Si vota fra una manciata di giorni e io mi chiedo se esista un altro modo di parlare di politica. Ma anche di cultura. Ma anche di qualsiasi argomento. Ieri riflettevo su Facebook sul confronto televisivo tra Vera Gheno ed Emanuele Trevi pensando proprio, al di là del tema, alla prassi consolidata per cui si va in televisione per annientare l’avversario, e che si parli di linguaggio o di qualsiasi altro argomento a questo punto poco conta.
Salutammo la Neotelevisione di Angelo Guglielmi, quella che trasformò RaiTre dal 1987 al 1994, come il cambiamento necessario, come l’avvento di un progetto intellettuale e insieme popolare fino a quel momento inedito. E così era. Ma oggi non c’è un Angelo Guglielmi a ragionare sui progetti: e quelli che allora erano programmi o modalità innovative hanno oggi esasperato i toni e svuotato i contenuti, prendendo su di sé la brevità dei social, e rendendo inutile ogni possibilità di approfondimento reale.
E allora, come ci si informa, come si va al voto?
Tag: David Foster Wallace
Ieri sera ho rivisto Ferie d’agosto. Per curiosità, per nostalgia di Ventotene, per capire. Non scriverò quel che altri hanno già scritto, ovvero di come molta parte di quel che siamo diventati era, in nuce, in quella storia. Però, per assonanze, ho ricordato altro: in quello stesso 1996 David Forster Wallace rilasciava un’intervista a Salon. E diceva, fra l’altro: “C’è però poi a volte una specie di “Ah-ha!” Qualcuno almeno per un momento, sente o vede qualche cosa nel mio stesso modo. Non sempre succede. Sono dei lampi o brevi fiammate, ma a me ogni tanto succede. Ma mi sento non più solo — intellettualmente, emotivamente, spiritualmente. Mi sento umano e non più in solitudine e in una profonda conversazione piena di significato e con un’altra coscienza in narrativa e in poesia, in un modo che non credo sia possibile con altre arti.”
Scrive David Foster Wallace: “Il genere di libertà davvero importante richiede attenzione, consapevolezza, disciplina, impegno e la capacità di tenere davvero agli altri e di sacrificarsi costantemente per loro, in una miriade di piccoli modi che non hanno niente a che vedere col sesso, ogni santo giorno. Questa è la vera libertà. Questo è imparare a pensare. L’alternativa è l’inconsapevolezza, la modalità predefinita, la corsa sfrenata al successo: essere continuamente divorati dalla sensazione di aver avuto e perso qualcosa di infinito”
Domenica si vota per le elezioni regionali. In estate avevo scritto questo articolo per l’Espresso. Le cose non sono cambiate.
Vedi i social. Tu, sciaguratella, lasci un commento solo perché ti stupisce che gli intellettuali ridano dello schwa, e per giunta citi Foster Wallace, ed è tutto un fiorir di persone che si aggrappano a tende e tendoni per dichiararsi…
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Per il primo post del nuovo anno guardo indietro. Undici anni fa, per l’esattezza. Per una di quelle straordinarie coincidenze, due discorsi vengono pronunciati davanti a due diverse platee di laureandi. La prima è a Stanford, la seconda è nell’Ohio…