrivere qualche anno fa,”la felicità e altri leviatani” potrebbe trovare un seguito naturale scambiando il sostantivo nel titolo col nome che diamo al concetto che si prova a incubare nell’articolo
http://www.hardworld.org/metallica_SM/01%20-%20The%20Ecstasy%20Of%20Gold.mp3
Ho apena stroncato (gentilmente) l’amico Gad sul suo bloggo. La Murgia ha le idee molto più chiare. Diffido di quasi tutte/i, Zanardo, Marzano, Concita De Gregorio, Lipperini tanto per citare nomi noti. Sono pochissime le persone che oggi si possono dire “sveglie”, non “dormienti”; perché quando il Sé dorme significa che tutto ciò che ha a che fare con gli dei sta dormendo (CGJung).
Ricambio, cordialmente, la diffidenza. Mi chiedo soltanto cosa ti spinge a frequentare i siti e i blog di persone che non stimi invece di cercare affini parimenti svegli e acuti. Grazie.
Volevo segnalare la campagna che sta portando avanti da lunedì Striscia la notizia. Lunedì ha mandato in onda un video sul varietà come genere costitutivo della tradizione televisiva italiana: partendo da Fellini e Totò, montando vecchi spezzoni di Mina, Raffaella Carrà, Monica Vitti si vuol far passare l’idea che balletti e esibizioni di cosce femminili in tv ci sono stati sin dalle origini e fanno parte della nostra Cultura. L’intento polemico diretto è Lorella Zanardo e la sua campagna di sensibilizzazione contro l’uso del corpo delle donne in tv, l’intento mascherato è l’apologia del premier e delle sue serate. Ieri è andato in onda sempre a Striscia un finto Beppe Grillo che inveiva contro le Barbie, per ridicolizzare ancora una volta il femminismo storico e quello di ritorno. La cosa grave è che davanti a Striscia ci sono nove milioni di italiani ogni sera e molti di loro sono bambini, soggetti più esposti ai messaggi subliminali. Stasera ennesima tappa di questa strategia: puntata di Matrix dal titolo Tutta colpa di drive in? Ci sono dei dubbi sulla risposta a questa domanda da parte di Alessio Vinci e dei suoi autori? Ho letto che tu sarai in studio. In bocca al lupo Loredana!
Bell’articolo, davvero. Gad Lerner, come sempre, fa strike.
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A proposito del ruolo del maschio italiano, della misoginia e della pornocrazia, consiglio (se fosse rimasto ancora qualcuno a non averlo fatto) di vedere Qualunquemente, l’ultimo film con Antonio Albanese.
Non solo per le ovvie critiche (feroci, terribili) al sistema di potere/valori in Italia, ma perché ha la rara capacità di costringere noi uomini, noi maschi, a guardare negli occhi il nostro infoiato mostro interiore.
Magari aiutandoci a sconfiggerlo.
Cara Lipperini, frequento in cerca di sopravvissuti miei simili. E se non intervengo significa che condivido (vedi il caso “libri al rogo”). Ad ogni modo il concetto di “sveglio” cui facevo riferimento era diverso, affatto offensivo o denigratorio. In psicoanalisi si dice che il Sé dorme quando noi agiamo senza entrare in contatto con la nostra vera essenza o anima. Una come la Minetti (tanto per evitare la solita ragazzina) non è affatto “sveglia” nel senso che intendo io, lo sarà nel senso che si intende comunemente. Una come la Minetti sta uccidendo il suo Sé da quando è entrata nell’adolescenza. Non si può fare carriera calpestanso sé stessi. Anzi, si può (non a caso è la via più battuta), ma prima o poi qualcuno ci presenterà un conto da pagare. E dopo trentanni di massacro a livello sociale siamo ora alla resa dei conti.
Striscia è una delle tante cloachine televisive dove il becero delirio nazionalpopolare trova il suo spazio vitale per autocompiacersi. Ciò non toglie che l’approccio della Zanardo sia reazionario e ossessionato dalla gnocca. Imho sono due aspetti speculari della stessa sub-cultura cattolico-reazionaria entrati in rotta di collisione.
Luz: nel becero delirio nazional popolare di cui parli non ci trovo niente di cattolico. Con questo non sto dicendo che non ci siano elementi del mondo clericale che non siano molto avanti su quella strada, o che la chiesta non stia peccando di scarso coraggio nel perseguire questo fetido andazzo (le ultime uscite della chiesa sull’argomento sono state troppo prudenti, a mio avviso).
