Lo sapete, vero? Si balla. Lo faranno nelle piazze del mondo, le donne che hanno aderito a One Billion Rising. Lo faranno per le donne uccise (una giusto stamani). Lo faranno per le donne che perdono il lavoro perchè incinte (una giusto ieri). Non servirà a fermare tutto, d’incanto. Servirà però, e moltissimo, a riportare in ogni piazza allegria, forza e rabbia. Siateci. E leggete, qui sotto, quanto ha scritto Eve Ensler per questa occasione. Buona danza.
L’insurrezione
Scritto a Kerala per le donne indiane che ci mostrano la strada.
Potrebbe succedere ovunque.
E così è stato: Mexico City, Manila, Mumbai, Manhattan.
Uomini notturni. In attesa, come lupi che sbavano per la preda, dietro quell’unica porta vagamente verniciata.
Pagando niente, due dollari, o euro, o rupie, o pesos per possederla, entrare in lei, mangiarla, divorarla e gettare via le sue ossa.
Potrebbe succedere ovunque e così è stato.
Una monaca buddista su un autobus che cercava di rimanere all’asciutto per la notte. Una leader che si opponeva al governo repressivo. Una giovane donna in viaggio con il suo ragazzo.
Una ha perso la voce, l’altra il suo seguito. L’ultima la sua vita.
Potrebbe succedere ovunque e così è stato
Croci rosa di legno, una catasta di pietre, rossi garofani appassiti, sedie vuote in una piazza, nastri che volano nel vento afoso.
Chiedo ad Anna a Nighat a Kamla a Monique a Tanisha a Emily.
Perché, perché?
Porque Eran Mujeres.
Parce qu’elles étaient des femmes.
Because they were women.
Perché erano donne.
Potrebbe succedere ovunque e così è stato.
Dove una donna è stata licenziata per essere troppo bella; una è stata multata per aver bevuto dopo essere stata violentata; ad una è stata fatta una seria offerta di matrimonio dal suo violentatore, le fu detto che era legittimo e non un’imposizione.
Potrebbe succedere ovunque.
Fanno queste cose quando le ragazze vanno a far legna, entrano nell’auto di un uomo solo, bevono un po’ troppo alla festa universitaria e si svegliano con le dita dello zio dentro.
Scappano da machete e pistole urlanti.
Prese all’alba.
Fucilate per aver imparato l’alfabeto, lapidate per essersi innamorate, bruciate per aver predetto il futuro.
Sono stanca di catalogare questi orrori.
2 milioni di donne violentate e torturate
1 donna su 3.
Una donna violentata ogni minuto.
Ogni secondo.
Una su due
Una su cinque
Lo stesso
Una
Una
Una
Sono stanca di contare e ricontare.
È il momento di raccontare una storia nuova, c’è bisogno della nostra storia, c’è bisogno che sia atroce e inaspettata, che faccia perdere il controllo, che sia sensuale e venga dai nostri fianchi e dai nostri piedi.
C’è bisogno che sia arrabbiata e che sia spaventosa come sanno essere spaventose le tempeste
Una storia che non debba chiedere permesso, che non abbia bisogno di permessi o di uffici appositi o di creare reddito, non sarà registrata o comprata o venduta, o contata.
Deve solo accadere.
Non si tratta d’inventare ma di ricordare.
Sepolta sotto le foglie di traumi e sofferenze, sotto il fiume di sperma e squallore.
Vagine e labbra strappate ed estratte, rubate, miniere di corpi, corpi scavati.
Adesso non si tratta di chiedere o di aspettare.
Si tratta di insorgere.
Solleva il tuo braccio sorella e fratello
Insorgi
Miliardi
Il tuo cuore
Insieme al nostro.
Una volta avevo paura dell’amore
Faceva troppo male ciò che non è mai successo, ciò che è stato strappato via.
Lo stupro, la ferita e l’amore.
Pensavo fosse il sale, ma sbagliavo, sbagliavo.
Attraversa il fuoco.
Solleva il tuo braccio
Insorgi
Miliardi
Uno, Uno Uno
che insorge
che si ribella
che si rialza.
Ho dei dubbi sull’utilità di questa (pur meravigliosa) campagna, ma ballerò e parteciperò per starci dentro e capire.
