Secondo me, nella discussione di questi giorni sulla Gpa, non dovremmo perdere di vista due cose importanti.
La prima, come anche altri hanno scritto, è che questa è una legge-manifesto, fatta per tener buono l’elettorato di Meloni, esattamente come i decreti anti-rave o anti-cannabis light, o la parte del ddl sicurezza contro le borseggiatrici incinte e i manifestanti. Leggi che servono solo a scoprire i denti e a dire “stiamo lavorando per voi”. Cosa non vera, evidentemente: il dramma è che l’elettorato in questione la scambia per reale e applaude all’illusione.
La seconda è quella che riguarda la discussione nei femminismi, che sul punto si esprimono in modo (giustamente) non unitario. In questi giorni, molte delle mie amiche sono su posizioni opposte alla mia e a quella di altre mie amiche: ma questo è giusto e importante. Perché la forza dell’unione, o sorellanza se vogliamo chiamarla così, è esattamente qui: riuscire a discutere anche partendo da convinzioni diversissime.
Non è certo questa la malattia del drago di cui ho parlato nel mio articolo per Vogue Italia: quella, semmai, ha colpito e non da oggi una parte piccola ma visibile dei femminismi stessi che si intesta una battaglia non tanto per convinzione, o almeno così credo, ma per continuare a esercitare un potere. Chi non gradisce la citazione da Tolkien forse amerà quella di Borges, da La muraglia e i libri: “Lessi giorni addietro che l’uomo che ordinò l’edificazione della quasi infinita muraglia cinese fu quel primo imperatore, Shi Huang Ti, che dispose anche che venissero dati alle fiamme tutti i libri scritti prima di lui”.
Tag: Vogue
Adam Broomberg è un artista e un fotografo che a lungo, nei suoi lavori, si è occupato di guerra. Ieri, sui suoi canali social, ha detto la sua sul servizio di Annie Leibowitz per Vogue, e scrive fra l’altro: “In qualche modo, penso che queste immagini confermino il nostro bisogno di una visione binaria del mondo, i buoni e i cattivi, e di un modello obsoleto di eroi maschi con le loro donne che li supportano. Nel frattempo i giovani senza volto e per ora senza nome muoiono quotidianamente. Non fraintendetemi: non sto in alcun modo sostenendo Putin ma questa sessione fotografica alimenta tutte le idee patriarcali, eteronormative, tossiche che rendono la guerra inevitabile”.
Si può essere d’accordo o meno con Broomberg, certamente. Non è sufficiente avere una lunga storia di competenze sul punto, certamente di nuovo. Ma quel che sta avvenendo, su questa come su altre vicende, è che è diventato quasi impossibile dirlo.
Tutto questo è veleno. Lasciamo aperta la possibilità di discutere seriamente (serenamente è un po’ dura) su questo e altri punti, senza che scatti la trappola dell’appartenenza.
Ha ragione Laura Albano. C’è qualcosa che non torna nella presa di posizione di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, nel lancio della petizione per la chiusura dei siti pro-Ana, ovvero quei blog dove, da anni, le ragazze anoressiche si…