Ma sono cose che riguardano I CATTOLICI (e neanche tutti) e non IL CATTOLICESIMO.
Luz scusa ma potresti approfondire il concetto espresso da “ciò non toglie che l’approccio della Zanardo sia reazionario e ossessionato dalla gnocca”. Magari sono poco sveglia però non capisco cosa intendi, grazie.
Ho detto tutto il dicibile, e anche l’indicibile, nel post di fine anno sulla Yamamay. Recentemente ho mandato anche una lettera al fattoquotidiano, ma ovviamente mi avranno cestinato. Ora mi levo dalle palle. Saluti e baci.
Questione solo italiana?
La pronografia esiste in tutto il mondo, ahimé…
“Questione solo italiana?
La pronografia esiste in tutto il mondo, ahimé”
Non condivido l’ahimè, ma il fatto che ci sia in tutto il mondo, ma che solo noi (almeno in occidente) siamo governati da un vegliardo piduista amico di mafiosi e puttaniere dovrebbe dirti qualcosa.
“sub-cultura-cattolico-reazionaria” che brutto assemblaggio, non condivisibile, lontanissimo da un luogo concettuale. E’ il tipico linguaggio stantio, senza senso che discende da un’angosciante pigrizia mentale. In fondo è la stessa leggerezza celebrale di chi vede nella donna esclusivamente la parte genitale.
vabbè, comunque una cultura catto-reazionaria esiste ancora in Italia altrimenti i gay potrebbero darsi un bacio per strada senza paura, gli ospedali pubblici non sarebbero pieni di medici obiettori, e una donna non verrebbe giudicata in un modo o in un altro in base ai centimetri di pelle che nasconde o espone o a come si trucca o non si trucca.
“Altro che libertà sessuale”, scrive Gad Lerner: appunto. L’accusa di essere “reazionarie” credo faccia perno proprio sulle (presunte)contraddizioni intorno a questo punto – o forse meglio su come l’idea di libertà sessuale sia una delle tante svuotate e manomesse dall’immaginario mediatico (italiano, in particolare, e con ricadute politiche peculiari, anche se non solo italiano). Ma a mio giudizio sono accuse che pervertono il lavoro e le affermazioni di persone che io trovo tutt’altro che reazionarie, e si tratta di un pervertimento per così dire “preventivo” che, come tecnica discorsiva, vedo utilizzato con grande abbondanza, malevolenza e programmaticità proprio dai difensori del berlusconismo. Senza contare che le etichette che si appiccicano agli altri andrebbero argomentate. Ma anche la ripetizione ad nauseam delle stesse affermazioni è una delle tecniche preferite di una retorica che purtroppo ben conosciamo.
In questo caso specifico(Riferito alla Zanardo) trovo assurdo il termine reazionario quasi quanto trovo insopportabile chi in questi giorni mi da della moralista, quasi fossi una bacchettona da caccia alle streghe!Come spiegare loro che libero non significa per forza libertino? Che una donna libera ed emancipata non corrisponde ad una donna disponibile a cedere il proprio corpo solo perché ne è consapevole?
Credo che lo sappiano, Laura, e anche bene, ma che abbiano paura della democrazia e intolleranza per la libertà altrui. Le donne libere e gli uomini liberi, a qualcuno, fanno paura, c’è il rischio che la loro idea di libertà (anche, ma non solo, sessuale) non coincida con la loro. E allora cercano di metterla in una gabbia, magari nel nome della libertà.
beh però striscia essendo una trasmissione leggera che mette dubbi ha in se gli anticorpi adatti a curare chi volesse prenderla troppo sul serio.Sinceramente è l’unica trasmissione che con tutti i difetti di questo mondo prova ad insegnare ai ragazzini quanto sia utile tenere alta la guardia,giocando con dati reali.Gli antagonisti che insistono sullo stesso palinsesto continuano a voler propinare un mondo che non esiste fatto di pacchi,lustrini e gettoni d’oro,telegiornali sfornati,metaforicamente parlando,per riempire di dolci lo stomaco di pazienti telespettatori diabetici,o peggio di ranger con lo sguardo fisso che sistemano le cose a cazzotti permettendoci di andare tranquilli al centro commerciale
http://www.hyperwest.net/music/Adele/03-adele-chasing_pavements.mp3
“Come spiegare loro che libero non significa per forza libertino?” Laura
dipende da cosa intendi per libero e per libertino. Per come la vedo io, uno che deve pagare per il sesso non è un libertino, è un puttaniere e uno sfigato e mi farebbe pena se nel caso specifico non fosse l’uomo più ricco e più potente del Paese.