Quanto a Pistorius pare che però non sia femminicidio. Tu non credi Loredana?
No, sembra infine sia stato un disgraziato incidente. E’ angosciante, però, la coincidenza con la giornata. Quanto all’utilità: poche cose, oggi come oggi, sono davvero utili se non si muta il pensiero, la cultura, la personale attitudine. Detto questo, ben vengano tutti i momenti in cui ci si unisce e non ci si divide macerandosi. 🙂
Insorgere dunque, questa disperata chiamata alle armi è dolce come una poesia, amara come un grido di guerra. Davvero non ci resta alternativa? Me lo chiedo perchè non lo so.
Che in India le donne stiano peggio di noi è un’ovvietà, ma non un motivo per non prendere sul serio le parole della Ensler: valgono anche per noi, cioè, se gli uomini italiani potessero si comporterebbero come gli indiani.
Pensare che sia venuto il momento di prevalere sul maschio con la forza mette i brividi: tutto il dolore che il nostro genere ha subito prima o poi tornerà su chi l’ha compiuto. Tocca a noi? Alla nostra generazione?
No, noi non siamo capaci di insorgere, forse lo sono le indiane, ma noi no, noi non abbiamo ancora toccato il punto più basso, non siamo pronte al rimbalzo: facilmente ci ridurrebbero al silenzio, la vendetta del maschio sarebbe spietata. Meglio continuare a provarci con le buone, formando i maschi più piccoli, erigendo deterrenti legali per gli adulti, parlando, descrivendo gli episodi usando il vocabolario adeguato.
Correggere il concetto che la donna è preda nella mente degli uomini è cosa difficile, come trasformare un leone in un animale vegetariano: lo puoi fare a parole, oppure cavandogli i canini.
Giò, oggi si balla, non ci si divide macerandosi, eppure io subito leggo il commento di Giorgia e mi sento male. Quando si parla di violenza e civiltà, di oppressi e oppressori è molto difficile restare lucidi e non dividersi sia sulle forme di lotta che sulle concezioni. Io già faccio uno sforzo per concettualizzare l’opposizione uomini / donne, perché mi pare una forzatura semplificatoria dell’opposizione forte / debole che si sostanzia nelle circostanze e non abbastanza nel genere. Ma faccio questo sforzo perché capisco che è storicamente necessario. Arrivare però a dire che formare i maschi più piccoli è un ripiego, un provarci con le buone, quando il vero gesto sarebbe strappargli i canini per quel che non hanno ancora compiuto ma che sicuramente farebbero se potessero, è la cosa più triste che potevo leggere oggi. Balliamoci su, va’.
E’ una settimana che faccio girare la notizia e il video, e la canzone, e il sito. Quante reazioni diverse ho sentito. Becere, banali, scettiche, entusiaste, e così via. Ma non è che mi ci sento male (già ci pensa l’influenza).
fandango sotto la pioggia
http://www.youtube.com/watch?v=Hw6t-rqTgAM
Bello aver scelto il giorno di S. Valentino, una festa che era commerciale, di cioccolatini e profumi… che vengono messi da parte e si guarda al lato oscuro dell’amore, alla violenza alle donne.
Ma anche all’amore ognuno come gli va, ai diritti delle coppie gay. E’ un segnale di crescita.
da sito senzasoste,it
“… Detto ciò, è chiaro che anche al netto delle migliori intenzioni questa iniziativa rischia di trasformarsi in una pagliacciata. Almeno in Italia i presupposti ci sono tutti visto chi ha principalmente raccolto al volo l’appello: Se non ora quando? (snoq). Sì esistono anche ora che Berlusconi non è più al governo e anzi resuscitano, come le migliori ancelle del potere, proprio in campagna elettorale. Come scrivono i/le compagn* di Corto Circuito, “SNOQ è l’antitesi di ogni lotta costruita contro i rapporti di poteri tra generi e per l’emancipazione dagli stereotipi costruiti attorno agli stessi”. Sono diretta emanazione del PD, con degli obiettivi di lotta sinceramente imbarazzanti da rivendicare. Sempre pronte a stracciarsi le vesti per le violenze a cui sono sottoposte le donne nel mondo e completamente cieche rispetto a quello che anche la loro stessa parte politica ci ha inflitto, condannandoci ad una vita di precarietà”.
Parere non allineato, sante parole…