SU ANNIE ERNAUX, DI NUOVO

Annie Ernaux vince lo Strega Europeo con “Gli anni”. Come il commentarium sa, è un libro che ho amato, sostenuto, diffuso nel mio piccolo, prima ancora che si affermasse una sorta di – benvenutissima, avercene! – “moda Ernaux”. Perché? In tre brevi punti:
– perché è un libro spartiacque. Non è semplicemente quel che si suole definire memoir, non è del tutto autofiction. E’ la lettura di un’epoca attraverso il filtro della propria memoria. Non si scrive che di quel che si sa, dice Ernaux, e ha ragione. Resta il lavoro, immenso, di trasformare quel che si sa da biografismo a letteratura, e quello riescono a farlo solo i grandi. Lei lo è.
– perché è un libro che possiede quel che dovrebbero possedere i buoni libri: cuore e linguaggio. Perché ogni parola è densa, pensata, elaborata. Non fa concessioni alla semplicità, ma non si chiude nell’elitarismo. Non ha nulla di elitario, nulla di autocompiaciuto, nulla di autogratificante (guarda mamma, senza mani). C’è l’autrice, dalla prima all’ultima parola, ma c’è perché compie un’azione di speranza: fermare la morte prima che ogni immagine svanisca, come ogni immagine è destinata a svanire, e restituire non semplicemente chi è e chi è stata nel passato Annie Ernaux ma chi siamo stati e siamo noi in quello che di quel passato condividiamo.
– perché è anche un libro politico, nel senso più alto e nobile del termine, proprio perché mostra cosa abbiamo attraversato, e gli errori che abbiamo compiuto, e le speranze che ancora manteniamo, nel lungo cammino che ci ha portato qui. E da questo punto di vista non fa sconti.
Per questo sono felice della vittoria, e non temo di dirlo, anche se come sempre ci sarà chi sostiene che non va detto, e che posizioni non vanno prese, non da parte di chi ha un ruolo pubblico. Amen. Quando c’è qualcosa di grande che ti passa davanti, va indicato, e la gioia del riconoscimento va sempre condivisa. Se non lo avete ancora letto, fatelo (e già che ci siamo, complimenti ai piccoli e agguerriti de L’Orma, e a Lorenzo Flabbi che lo ha tradotto, perché se c’è qualcuno che merita complimenti quelli sono loro).

5 pensieri su “SU ANNIE ERNAUX, DI NUOVO

  1. Oh, Lippa, grazie di avercela segnalata e sponsorizzata. Leggendo “Gli anni” non puoi fare a meno di pensare “wow”, “che scrittrice!”. Ho sentito tutto il peso di ogni parola ed è quello che in realtà mi ha veramente convinto che è un libro da comprare, regalare, diffondere, raccontare. Le parole non sono una sequenza di lettere che esce fuori dalla bocca a casaccio, o meglio, lo sono spesso, ma in “Gli anni” no, non lo sono e certe volte sono pugnalate soprattutto, come confermi, grazie al traduttore. Poi un modo di raccontare così efficace che quando lo stai leggendo sui mezzi e dovresti interrompere perché devi scendere, non lo fai, cioè scendi e continui a leggere, sbatti contro le persone e incontri l’umanità, quella che sta dentro il libro. Grazie! ps: eh poi ho dovuto leggere per forza pure “il posto” e “l’altra figlia”.

  2. Apprezzo tutto l’articolo, in particolare quando dici: C’è l’autrice, dalla prima all’ultima parola, ma c’è perché compie un’azione di speranza: fermare la morte prima che ogni immagine svanisca, come ogni immagine è destinata a svanire, e restituire non semplicemente chi è e chi è stata nel passato Annie Ernaux ma chi siamo stati e siamo noi in quello che di quel passato condividiamo.
    Il valore della memoria collettiva diventa sempre più pregnante col passare degli anni. Scoprire che i ricordi della scrittrice sono anche i tuoi e che sono stati vissuti con gli stessi sentimenti e sensazioni, ti rassicura preservandoli dalla damnatio memoriae.
    Una piccola, ma intensa nota: poco meno di un anno fa, cara Loredana, hai pubblicato su FB una foto che ritrae tua madre ( una simile la conservo anche io nel mio album di famiglia). Il commento che accompagnava l’immagine era “conservare tutto” in quel periodo leggevo Gli anni e le tue parole mi sono ritornate in mente spesso per tutta la lettura del libro: fili che si intrecciano, onde elettromagnetiche c’è si mettono in fase. Forse ci vorrebbe uno degli haiku di Susanna!

  3. Apprezzo la tua passione da lettrice, nonostante tutta questa pubblicità martellante non sia sempre il massimo per avvicinare chi non conosce l’autrice (per me Il posto è un libro ancora migliore, con intenti meglio raggiunti). Francamente, la confezione romanzesca di Ernaux (è, nel bene e nel male, un memoir collettivo, inutile rinnegare le etichette, anche se va tanto di moda) mi ha spesso fatto sentire tutta la sua stucchevolezza, le frasi astute, fatte per piacere e strizzare l’occhio ai lettori più o meno avveduti. Ho sentito una profonda nostalgia di altro, leggendolo. Boh. Per me “Gli anni” è, ancora oggi, solo il capolavoro di Virginia Woolf. Solo un’opinione personale, naturalmente.

    1. Mia cara, la pubblicità martellante dove la vedi? Qui? Bene, sappi che essendo questo un blog personale, mi ritengo libera di segnalare i libri che amo, e al mio paese questo non si chiama pubblicità: si chiama condivisione. O non vogliamo per caso dire che la Kasta Editoriale colpisce? (un editore nanoscopico, vorrei sottolineare). Ognuna ha le sue opinioni, naturalmente, e vanno rispettate. Ma il rispetto deve essere reciproco, sempre. Grazie. Ed è meraviglioso, a proposito, autodefinirsi lettrice avveduta. Io non ci riesco, pensa, gentile Serena. Complimenti per l’autostima.

  4. Il mio era solo un commento pacato. Non mi sono autodefinita avveduta, mi riferivo al lettore come categoria. Né tanto meno volevo sfoggiare un’autostima che non ho. Mi dispiace essere stata così fraintesa, non c’è bisogno di saltare su così, come punta da uno spillo. E poi la pubblicità martellante non la fai certo qui, esiste da qualche tempo, basta andare in rete e verificare le recensioni, con le medesime frasi di commento al romanzo che vengono rimpallate da un sito all’altro. Se hai visto mancanza di rispetto nel mio commento, rileggi bene, perché non è così. Evidentemente se però si esprimono perplessità su romanzi che non ti piacciono, si rischia l’Inquisizione 😀 (SCHERZO, non saltare su di nuovo!) Buona giornata 🙂

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