TRE REGALI DI NATALE

Esce presso Adelphi La luna di miele di Mrs Smith, nuova raccolta di racconti di Shirley Jackson nella traduzione di Simona Vinci. Esce presso Fazi il secondo volume de Nell’antro dell’alchimista di Angela Carter, mentre Donzelli pubblica la raccolta di fiabe che Carter ha curato, Le mille e una donna.
Mi sembrano già tre ottimi regali di Natale. Ci penso stamattina mentre ricordo quello che Guido Almansi scrisse proprio di Carter, il 18 febbraio 1992, a poche ore dalla sua morte:
“Non aveva mai vinto, ovviamente, nessun premio letterario importante: era troppo eccentrica, troppo imprevedibile, troppo esuberante, sia per l’ establishment letterario inglese, sia per i cultori dell’ avanguardia che vogliono irreggimentare la stravaganza; ma Angela Carter non era catalogabile; ovvero voleva inventare nuove categorie, nuovi modelli, per le donne e per sé. Un suo romanzo si intitolava La passione della nuova Eva, e la scrittrice voleva essere una nuova “Eva”, non per rinnovare l’ antica arte della seduzione ma per devastare dall’interno gli antichi clichés della donna vergine o puttana, madre o femme fatale, Madonna sensibile e tenera o femme damnée senza scrupoli.
(…)
A livello narrativo, questo progetto veniva reso esplicito nei magnifici racconti della Camera di sangue che riproponeva in chiave gotica o grottesca o parodica o scherzosamente modernista le vecchie fiabe tradizionali, Cappuccetto Rosso, Barbablù, La bella addormentata nel bosco, Il gatto con gli stivali. Nelle fiabe originali c’ era un oppressore, il lupo o Barbablù, e una vittima, Cappuccetto Rosso o la settima moglie del mostro; ma questi rapporti cambiano nelle versioni della Carter, perché le vittime non si adeguano al modello antropologico e prendono controllo della situazione: da “passive” diventano “attive”. “Per mangiarti meglio”, dice il lupo esponendo le sue armi di offesa, i denti, ma Cappuccetto Rosso non è pronto a farsi mangiare, semmai a soddisfare i desideri sessuali del lupo (si veda il film tratto dal racconto, La compagnia dei lupi); e la sposa di Barbablù è conscia di che cosa passa per la mente del marito e ci gioca sopra.
Contro il minimalismo, di moda qualche anno fa, la Carter ha proposto un tipo di scrittura massimalista che racconta storie su grande scala, con un linguaggio esuberante e immaginifico, in un’ esibizione di avventure per intrattenere il lettore ed emozioni per coinvolgerlo ed espressioni barocche per sbalordirlo. Fevvers, l’ eroina alata di Notti al Circo, è Superwoman nei suoi exploit aerei (è una trapezista che vola, letteralmente) e nell’ampiezza del suo essere statico e dinamico: larga, possente, imponente ed espansiva. Quando mangia, il suo è il pasto di una fiera, quando sbadiglia, apre una voragine che è come la bocca di uno squalo e l’ aria ingerita farebbe alzare una mongolfiera; quando sbatte le palpebre con intento seduttorio, le pagine del taccuino frusciano per lo spostamento d’ aria; quando ride,l’eco dei suoi sussulti si spande per il mondo in un’ onda magnetica. A Vienna le sue ali hanno deformato i sogni di una generazione di aspiranti psicanalisti. Il lettore italiano, abituato a memorie d’ infanzia, lessici famigliari e triangoli borghesi, è pronto semmai per Volevo i pantaloni (ogni lettore ha i libri che si merita), non certo per questi romanzi rivoluzionari”.
Per fortuna, i libri restano. Non sempre, ma restano.

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