Una donna che frequenta un uomo che la disgusta solo per soldi non è una libertina, è una poveretta (povera interiormente se non materialmente),e mi fa tanta pena.
qui godimento reciproco non c’è, non c’è gioia erotica, non c’è sesso alla fine, c’è sopraffazione e ipocrisia. Godimento c’è se fai sesso con qualcuno che ti piace fosse pure un vecchio, fosse pure il tuo capo, fosse pure il presidente..ma se ti fa schifo e ci vai solo per i soldi, questo non è sesso, è violenza secondo me. Forse non è uno stupro in senso tecnico e legale, ma è comunque qualcosa che ha a che fare con la sopraffazione.
Vorrei rassicurare Lerner che non stiamo subendo i contraccolpi della pornocrazia. La pornografia del privato diventa pornocrazia quando ogni dettaglio viene analizzato e scandagliato ogni giorno per settimane sulle prime 15 pagine dei maggiori quotidiani nazionali. Vorrei ricordare a Gad Lerner che questa vicenda se non la si ergeva a materia penale e a psicodramma nazionale non se ne sarebbe saputo nulla. Banali “porcellonate” di ambito privato di un leader politico. Del resto i guru dei media dovrebbero sapere che, secondo autorevoli indiscrezioni, buona parte dei parlamentari tengono periodicamente festini a sfondo orgiastico. Un parlamentare del sud lo ha confidato ad un amica comune, e non c’è alcun motivo di dubitarne. Tali costumi sono ampiamente diffusi nella classe politica del Paese, Berlusconi non è l’eccezione o il mostro. Questo non significa avallare i suoi comportamenti o ritenerli auspicabili e specchiati. Sono modelli arcaici ancora fortemente presenti nella nostra società. Ma ciò non deve stupire. Quanta strada abbiamo fatto da quando 150 anni fa Marx parlava di accumulazione originaria del capitale e della assoluta disparità di condizioni tra operaio e capitalista per cui il primo non avrebbe avuto alcuna possibilità di scegliere e dettare le condizioni di lavoro in fabbrica perché l’alternativa era la fame e la miseria? Non è stata esattamente ancora oggi la stessa identica materia del dibattere quando si è discusso il referendum a Mirafiori? Quanta strada ha fatto l’umanità, la società occidentale in 150 anni. Pochissima. E allora perché trasecolare quando “scopriamo” modelli sessuali arcaici nelle pieghe del quotidiano. Tra l’altro tali modelli sono ancora perfettamente diffusi e accettati in molte parti del globo, certo in quelle che per noi sono ancora società arretrate…Ci sarebbe poi la controindicazione che voler debellare una sessualità definita deviante e nello stesso tempo sbandierarla e raccontarla così tanto in tv e sulla carta stampata potrebbe verosimilmente rendere le masse eventualmente ancora ignare di ragazzini e ragazzine edotti e desiderosi di sperimentare, se non altro perché c’è una chiesa (laica in questo caso) che vorrebbe impedirglielo. Parlare poi di comportamenti non esemplari e diseducativi per i ragazzi può essere fondato e legittimo ma si sa gli adolescenti non sopportano i moralismi, le imposizioni e i pistolotti pedagogici. Educare non è un mestiere facile e lineare e la realtà è fortemente intrisa di apparenti contraddizioni. Ad es.una certa area culturale e politica, a cui personalmente anch’io in parte per militanza teorica mi ascrivo, dopo tante lotte per la liberazione sessuale si trova oggi nella difficoltà di dover spiegare alle nuove generazioni la differenza tra sesso liberato “sano” e sesso liberato “mercificato”. Ma Pasolini profeta non l’aveva già scandalosamente rilevata 35 anni fa questa differenza e tendenza? Quella stessa generazione rischia oggi di incarnare posizioni morali perfettamente interscambiabili con quelle del clero di allora. Non il clero di oggi, quello di allora, degli anni ’60. E