Era novembre, ed era il 1976. La prima donna segretaria di partito si chiamava Adelaide Aglietta. Lo so, perché c’ero anche io al congresso del Partito radicale di Bologna in cui fu eletta, e perché ero nella sua segreteria insieme a Enzo Zeno, Giuseppe Caputo, Valter Vecellio, Giovanni Negri, Pino Pietrolucci, Mario Signorino. C’eravamo, tutti, quando arrivò la notizia della morte di Giorgiana Masi, e Adelaide era di spalle, guardava fuori dalla finestra e piangeva. C’eravamo tutti, quando, nel 1978, venne sorteggiata, dopo il rifiuto di quasi cento cittadini, quale giurata popolare nel primo processo intentato in Italia ai capi storici delle Brigate Rosse, e ne discutevamo fino a notte fumando milioni di sigarette, e lei voleva accettare ma ogni tanto diceva “e le bambine?”. Le figlie. Accettò infine, e si presentò in aula con un fiore fra le mani.
C’eravamo, sì, e fu la mia esperienza di quella che chiamo intelligenza dei gruppi, e non l’ho dimenticata.
Per la prima volta, da ieri notte, la maggior forza di opposizione è guidata da una donna, Elly Schlein. Nel 2023. Certo che ci sono state altre donne, Adelaide e Beatrice Brignone di Possibile, e Silvja Manzi dei Radicali italiani, e, come portavoce di Potere al Popolo, Viola Carofalo e, certo, come presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Ma per il Pd è la prima volta, e se non ci fosse stata un’affluenza impensabile per le primarie, non era neanche prevista. Ieri, nella piccola sede di periferia dove anche io, e di nuovo per la prima volta, sono andata a votare, c’era la fila alle due di pomeriggio. Non solo giovani, ma vecchie e vecchi arzillissimi con la loro tessera elettorale fra le mani, convinti giustamente di maritare una speranza, qualunque sia il voto che hanno espresso o esprimeranno.
Ho scritto mille volte che essere donna non garantisce sulle azioni politiche e la loro bontà: il nome di Margaret Thatcher, su tutti, dovrebbe bastare. Però, davvero, era ora. E se questo risulta imprevisto, significa che non si è capito abbastanza di chi magari tace, ma c’è.
Comunque la si veda, per chiunque si voti, è un bellissimo segnale.