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In un febbraio di sessant’anni fa Cristina Campo scrive ad Alejandra Pizarnik una delle non poche lettere che le due poetesse si sono scambiate nel tempo. In particolare scrive una frase bellissima: “Lei possiede il grande coraggio, la grande pietà, “il sacro dono del ridere” ed è proprio la donna che vuole la rosa in inverno”.
Le rose d’inverno e il desiderio di vederle schiudere costituiscono l’immagine perfetta dello stato d’animo di questi giorni, che sono stati pienissimi e importanti: una manifestazione, I giorni della merla a Macerata, con Lucia Tancredi, la rappresentazione di Omissis alla Scuola Holden a Torino, con i miei compagni di via Fabiana Carobolante, Alfredo Morana e Alessandro Petrocco, e la rituale riunione preparatoria del Salone del Libro 2023. 

Torno dunque a raccontare Graziella con il podcast live di Omissis, sabato a Bari. I canti, le storie, non riportano in vita, è vero. Ma, come scriveva Wu Ming 4 a proposito di Borges e del suo frammento 991 A.D. , “la narrazione è una prosecuzione della lotta con altri mezzi, e la letteratura un’arte marziale della massima importanza. La letteratura storica, di conseguenza, è un campo di battaglia, speculare alla piana dove si scontrano gli eserciti. In quest’ottica Maldon diventa quasi un luogo simbolico, un paradigma di come lo scontro sul campo si trasforma in scontro di narrazioni, di parole. Le parole diventano frecce, lance, scudi. E perfino leve, argani capaci di scardinare intere visioni del mondo”.
A sabato, dunque. E, per chi volesse, domenica mattina sono ancora a Bari per L’Italia che legge, organizzato dai Presidi del Libro.

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