nello stesso tempo dover funambolicamente spiegare perché essere bisessuali e omosessuali va perfettamente bene ma essere fortemente attratti dall’altro sesso va meno bene. Non è un compito facilissimo. I maschietti lo capiscono molto poco. Ribadisco le critiche al cavaliere sono tutte legittime e magari fondate ma non so quanto politicamente rilevanti , utili e convenienti per la sinistra. L’Italia si è spaccata in due tifoserie contrapposte, coinvolgendo tra l’altro tutta qull’area maschile dell’impolitico che magari non vota e che legge al massimo o sfoglia al bar (ma non è una colpa) il corriere dello sport, che di politica appunto non se n’è mai interessata ma che oggi si schiera con Berlusconi come in un plebiscito: “gnocca sì – gnocca no” e identifica l’opposizione come “quelli che non ci vogliono manco far scopare”, il discorso escort passa in secondo piano. Non ci si crede? Vi consiglio allora di frequentare di più i bar di periferia o di provincia o magari le discoteche. Ecco andiamo a votare con questo clima e vediamo cosa ne esce. E tralasciamo le massive forze mobilitate per l’indagine Rubygate. Anche coloro che sono stati sempre convintissimi delle “buone intenzioni” della magistrature oggi si stanno convincendo che il “teorema Berlusconi” di una magistratura politicizzata e persecutoria non era un’invenzione ma una mera constatazione. E debbo dire che forse quel geniaccio del Signor B. , da Houdini della persuasione e manipolazione occulta qual è, tanto ha brigato e pregato che alla fine la sua è diventata una profezia che si sta auto avverando. Ma non c’è magia, eventualmente solo una talentuosa padronanza degli oscuri meccanismi della comunicazione umana e della psicologia di massa.
Ulrico S.
Ricco l’articolo di Lerner, ricco di pensiero ed emozione.
E poi è scritto davvero bene: potenti metafore e lessico icastico.
Si forse libertino non è la parola esatta, intendevo molto leggero e disinvolto, che come dici anche tu non è un male di per se, diventa però pericoloso se questa “disinvoltura” è usata da quelle che tu chiami poverine per scopi di lucro, se diventa porta d’accesso a posti solitamente irraggiungibili, da donna è terribilmente umiliante sentire una di queste ragazze dire che il vecchio deve pagare perché lei si deve iscrivere in palestra! Prostituirsi per pagare la palestra! Probabilmente queste pensano di noi donne normali che siamo tanto stupide da continuare a lavorare per mantenerci
Mi rendo conto che questo e’ il periodo del taglio con l’accetta, nel quale non e’ possibile fare dei distinguo senza passare per amico del Turpe, pero’ dire che la questione femminile e’ “questione italiana, e punto” e’ sicuramente falso.
E’ di questi giorni in America una polemica fortissima contro la pubblicita’ di American Apparel, una catena di vestiti spesso al centro delle cronache per il forte uso del sesso nelle sue pubblicita’ e di modelle che hanno tutta l’aria di avere al massimo 15 anni. L’ultima campagna vede protagoniste delle donne (dall’aria molto giovane) disegnate a matita, nude o che si tolgono le mutandine, in pose parecchio erotiche. Potete vedere un paio d’immagini qui: http://www.styleite.com/media/american-apparel-ads-naked-drawings/?pid=4408#image
Gia’ questo credo che dovrebbe far capire di come il dire che la questione femminile sia una questione solo italiana non stia in piedi. Capisco utilizzare ogni mezzo per sbarazzarsi del Turpe, pero’ questa e’ una forzatura. Ed e’ importante riconoscerlo, perche’ quando – finalmente – il Turpe se ne sara’ andato, sara’ importante per chi vive in Italia non credere che i suoi problemi finiscana con la di lui cacciata. Altrimenti ci sara’ un grosso risveglio con mal di testa.
Credo che dire che dobbiamo parlare di questione italiana e non femminile significhi dire che la situazione di discriminazione in termini di rappresentazione e trattamento a tutti i livelli che le donne subiscono in Italia (e almeno sulla gravità di questa situazione rispetto a molti altri paesi credo che ci sia un accordo) non è una questione delle donne, ma una questione che coinvolge e riguarda l’Italia e gli italiani e italiane in termini politici e culturali, e non che si tratta di un problema esclusivamente italiano. Un po’ come quando Lyndon Johnson disse che la questione del voto degli afroamericani era una questione americana e non un problema dei neri, per intenderci. “L’uguaglianza dei diritti dei neri americani è una questione di questa natura. Se noi sconfiggessimo tutti i nemici, raddoppiassimo la nostra ricchezza e conquistassimo le stelle, ma non ci rivelassimo all’altezza di questa sfida, avremmo fallito come popolo e come nazione. […] Non esiste un problema nero. Non esiste un problema del Sud. Non esiste un problema del Nord. Esiste soltanto un problema americano.” (cito da “La mente politica”, D.Westen, Il Saggiatore, p.52)
Quanto al fatto che l’eliminazione politica di Berlusconi di per sé non risolva quasi nulla, sono d’accordo. Certo, sarebbe un inizio. E mi rendo anche conto che, nella situazione in cui ci troviamo, la mia citazione possa far sorridere, se non ridere, ma per quel che mi riguarda l’analogia c’è.
A me l’articolo di Lerner piace molto – tra i commentatori a queste vicende è quello con cui mi sento più in sintonia.
Sì, certo, Lerner rimane tra il meglio in circolazione. Però quando si occupa di corpodelledonne anche lui si muove come un elefantino tra la cristalleria. E poi non dimentichiamoci che le femministe-reazionarie l’hanno preso a male parole solo perché un paio di mesi fa ha difeso Belén……..
“E nello stesso tempo dover funambolicamente spiegare perché essere bisessuali e omosessuali va perfettamente bene ma essere fortemente attratti dall’altro sesso va meno bene. ” Ulrico
Ma nessuno dice che essere fortemente attratti dall’altro sesso è sbagliato, va benissimo! Se qualcuno dicesse che è sbagliato sarei il primo a protestare! La questione è che queste ragazze non vanno da Berlusconi perchè sono attratte da lui, ma perchè sono attratte solo ed esclusivamente dal suo denaro perciò, escludendo ogni giudizio morale (trovo la prostituzione adulta più triste che immorale in sè) considero queste ragazze delle poverine perchè per pagarsi la palestra accettano il disgusto che la vicinanza di quel vecchio provoca loro, e dato che non sono attrici professioniste non riusciranno a separare il “set” (Arcore) dalla vita vera..davvero comprendo l’ indignazione di Laura e di tante altre donne che non si prostituiscono per la palestra e non lo farebbero neanche per cose più importanti..ma davvero io non riesco a provare avversione per chi fa male solo a se stesso/a, solo tanta pena.
Certo è grave quando una donna arriva ad incarichi pubblici con tali sistemi..ma quanti uomini arrivano in alto “prostituendo” il loro intelletto? Non pochi, ma forse è meno grave perchè non c’è il sesso di mezzo? Io non credo.
Però non ho mai visto manifestazioni di maschi che gridano “Io non sono Minzolini”, per me Minzolini è una puttana che non deve nemmeno sopportare il disgusto di andare a letto con Berlusconi.
Poi sapete, sarò naif..ma ho il sospetto che se Berlusconi fosse stato gay, ma con le medesime ossessioni, ora saremmo qui a parlare di “ragazzi bunga bunga” e dovremmo affannarci a spiegare che non tutti i maschi si vendono sessualmente,
Poco più di niente.
Ci si prova da molto, ci prova anche Lerner con un bell’articolo condivisibile (anche se il problema della “questione maschile” gli fu posto proprio da Zanardo almeno tre mesi fa all’infedele, e l’argomento cadde con un tonfo di imbarazzato disinteresse fino al momento, questo, di inevitabile utilità mediatica), ma il dibattito rimane sempre sul poco più di niente.
Dubito fortemente sull’utilizzo del termine pornocrazia assolutamente fuori luogo e fuorviante: i greci usavano questa parola per indicare l’influenza negativa delle donne (meretrici) in politica… oh-oh, abbiamo un grosso problema linguistico?
Abbiamo avuto bisogno di essere lo zimbello del mondo intero affinché ci fossero tentativi di riflessione su situazioni da decenni denunciate dai gruppi femminili che invano hanno cercato di far udire la propria voce, e anche ora il dibattito ristagna e le domande sono ferme al gnocca si-gnocca no, Berlusca si-puttane no, e divagazioni varie su una presunta posizione catto-reazionaria con supercazzolaescappellamentoasinitra delle donne…
Io conosco benissimo le parole dette al bar, conosco gli sguardi di chi legge la gazzetta dello sport eppoi attende che la barista di volti a prendere la bibita dal cassetto nell’eventualità di poter intravedere il pizzo del perizoma perché la maglietta tanto è poco scollata, unico conforto in questa vita difficile, so anche che per molti vedere la gnocca in tv corrisponde all’assurda fantasia di avere la libertà di farsi una scopata, ma il dibattito del maschile sul maschile in ogni modo semplicemente non c’è e non è nemmeno previsto o ammissibile.
Certo molti si stanno affiancando alle proteste femminili che grazie al cielo (ma per sfortuna politica di questo Paese) hanno avuto modo di giungere alla luce dei riflettori mediatici, onda comoda su cui cavalcare. Ma non è sufficente.
Eppure quando la riflessione è portata verso le presunte problematiche (dico presunte solo per non essere troppo aggressiva) maschili di relazione, di comprensione e di accoglienza del dibattito sollevato dal femminile, non se ne ricava un ragno dal buco.
Quanto ancora dovremo attendere per un po’ di sana autocoscienza maschile? Non si fa che sentir giudicare le donne attraverso una autorevolezza di cui spesso il maschile si avvale su qualsiasi argomento gli si sottoponga, soprattutto di quegli argomenti dove è evidente che non ne sanno proprio nulla, come la famigerata “questione femminile”. Che cominciassero a studiare un po’ il loro genere e a parlare di loro stessi, della loro idea di sessualità, della loro idea di relazione anche politica tra i generi, che sarebbe un primo gesto, per altro molto banale, di onestà e di confronto.
Almeno ora che sono, che non si facciano confondere proprio loro i vitelloni, lo zimbello di tutto il mondo, profonda Africa nera compresa che ci batte di misura nella classifica del Gender Gap!
@Paolo1984 non sei naiff, sono solo fantasticherie e il tuo ragionamento si rifà ad una realtà inesistente e per questo inutile.
che sia una realtà inesistente è vero dato che Berlusconi non è gay e se lo fosse si sarebbe già dimesso, ma che siano fantasticherie inutili mi dispiace, ma non credo, credo che qualche volta sia utile fare la storia pure coi “se”, libera tu di pensar quello che vuoi
Non leggo la gazzetta e non sono solito spiare le cameriere, ma il problema non è tanto guardare (vogliamo dire che le donne non guardano gli uomini e non hanno certi pensieri?) anche se mi rendo conto che certe occhiate possono risultare fastidiose e sgradite, ma se mi permetto di giudicare la donna che guardo a causa del suo abbigliamento o di un (presunto) modo di atteggiarsi questo secondo me è sbagliato.
Comunque mi permetto di osservare che il maschile non esiste (e nemmeno il femminile esiste secondo me, ma non mi addentro in questo per non essere accusato di parlare di ciò che non so), esistono gli uomini e che molti di loro abbiano problemi a relazionarsi con l’altro sesso è indubbio e sarà difficile pure per le donne relazionarsi con gli uomini, Del resto non è mai stato facile neanche relazionarsi con gli esponenti del proprio di sesso, figuriamoci con l’altro. ciò nondimeno le relazioni sentimentali, amicali, sessuali e non solo, avvengono.
sebbene in ritardo, vorrei confermare che Lerner è uno dei rari, veri amici delle donne, nel senso che ha le categorie mentali per comprenderne le ragioni -e probabilmente anche i torti-
Ho trovato stimolanti molti commenti -mi scuso per allitterazioni e clausole “retoriche” che non ho tempo di correggere- , anche quelli irritanti -e dagli con rime interne etc-. Non ne aggiungo perchè al momento non riuscirei a scrivere abbastanza sinteticamente.
Mi propongo di seguire con maggiore continuità e “spazio mentale”.
posso dire qc. a Paolo 1984, che mi pare un ragazzo stimabile e mi ricorda mio figlio -che si chiama quasi come lui, è dell’84 e mi viene anche il dubbio che.., ma non sarà lui- ?
Perché pensi che non esistano il maschile e il femminile? Forse c’è dietro solo un equivoco terminologico : mi sembra scontato che ci siano caratteri- in larghissima parte culturali ,ovviamente- che nel corso della storia di ciascun popolo hanno “fatto” uomini e donne ; questo interminabile percorso ha sviluppato negli uni e nelle altre capacità diverse, in relazione ai bisogni socio-economici etc.Naturalmente sto semplificando in modo grossolano,e me ne scuso. Se il discorso ti interessa, mi trovi disponibile a riprenderlo, e volentieri.